Parte 86ª - Sopravvissuti pt 2

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10.08.1990 - santuario di Athena
Seiya e i suoi amici si erano trovati all'arena una volta lasciata Athena con Shaina.
Il santo di Pegasus era irrequieto, stare lì fermo avrebbe aiutato tutti poco.
"Non capisco perché dobbiamo aspettare che Gea faccia la sua mossa. Il nostro scopo è proteggere Athena e stare fermi non ci aiuta." Disse andando avanti e indietro.
Hyoga seduto accanto a Shun si alzò in piedi regalandogli uno sguardo gelido.
"Calmati Seiya, stiamo facendo proprio questo, proteggere Athena." Gli disse.
"Athena ci ha chiesto di restare in allerta ed è ciò che faremo. Attaccare qualcuno che non sappiamo dove sia e di che forze realmente disponga è irresponsabile." Aggiunse il dragone.
"Queste sono scuse, ci siamo sempre gettati nel buio, tutte le volte che Athena era in pericolo abbiamo affrontato i nemici senza attendere che loro ci dessero il permesso di attaccare." Disse Seiya sempre più deciso e fermo su ciò che dovevano fare.
"Vero." Intervenne Hyoga. "Ad Asgard e poi con Poseidone e con Hades. Ci siamo sempre mossi senza remore ad affrontarli, ma!" Disse Hyoga.
"Ma sapevamo dove si trovavano, ci avevano minacciato ed in tutti i casi avevano messo in pericolo Athena." Terminò per lui Shun.
"Questa volta invece non abbiamo nessun indizio di dove si trovi, anzi. Potrebbe essere tra di noi e la ignoriamo." Disse Shiryu. "Dobbiamo essere prudenti, se pensavamo che Hades fosse il pericolo più grande ci siamo sbagliati, Gea fa molta più paura di qualsiasi altro dio." Terminò
"C'è poi da mettere in conto le proibizioni delle Ore. Ci tengono d'occhio." Disse Shun
"E da quando ci facciamo mettere i piedi in testa dagli dei. Loro non possono decidere delle nostre vite." Ci tenne a precisare con arroganza Seiya, lo aveva dimostrato a tutti, da Poseidone ad Apollo.
Hyoga si avvicinò al compagno fermo. "Ti ricordo che chi ha deciso così è Miho, non uno sconosciuto che viene a sindacare senza sapere nulla di noi." Ci tenne a precisare.
Seiya sollevò il braccio in aria stringendo il pugno. "Non possiamo stare con le mani in mano solo perché Miho è sempre stata contraria alla violenza, senza non si vincono le battaglie."
"Miho è certa che le guerre con le parole abbiano più valore di quelle con le armi." Intervenne Shun alzandosi e raggiungendo Hyoga. "Le buone azioni, fatte con coscienza ripagano più del pugno che uccide senza pietà." E di questo Shun ne era convinto, era sempre stato contrario alla violenza e comprendeva molto bene il punto di vista di Miho.
"Veramente non volete fare nulla? Athena e Persefone potrebbero essere in pericolo, quando nascerà il nuovo Hades tutti potrebbero essere in pericolo e i nostri sforzi andati in fumo, la morte dei nostri amici al muro del pianto resa vana." Ci tenne a precisare Seiya.
"È questo che si farà! Se le Ore e Persefone garantiscono per Hades a noi altro non resta che compiere il dovere di Santi di Athena." Disse Shiryu.
Seiya scattò, il dragone era il suo migliore amico, ma stava comportandosi da egoista. "Questo perché a te fa comodo così, hai la tua bella vita, la tua amata Shunrei e il bambino che state crescendo. Tu non vuoi combattere perché rovineresti il tuo sogno idilliaco."
Tutto intorno fu silenzio, Shiryu andò incontro all'amico con calma e compostezza. "Se così fosse a quest'ora non sarei qui con voi. Me ne sarei rimasto a Goro Ho, quieta il tuo animo cavaliere."
"Proprio perché ha tanto da perdere Shiryu è più preoccupato di noi Seiya, la minaccia di Gea mette a rischio il futuro di tutti noi Saint ma sopratutto di chi è indifeso, come Shunrei e il piccolo che hanno adottato." Intervenne Shun.
