Miho e Valentin si incamminarono per i giardini del tempio di Zeus, l'impressione che ebbe la giovane nel trovarsi lì fu che quel posto era immenso. Poi ripensò al fatto che alla fine quella non era altro che la proiezione di ciò che si trovava sul vero Olimpo ed allora accettò quella vastità.
"Come si mangia qui?" Chiese d'improvviso all'amico, le mani sul ventre ed il volto verso il suo. Era sincera, da quando aspettava le piccole il suo desiderio di mangiare era accresciuto ed ora che tutte le tensioni erano state cancellate quello era diventata la sua priorità.
Valentin le sorrise allusivo per poi avvicinare il viso a quello dell'amica. "Si mangia benissimo, potrei dire da Dio. Ma non vorrei essere preso in pieno da una folgore." Disse piacevolmente colpito dal fatto che l'amica riprendesse ad avere di nuovo le sue priorità.
"Perfetto, da Ares si mangiava bene. Ma memore della prossima missione mi sono sempre trattenuta." Assentì la giovane alzando la mano e iniziando a contare con le dita. "Adesso avrò più tempo, voglio mangiare e poi ricongiungermi a mia madre, conoscere il figlio di Marin e passare del tempo con le mie sorella. Poi ovviamente ho delle questioni irrisolte, devo chiedere dei bambini e vorrei sapere la situazione del Figli delle stelle." Sospirò, le avevano detto che i bambini erano al sicuro, ma anche quella doveva essere una cosa che doveva vedere e tastare con i suoi occhi, altrimenti non sarebbe mai riuscita ad andare via da lì completamente.
"Vedrai che riuscirai a fare tutta ciò che ti sei preposta." Le disse rincuorante Valentin. "A cominciare da un pranzo luculliano." La prese in giro.
Miho rise per poi lasciare il suo braccio prima di stoppare quella passeggiata. "Anche tu devi fare qualcosa di importante." Gli disse, lui la guardò interdetto, cosa intendeva? "Non dovresti aspettare il pranzo per rivedere Astrid, non quando sarà attorniata da tutti noi e non potrai avvicinarla." Gli disse ", lei era la sola persona a comprendere ciò che passava nella testa del Pisces, lei e forse John il suo amico e parigrado.
Valentin da prima sorpreso si rilassò e sorrise. "Se la vedo adesso la sgriderò per ciò che ha fatto." Le disse.
"Ho conoscendovi sarà un continuo rinfacciarvelo." Scherzò la mora, se qualcuno si aspettava dai due una coppia romantica tutta rosa e fiori si sbagliava di grosso. La forza dei suoi due amici era proprio nel non prendersi mai sul serio. Valentin era troppo narcisista, al contrario Astrid era eccessivamente menefreghista e questo portava i due a rivalutarsi, ad andarsi incontro mettendosi in gioco e a volersi migliorare facendo mettere da parte se stessi per poter stare con l'altro.
"Sei sempre la solita." La rimproverò bonariamente Valentin, anche se non la contraddisse poiché era vero ciò che ella diceva.
"Aphrodite." Intervenne una voce tra i due che si voltarono seduta stante.
Alle loro spalle Miho poté notare un uomo biondo con gli occhi chiusi alto quanto il suo amico, il viso e la pelle del collo e della braccia leggermente escoriate, al suo fianco c'era sua sorella Shiwa, dietro di loro camminavano due monaci buddisti parecchio anziani.
Nel vedere la sorella Miho sorrise. "Shiwa, è un piacere rivederti."
La donna sorrise alla sorella. "Anche a me fa piacere rivederti sorella mia." Rispose ella. "Shaka ti presento mia sorella Miho, lui come avrai ben capito è il santo della vergine, mio marito Shakamuni." Li presentò
L'uomo si voltò verso di lei mantenendo gli occhi chiusi. "Quindi lei è la famosa Miho, è un'onore conoscerla divina Eireen."
Miho sgranò gli occhi sorpresa per poi sorridere di gusto. "Non credo di essere così famosa."
Il biondo scosse la testa serio. "La conosco da un po', da quando Mu raccontava dei soggiorni giapponesi di Kiki."
La ragazza annuì, Kiki! Era tanto che non lo vedeva, in un attimo era dovuto crescere all'improvviso trovandosi ad affrontare la morte prematura del suo maestro, il citato Mu.
"Sono sicuro che anche Mu non veda l'ora di conoscerla e spero ci sarà modo di potersi incontrare presto."
Miho ancora annuì, ovviamente anche il grande Mu, maestro di Kiki era ritornato in vita come tutti gli altri. Lo stesso Shaka era tra quelli e lei non doveva stupirsi di trovarselo di fronte anche se fino a quel momento lo aveva conosciuto solo come il marito deceduto di Shiwa.
"Venite con noi?" Chiese Miho.
"In realtà stiamo andando a prendere i nostri gemelli ." Annunciò Shiwa. "Temo che tarderemo a pranzo se Shaka non la smette di fermarsi per parlare con il suo amico." Disse rimproverando il marito.
"Se Mu mi contatta per chiedermi qualcosa ovvio che mi fermo. Poi non siamo in ritardo e facciamo in tempo a raggiungerlo prima del pranzo!" Ammise la vergine.
Miho sorrise, aveva sentito parlare di Virgo e pensava fosse una persona invalicabile ed invece in quel momento sembrava molto alla mano.
"Vi lascio andare dove dovete, ci ritroveremo a pranzo." Disse Miho per poi rivolgersi ad Aphrodite. "Tu indicami dove devo andare poi fai quella cosa."
Aphrodite scosse la testa, non sapeva neanche dove cercare Astrid, quindi tornò al compagno intanto che facevano la stessa strada.
"Per caso sapete dove sono le Moire?" Chiese non domandando di Astrid nello specifico.
"Con Mu e Camus." Rispose subito Shaka. "E dovremo andare anche noi, Death Mask vuole tagliare vite a non finire e Atropo glielo lascia anche fare."
Valentin guardò verso l'amica. "Vengo con te, due grezzi al prezzo di uno non riesco a gestirli." Disse sconvolto.
Al che Miho rise divertita. "Eh no! Meglio che tu vada e subito. Tranquillo Shaka adesso penserà Valentin a loro due."
Il santo della vergine annuì per poi accostarsi al parigrado, effettivamente Death e Aphrodite erano amici quindi avrebbe ben potuto far rinsavire il cancer.
Intanto Miho lanciò uno sguardo a Shiwa preoccupata, ella comprendendola la cercò mentalmente parlando.
"Cosa non va mia cara?" Le chiese
"Come mai tuo marito è tutto escoriato? Ci sono stati problemi durante la guerra contro Gea?" Le chiese intanto che ripresero a camminare tutti insieme.
"No, Artemide racconta che prima erano messi peggio. Vedi sembra che si siano fatti di esplodere vivi al muro del pianto durante la battaglia contro Hades e che Apollo ha dovuto recuperarli poco alla volta." Raccontò Shiwa.
Miho osservò Aphrodite e Shaka che ancora discorrevano per strada. "Ma Aphrodite è sempre stato in salute, o almeno io non ho mai visto scottature o escoriazioni sul suo corpo." Ammise lei, effettivamente non sapeva cosa potesse esserci sotto i vestiti.
"Questo perché Aphrodite e la maggior parte di loro erano morti e alle porte del pianto hanno portato le anime, il cosmo e le Cloth. Altri, raccontava Artemide, erano invece vivi. Credo che i loro corpi siano esplosi." Spiegò Shiwa.
Miho annuì, era stata lì col suo cosmo ad appoggiarli quella volta. "Sì, si sono dissolti in un'esplosione cosmica non lasciando traccia più di nulla." Ricordò con dolore. "Mi dispiace che tuo marito abbia dovuto affrontare un percorso di guarigione così travagliato."
"Lui non si lamenta, il dolore fa parte della vita e lo ha sempre accettato con riverenza." Le disse allora Shiwa fermandosi nei pressi di un piccolo tempio. "So che Apollo era molto reticente e che aveva sconsigliato di risvegliare Shaka e i suoi amici."
"Noi ci salutiamo qui. Troverete le moire più avanti, nei pressi di un piccolo tempio dove Efesto sta lavorando." Disse Shaka salutando Valentin e Miho.
"Grazie di tutto Shakamuni ci vediamo presto." Lo salutò Miho per poi rivolgersi alla sorella con un sorriso. "Apollo era reticente ma ha fatto un buon lavoro in quattro mesi."
Shiwa ricambiò il sorriso seguendo Shaka nel tempio alla ricerca dei monaci e dei gemelli. "Hai ragione, in più Artemide dice che questo lavoro ha aiutato lo stesso Apollo nel ritrovare l'umanità che stava perdendo."
Miho annuì incamminandosi al fianco di Valentin verso il tempio medico. "La prima e unica volta che ho incontrato il suo cosmo era molto deciso ed austero. Se questa esperienza lo ha portato a redimere la sua anima non posso che esserne contenta." Disse la dea della pace alla sorella.
Shiwa sorrise mentre lo sguardo incontrava quello dei suoi bambini. "Lo penso anche io, ci rivediamo tra poco al banchetto Miho, adesso ho da fare." Si congedò Persefone intanto che le porgevano Spica per la poppata.
Miho assentì e osservando un gruppo poco distante lo indicò a Valentin. "È lì!" Disse indicando tre ragazze che filavano il destino umano, Death Mask accanto ad Astrid le dava delle gomitate e intanto la Moira se la rideva.
Valentin sospirò per poi indicare una traversa alla sua migliore amica. "Scendi da questa parte, ti troverai di fronte a dei giardini con delle panche, al centro c'è un tempio. Lì è dove Apollo solitamente si trova." La informò, Miho gli sorrise e lo attirò a se dandogli un bacio sulla guancia.
"Grazie di tutto, adesso però vai. Astrid ti aspetta!" Gli disse allontanandosi verso la direzione da lui indicata. Adesso Miho sapeva perché suo padre l'aveva mandata a chiamare Apollo, voleva che il fratello le dicesse dello stato di Milo e lei stupida aveva anche preteso che lo scorpione le facesse arrivare il suo scettro.
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Agápi gia ton Olýmpou (Saint Seiya)
FanficPrologo di Saint Seiya dopo i fatti di Hades. © M. Kurumada © Michi Himeno © Shingo Hiraki © Toei L.T.d Storia basata sulla saga del maestro Kuramada Saint Seiya. Vietato copiare i diritti di copyright