PREMESSA: Poiché spesso trovavo incoerente che personaggi di 13 anni avessero comunque delle responsabilità di persone maggiorenni ho fatto un salto di età a tutti i personaggi che è di +3 per tutti quindi la guerra galattica inizierà il 1989 anziché il 1986. Terrò invece tutti gli eventi in ordine cronologico, quindi la storia si completerà nell'arco di aprirle 1990, 24/25 ('87 nel manga) contando anche il tenkai hen e l'inizio next dimension. La FF nonostante sia un What if? Cerca di collegarsi a tutti gli eventi accaduti in manga, anime e spin off per questo qui verranno raccontati i buchi mancanti. PS in riferimento a Saintia Sho prendo solo situazioni coerenti con il manga/Anime Originale
ATTENZIONE: © delle Fanart prese in giro per il Web se le riconoscete come vostre basta che me lo facciate sapere e provvedo a inserire i credits; e e troverete la maggior parte dei volti dei nuovi personaggi;
COPYRIGHT: Storia basata sulla saga del maestro © Masami Kuramada ©Saint Seiya; Tutti i diritti della serie sono del sensei, della Toei e della casa editrice Shueisha; Per le immagini © Michi Himeno © Shingo Araki;
© Carlos Alberto Lam Reyes
Tempio di Zeus © Assassin creedMi scuso in anticipo se con Ikki sarò stata OOC
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Ikki fu guidato da un paio di ragazze che lo osservavano in modo parecchio provocatorio verso un piccolo tempio esterno. La fenice si chiedeva se suo fratello stesse bene e con lui la sua amica, come si chiedeva anche perché ella si trovasse lì al tempio di Zeus. Intorno nonostante la notte e nonostante si trovassero in un posto sconosciuto si respirava aria di pace, da quella posizione Ikki poteva vedere oltre le vette dei templi più piccoli o più grandi che forse l'occhio umano non riusciva a vedere poiché tra questi riconobbe anche il santuario di Athena. La sua statua spiccava tra quella distesa lungo il monte!
Quando finalmente giunsero al tempio una delle due ragazze lo invitò ad entrare e lo accompagnò verso delle stanze ove c'era un gradevole profumo di fiori che Ikki riconobbe come orchidee quando le vide in vasi sparsi per il tempio.
Una delle due ancelle si fermò dietro una porta e girandosi gli sorrise.
"Attenda un attimo onorevole Ikki." Gli disse, per poi sparire, intanto un'altra ragazza lo raggiunse, tra le mani aveva quelli che Ikki riconobbe come i suoi abiti. La ragazza dai tratti orientali si inchinò a lui per poi porgergli i vestiti.
"Li ho lavati e asciugati venerabile."
Impassibile il ragazzo ringraziò prendendo i vestiti, era intollerante ai titoli che le donne gli stavano dando e se avesse parlato era sicuro che non avrebbe trattato nessuna di loro con gentilezza.
Finalmente la ragazza di prima si presentò di nuovo a lui e come l'altra si inchinò.
"Noto che Emiri vi ha consegnato i vostri abiti, lei invece è Hani e vi guiderà nelle stanze della divina Ebe." Disse indicando una fanciulla che la seguiva. "Ella adesso dorme, ma voi Ikki potrete riposare qui per questa notte e domani quando volete e sarete riposato potrete andare via."
Ikki ancora annuì, era libero così facilmente? Le due ragazze che lo ebbero portato lì si inchinarono e si congedarono andando via.
"Hani non parla ancora il greco venerabile Ikki, chiede di seguirlo." Intervenne la giovane che le aveva portato i vestiti, Emiri se ben ricordava.
"Che lingua parla?" Chiese Ikki raggiungendola e iniziando a seguirla.
Emiri gli sorrise arrossendo, quanto poteva avere? Tredici o quattordici anni? "Parla il malese, veniamo tutte dall'arcipelago indonesiano signore." Riferì
Ikki a quel punto si fermò e passando alla lingua oceanica chiese loro dove lo stavano portando.
Le due lo guardarono stupite, Hani arrossì sentendo che poteva capirla e dicendogli che lo portavano in camera a riposare prese il comando tra le due.
"Vi porterò nella mia stanza venerabile."
Ikki storse le labbra. "Non credo che alla divina Ebe farebbe piacere." Disse allora lui.
Hani chinò il capo arrossendo ancora "La nostra signora riposa, è stanca dopo le azioni di questa mattina e la sua curatrice anche adesso riposa. Dateci modo di servirvi in loro assenza..." Chiese
Ikki si guardò intorno, erano in una stanza circolare e vasta, dei tendoni drappeggiavano gli archi che portavano alle entrare delle camere.
"Dove dormite?"
Hani indicò un ingresso sulla destra. "Lì con le altre nostre sorelle."
Ikki indicò una stanza alla sinistra, non avrebbe assolutamente dormito in una stanza con delle ragazze che volevano offrirgli dei servigi "Lì chi c'è?"
"I nostri fratelli venerabile."
"Posso dormire nella stanza centrale allora o con loro." Disse lui.
"Là ci dorme Madre venerabile Ikki, nessun uomo giace con lei." Intervenne Emiri
"Madre è la nostra curatrice, la divina Ebe ha dato lei la responsabilità di guidare noi, suoi servitori." Spiegò Hani. "La stanza dei ragazzi invece è piccina."
Ikki allora si guardò intorno notando un ultima stanza opposta alle altre tre, oltre le tende c'era una porta in legno, vi si diresse. "Qui."
"Quelle sono le stanze della divina Ebe, non si può." Lo ammonì Hani.
Ikki tenne lo sguardo su di lei, portò la mano al pomelo della porta e lo fece scattare. "Decido io per me."
"No-n... n-non p-uó... nes-su-no può." Disse spaventata Emiri
In risposta Ikki entrò nella stanza e se la richiuse alle spalle. Al suo interno c'era un intenso profumo di fiori, un grande letto al centro e una cassapanca dinnanzi. Un arco portava ad un altra stanza, Ikki vi entrò, dei vasi di fiori lilla alternativa delle candele accese la illuminavano. All'interno ci trovò una vasca antica e accanto una vasca in muratura, uno specchio sempre a muro e delle spazzole su una mensola.
Finalmente la fenice si tolse la tunica, poggiandola sulla panca, indossò i suoi pantaloni e uscì di nuovo nella stanza. Gli unici rumori che avvertiva era il lento respiro di Ebe che dormiva a pochi metri da lui. Perché quella donna lo aveva salvato e perché era il suo prescelto?
Si avvicinò al letto per scoprire quel mistero ma una voce lo interruppe.
"Non svegliarla..."
Una voce adulta! Pensò Ikki, doveva essere Madre.
"Non svegliarla, si è stancata molto aiutandoti, le devi un riposo sereno e anche tu dovresti riposare."
"Chi sei?" Chiese Ikki
"Un'amica!" Rispose questa. "Adesso riposa santo della fenice, qui nessuno ti farà del male. Ma rispetta la nostra dea e noi."
Ikki sbuffò e lasciò la maglia e la tunica sulla cassapanca. "E va bene..." disse allora, si diresse verso il letto tastandolo e notando che la sponda era vuota si stese sul letto.
"Buonanotte Ikki." Disse la voce della madre.
Ikki si rilassò, una persona che non lo chiamava venerabile, facevano progressi.
Cadde in un sonno apparentemente senza sogni, rilassandosi al profumo che albergava nell'aria nel torpore del sonno tornò indietro nel tempo, una risata dolce e cristallina invadeva la sua mente. Dinanzi a lui correva Esmeralda, la ragazza gli stringeva la mano portandolo in un campo di fiori.
"Vedi... anche in un posto come questo possono nascere dei fiori. Significa che la speranza è ovunque, tu Ikki diventerai un cavaliere della speranza."
Ikki le aveva sorriso, quanta fiducia aveva Esmeralda in lui. Dopo una giornata intensa di allenamenti e percosse il sorriso di Esmeralda era un raggio di sole nel tempo che scorreva inesorabile verso l'investitura a cavaliere.
Non ce l'avrebbe fatta, lo sapeva Ikki! Il maestro gli diceva che era debole, che fin quando avrebbe provato sentimenti di amore non sarebbe stato degno di indossare l'armatura della fenice.
Eppure Esmeralda credeva in lui, diceva che ce l'avrebbe fatta a diventare un saint, per se stesso e per suo fratello. E lui le credeva, si lasciava consolare dalle sue cure, dalle carezze e dai baci di cui non era mai sazio. E il giorno dopo tornava più carico ad allenarsi, a lottare per diventare la fenice che risorgeva dalle sue ceneri. Ma a quale prezzo aveva ottenuto la Cloth? A un prezzo molto caro, la vita della ragazza di cui si era innamorato, a cui aveva legato il cuore, il corpo e l'anima.
Si svegliò di soprassalto, le mani stringevano un corpo caldo ed invitante. Avvertiva delle precoci curve femminili che lo avviluppavano, i suoi sensi erano in allerta, la pelle formicolava dal desiderio represso.
Una mano gli stava carezzando i capelli, come a voler lenire la sua sofferenza, come se sapesse quali sogni attanagliavano la sua anima. Immerse il viso nel collo della sua consolatrice, avrebbe voluto che quei suoi sentimenti restassero chiusi nel profondo del suo cuore, così da non permettere a nessuno, neanche a se stesso di accedervi per sporcare quanto di più bello e puro lui avesse avuto.
La mano della donna continuava a carezzargli la nuca dolcemente, che riuscisse lei, una dea a sapere cosa gli stava accadendo? Non voleva e non poteva permettere che ella si intromettesse nei suoi sogni o nei suoi ricordi.
Le prese la mano e la scostò dal suo collo trainandola sul cuscino, un solo gesto e incastrò la dea sotto di se intrappolando entrambe le sue mani all'altezza del viso. Ella non gridò né si lamentò, anzi ancora andava in suo soccorso.
"Non è niente, tranquillo... passerà!" Sussurrò lieve.
Lui scosse la testa. "Cosa ne sai tu? Eri nella mia testa?"
"Eri irrequieto! Sognavi di una battaglia cruenta forse, ma qui non sei in pericolo e nessuno ti farà del male. Torna a dormire..." disse ella.
Si era agitato in sonno? Non aveva usato qualche incantesimo su di lui?
"Come fai a saperlo?" Le chiese
Sentì una lieve risata, calda e sincera. "Mi hai strattonato... risvegliandomi dal sonno direi." Disse ella "Chi sei e perché le ancelle ti hanno permesso di venire nel mio letto? Ho detto ad Ares che non voglio nessun berserker nel mio letto, quindi dovresti andare via." Disse allora seria.
Ikki la ascoltò, lei non sapeva neanche chi lui fosse, allentò la presa sulle mani e si sollevò leggermente dal suo corpo. "Madre mi ha dato il permesso di dormire qui. Non sono un berserkers, io sono Ikki della fenice."
La dea si irrigidì sotto di lui, avvertì subito le gambe di lei contrarsi intorno alle sue. Doveva essere il suo protetto, perché sembrava così spaventata all'idea di trovarselo lì?
Ne avvertì il respiro cercare di tornare calmo, riprendersi dalla sorpresa così che potesse rilassare i muscoli. La sentì muoversi, scostare la testa, adesso ne avvertiva il respiro sull'avambraccio che le stringeva le mani. Gliele lasciò andare liberandole definitivamente, rilassandosi lui stesso, forse anche troppo al contatto con le curve voluttuose di lei.
"Oh..." fu il di lei sussurro.
Ikki subito si scostò tornando sul lato libero del letto, cercando di prendere le distanze. "Chiedo scusa."
Ella non parlò, non aveva mai conosciuto fino ad allora una ragazza che non si esprimesse tanto in via generale, avevano sempre da dire la loro.
La avvertì al contrario rilassarsi al suo fianco, ne avvertiva il respiro e lo sguardo su di se anche se erano all'ombra della notte.
"Dovrebbe dormire divina Ebe."
"Non ho più sonno, credo di aver dormito abbastanza. Tu piuttosto hai bisogno di recuperare, vieni da una battaglia durata tre giorni."
Ikki si distese al meglio, senza proferir parola. In quel momento non aveva bisogno di sonno ma solo di alleviare il desiderio che si era impossessato di lui, non gli era mai accaduto prima di allora.
"Non posso..." disse allora.
La dea si tirò su, la avvertì avvicinarsi a lui poi la sua ombra la sovrastò. "Stai bene? È colpa mia vero?" Gli chiese comprensiva.
Come poteva dire una cosa del genere? Cosa ne sapeva lei di lui e di ciò che stava provando. Tacque, lo preferì
"Capisco le reazioni del corpo maschile, so che è colpa mia." Disse allora lei.
"Avevo capito fossi una donna, le tue curve non ingannano." Cercò di sdrammatizzare
Lei rise a quella affermazione carezzandogli il viso. "Si, però quando l'anno passato ero col mio ragazzo ho imparato a capire il corpo maschile."
Ikki restò sorpreso dalla sua rivelazione, se aveva un ragazzo perché non era lì e perché non aveva scelto lui come suo protetto.
"Lui dov'è adesso?"
Lei si prese tempo andando ad appoggiarsi con il capo sulla sua spalla. "Sono accadute cose spiacevoli. Io stessa sono stata tre mesi in coma." Riferì
Ikki tacque ancora, rigido al suo fianco, sicuramente ella lo avvertiva. Ma decise di ignorare il desiderio che cresceva, doveva essere la sua presenza e soprattutto era lei che sapendo l'effetto che gli stava facendo continuava a stringersi a lui. Forse era meglio andare via.
"Posso dormire altrove." Facendo per alzarsi.
Lei si staccò da lui, concedendogli di andare via. Ikki si alzò dal letto e si diresse verso l'uscita, volse lo sguardo verso la dea per congedarsi e la sagoma che notò stesa sul letto lo fece fremere ancora di più.
La linea del corpo era così ben accentuata, da quella posizione si scorgeva l'ombra delle gambe, l'esile figura della vita ed infine le mani che cercavano di coprire il tutto col lenzuolo. Istintivamente si inginocchiò sul letto, incapace di andare via, conscio che stava lasciandosi pervadere dall'effimero desiderio fisico a cui avrebbe dovuto resistere.
Scostò il lenzuolo dal corpo della donna che sorpresa sussultò.
"Ikki..." lo implorò, ma fu ancora silenzio.
Doveva trattenersi, farlo per se stesso e poi per gli altri, non era così vile da lasciarsi andare ai meri desideri.
La dea si alzò da quella sua posizione inginocchiandosi di fronte a lui, nella sua stessa posizione. Poi sorprendendolo gli carezzò il petto scendendo verso il cavallo dei pantaloni.
Quel gesto infiammò ancora di più la fenice, che ormai lasciò alla dea il controllo di se stesso, mai era accaduto che lasciasse ad altri il controllo della sua vita. Era sempre stato lui a prendersi cura degli altri, di Shun da quando era nato, quando aveva deciso di partire sulla Death Queen al posto suo per proteggerlo. Solo con Esmeralda si era lasciato andare, le aveva permesso di accudirlo e curarlo dalle ferite, ma il loro era stato un dare ed un avere reciproco. Si erano presi rispettivamente cura l'uno dell'altro, lei aveva lenito le sue ferite, lui si era preso cura di lei durante l'amore.
Quello però non era amore, quello era desiderio fine a se stesso, conosceva la differenza la fenice poiché l'aveva vissuto il sesso con amore. Eppure al tocco della divina Ebe lui si arrese al desiderio, le cinse le spalle e riservò il viso al suo collo che prese a baciare lascivo, ormai in preda all'eccitazione. Le mani presero a carezzare quel corpo voluttuoso che aveva risvegliato i suoi senti in poco tempo e senza indugiare prese tutto ciò che gli veniva offerto da quella donna a lui sconosciuta in un rapporto frenetico e senza sentimenti dove a farla da padrona era solo l'istinto primordiale. Solo quando ebbe appagato il desiderio era riuscito a crollare e lasciarsi andare ad un sonno finalmente senza sogni e soprattutto senza ricordi.
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Agápi gia ton Olýmpou (Saint Seiya)
FanfictionPrologo di Saint Seiya dopo i fatti di Hades. © M. Kurumada © Michi Himeno © Shingo Hiraki © Toei L.T.d Storia basata sulla saga del maestro Kuramada Saint Seiya. Vietato copiare i diritti di copyright