"Anzi, visto come stanno le cose io proporrei a Shiryu di godersi la sua famiglia sempre." Terminò Hyoga.
Il dragone annuì. "Ed è quello che farò. Appena sarò rientrato in Cina sposerò Shunrei." Rivelò il dragone, non aveva bisogno di un contratto. Ma lo doveva alla sua amata che sempre in tutte le guerre lo sosteneva nel bene e nel male non abbandonandolo mai, sia in salute che in malattia. Shunrei aveva curato le sue ferite, lo aveva sempre appoggiato, non rendendogli mai la sua cecità come un handicap, ma restandogli sempre accanto, lei era diventata la sua luce in una vita buia e senza senso.
"E nel caso tu lo faccia noi saremo felici per voi e ti sosterremo." Gli disse Shun per un augurio migliore di quello attuale.
Shiryu annuì e si rivolse al migliore amico. "Quindi adesso placa il tuo animo amico mio, fin quando non avremo direttive non sappiamo come muoverci. Dobbiamo per forza di cose aspettare una mossa di Gea, è molto scaltra e usa le sue pedine come meglio crede."
"Soprattutto perché non è la sola Athena il suo obbiettivo. Ti ricordo che in Siberia ho dovuto affrontare le furie e un gigante per salvare Lachesi." Disse Hyoga riportando tutti alla dura realtà. Gea non era da sottovalutare e loro non erano gli unici ad essere in pericolo.
"Athena sta tornando." Disse Shun mentre con lo sguardo indicava un punto vicino.
Jabu capeggiava il corteo dove Athena e Persefone camminavano verso le dodici case. Con loro c'erano anche Nachi e Ban, a chiudere il corteo c'era Shaina, in un'armatura riparata per l'occasione da Kiki.
Il piccolo infatti si era chiuso alla prima casa a fare ciò che aveva imparato da Mu, ovvero riparare le Cloth di tutti loro.
"Pronti per la scalata alle dodici case?" Chiese Saori quando li raggiunse.
Shiryu e Seiya annuirono, al che il gruppo iniziò a salire lasciando il restò della scorta giù alla prima casa, dove Shun e Hyoga si misero a far da guardia.
Fu durante la loro ronda che ai due apparve nelle sue vesti nere e con il suo arpione Erii. Era in realtà molto più simile a discordia se non fosse stato per i lunghi capelli biondi anziché scuri.
"Hyoga del cigno ti cercavo." Disse la ragazza. "Devi venire via con me."
Hyoga e Shun si scambiarono un occhiata, comprendevano che ad Erii non era chiaro un rifiuto. Ma adesso più che mai l'ultima cosa che voleva Hyoga era discutere con la giovane.
"Mi dispiace ma non posso seguirti, siamo in allerta." Rispose il cigno mentre Shun stringeva tra le mani la sua catena.
"Posso ben capirlo mio caro, ma mia sorella Eunomia o Freya di Asgard come voi la conoscete è in pericolo. Il tempio di Zeus per lei non è più un luogo sicuro e non sapevo realmente a chi rivolgermi. Pensavo tu Hyoga avresti potuto aiutarmi in realtà." Disse la giovane con fare sincero.
Hyoga restò un attimo colpito da quell'affermazione. Freya in pericolo? Lui e Shun si scambiarono un'occhiata, non poteva cadere in una trappola simile, il cigno lo sapeva.
"So che il tempio di Zeus è un luogo sicuro, protetto dai guerrieri celesti. Tu stessa dovresti essere lì e protetta da loro." Disse il santo.
Lei annuì. "Sarebbe così ma ho ben altri pensieri. Mia sorella Eireen è scomparsa da quasi un mese e con il guerriero celeste che mi è stato assegnato stiamo cercando di riparare e trovare anche lei."
I due ragazzi a quella rivelazione ammutolirono. Era impossibile, Miho era al sicuro in Giappone, che gioco stava facendo Erii.
"Mi dispiace deluderti, ma non posso muovermi da qui." Disse ancora il santo del cigno.
"Neanche se vi facessi parlare con il guerriero celeste? So che voi due lo conoscete e non sareste sorpresi di vederlo e incontrarlo." Disse Erii persistendo nella sua richiesta.
"Sei col mio maestro?" Chiese Hyoga.
Ma ella scosse la testa e rise. "Sono con il gigante brutto ma buono."
I due annuirono comprendendo subito che si trattasse di Aldebaran sentendolo chiamare gigante buono.
"Joaquin puoi venire per favore?" Chiese la fanciulla alzando il tono della voce.
Joaquin? E chi era? Si chiesero i due guardandosi interdetti.
Qualcuno raggiunse Erii, era avvolto in un mantello che lo copriva dalla testa ai piedi, la stazza ricordava quello del santo del toro, ma i due non potevano essere certi che fosse lui. Quando giunse al cospetto della dea, l'uomo si guardò intorno e non vedendo nessuno si liberò del cappuccio mostrando ai due bronze il volto apparentemente arcigno di Aldebaran, gli occhi erano sereni e la sua bocca si allargava in un sorriso.
"Avete bisogno di me?" Chiese il toro.
"Erii dice che c'è bisogno di me al tempio di Zeus. Ma non posso lasciare il santuario in un periodo di allerta come questo." Disse Hyoga.
"Ci ha detto anche di Eireen, anche qui non sappiamo come aiutarvi." Aggiunse Shun.
Lui e l'amico sperarono di aver usato i termini giusti per non far capire che in realtà non credevano a nessuna delle affermazioni di Eris.
"In realtà al tempio di Zeus avremo bisogno di più di un aiuto. Soprattutto perché Dike, Ilizia ed Eunomia scendono sempre anche tra i mortali, hanno a loro difesa solo due guerrieri in totale. Mentre per Eireen forse riusciamo a rintracciarla, non disperate amici miei." Disse lui con serenità.
I due annuirono poi Hyoga si rivolse ad Erii. "Tornate al tempio, così ci sarà un terzo guerriero a protezione delle dee e tua Eris. Io purtroppo come ti ho detto non posso muovermi da qui."
Erii scosse la testa dispiaciuta. "Ho capito Hyoga, credevo che ci tenessi a lei tanto da volerla proteggere. Ma mi sbagliavo ed accetto la tua decisione, io e Joaquin andiamo via, non a Priona bensì a Salanicco. Protetta da mio fratello Ares sarò più al sicuro, addio amici miei." Disse ella poggiando poi una mano sul braccio del toro e annuendo.
Lui la osservò dolcemente e annuendo la prese tra le braccia sparendo in un salto.
Sia Hyoga che Shun si guardarono, entrambi al tempio di Zeus avevano più di un caro. "Andiamo da Athena!" Disse Hyoga.
"Per fare cosa? Hyoga non possiamo andare via, Athena ha bisogno di noi." Disse il santo
"Devo sapere se quanto detto su Miho sia vero. Shun mi ero preso la responsabilità di proteggerla." Disse il cigno.
Shun spalancò la bocca, anche lui ancora non credeva a quanto sentito. Così annuendo seguì l'amico alla tredicesima casa, dove senza indugiare o farsi presentare Hyoga affrontò subito la dea.
"È vero che Miho non è più al sicuro in Giappone?" Chiese diretto.
Saori lo aveva fissato in silenzio inorridita. Fu Seiya a prendere la parola.
"Impossibile, Miho non lascerebbe mai il collegio. In undici anni che la conosco non ha mai lasciato quelle quattro mura."
Athena strinse le mani intorno ai braccioli del suo trono, una mano invisibile le stringeva il cuore. "Chi te lo ha detto?" Chiese a Hyoga.
"Eris, la dea della discordia. È arrivata ai piedi della scalata dicendomi che Freya era in pericolo e che Eris era scomparsa! Adesso dati i trascorsi io e Shun non le abbiamo creduto." Rispose il santo.
Saori annuì lasciandosi andare contro lo scranno, piccoli singhiozzi si alzarono nella sala mentre i capelli le coprivano gli occhi ed il viso.
