Parte 53ª - La scomparsa di Giulia

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Al collegio c'era una tranquillità relativa da quando anche June e Hyoga erano partiti. Nonostante ciò Astrid cercava di sostituirla nelle sue mansioni, dicendole che era meglio non si stancasse troppo.
Un giorno ne discusse con Valentin che ne rideva.
"Non rida lady Valentin, sono incinta non malata."
"Credo che lo faccia in segno affettivo, vorrebbe che tu non ti stancassi troppo." Rispose Valentin che nel frattempo preparava delle corolle di fiori di ciliegio e rose nane.
"Mi sto stancando di più adesso... in tutta onestà Astrid non è mai stata abile con le faccende domestiche. Devo spesso andare a rassettare i suoi guai."
Valentin rise ancora. "Meglio quello che uno dei suoi manicaretti." Disse il santo dei pesci.
"Già le cuoche le hanno abolito la cucina." Rise anche lei
"Cosa faceva prima?" Chiese Valentin
Lei si ammutolì poi prese fiato. "Custodiva casa di Milo sull'isola. La teneva in ordine e gli preparava il pranzo e la cena all'occorrenza, in realtà Milo sapeva fare tutto da solo."  Spiegò a Valentin.
Il turchino storse la bocca. Forse erano amanti? "Quindi lei..."
Miho rise decifrando la sua richiesta. "Credo che Astrid sia ancora vergine in realtà e no... no Milo non mi avrebbe mai fatto questo, se proprio avesse voluto prima mi avrebbe lasciato."
"Hai tanta fiducia in lui." Disse allora Valentin
"Quando decidi di avere una storia a distanza si deve, altrimenti poi non si sta bene anzitutto con se stessi."
"Quando vi siete messi insieme?" Chiese ancora Valentin, notava che parlare la distraeva e non sembrava scossa o emotivamente instabile.
"Due... anzi quest'anno sono tre estati fa. Quando venne a prendermi in aeroporto gli diedi un bacio sulle labbra e lui mi disse: l'attesa è finita." Disse lei cambiando il tono di voce cercando di imitarlo. "Potrei dire che sono stati i periodi più belli ma... anche prima lo erano. Solo ultimamente c'era più... pepe." Disse non volendo essere più esplicita.
Si toccò il ventre osservandolo con dolcezza.
Valentin le sorrise stringendola tra le braccia. "Sono la sorella di un arcivescovo ma so benissimo cosa si faccia in privato e condivido con te." Disse strizzandole l'occhio
Miho sorrise osservando i bambini uscire a giocare, Astrid li seguiva con il pallone sotto il braccio.
"Bambini giochiamo, farò io l'arbitro."Urlò mentre le bambine andavano ad ammirare le corolle fatte da Valentin.
"Bimbe non venite?" Chiese Astrid
"Lady Valentin ci ha fatto le collane." Annunciò Mimiko.
"Ne vuoi una anche tu? Forse riuscirà a farti apparire meno sciatta!" Le disse Valentin allungando una corolla.   
Lei gli fece una smorfia indispettita. "Non mi piacciono i fiori. Grazie!" Disse andando al centro del piazzale e formando le squadre.
"Non è molto delicata lady Valentin." Disse allora Miho con un sorriso.
"Hai ragione, non tutti possono essere perfetti come noi. Soprattutto non c'è paragone tra voi due, no Milo non può aver mai pensato di andare con lei con una donna come te accanto."
Miho arrossì e cercò di nascondere un risolino. "La smetta, Astrid è perfetta così com'è."

Francia 1990 - fine maggio circa
Rosa era intenta a lavorare sui nuovi modelli della collezione inverno quando Tulip bussò alla porta dell'atelier.
La ragazza entrò in silenzio guardandosi intorno, Lorelei stava indossando il modello mentre Rosa lo aggiustava nella forma delle spalle.
"Ti piace Tulip?" Chiese alla sua amica.
Ella annuì, il vestito era lungo e a balze di un particolare colore lillà che si intonavano benissimo ai capelli ramati di Lorelei.
"Molto, sarà il modello di punta?" Chiese
Rosa scosse la testa. "Ancora non lo so in realtà. Questo è solo il primo dei nuovi disegni che ho prodotto, poi vediamo." Disse tranquilla.
"Capisco... volevo avvertirti che è arrivato tuo fratello Alessandro, lo faccio attendere?" Chiese Electra.
Rosa sorrise. "Fammi raggiungere qui e per favore chiama anche mia sorella Erii." Le disse dolcemente la dea.
Tulip annuì e fece per uscire, ma Rosa la trattenne. "Giulia c'è?" Chiese
La mora si intristì "Purtroppo no. E Alessandro sembra realmente in apprensione."
Rosa si mise ritta posando gli spilli sulla calamita e osservò Lorelei. "Per oggi abbiamo finito tesoro. Tulip per favore fa venire mia sorella, raggiungo io Alessandro." Disse andando alla porta per raggiungerla.
Adesso era preoccupata anche lei. Erano quattro mesi che non aveva notizie di Giulia e iniziava a preoccuparsi, non perché avesse bisogno della sua ancella. Se decideva di non voler più far parte del suo corteo poteva capirlo. Ma la riteneva sua amica, lei l'aveva presentata ad Alessandro ed il loro rapporto subito si era distinto tanto che i due si erano sposati in tempo record e in altrettanto tempo avevano deciso di avere un figlio. Aveva dato tutto il tempo a Giulia per stare con Alessandro, per la gravidanza e successivamente alla nascita dei due gemelli anche per riprendersi, solo quando egli era fuori per le tante guerre cui partecipava Giulia la raggiungeva. Ma invece da febbraio non era stato più così, lei aveva iniziato a rifiutare di andare a Parigi o anche di farsi sentire. Rosa aveva chiesto notizie a suo fratello, ma in compenso lui non aveva avuto altro da dirle che era diventata strana anche a casa. Alessandro aveva pensato ad una depressione post parto, eppure ormai erano passati mesi dalla nascita dei gemelli.
Raggiunta il salone dove suo fratello andava avanti e indietro nervosamente gli andò incontro.
"Alessandro!" Lo chiamò andando ad abbracciarlo.
Appena lui la vide la strinse a se con forza assurda. "Ale mi fai male così." Disse insofferente
Lui la abbandonò per poi cercare i suoi occhi cristallini. Com'erano diversi loro due, gemelli ma così diversi. Bionda con occhi azzurri lei, moro con occhi verdi lui, il padre e la madre. Ancora la strinse disperato Alessandro. "È andata via!"
Rosa non capì. "Chi è andata via?" Esmeralda? Marin o Diana?
"Giulia!" Sussurrò lui. "Ha lasciato un biglietto dove diceva che i preparativi erano conclusi e che adesso poteva andare." Spiegò lui.
"Giulia è sparita?" Disse basita Rosa avendo la sensazione di un pugno allo stomaco.
Intanto la porta si aprì lasciando entrare nella stanza Erii. Ella appena vide il fratello maggiore andò a lanciarsi tra le sue braccia. "Ale."
Lui la guardò, adesso dopo aver visto le altre sue sorelle aveva mente locale di chi somigliava a chi e come. Erii assomigliava tanto ad Esmeralda, anche se i capelli sciolti poi erano ricci, la sua gemella June invece era identica a Rosa, con l'unica differenza che gli occhi tendevano al blu mentre quelli di Aphrodite erano azzurri.
"Piccola mia. Come stai?" Chiese
"Io bene, ma tu? Sembri stanco." Disse lei.
Rosa prese la parola prendendoli a braccetto e portando i due al divano. "Alessandro stava appunto informandomi della scomparsa di Giulia."
"Come scomparsa? Avevo capito che era stanca per il parto e voleva stare da sola, cosa è successo?"
"Mi ha lasciato un biglietto dicendomi che andava via." Disse il dio della guerra, lanciò uno sguardo alla sua gemella e continuò. "Dato il messaggio che mi ha lasciato pensavo fosse qui."
Rosa scosse la testa. "Ahimè no. È da quando sei venuto a prenderla a febbraio che non la sento, stavo anche immaginando che volesse lasciare il ruolo di ancella."
"Cosa diceva il messaggio?" Chiese Erii
"Che i preparativi erano conclusi e che poteva andare." Rispose ad Erii per poi tornare a guardare Rosa. "Per questo pensavo fosse qui, per l'iniziazione alla corte di Aphrodite di Sakura." Disse allora lui.
"Mi dispiace deluderti ma non è qui e non so se devo guardarmi intorno e incoronare una nuova capo ancella." Spiegò quindi Rosa
Alessandro sembrava aver perso l'ultima speranza. Si mise le mani nei capelli e guardò le sorelle.
"Temo di dovermi ritirare per un po'... non posso lasciare i gemelli a mamma per sempre. Giusto?" Chiese.
"Io stavo per partire per il Giappone. Ma se vuoi puoi chiedere a Esmeralda, sicuramente vorrà tenerteli." Gli disse Erii
"Vai in Giappone?" Chiese allora Alessandro.
Lei annuì, credeva che dopo il suo risveglio divino non sarebbe più tornata nel sol levante.
"Si, vorrei andare a trovare Miho. June dice che aspetta un bambino e va bene... è tanto che non la vedo, ma farò la brava questa volta." Disse la piccola di casa.
"Se ben ricordo l'albero dell'Eden è stato distrutto." Intervenne Rosa che iniziò intanto a preparare dei biscotti al burro su un vassoio.
Erii annuì. "Si, anche per questo mi sento sicura ad andare."
"C'è ancora una mela dorata in giro." Affermò Alessandro.
Rosa lo ammonì con lo sguardo. "Non accadrà nulla a Erii."
"Certo che no. La ragazza di cui si è impossessata Eris tempo fa doveva recuperare per me quella mela." Disse lui tranquillo, poi guardò la sorella minore con un sorriso. "Tu sei al sicuro Erii non preoccuparti." Le disse
"Cosa devi farci col pomo della discordia?" Chiese Rosa contrita.
"Volevo usarlo contro Athena." Disse lui tranquilla. "Poi vidi che entrò in guerra con Poseidone ed ho desistito." Spiegò il ragazzo. "Ripeto state tranquille, la custodisco io in un posto sicuro."
"Non fare brutti scherzi Alessandro." Gli disse Erii, non voleva riaprire una nuova guerra, questa volta sarebbe stata consapevole e sinceramente non voleva inimicarsi il cigno. Chissà se adesso che sarebbe rientrata in Giappone lo avrebbe incontrato o meno!
Intanto suo fratello le promise che non avrebbe fatto nulla ed i tre presero a parlare di Giulia, a farsi domande e dare risposte così da capire dove ella fosse andata e perché.

Agápi gia ton Olýmpou (Saint Seiya)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora