"Aspetto delle spiegazioni."
Lisa osservò la pistola, sempre più vicina al suo petto, senza aprire bocca. Jungkook inclinò la testa e agitò il plico di fogli che aveva nella mano sinistra "Perché hai così tanti documenti su mio padre?" la giovane aprì la bocca senza far uscire neanche una vocale dalle sue labbra "Kook..." mormorò infine cercando un contatto visivo con il castano, che strinse con ancora più forza la pistola.
"Basta con questi giochetti Lisa, cosa vuoi da mio padre?" chiese con forza: la sua pazienza stava diminuendo secondo dopo secondo, Lisa doveva agire in fretta se non voleva morire nel salotto del suo appartamento circondata dai suoi gatti.
"Jungkook, posa la pistola, non ce n'è bisogno: non voglio farti del male." provò Lisa, facendo un passo avanti e facendo sfiorare il suo petto con la canna della pistola, che Jungkook non spostò di un millimetro "Io invece penso proprio che sarà necessaria." sibilò il castano avvicinando il volto a quello di Lisa, che poté solo sospirare "Chi sei e cosa vuoi da mio padre?" chiese con una calma così micidiale che avrebbe potuto uccidere, negli occhi, oltre a tanta rabbia, era presente anche della paura.
Paura che il tempo passato insieme fosse una menzogna.
Paura dei pensieri che Lisa era sicura stessero opprimendo la mente di Jungkook.
"Sono Lalisa Manoban," sussurrò incontrando i suoi occhi, sforzandosi di mantenere la voce ferma: aveva rivelato decine e decine di volte la sua identità ai criminali che era riuscita ad incastrare, perché questa volta le era così difficile?
Perché questa volta aveva passato una settimana a riflettere prima di consegnare il fascicolo con tutte le informazioni su Jeon Jihoon al suo distretto?
"Questo lo so," sibilò Jungkook mordendosi l'interno della guancia, chiaramente stufo di tutto quel temporeggiare "Ma questo non spiega perché tu avessi tutte queste informazioni su mio padre." Lisa sospirò e posò gli occhi sul fascicolo prima di guardare Jungkook negli occhi "Hai letto quei documenti, sai già chi sono." sussurrò infine.
Jungkook fece un passo indietro, come se fosse stato colpito allo stomaco da un pugno invisibile. Lisa lo guardò dritto negli occhi, sorgendoci solo tanta confusione. E lì capì: Jungkook non aveva mai letto quel fascicolo per interno, si era limitato a leggere forse il primo documento, senza proseguire la lettura, senza arrivare all'ultimo documento, nel quale era presente il rapporto di Lisa come agente del distretto dodici della polizia di Seoul.
Approfittando del suo smarrimento, Lisa afferrò la pistola e la lanciò lontana, sia da lei che da Jungkook, che la fissava stupefatto. "Tu non hai letto tutto quel fascicolo." mormorò, cominciando a far lavorare le rotelle del cervello "Tu hai letto solo quello che ti interessava." Jungkook sbarrò gli occhi, tradendosi e facendo scattare Lisa, che alzò lo sguardo verso la finestra del suo salotto, quella alle spalle di Jungkook: i grattacieli erano illuminati con mille luci diverse ma un riflesso che proveniva dal grattacielo davanti al suo, più basso di un paio di piani, la fece rabbrividire.
Un cecchino.
Senza neanche pensarci due volte, Lisa si lanciò su Jungkook, facendolo atterrare sul pavimento con lei sopra di lui, nello stesso istante in cui il proiettile partito dal cecchino ruppe la finestra del salotto e si conficcò nel muro, all'altezza del citofono.
Se Lisa non si fosse mossa Jungkook sarebbe stato colpito alle spalle.
Ma il cecchino non aveva idea che in quell'appartamento ci fosse Jungkook.
Quel proiettile era per Lisa.
"Stai bene?" sussurrò Lisa alzando il volto di pochi centimetri, posando il mento su quello di Jungkook, completamente frastornato e confuso ma riuscì ad annuire. "Tuo padre ha capito." mormorò Lisa prima di imprecare "Devo andarmene." dichiarò prima di alzarsi in piedi e correre a chiudere le tende.
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Normal life is too boring for us
FanfictionOne-shots per tutti i gusti in tutti i gusti. Quando imparerò a scrivere una descrizione breve in italiano mi emozionerò. But it is not today. Morale della storia? BTSxBLACKPINK One-shots