"Miho lasciava il collegio due mesi l'anno negli ultimi cinque anni. Andava a Santorini, isola dove risiedono in terra i figli di Zeus. Fu in questo periodo che tra Milos e Santorini, a Policandro lei e Milo dello scorpione si conobbero e si innamorarono." Disse a tutti e nessuno in particolare. "Miho scelse l'anno scorso di non partire, perché il suo dovere di dea era starmi vicino come sorella. Il suo dovere era preservare il nuovo tempio della pace e restare accanto a me, Athena!"
La ragazza tirò su il viso e si asciugò le lacrime. "Purtroppo più di una volta quando lei mi è venuta incontro io l'ho messa da parte. Nonostante non appoggiasse la Galaxian war mi ha sostenuta, voleva venire con me al santuario lo scorso ottobre e avrebbe voluto aiutarmi anche con gli altri nemici che abbiamo avuto. Io l'ho sempre rifiutata, poi ultimamente con lo scioglimento del sigillo di Hades siamo entrate in allerta. Pensavo fosse realmente al sicuro al collegio, l'ultima volta che ci siamo sentite il 15 luglio mi aveva anche detto che presto ci avrebbe raggiunto qui in Grecia. Io ne ero rimasta sollevata perché così potevo proteggerla, in Giappone era sola e senza alcuna difesa, nessuno a vegliare su di lei." Disse mentre le lacrime prendevano a scivolarle di nuovo sul viso. "Purtroppo qualcosa è andato storto durante il viaggio dal collegio all'aeroporto, Miho è stata rapita da un gigante e da allora non abbiamo saputo più nulla."
Seiya sembrò aver ricevuto un fulmine in pieno corpo a quella rivelazione.
"No... no, no è impossibile. Nessuno farebbe mai del male a Miho." Disse
"Infatti, chi l'ha rapita era forte di questo. Sembra che l'unica persona le si fosse messa in sua difesa non abbia potuto attaccare il gigante e proprio per questo handicap lui ha preso Miho ed è sparito."
"Non posso accettarlo. Dobbiamo fare qualcosa e subito, vero Shiryu? Hyoga, Shun voi siete con me?" Chiese Seiya.
"Sto già facendo qualcosa Seiya e tu non te ne accorgi!" Lo riprese la dea.
"Stare qui ad aspettare non è fare qualcosa!" Braitò il santo.
"Ma non capisci? Miho è scomparsa e tutto intorno è tumulto. Noi divinità della guerra lo sentiamo, percepiamo i suoi della guerra che ci chiamano e ci invitano a brandire armi e scagliarsi gli uni contro gli altri. Ares, Bellona, Eris e persino me stessa! Tutti noi stiamo trattenendoci per non fare il gioco di Gea.
Semmai ci lasciassimo andare alle nostre emozioni e sensazioni Seiya sarebbe un'ennesima guerra sacra che ci indebolirebbe ancora di più. Noi contro Ares ed Eris insieme, così quando una delle due forze sarà sconfitta ecco che arriva Gea e colpisce diritto al fulcro i vincitori ormai stanchi."
Athena si alzò dal trono e guardò gli undici santi che le erano rimasti per poi annuire.
"Io sto facendo il possibile per non fare il gioco di Gea, sto evitando di cercare il conflitto e anche tu dovresti farlo Santo di Pegasus." Annunciò la dea per poi rivolgersi a Hyoga. "Se Eris ti ha detto che Freya è in pericolo ascoltala, non potrei mai perdonarmi se dovesse accadere qualcosa alla nostra amica Hyoga."
Il santo del cigno guardò tutti in dubbio. Poi la voce risoluta di Athena gli fece capire che non poteva restare lì. "Vai Hyoga, vai e non tornare indietro!" Gli ordinò
Il ragazzo annuì e dopo essersi lanciato uno sguardo di intesa con tutti i compagni lasciò il gruppo diretto verso il tempio di Zeus.
Intanto Athena tornò ai suoi santi. "Non disobbedite ai miei ordini e non lasciatevi andare ad animosità. Zeus è alla ricerca di Miho e la ritroverà presto."
E così dicendo si congedò dal gruppo lasciando tutti chi sorpreso, chi in agonia o chi semplicemente pensieroso.

Agápi gia ton Olýmpou (Saint Seiya)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora