PREMESSA: Poiché spesso trovavo incoerente che personaggi di 13 anni avessero comunque delle responsabilità di persone maggiorenni ho fatto un salto di età a tutti i personaggi che è di +3 per tutti quindi la guerra galattica inizierà il 1989 anziché il 1986. Terrò invece tutti gli eventi in ordine cronologico, quindi la storia si completerà nell'arco di aprirle 1990, 24/25 ('87 nel manga) contando anche il tenkai hen e l'inizio next dimension. La FF nonostante sia un What if? Cerca di collegarsi a tutti gli eventi accaduti in manga, anime e spin off per questo qui verranno raccontati i buchi mancanti. PS in riferimento a Saintia Sho prendo solo situazioni coerenti con il manga/Anime Originale
ATTENZIONE: © delle Fanart prese in giro per il Web se le riconoscete come vostre basta che me lo facciate sapere e provvedo a inserire i credits
COPYRIGHT: Storia basata sulla saga del maestro © Masami Kuramada ©Saint Seiya; Tutti i diritti della serie sono del sensei, della Toei e della casa editrice Shueisha; Per le immagini © Michi Himeno © Shingo Araki;
Santorini - 1946
La grande guerra era finita da un anno e sotto l'influsso del pianeta Giove in una casa di Fira, a Santorini, veniva al mondo Giánnis. Sua madre era in preda agli spasmi del parto, troppo giovane per definirla madre, troppo ingenua per non cadere sotto il fascino del soldato italiano nove mesi prima. Troppo stupida diceva ella stessa di se, per essersi fatta sedurre e abbandonare da quell'uomo. Per questo nonostante avesse portato avanti la gravidanza la giovane quando aveva dato al mondo il bambino non ci aveva pensato due volte a lasciarlo abbandonato al piede della cattedrale di sant'Irene a Perissa. Chiunque avrebbe trovato ai piedi di una basilica così grande un bambino piangente. Come l'uomo che l'aveva sedotta lo chiamò, Giánnis, Giovanni. E con una scrittura malferma che ne scrisse il nome sul biglietto«Prendetevi cura di Giánnis, figlio di Giove , nato il 23 novembre '46. Una giovane troppo debole per crescerlo.»
E così scappò. Non temeva la donna che il bambino prendesse freddo. Lo aveva ben coperto con lo scialle che sua madre le aveva lavorato ai ferri il passato inverno. Pianse ricordando la madre e come ella soggiogata dal padre acconsentì a diseredare la figlia sgualdrina e cacciarla di casa. Non poteva stare lì a piangere se stessa, non poteva tornare indietro a riprendere Giánnis, non aveva nulla da offrigli se non una copertina fatta con amore e l'augurio di una buona famiglia. Non sarebbe tornata indietro la ragazza, alle prime ore dell'alba avrebbe preso il traghetto che l'avrebbe portata lontano da casa, da Fira e da Santorini, ad Atene. ...Erano passati dieci anni fa quando Giannis era stato trovato ai piedi dell'entrata della basilica. Nessuno sapeva di chi fosse figlio ma tutti dicevano che era uno splendido bambino con i capelli rossi e gli occhi azzurri come il cielo di Grecia. Nessuno e tutti adottarono quel bambino a Perissa, Giánnis si faceva voler bene. Al mattino andava a scuola, il buon padre pretendeva che si istruisse, al pomeriggio poi andava al molo ad aiutare i pescatori a districare le reti per la pesca della notte. Tutti lo chiamavano Diás, che in greco significava Giove, come appunto il pianeta sotto il cui influsso era nato. E il buon padre stesso facendogli vedere il biglietto lasciato da sua madre, gli aveva dato come cognome quel Diás, per ricordargli che nel suo gesto la giovane madre lo aveva amato. Era amato Giánnis, dalle donne e le anziane del paese, dai pescatori e dai fruttivendoli e dalla maestra. E lui? Lui amava tutti.
Poi un giorno da Fira giunse una coppia, una ricca coppia italiana che aveva casa per le vacanze lì, la coppia aveva sentito parlare del piccolo orfano delle Cicladi e avevano chiesto al buon padre di poterlo allevare lui quel bambino. Che avevano già una figlia e che purtroppo non riuscivano a dargli più altri fratelli. Titubante il buon padre non poté non affidare il bambino ai Santoro che lo accolsero con piacere nella loro famiglia.
"Le estati le trascorreremo qui Giánnis, non perderai i tuoi amici." Lo aveva rassicurato la madre adottiva.
Per Giannis fu comunque un gran cambiamento, appena ottenuta l'adozione entrò a far parte di quella famiglia dove un imbronciata Juno, lo accolse titubante. Juno era la figlia dei Santoro, unica e sola a quanto pareva. Giánnis aveva provato ad esserle amico, ma questa difficilmente si apriva a lui.
"È cresciuta sola. Noi abbiamo provato a darle un fratellino ma non siamo riusciti." Spiegò mamma Santoro. "L'abbiamo chiamata Juno in onore di Giunone, dea della famiglia. Tanto abbiamo pregato per avere una famiglia nostra io e Alessandro ma non arrivava nessuno. Poi dopo dieci anni di matrimonio è arrivata Juno, è la nostra gioia però non vogliamo resti sola quando noi non ci saremo più."
Giánnis ascoltò curioso la storia della famiglia , era a conoscenza , si vedeva, che i Santoro non fossero giovani. Rita la mamma aveva raccontato che suo marito era stato tra le file dei soldati che avevano combattuto la guerra mondiale, l'aveva lasciata dopo otto anni di matrimonio sola poiché era stato chiamato alle armi. In quegli otto anni non erano riusciti ad avere figli, e anche quando era rientrato dalla guerra i tentativi erano stati tutti vani. Fino a quando non era arrivata Juno. Juno era la loro vita, ma erano persone consapevoli di sapere di avere una certa età e che presto o tardi avrebbero potuto lasciare questo mondo e con esso Juno. Per questo lo avevano adottato e Rita assicurò che avrebbero amato lui proprio come amavano Juno.
...
Avevano veramente amato lui, come Juno. Dopo i primi mesi in cui i due dovettero conoscersi subito tra i due fratelli si instaurò un forte legame. Le estati trascorrevano a Santorini dove Giánnis non perdeva mai l'occasione di incontrare i vecchi amici, andare a pescare con loro e ad agosto vendemmiare l'uva nei vigneti che suo padre aveva acquistato lì. A settembre ritornava a Lecce e lui e Juno andavano a scuola, sempre più uniti anno dopo anno. I genitori gli davano la possibilità di poter realizzare i suoi sogni, nonostante il padre fosse un viticultore non si oppose alla scelta del bambino di scegliere una scuota e una professione diversa dalla sua. Perché Giánnis era attratto dal cielo, dalle nuvole e da tutto ciò che potesse volare, si proprio come Icaron Giánnis moriva di quel desiderio. Così quando dovette iscriversi a una scuola superiore non aveva dubbi, la scuola di aereo nautica. Il padre non gli aveva creato problemi con quella scelta ma lui sempre buono e responsabile aveva detto che avrebbe lavorato con lui nei vigneti per mantenersi in quella scuola a dir poco carissima. Si la scuola che si era scelto era a pagamento e numero chiuso, nonostante i Santoro fossero ricchi però Giánnis non voleva gravare sulle loro spalle, soprattutto da quando alla madre era stato diagnosticato un tumore. Poi al compimento del suo diciottesimo anno ecco che arrivò il primo lutto, Rita la mamma morì lasciando tutti con un profondo vuoto dentro. Soffrirono tanto i due fratelli ma Alessandro sembrava soffrire di più, non riusciva a restare lì a Lecce dove ogni cosa gli ricordava la sua amata e fedele moglie. Così con Juno si trasferì definitivamente a Fira, capiva il desiderio di Giánnis di diventare pilota e lo lasciò a studiare alla scuola aereo navale con la promessa che una volta diplomato però li raggiungesse a Santorini. Sei mesi ancora e Giánnis sarebbe stato un pilota ufficiale e li avrebbe raggiunti, lo promise... e lo fece.
....
Summer 1965
Santorini! Un quadro? Un sogno? No! È Santorini! Tornare nella terra madre era per Giánnis un lenitivo al dolore della perdita della madre. Lo era stato anche per Alessandro e Juno e lo vedeva Giànnis, adesso con la maturità dei diciotto anni il giovane iniziò a sfruttare anche ciò che indirettamente l'isola offriva. Troppo preso dagli studi e dagli obiettivi nonostante avesse già avuto delle ragazze in passato, Giánnis finalmente iniziò a comportarsi come tutti i ragazzi normali. Un casanova greco come avrebbero potuto dire in giro, lui è i suoi amici appena iniziava la stagione turistica si davano man forte e iniziavano a correre dietro a tutte le ragazze che attraccavano a Santorini. Giánnis chissà perché era tra i suoi amici quelli che restava affascinato da qualsiasi donna e anche uomo che incontrasse e in un modo o nell'altro riusciva sempre a sedurre qualunque di loro. Nei sei mesi che Santorini si riempiva Juno restava sempre più colpita e sorpresa dal fatto che egli ogni giorno era accompagnato da qualcuno.
Fu così che accadde il loro primo scontro? No saprei come ma era accaduto, in Juno era scattato qualcosa e una sorta di gelosia si accese "Almeno deciditi, o gli uomini o le donne!... Così disonori tutta la famiglia... sei una vergogna... Non pensi a noi"
Queste erano le frasi che spesso si sentiva dire dalla sorella e veramente Giánnis non riusciva a capirla proprio più. Si divertiva e voleva farlo era giovane e poteva farlo, era un ragazzo giudizioso e un buon figlio, aiutava il padre nei campi e in azienda e lei non poteva riprenderlo solo perché come tutti i ragazzi si divertiva a flirtare con le persone e perché no ad avere anche dei rapporti con loro. Non era così che funzionava!
Certo che era così, proprio per questo non si faceva problemi a cambiare ragazza una volta p anche due al mese. Non c'erano turiste più belle di quelle italiane e francesi. No, non era selettivo, ma Anya la ragazza italiana che aveva conosciuto soltanto quella settimana era veramente uno schianto. Capelli neri, occhi altrettanto scuri e un fisico giovane e dalle curve perfette. Con lei era passione e Giánnis non si saziava mai di quella donna poco più grande di lui, anche lei sembrava apprezzare la sua presenza infatti prolungò la sua vacanza a Santorini, prima di una settimana, ancora di due poi..
"Sono incinta." Giánnis si era fermato dall'operazione del baciarle i seni nudi ed alzò il capo per guardarla.
"Cosa?" Chiese lui sorpreso
"Sono incinta e sono fidanzata. L'anno prossimo devo sposarmi!" Disse la donna che si alzò e si rivestì.
Giánnis la raggiunse e la abbracciò "Annulla il matrimonio. Aspetti il mio bambino non puoi appunto stare con un altro."
"Tu non capisci. Sei un ragazzino Giánnis, mio padre ha organizzato questo matrimonio nei minimi particolari. È il salto di classe per la nostra famiglia. Non posso tenere il bambino." Disse lei fredda, Giânnis la guardò e si chiese dove fosse la ragazza che aveva amato fino a quel giorno. Quella donna fredda e calcolatrice non era la sua Anya.
"Forse potrem..."
"Niente forse. Cercherò di tenere nascosta la gravidanza ai miei genitori. Quando sarà il momento del parto ti vieni a prendere il bambino così io potrò sposarmi tranquillamente."
"Stai scherzando?"
"Certo che no. Sono sicura che i soldi di papino ti aiuteranno..." indossò i suoi sandali e si sistemò i capelli alla meglio. Poi prese un foglio di carta e glielo porse
"Lasciami il vostro numero di telefono. Non farmi perdere tempo, è ora e mia madre si aspetta che la raggiunga a breve."
Come in tranche Giánnis fece ciò che la donna gli chiese. Non teneva conto delle sua opinione, ovviamente avrebbe tenuto e cresciuto il bambino, era un orfano e sapeva cosa significava crescere da solo. Come sapeva grazie ad Alessandro e Rita quanto una famiglia fosse importante. Scritto il numero di casa e di azienda lo passò alla giovane e cercò il suo sguardo. "Ne deduco che non ci vedremo più."
Lei sorrise cinica "Oh andiamo Giánnis. So quante ragazze hai avuto e che non sarò l'ultima. Spero solo che tu abbia usato precauzioni almeno con loro." Si avvicinò e gli stampò un bacio sulle labbra "Sappi che quando sarò tra le braccia di mio marito sarà a te che penserò." E così dicendo lasciò la stanza e con essa la sua casa.
Juno con il suo sguardo di fuoco accusatorio lo osservava giungere alla porta anche se la sua amica era già andata via. "Sembrava soddisfatta. Potresti non portarle a casa!"
Giánnis sbottò. "Andiamo Juno, non è proprio il momento." Si grattò la testa e pensò o almeno cercava di ricordare se avesse mai usato delle precauzioni con le sue spasimanti. Purtroppo conosceva la risposta: no. Non ci aveva mai pensato. Si mise le mani sul volto e coprì gli occhi, quante probabilità c'erano che avesse messo incinte tutte loro? Sperava poche, veramente poche. Anche se adesso le passavano tutte in mente. La bella Rosalie Dubois, Estrella Sanchez, Paul Shuber... ah no! I maschi non uscivano incinti. Le sue speranze aumentavano anche se continua a pensare a Johanna, Mariah, Francisca, Elena... tutte ragazze che aveva avuto in quei due anni. Ovviamente se nessuno si era presentato alla sua porta fino ad allora era decisamente salvo. Ma aveva deciso, si sarebbe dato una calmata e aveva preso una decisione: precauzioni!
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Agápi gia ton Olýmpou (Saint Seiya)
FanfictionPrologo di Saint Seiya dopo i fatti di Hades. © M. Kurumada © Michi Himeno © Shingo Hiraki © Toei L.T.d Storia basata sulla saga del maestro Kuramada Saint Seiya. Vietato copiare i diritti di copyright