Parte 7ª - Marin dell'Aquila

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PREMESSA: Poiché spesso trovavo incoerente che personaggi di 13 anni avessero comunque delle responsabilità di persone maggiorenni ho fatto un salto di età a tutti i personaggi che è di +3 per tutti quindi la guerra galattica inizierà il 1989 anziché il 1986. Terrò invece tutti gli eventi in ordine cronologico, quindi la storia si completerà nell'arco di aprirle 1990, 24/25 ('87 nel manga) contando anche il tenkai hen e l'inizio next dimension. La FF nonostante sia un What if? Cerca di collegarsi a tutti gli eventi accaduti in manga, anime e spin off per questo qui verranno raccontati i buchi mancanti. PS in riferimento a Saintia Sho prendo solo situazioni coerenti con il manga/Anime Originale
ATTENZIONE: © delle Fanart prese in giro per il Web se le riconoscete come vostre basta che me lo facciate sapere e provvedo a inserire i credits
COPYRIGHT: Storia basata sulla saga del maestro © Masami Kuramada ©Saint Seiya; Tutti i diritti della serie sono del sensei, della Toei e della casa editrice Shueisha; Per le immagini © Michi Himeno © Shingo Araki;
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Gennaio 1974
Erano partiti da Tokyo presto quel mattino di gennaio. Tutto era deciso e definitivo, Gián sarebbe tornato a Santorini con i suoi quattro figli maggiori. Avrebbe voluto tenere con se anche Marin e Touma, ma Theresa era stata irremovibile, i suoi figli dovevano stare con lei che in compenso si sarebbe trasferita ad Atene. Intanto Juno e Marcello erano tornati nel paese etiopese dove l'uomo militava come medico con gli altri ragazzi. Prima di andare via Marcello si era chiamato da parte Gian e in quell'occasione gli aveva rivelato un segreto che a nessuno, adesso oltre Gian, era dato sapere. Più tranquillo dopo quella rivelazione Zeus aveva lasciato partire Juno per l'Africa con i figli, aveva baciato tutti e li aveva tenuti stretti a se e si era raccomandato con Rosa e Alessandro di aiutare sempre la mamma. Presto Gián sarebbe andato da Yeleni così da ricongiungersi alla sua compagna. Si era soffermato a guardare il cielo cristallino Zeus e intanto l'uomo si chiedeva ancora come l'incantesimo di Mnemosyne avrebbe influito nella vita sua e dei suoi figli. Ma prima che prendesse atto doveva compiere un ultimo gesto e capire. Prima affrontò per l'ultima volta Theresa. "Quando hai lasciato Freya..." iniziò "Si!?" Disse lei "Hai detto che l'avrebbero trovata le sue sorelle. Dike o Lachesi." Spiegò lui, lei annuì
"Si io... riesco ad avere anche delle visioni del futuro alle volte." rispose Themis
"Noi ne abbiamo avute solo tre." Disse lui allora. Theresa vacillò e lo guardò terrorizzata
"Quando ci siamo conosciuti... quando è iniziata la nostra relazione." Disse in un sussurro.
"E poi sei scomparsa da Oslo." Terminò Gián, adesso tutto tornava, certo. Era assurdo pensare che anche quella volta non avesse concepito un figlio. "Ero tornata a casa... io... ero incinta." Confessò allora "Quindi??" Chiese lui, in fondo lui si aspettava qualcosa del genere. Piuttosto che dovevano fare altri figli, ma meglio come era andata. Meglio non essere ancora il suo donatore di sperma, anche se un'ultima volta Theresa lo aveva deluso. "Ho avuto tre figlie. Le ho lasciate una ad ognuno dei miei fratelli..." Disse allora lei. Lui la guardò sbalordito "E..." Chiese ricordando le bambine alla baita in Finlandia, non le aveva abbandonate allora. Erano sue bambine anche loro.
"Monia...Astrid ne è una, le altre due sono con Igor e Stig. Le bambine hanno 5 anni adesso." Ammise allora lei. Gián non disse più nulla e annuì.
"Era per sapere. Adesso me ne andrò, ho da risolvere un ultimo problema, devo andare ad Atene sono sicuro che Yeleni mi stia aspettando. Però vorrei che le bambine, quelle che non ho conosciuto, sapessero che sono io il padre. Me lo devi visto che ero ignaro della cosa." Terminò per poi lasciare Theresa una volta e per tutte.

Per questo si era recato a casa di Yeleni, ad aprire fu sua madre che lo osservò, come sempre, con sguardo critico. Però lo fece entrare e chiamò Yeleni al fine di non farlo entrare in casa
"Come facevi a sapere che ero qui?" Disse lei con voce tremante
"Stai bene?" Chiese invece lui
Lei in risposta prese a piangere "No. Lì al Santuario nostra figlia è stata rapita da un saint traditore che l'ha portata via! Hanno rapito la mia bambina Gián. Nostra figlia Isabel..."
Perchè Giàn non sembrava smosso da quella rivelazione quando lei era così persa, smarrita e spezzata in due? La sua bambina, la sua bellissima e perfettissima bambina.
"È al sicuro." Disse lui abbracciandola "non so cosa sia accaduto Yeleni ma la bambina l'ho vista a Tokyo e chi l'aveva in custodia era intenzionato a proteggerla."Le spiegò subito lui cercando di rasserenarla
"Tokyo?" Chiese lei sorpresa "E il saint traditore?"
Gián scosse la testa. "Non so chi egli fosse. Ma Kido ha raccontato della persona che gli ha affidato Isabel come di qualcuno di buono. Sta di fatto che lei sta bene."
"Sei sicuro Gián? Sicuro che Athena stia bene?"
Lui annuì "Si. Saori sta bene!"
"Saori!"
"È così che l'ha chiamata il suo tutore."
"Ti assicurerai di informati sempre di lei Gián?"
"Fin quando ne avrò potere sì, anzi al prossimo viaggio ti porterò con me e con una scusa ti faccio conoscere Kido e vediamo se riesci a vedere la piccola. Ma tu dovrai promettermi di non perdere la calma e comportarti da estranea con lei."
Yeleni annuì alla sua richiesta, si avrebbe fatto tutto ciò che lui diceva, voleva solo assicurarsi che Athena stesse bene.
"Te lo giuro sugli dei dell'Olimpo che finchè ne avremo potere proteggerò Athena." Terminò Zeus
....
1977
Tre anni erano passati da quella separazione dovuta. Theresa osservava i due figli che giocavano tra i giardini della sua abitazione. Juno girava il suo thé sovrappensiero mentre i suoi figli più grandi tenevano stretti Erii a turno. "Raccontami quello che è successo di nuovo." Disse Temi alla sorella Juno sospirò "Eravamo ad Hire Daua, a Marcello avevano detto che c'erano delle sommosse e dei bambini malati e che quindi necessitavano anche della mia presenza. Allora ci siamo recati lì tutti. Marcello mi aveva consigliato di far tornare i bambini a Sartorini, eppure non ne vedevo la necessità. Sono anni che siamo in Africa e ovunque ci fossimo spostati non avevamo mai avuto problemi. Una volta arrivati lì, quindi, siamo rimasti sorpresi che ci fossero delle sommosse pesanti- Allora mi sono chiusa in casa con i bambini mentre Marcello era in giro a prestare aiuto." Raccontò la donna ricordando gli eventi appena passati
"Poi un giorno a casa nostra ci raggiunse un gruppo di uomini, non erano del posto ed indossavano delle vestigia di metallo. Mi hanno afferrata e portata via lasciando i bambini soli e abbandonati." Terminò Juno.

Agápi gia ton Olýmpou (Saint Seiya)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora