Parte 14ª - Esmeralda

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PREMESSA: Poiché spesso trovavo incoerente che personaggi di 13 anni avessero comunque delle responsabilità di persone maggiorenni ho fatto un salto di età a tutti i personaggi che è di +3 per tutti quindi la guerra galattica inizierà il 1989 anziché il 1986. Terrò invece tutti gli eventi in ordine cronologico, quindi la storia si completerà nell'arco di aprirle 1990, 24/25 ('87 nel manga) contando anche il tenkai hen e l'inizio next dimension. La FF nonostante sia un What if? Cerca di collegarsi a tutti gli eventi accaduti in manga, anime e spin off per questo qui verranno raccontati i buchi mancanti. PS in riferimento a Saintia Sho prendo solo situazioni coerenti con il manga/Anime Originale
ATTENZIONE: © delle Fanart prese in giro per il Web se le riconoscete come vostre basta che me lo facciate sapere e provvedo a inserire i credits
COPYRIGHT: Storia basata sulla saga del maestro © Masami Kuramada ©Saint Seiya; Tutti i diritti della serie sono del sensei, della Toei e della casa editrice Shueisha; Per le immagini © Michi Himeno © Shingo Araki;
1989
Esmeralda viveva una vita non proprio agiata. A tre anni mentre era in gita con la sua famiglia sulle coste della Tanzania lei e suo fratello si erano persi dal gruppo di sua madre e il suo patrigno.
Era ancora piccola Esmeralda e iniziò a piangere non vedendo sua madre. Suo fratello Ernesto però la rincuorò "Tranquilla Esmi. Resta qui, io vado a cercare mamma, non muoverti va bene!" E così svanì
Restò ad aspettare Esmeralda, ma si Ernesto e della mamma non c'era traccia. Poi una donna la prese tra le braccia e la portò via verso i campi coltivati della periferia.
"Da oggi sarai la mia bambina." Disse la donna stringendola con affetto.
Quando alla sera il marito tornò a casa ecco che fu annunciata all'uomo "Mio caro, finalmente abbiamo un figlio, il signore ci ha ascoltato."
L'uomo guardò la bambina bionda e dagli occhi azzurri "Da dove l'hai presa?" Chiese
"Era smarrita tra le strade della città." Disse carezzandole il viso dalla pelle chiara.
"Come ti chiami bambina?" Chiese l'uomo
"E... Esmeralda." Disse
"Resterai con noi e ci prenderemo cura di te come se fossi nostra figlia." Disse allora l'uomo.
L'arrivo di Esmeralda fu visto in quella casa come un evento fortuito.
La sterile moglie infatti rimase incinta iniziando a riempire la casa di pargoli, prima uno, poi un secondo e infine un terzo. Riuscire a mettere a tavola una cena decente però iniziava ad essere problematico e i due genitori non sapevano che soluzione trovare.
"Ce n'è solo una" disse la donna
"Quale idea di quelle prese in considerazione e che sappiamo non funzioneranno vuoi proporre."
"C'è il mercato degli schiavi questa settimana." Disse la donna
"Non vorrai vendere i nostri figli?" Disse l'uomo, tanto li avevano desiderato, tre figli maschi e sani tutti. Poi erano piccoli, il più grande  non aveva che quattro anni.
La donna scosse la testa "sai quanto può valere una bambina di dieci anni dalla pelle chiara e i capelli del grano?"
Il marito sbarrò gli occhi, la piccola Esmeralda entrò in quel momento in casa con un secchio di acqua. Sorrise ai due mentre versava l'acqua nella pentola. I due coniugi si guardavano.
Quella bambina valeva oro.
"Esmeralda."
"Si padre!" Disse la piccola
"Prenditi cura di te figlia mia. Tre due giorni andremo al mercato e dovrai essere più bella che mai."
...
Un vestito rosa nuovo, ben lavata e ordinata Esmeralda aveva visto al mercato come un'opportunità per vendere i cappelli che lei e sua madre lavoravano in casa, così finalmente avrebbero avuto più denaro per un pranzo decente.
Purtroppo il pronostico non era quello, cioè scopri Esmeralda che la famiglia avrebbe avuto erano delle entrate, ma l'articolo in vendita si rivelò essere lei stessa. Venne acquistata da un grosso uomo nero con una maschera tribale, che la portò con se lontano dalla famiglia. Esmeralda cercò con lo sguardo il padre, non poteva essere vero, non potevano abbandonarla così.
Ma il padre non fece nulla, la osservò prendere la barca con il suo nuovo padre? No padrone che le disse di non piagnucolare... la nave remava nelle acqua oceaniche ed Esmeralda si sentì ancora una volta abbandonata. Giunsero ad un isola, una delle tante della zona, dove dimoravano vulcano e l'aria era irrespirabile. Tutto ricordava ad Esmeralda quell'isola anziché la sperava. Per la prima volta nella sua vita la ragazza perse la speranza.
Il suo padrone la costringeva a prendersi cura di lui e degli uomini che addestrava e se non era rapida e efficiente veniva picchiata.
Esmeralda sarebbe voluta scappare da lì, tornare da sua madre e da suo fratello. Nella mente di Esmeralda c'era un ricordo offuscato di queste persone, una madre e un fratello a cui voleva un bene dell'anima.
"Muoviti Esmeralda, va a prenderti cura del nuovo arrivato, è ridotto male." Le disse Anuata, la donna che preparava la cena per tutti, anche lei come Esmeralda era una schiava, ma era più grande ed il volto era segnato non da cicatrici ma da uno sguardo spento.
Esmeralda prese una pezza e una ciotola piena di acqua e senza indugiare corse a prendersi cura del nuovo arrivato. Tremava, non avrebbe voluto crescere e non avrebbe voluto fare presto ciò che Anuata era costretta a fare con i soldati.
Scese nel piccolo anfratto di mattoni dove il ragazzo era stato relegato. Lo sentiva genere, ne provò pietà Esmeralda mentre si avvicina e posava la pezza umida sulla schiena del ragazzo. Questi si voltò di scatto e nel guardarla sorpreso lui la chiamò "Shun.."
Lei scosse la testa "Non sono Shun. Io sono Esmeralda." Gli disse portando la pezza logora al suo labbro.
Quel ragazzo sembrava smarrito, non come tutti i ragazzi che invece erano lui
"Esmeralda. Sei la serva del maestro." Affermò lui
Lei annuì "Tu assomigli a lui!" Disse il ragazzo
"Lui chi?" Chiese Esmeralda sperando di distrarlo con le parole
"Shun... mio fratello." Disse allora.
Esmeralda tacque, era questo che accadeva. Dei fratelli non restava altro che un lebile ricordo "parlami di lui." Gli disse e lui lo fece, quel giorno e tutti quelli avvenire.
Ogni sera Esmeralda andava a prendersi cura di lui e si aggrappava a lui ed alla sua presenza come una luce di speranza in quel buio immenso. Lasciava che gli raccontasse di Tokyo e di suo fratello, del loro rapporto e di quanto egli gli volesse bene.
Lei gli raccontò la sua storia, di come si fosse persa e poi fosse stata venduta dai genitori adottivi, delle volte che il maestro la picchiava e della paura che prima o poi si sarebbe dovuta concedere ai soldati.
"Io non lo permetterò Esmeralda. Te lo giuro." Disse lui ed Esmeralda crebbe ad Ikki.
...
"Viene..." Esmeralda rideva, era felice e lo trascinava via dal campo di allenamento.
Ikki era contento di vederla così raggiante. Esmeralda era la sua luce in tutta quell'oscurità
"Non posso. Stavo allenandomi."
"Solo un attimo Ikki. Voglio farti vedere una cosa." Disse continuando a correre, fino a quando non si fermò su un promontorio.
Dinnanzi a loro una distesa di fiori dal gentile colore lillà. Ikki rimase stupido da quella visione
"Hai visto?" Disse lei raggiante, prese un fiore da terra e lo annusò "anche in un posto come questo c'è vita e bellezza."
Ikki la osservò, era bellissima. Le sorrise e le si avvicinò ma qualcosa catapultò Esmeralda lontana da lui.
"SNATURATA." Urlò la voce del maestro "Distrarre il mio allievo dal suo addestramento. Vai via."
Ikki si erse a difesa dell'amica ma il maestro non aveva pietà per nessuno, soprattutto per il suo allievo. Prese ad attaccare e Ikki rispondeva ai suoi attacchi.
La sera quando giunse nella sua camera Ikki perse i sensi.
Si svegliò al lieve tocco di Esmeralda, lo riconosceva quando era lei. "Stai bene?" Chiese lui
"Passerà. Tu non muoverti, cerco di lenire le tue ferite." Disse lei
...
Gli addestramenti procedevano senza riposo, giorno dopo giorno Ikki diventava sempre più forte anche se al maestro non bastava mai. Voleva di più! Più odio e meno cose belle.
Esmeralda non apprezzava questa cosa ma non poteva parlare e doveva solo tacere, Ikki e la stessa Anuata le dicevano di non rispondere e di stare chiusa tra le mura onde evitare che potessero abusare sessualmente di lei. Esmeralda ne aveva paura, ancora di più quando scorse quel nuovo volto sull'isola. Era un ragazzo dell'età sua  più o meno, alto quanto lei e col viso baciato dal sole e dal calore del vulcano. I capelli erano corti e ordinati e col suo sguardo di fuoco la guardava sempre più intensamente. Anuata non lo aveva mai visto lì prima d'ora e Ikki essendo in addestramento non poteva vederlo, ma quel ragazzo le incuteva paura. Un giorno l'avvicinò e lei impaurita prese a correre ma la afferrò per la mano. La stretta non era così solida e Esmeralda si divincolò
"Ferma. Sono venuta a portarti via di qui..."
a quella affermazione Esmeralda strattonò.
"A che prezzo!?" Disse, non voleva concedersi a nessuno che non fosse Ikki. Si divincolò e andò via verso il luogo di addestramento di Ikki.

Agápi gia ton Olýmpou (Saint Seiya)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora