Parte 47ª - Melpomene

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PREMESSA: Poiché spesso trovavo incoerente che personaggi di 13 anni avessero comunque delle responsabilità di persone maggiorenni ho fatto un salto di età a tutti i personaggi che è di +3 per tutti quindi la guerra galattica inizierà il 1989 anziché il 1986. Terrò invece tutti gli eventi in ordine cronologico, quindi la storia si completerà nell'arco di aprirle 1990, 24/25 ('87 nel manga) contando anche il tenkai hen e l'inizio next dimension. La FF nonostante sia un What if? Cerca di collegarsi a tutti gli eventi accaduti in manga, anime e spin off per questo qui verranno raccontati i buchi mancanti. PS in riferimento a Saintia Sho prendo solo situazioni coerenti con il manga/Anime Originale
ATTENZIONE: © delle Fanart prese in giro per il Web se le riconoscete come vostre basta che me lo facciate sapere e provvedo a inserire i credits;  e  e Troverete la maggior parte dei volti dei nuovi personaggi
COPYRIGHT: Storia basata sulla saga del maestro © Masami Kuramada ©Saint Seiya; Tutti i diritti della serie sono del sensei, della Toei e della casa editrice Shueisha; Per le immagini © Michi Himeno © Shingo Araki;
Melpomene diritti d'autore © Ryoko Ikeda/Shingo Araki/Michi Himeno © Versailles no bara - Jean La Motte
Tempio di Zeus © Assassin creed

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Stromboli - Fine aprile 1990

La dea, la saint o semplicemente la ragazza che aveva fatto breccia nel cuore di suo fratello stava riprendendosi poco alla volta.
Aiolos si assicurava ogni giorno che mangiasse, e su suggerimento di sua madre le faceva trovare ogni mattina del pane duro o dei cracker accanto al letto per attutire le nausee che la gravidanza le stava provocando. Si assicurava che dormisse, che stesse all'aria aperta e soprattutto che si distraesse. Più il tempo passava e più la rossa prendeva colorito su una pelle non proprio scura, in una di quelle occasioni in cui erano soli loro due, le chiedeva se si fosse mai abbronzata sotto il sole di Grecia e lei aveva risposto di no. Era di carnagione chiara e temeva addirittura che se si metteva seriamente al sole avrebbe rischiato una scottatura.
Non si parlavano tanto, lei parlava con Aeolus e con Tethis, ignorava bellamente lui e Saga. In realtà il sagittario pensava fosse qualcosa di personale e invece un giorno Saga gli disse che ella era fatta così, ascoltava tanto e parlava poco. Se ci avesse fatto caso anche quando era con gli altri non era lei a parlare.
Ascoltare! Era difficile farlo in una società dove la gente voleva primeggiare, andando sempre quindi a parlare di se stessa e di ciò che la circondava. Al contrario lei ascoltava paziente e se era il caso dava dei consigli, nella maggior parte dei casi ben ponderati e giusti. Giusta! Ecco cosa aveva capito della rossa, ebbe allora la consapevolezza che ella fosse realmente la dea della giustizia.
Presto sarebbero partiti ed avrebbero passato del tempo insieme e allora si era detto Aiolos, forse avrebbero parlato e si sarebbero confrontati su Aiolia. Peggio, lei avrebbe concesso a lui di parlare e poi lo avrebbe giudicato attenendosi al suo fantastico silenzio.
In preda a queste convinzioni osservava Aeolus allenarsi con l'arco, da quando lo aveva preso sotto la sua ala protettrice era decisamente migliorato.
Adesso conosceva la postura che doveva avere, la forza che doveva mettere nel trattenere il braccio all'indietro per poi prepararsi al tiro ed infine la mira. Quel ragazzo era eccezionale e non vi era nessun dubbio che fosse suo figlio, o forse ne aveva avuti?
Appena lo aveva visto si, in quella casa c'erano sua madre ed il suo ex migliore amico ed un ragazzo che gli somigliava ma con i colori di Saga. Aveva pensato subito che avessero avuto una storia e con essa un figlio, poi sua madre aveva accennato a Melpomene e tutti i dubbi erano spariti. Quel ragazzo era suo figlio! Col senno di poi e facendosi due conti era quella la realtà.
Lo osservò tendere l'arco e mirare ad un oggetto che Galene, l'unica ragazza che era con loro, lanciò per aria.
Tirò l'arco e poi lanciò la freccia e lo prese.
"Hai fatto grandi progressi con lui." Sentì il sagittario che si voltò notando la presenza di Saga
Il gemello senza essere invitato si sedette al suo fianco stendendo come il sagittario le gambe divaricate in avanti.
"È intelligente e subito apprende. Ha un cosmo forte e potente anche, sa usarlo molto bene." Rispose Aiolos
"Era molto capace e si capiva che sarebbe diventato forte e capace appena nato." Disse Saga.
"Tu c'eri?"
Il moro annuì iniziando a gesticolare con le dita.
"Erano passati quattro mesi da quella fatidica notte. La mia vita trascorreva, avevo messo in un antro della mia mente tutto... dovevo andare avanti. L'altro me aveva dei progetti e non poteva fermarsi. Poi un giorno venne a bussare alla mia porta Melpomene, non mi aspettavo di trovarmela davanti. Avevamo litigato ricordi? Se n'era andata dicendoci che ci saremo uccisi presto e che non voleva assistere all'omicidio di una delle persone che amava."
Aiolos annuì "Era una veggente, sapeva quindi a cosa andavamo incontro."
"Io non so cosa mi sia preso. Vorrei dire sì è stata l'insistente voce di Kanon che mi spingeva a tirare fuori il peggio di me. Vorrei dire che sì, aver rinnegato mio fratello, ha tirato fuori il peggio di me!
So solo che non sono stato in grado di combattere contro me stesso e la malvagità che mi portavo dentro. Ho provato tante volte a tornare in me, contro Chronos, alla fine del viaggio di Athena. Eppure l'altro me riusciva sempre a vincere! Solo in presenza dei miei gemelli mi calmavo... ma resistere al male dentro di me era difficile." Raccontò il gemello.
"Quando Melpomene venne alla mia porta con quella pancia evidente, mi sono sentito inerme. Avrei voluto chiederle come aveva osato, la scrollai per le spalle perché sapevamo fosse troppo gracile per una gravidanza."
"Volevi ucciderla?" Gli chiese Aiolos
Saga scosse la testa. "Volevo capisse ciò che aveva fatto, l'istinto di ucciderla non lo avevo, ma era forte il desiderio di darle una svegliata. Di farle capire che quel figlio l'avrebbe uccisa e lei sai che mi disse?"
Aiolos scosse la testa.
Il gemello sospirò, per la prima volta raccontava finalmente tutto ciò che aveva tenuto dentro di se in quei lunghi anni.
"Disse: questo figlio espierà il tuo peccato! Lo vedrai crescere e ti dirai che ne hai ucciso il padre.
E io scioccato le risposi: cosa ne sai tu? Aiolos era un traditore!
E lei: sappiamo entrambi come sono andate le cose, nuovo gran sacerdote!
La prova evidente che fosse una veggente si palesò davanti ai miei occhi.
Sembrava folle, le chiesi: se lo sapevi perché non mi hai fermato, era il padre di tuo figlio!
E lei: gli farai tu da padre e quando vorrai ucciderlo i suoi occhi ti porteranno a ricordare tutti i tuoi errori e il tuo crimine più grande."
Saga si voltò verso Aiolos, lo sguardo smarrito e terrorizzato. Il sagittario al contrario era rapito dal racconto, volendo mettere insieme quanto di più possibile poteva scoprire.
"Non volevo più tenerla con me. La presi e la portai da Tethis, dicendole che era tornata dopo tempo e incinta e che non sapevo come fosse vissuta fino ad allora, cosa che era vera. Al che lei mi disse che ci avrebbe aiutato ma che come con Aiolia non poteva crescere il bambino essendo lei una sacerdotessa. Ancora Tethis disse che aiutarmi era suo dovere in nome tuo, della nostra amicizia e di tuo figlio. Gliela lasciai e le ricordai che le sarebbe bastato chiamarmi mentalmente e l'avrei raggiunta quando sarebbe stato il momento."
Sagitter sospirò mettendosi la testa contro le ginocchia "Credi che la mamma avesse ragione? Che avrebbe potuto evitare ciò che è accaduto?" Chiese
Saga scosse la testa "Non lo so, o almeno non voglio crederlo. Io e Kanon la amavamo, era l'unica donna dopo Athena ad avere la mia venerazione e credere che ci ha tenuto in pugno... solo al parto ho capito che era impazzita e che si era tenuta tutto dentro, aveva sempre fatto buon viso a cattiva sorte. Alla sua gracilità, al fatto che la mamma fosse morta per colpa nostra, all'amare tutti, al prodigare del bene che non provava.
Al momento del parto l mi ha detto...
Io! sono stata io a far credere a Kanon che non era desiderato, che era maledetto, che tu eri migliore di lui. Sono stata io a chiedere di istigarti a quello che hai fatto.
Poi diceva che non sopportava il nostro legame fraterno, che non sopportava la tua integrità morale, che eravamo tutti noi troppo onesti e dediti alla causa. Che avremmo dovuto pagare per questa nostra etica: con la morte, con la prigionia e con la pazzia. Solo dopo essere rinsavito ho capito che anche in quel caso sapeva tutto, io ero il pazzo, tu eri morto e Kanon era..."
"Il prigioniero!" Completò Aiolos.
Saga annuì. "Quando ormai il bambino stava uscendo io stavo impazzendo. Tua madre le diceva di spingere e lei non lo faceva, io volevo allontanarmi ma Tethis mi diceva di aiutala altrimenti il bambino sarebbe morto.
Mi diceva, non ascoltarla, è lei il problema. Pensiamo al bambino!
Farlo nascere era la priorità e la liberazione da quella tortura assurda. E quando nacque vidi nel suo viso te, i sensi di colpa iniziarono a tornare a galla. Avrei voluto uccidermi, morire per quello che avevo fatto.
Ma Melpomene richiamò la mia attenzione, stava morendo! Non è facile sopravvivere alla nascita di un gold saint, impossibile farlo quando si era deboli come lei.
Andai al suo capezzale sperando le fosse tornata la ragione. I suoi occhi erano sereni, mi aveva carezzato il viso e poi mi ha chiesto di giurare di non fare mai del male a vostro figlio, di amarlo come avevo amato te e di ricordarmi i suoi occhi, nel momento in cui avrei provato ad uccidere vostro figlio.
Così non gli avrei torto un capello e lo avrei sempre protetto. E io giurai di proteggere e amare vostro figlio come avevo amato voi e che mai gli avrei fatto dal male."
"Hai mantenuto quella promessa." Gli disse Aiolos
Lui scosse la testa. "Io gli ho dato il tuo nome, io ho scelto che Tethis dovesse insegnargli il colpo che Eolí insegnò a te e tu ad Aiolia, io ho voluto che crescesse con tua madre. Ho addestrato io stesso Aeolus ad avere controllo mentale a combattere e ad usare la dimensione oscura. Ha un cosmo da gold saint, può fare grandi cose come i gold saint e con ciò che gli ho insegnato avrebbe potuto sconfiggermi in caso io fossi diventato una minaccia per lui. Quando sono nati i miei figli ho capito che dovevo fare qualcosa per farlo andare avanti, allora ho chiesto ad Aphrodite di Pisces di addestrare i gemelli e lavorare sul cosmo di tuo figlio. Aeolus era diventato il tuo degno successore, sempre più simile a te.
Era sempre più evidente e l'anno scorso ormai in preda alla follia andai a trovarlo, lui personalmente. Me lo presi da parte e gli raccontai che ero stato io ad ucciderti, che era cresciuto senza un genitore per causa mia e che sarebbe morto per causa mia."
Aiolos lo guardava gelido. Strinse le mani intorno alle ginocchia con forza.
"Lo afferrai e lo attaccai, mi preparai a lanciargli il mio attacco migliore, lo spronavo ad attaccarmi. Lo fece, fu strabiliante. Galaxian explosion contro atomic thunderbolt, si sarebbe profilata una guerra dai mille giorni, eravamo due parigrado che si confrontavano.
Nella mia mente quello eri tu, non Aeolus! Per me voi eravate una cosa sola. Poi lui mi sorprese, mi catturò nella dimensione oscura e mi disse che non mi avrebbe fatto nulla. Perché per quanto io lo avessi privato di un padre..."
un singhiozzo proruppe dalla sua gola salendo a librarsi per l'aria.
"... mi disse che gli avevo fatto da padre, senza mai fargli mancare una figura paterna. Che lo avevo fatto crescere con i miei figli come fratelli e che nonostante tutto non poteva incolparmi.
Crollò tutto e tornai in me, alle mie certezze, Aeolus capì che qualcosa era cambiato che non ero più l'uomo che lo aveva attaccato, ma il maestro. Allora mi chiese di mandarlo via, lui è i gemelli. Lontano da me e dalla pazzia che mi stava pervadendo senza che io sapessi dove potessi trovarli. Feci come mi aveva chiesto, chiamai Aphrodite e gli dissi di portare via i ragazzi dalla Grecia, dove lo avrebbe deciso lui."
"Avevo capito che questo posto lo aveva deciso Deathmask."
Saga scosse la testa. "Penso sia stato un piano di Aphrodite. Così da avere la certezza di proteggere i bambini, Aphrodite sa quanto io ami i miei gemelli."
Aiolos annuì guardando verso il figlio che adesso si teneva uno dei gemelli in spalla. Sentiva tutti che se la ridevano.
"Amavi la loro madre? Anche lei è morta?" Chiese
Saga scosse con una mano i capelli a quella domanda, quella era una domanda che si era sempre posto. "Non lo so. So che nella sua semplicità era la donna più bella che io abbia mai avuto, che la trovavo desiderabile sempre e che era perfetta per essere la madre dei miei figli." Disse lui. "Sapeva tenere lontana la parte cattiva di me, sempre. Bastava uno sguardo o un sorriso, una carezza nel mio peggior umore e tutto passava. Era dolcissima, ma forte e orgogliosa. Era mia... mia e di nessun altro."
"Cosa vi è successo se andava tutto bene?" Chiese Aiolos
"Ponto! Incalzava sempre di più. Il mio animo oscuro prevaleva e sapevo che i titani presto avrebbero attaccato il santuario. Nonostante non fossi lucido decisi di andare da Rosa e dirle che dovevano scappare che erano in pericolo. I bambini avevano solo dieci o quindici giorni non ricordo... i titani non avrebbero avuto pietà di loro. Così andai a casa nostra per avvertirla, quando arrivai ero ancora in preda alla follia, la afferrai per il collo!" Raccontò, i ricordi di quella notte erano ancora vividi nella sua mente.
Aiolos lo guardava ripugnante, Saga ormai andava spedito come un fiume in piena stava raccontando tutto ciò che aveva passato al suo confidente di sempre.
"Avrei potuto ucciderla. Mi guardava terrorizzata mentre le stringevo le meningi e le dicevo che doveva andare via. Lei mi chiamava, invocava il mio nome annaspando; mi afferrava per le spalle e quando finalmente mi toccò il viso avvertii il suo calore. Tornai in me lasciandola andare, stavo per ucciderla.
Le dissi che doveva andare via, che doveva prendere i bambini e lasciare Rodorio, lei mi chiese di stare tranquillo che ci avrebbe pensato lei a farmi stare bene e darmi serenità. Mi chiese di riposare e andare a dormire che poi alla luce del sole tutto ci sarebbe stato chiaro. Ma io insistevo le dicevo che doveva andare via, non sapevo quanto ancora sarei stato lucido. Eppure la notte ci fu favorevole, non accadde nulla anzi, come sempre con lei accanto dormii placido come da bambino. Al mattino fui svegliato dal pianto di Anemone, di Rosa in giro per casa non vi era traccia. Andai a occuparmi del piccolo e quando fui in cucina vidi il biglietto in cui Rosa diceva di andare via come promesso. Aveva però lasciato i bambini, così prima che perdessi la ragione presi i gemelli e li portai al santuario lasciandoli ad Agāpi che da allora fa loro da balia."
Aiolos annuì alzandosi pensieroso, lo osservò dall'alto in basso. Sapeva il gemello di essere sotto processo davanti al suo martire, colui da cui aveva atteso il perdono o l'accusa poco importava, sarebbe stato pronto ad accettare tutto da Aiolos.
"Hai ceduto in questi anni, hai sbagliato, hai ucciso e sfidato il bene e la pace. Eppure nel momento del bisogno sei sempre riuscito a tornare in te. Quando  è accaduto, è sempre stato in presenza di persone che ti hanno amato. Rosa, Athena, Aeolus e i gemelli. Loro sono stati la tua salvezza perché ti amavano e tu ricambiavi questo affetto senza pretese. L'amore che avevi dentro di te ti ha salvato dal compiere gesti di cui ti saresti pentito, ti sei ucciso per proteggere Athena, hai insegnato tutto ciò che sapevi per rendere mio figlio il saint che poteva sconfiggerti. Perché siamo onesti, insegnargli i tuoi colpi segreti equivale a scoprirsi nel momento della battaglia. Tu li hai protetti anche rischiando la tua vita, perché in piena coscienza sapevi che solo sacrificandoti, per Athena o per i figli, avresti potuto salvare loro. Poco importava perdere la tua vita."
Saga si alzò tornando a puntare lo sguardo nel suo che intanto continuava.
"Ma l'ago della bilancia si equivale. Alle persone che amavi si equiparavano quelle che ti portavano sulla cattiva strada e se ci trovavi chi amavi subito dopo la tua dea, sappiamo che sarebbe venuto da se la tua pazzia. Tradito da Kanon... peggio! Lui era stato almeno sincero, ti aveva parlato col cuore in mano. L'errore è stato rinchiuderlo a cape Sunion, forse parlane e farlo fare a noi sarebbe stata una soluzione. Chi lo sa? Ma peggio è stato il gesto di chi faceva finta che andasse tutto bene e accettasse le decisioni prese quando non era così. L'amore di chi veneravi è vacillato nel momento stesso in cui Melpomene ha lasciato casa, i tempi sono andati a braccetto con il primo incontro con Ponto, Kanon che ti istigava non era da meno e sono sicuro che se avessi scoperto che era Melpomene a muoverne i fili ti saresti arrabbiato ancora di più.
Tutti abbiamo le nostre colpe, chi più grandi chi meno. Io litigavo ogni giorno con Melpomene non riuscendo a capire perché fosse sempre indisposta. Troppo preso dal mio ruolo di santo del sagittario, di fratello maggiore e di maestro dei ragazzi. Infine mi dedicavo a lei che ahimè aveva bisogno di più attenzioni di quello che dava a vedere. Le volevo bene ma non la amavo come te e Kanon. In una scala affettiva per me era molto in basso. Io anche quindi ho sbagliato, non avrei dovuto illuderla o illudermi, c'eravamo prima noi fratelli e poi tutto il resto, Melpomene compresa. La sua gravidanza è stato un suicidio che ella ha ponderato, un'accusa contro di me. Io quello morto e diffamato. Molto peggio se tu avessi reso al mondo la notizia di nostro figlio. Sarei morto, diffamato e un uomo senza scrupoli che abusava di fanciulle indifese e ormai senza onore."
Aiolos sospirò chiudendo gli occhi. "Tutti sbagliano! È però importante saper perdonare. Io ti perdono per ciò che hai fatto, perché la tua strada è stata irta di ostacoli e ti chiedo di fare altrettanto con me, perché non ho avuto cura di tua sorella come avrei dovuto."
Saga scosse la testa portando una mano sulla spalla del compagno. "Non c'era nessuna promessa al riguardo e sapevamo di avere il dovere di proteggere e difendere la terra e la pace prima che pensare a noi stessi. Non credere mai di avere sbagliato amico mio."
Aiolos gli sorrise ricambiando la stessa stretta sul suo braccio.
"Non farlo neanche tu allora. Hai pagato per i tuoi errori, hai perso chi amavi per proteggerla e hai dovuto vivere lontano dai tuoi figli per i nostri doveri. In più ti sei preso cura di mia madre non lasciandola mai sola, sei stato caritatevole con la ragazza che è Dike in persona e ancora oggi cerchi di proteggerla. Hai estinto i tuoi debiti con chi dovevi Saga, giurami che d'ora in poi guaderai avanti e che non penserai sempre al passato."
Il gemello annuì poggiando la fronte su quella dell'amico "Non posso giurare, so che continuerò a pensarci, hai ragione ho perso tanto e ho privato i miei figli di una madre. Proprio per questo non posso farlo, ma ti prometto che andrò avanti con serenità, per i bambini, Aeolus e noi gold saint."
Aiolos chiuse gli occhi al gesto dell'amico restando in quella posizione e sorrise. "No, non lo farai. Però  sono contento che d'ora in poi affronteremo di nuovo tutto insieme. Non sei solo, io sono qui ed anche gli altri ti saranno accanto."
Saga annuì e i due si guardarono restando in religioso silenzio. Nessuno li disturbò per un po', poi un colpo di tosse si espanse nella radura.
I due si voltarono e si trovarono di fronte la ragazza dai capelli rossi.
"Sono contenta che siate riusciti a chiarirvi prima della mia partenza."
"Da quanto eri lì?" Chiese Saga
La dea guardò il cielo terso. "Dal lancio al piattello." Affermò incurante di essere accusata di aver spiato
"Hai espiato ai tuoi peccati con i tuoi sacrifici. Non tormentarti più e pensa alla seconda opportunità che ti è stata data."
Lui annuì e lei sorrise ai due gold nonostante non approvasse le azioni di Zeus.
"La mia valigia è pronta, sono pronta per il viaggio."

Agápi gia ton Olýmpou (Saint Seiya)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora