Parte 82ª - Un pianeta in guerra

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20.07.1990 - Grecia
Marin era inquieta da un po' di tempo, lei e Freya erano sedute nel salone di casa Diás. La sorella era infatti venuta a chiederle di salire con lei al tempio di Zeus cosicché potessero stare insieme mentre lei pregava al capezzale di Hilda.
La sua perseveranza era nobile, ancora Freya pensava che Hilda potesse risvegliarsi dal sonno eterno. Quando le aveva raccontato l'ultimo gesto che avevano fatto per salvarle la vita era stata un po' dubbiosa, alla regina di Asgard non era stata concessa la vita eterna, anche se come ancella di Aphrodite ci sarebbe andata vicino, bensì la possibilità di legarsi all'ultimo brandello di vita per continuare a vivere un altro poco. Sì, Marin aveva i suoi dubbi, non perché non volesse la ripresa della regina di Asgard, la vera sorella di Freya a livello umano. Bensì perché era trascorso già un po' di tempo dalla sua morte e perché era stata realmente molto male prima.
Non espresse i suoi dubbi a Freya, non ne aveva bisogno in quel momento e quindi decise solo di rifiutare il suo invito a salire sul tempio.
"Perché non vuoi salire con me?" Chiese la bionda.
Marin posò il blocco da disegno che le aveva recuperato Aiolos e la matita a carboncino, poi senza alcuna remora andò ad accendere la tv.
"Perderei anche questo..." disse indicando un telegiornale. La notizia era di una nuova sommossa in Serbia, dopo quelle già aperte in Russia e in Africa ecco che adesso anche in Europa prendevano rivolte e sommosse. "Ci sono notizie simili giungere anche dal Sud America." Terminò Marin.
Freya ne restò sconvolta, nonostante non fossero guerre sacre loro tre erano tenute ad osservare le ottemperanze anche e soprattutto degli esseri umani.
"C'è lo zampino di Ares. Da quando Giulia è morta sembra che il suo fervore scateni guerre ovunque." Disse Freya.
"E pensa che questo per ora è solo il suo umore. Alessandro non è sceso in campo e non ha ancora dichiarato nessun tipo di guerra." Rivelò Marin.
"Perché sta accadendo tutto questo?" Chiese la bionda, possibile che la loro sorella Eiren non stesse bene?
Marin scosse la testa e le tese la mano. "Non lo so. Ti va di contattare insieme Miho?"
Freya annuì, anche Marin stava pensando come lei che qualcosa non andava nella loro sorella minore. Le tese la mano e la strinse a quella della rossa espandendo il suo cosmo. "Andiamo!"
Marin sorrise e chiuse gli occhi espandendo anche lei il suo cosmo. Cercò la sorella dirigendosi con il cosmo in Giappone, presso l'orfanotrofio Figli delle stelle, cercò il suo cosmo e la chiamò. Ma nulla! Dov'era Miho?
Aprì gli occhi e cercò quelli di Freya, anche lei aveva uno sguardo preoccupato. "Cerchiamo oltre!" Disse la bionda.
La rossa annuì, estese il suo cosmo al resto del Giappone, a Villa Kido, cercò in quella zona il cosmo di Eiren ma ancora nulla. Al che decise di spostarsi e di tenere ferma la sua aura in Grecia, a Santorini per la precisione. Poteva essere forse ritornata a casa? Aveva detto che sarebbe partita ad agosto e mancava poco alla fine di luglio.
Cercò, ancora la cercò ma inutilmente. Sembrava che di lei non c'erano tracce! Freya le strinse forte la mano ed espanse al limite del cosmo il suo potere, anche nel suo Marin poteva leggere la preoccupazione.
Ormai senza più speranze le due sorelle si abbandonarono contro lo schienale delle poltrone guardandosi.
"È sparita." Disse Freya terrorizzata.
"Dove può essere andata, cosa può essere accaduto?" Si chiese Marin
"Se fosse morta... lo avremmo sentito vero?" Ipotizzò Freya. Fryg aveva avvertito le morti delle sue due sorelle gemelle, della triade delle moire.
Marin annuì, anche se non voleva pensare a quella ipotesi. Ma si, avrebbero dovuto percepire la sua morte. "Saremmo indebolite se una di noi venisse a mancare." Disse carezzandosi il ventre.
"Dove può essere?" Chiese Freya preoccupata.
Marin alzò la testa ed ancora espanse il cosmo. Avrebbe dovuto chiedere alla persona più vicina a Miho.
"Dike sorella! È un piacere sentirti, stai bene?" Athena si era subito allacciata al suo cosmo e Marin non se lo aspettava.
"Si Athena, sto molto bene e mi viziano. Tu come stai? Ti sei ripresa dallo scontro con Bellona e dal tuo lutto?" Chiese Marin.
"Non ho combattuto contro Bellona e comunque no... nonostante la conoscessi da poco la scomparsa di Diva ancora si sente." Rispose ella.
"Mi rincresce dover infierire, ma proprio di scomparse vorrei parlarti. Sai dirmi dove è andata Miho per favore?" Chiese lei andando dritta al punto.
"Come?..." Rispose sorpresa Saori. "Al collegio come sempre, resterà lì fino a fine mese... anzi no aspetta. Mi disse cinque giorni fa, che a breve sarebbe partita per la Grecia, quindi se non è al collegio sarà a Santorini." Disse allora più tranquilla.
Marin si mise le mani tra i capelli, avevano già visto a Santorini. "Non c'è in nessuno dei due posti Athena." Disse lei.
"Impossibile." Rispose spaventata Saori.
"Prova a cercare il suo cosmo. Io ed Eunomia continuiamo a cercare e al limite ti faremo sapere." Disse Marin.
"Va bene sorella, ti lascio adesso. Chiedo a Persefone se sa qualcosa." Le disse Saori.
Marin chiuse gli occhi, erano giunte alla stessa conclusione, entrambe avevano pensato che Miho fosse venuta a mancare.
"Ti prego avvertimi appena sai qualcosa." Disse Marin mentre Athena toglieva la comunicazione.
"Marin." Chiese Freya. "Sei sconvolta."
"Athena non sa nulla! Adesso sentiva Persefone e mi avrebbe fatto sapere." Raccontò mentre la porta si apriva e lasciava entrare Aiolia.
"Hai una visita mia divina." Disse lui facendo passare un ragazzo. Era alto, aveva i capelli castani vinaccia lisci legati su una coda di cavallo basso e degli occhi viola, che fino a quel momento erano sempre stati vispi.
Per la prima volta nella sua vita Marin notò la serietà nel fratello maggiore. "Dimitri!"
"Piccola mia!" Disse lui andandole incontro abbracciandola. "Credo che abbiamo un problema di dimensioni qui."
Marin commossa si toccò la pancia. "Dovevo aggiornarti."
"Tranquilla, altri mi hanno aggiornato. Tu devi essere Freya invece, io sono Dimitri." Disse lui presentandosi, Freya annuì e gli sorrise poi si congedò lasciando alla rossa un po' di privacy col fratello con cui era cresciuta.
"Avremo modo di conoscerci meglio, adesso salgo al tempio di Zeus con Milo." Li salutò.
Dimitri acconsentì e facendo sedere Marin si dedicò a lei. "Come stai?" Le chiese il ragazzo, le domande erano tante piuttosto. La prima era: perché non sei venuta da me quando ne avevi bisogno, poi perché sei fuggita da tutti e anche da me. Ma evitò, non era il momento.
"Sto bene Dimitri, non preoccuparti di me." Le disse lei
"Hai preso le distanze da me che è una bellezza. Come faccio a non preoccuparmi?" Ammise lui.
Marin sussultò per poi cercare il suo sguardo. "Scusami."
Aiolia chiuse la porta della stanza entrando e scambiandosi uno sguardo con Dimitri, Marin scosse la testa, ovvio che lui anche sapeva che Aiolia era vivo. Lei aveva dovuto sospettarlo mentre tutti lo sapevano invece. Ma non poteva dire nulla, il fratello aveva appena ammesso che era stato preoccupato per lei poiché era sparita, di sua volontà!
"Hai portato del vino?" Chiese per rompere il ghiaccio.
"Certo, ma sappiamo bene che non puoi berlo." Disse lui.
Marin fece una smorfia contrariata. "Aiolia me ne fa bere a cena."
Dimitri sollevò il labbro in un sorriso divertito. "Quelle sono cose vostre."
Una smorfia sul viso Marin incrociò le braccia sotto al seno ormai prosperoso.
"Perché sei venuto?" Gli chiese a quel punto.
"Perché mi eviti?" Rispose lui per poi pentirsi di quella risposta così animata. "Ti voglio bene, sai che sarei venuto sapendo che eri qui." Le disse invece. Prese un profondo respiro e le strinse le mani in grembo.
"Quando ad aprile ho saputo i fatti della guerra contro Hades la prima cosa che ho fatto è venirti a cercare e tu Marin non c'eri, eri sparita." Ammise lui. "Ti rendi conto della preoccupazione che saliva sempre di più? Mi sono calmato solo quando papà mi ha fatto conoscere i suoi guerrieri celesti."
Marin lo guardò rammaricata, gli occhi le si riempirono di lacrime. Ma non voleva piangere e mostrare le sue debolezze ne a Dimitri né ad Aiolia, non dovevano sapere cosa aveva avuto ed ancora sentiva dentro. "Avevo bisogno di stare sola." Disse con un groppo alla gola e voltando il viso. "Anche adesso..." Terminò
Dimitri restò basito, cosa poteva dirle quando leggeva il tormento nei suoi occhi.
Sollevò lo sguardo su Aiolia che scosse la testa.
"Vado via per ora ma... volevo dirti che Miho sta bene." Disse l'uomo alzandosi.
Marin sollevò la testa nel cercare il suo sguardo. "Sicuro? Io ed Eunomia non siamo riuscite a trovare il suo cosmo." Chiese speranzosa.
Dimitri annuì. "Sì, Gea l'ha catturata ed ora si trova in un posto dove nessuno di noi riesce a raggiungerla. Ma i gold saint hanno rintracciato Pisces con la telepatia e questi ha confermato che stanno bene e che Gea li sta indirizzando nella terra dei giganti."
Marin si alzò e andò dal fratello prendendogli le mani tra le sue. "È Polemos?" Chiese Marin *
Dimitri annuì, Marin sembrava essere sempre un passo avanti.
"Hermes già sta cercandola, io adesso lo raggiungerò." Le disse.
Marin annuì. "Ti prego sii prudente e riportamela a casa."
"Sii prudente anche tu Marin, cerca di andare al tempio di Zeus, è il posto più sicuro al momento."
Di nuovo con quella richiesta, Marin scosse la testa. "Per ora resto qui, è comunque ben protetto ed ho una scorta." Disse indicando Aiolia.
Dimitri guardò l'amico, poi sorrise a entrambi abbracciando Marin e portando il viso al suo collo. "Se ci tieni alla tua scorta cerca di stare più tempo dove lui sta bene." Le sussurrò senza farsi sentire dall'amico.
Abbandonò la sorella e si diresse verso Aiolia. "Consegnerò il tuo vino al tempio di Zeus così lo dividi con Milo."
Aiolia annuì "Grazie Dimitri, questa sera torno su e ne berrò un bicchiere."
"Ti pregherei di non parlare con Milo di ciò che hai appena scoperto però." Disse Dimitri
"Non ti prometto nulla. Ovviamente se non verrà fuori l'argomento potrei non parlarne."
"Vado. Ciao miei cari e fate i bravi." Disse Dimitri uscendo dalla porta.
Aiolia entrò nella stanza e si sedette sul divano prendendo il blocco da disegni di Marin. La rossa aveva fatto un accenno di ritratto di sua sorella Freya e sfogliando il blocco poteva scorgere anche i visi di Artemide e Touma.
"Aphrodite è con lei e so che non permetterebbe mai a nessuno di toccarla." Disse alzando lo sguardo verso Marin. "Non temere per tua sorella."
La ragazza si sentì stringere il cuore, al che raggiunse Aiolia e si sedette accanto a lui. "Se non la troveranno in breve tempo dovrò prendere delle decisioni." Disse lei.
"Di che genere?" Chiese lui
"Te ne metterò a conoscenza ovviamente se sarò costretta a farlo. Sarai l'unico a sapere della mia decisione." Disse al leone carezzandogli il viso raschiato con una mano e il suo ventre con l'altra.
Aiolia seguì i suoi gesti, pensando che quei misteri non gli piacevano. Ma doveva avere fiducia in lei ed accettare le sue decisioni, chi era in fondo lui per decidere della sua vita? Qualcuno avrebbe risposto: il padre di suo figlio. Ma fin quando sarebbe stato in quelle condizioni Aiolia si sentiva un inutile nessuno, e quindi accettò la sua decisione.

Agápi gia ton Olýmpou (Saint Seiya)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora