Parte 54ª - Il sigillo di Hades spezzato

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Asgard - Fine maggio 1990
Marin se la stava prendendo comoda, da quando aveva riposto la maschera e aveva deciso di dedicarsi alla sua vita personale non correva più. Teneva per se il tempo per pensare e per elaborare le cose, iniziava a pensare al suo futuro da madre e a come sarebbe potuto essere suo figlio. June le aveva detto che portava in grembo un maschio e lei non poteva che esserne felice. Lo immaginava già Marin, con lo sguardo fiero e blu del padre e il suo stesso sorriso.
Lo amava, così come amava Aiolia e non vedeva l'ora che il piccolo venisse al mondo per poterlo stringere tra le braccia. Era fortunata, poiché quel bambino era una rivalsa, Aiolia non l'aveva lasciata del tutto, ciò che erano stati viveva nel suo ventre crescendo poco alla volta e ricordandole che ciò che erano stati non era stata mera illusione, non una sua fantasia.
Con queste premesse Marin mise piede in terra di Asgard, le arie nonostante fosse fine maggio erano fredde, l'aria era satura e muoversi poteva essere pericoloso se non si era pratici.
Saga durante il cammino verso il mitico paese le aveva detto che era stato ad Asgard il mese prima e lei lo aveva fissato sorpresa.
"Qui ad Asgard?" Chiese e lui annuì
"Si. Sono stato risvegliato come einherjar con gli altri gold saint." Le disse tranquillo.
Marin lo fissò, voleva sapere se c'era stato anche Aiolia e chiedere delucidazioni su quanto avvenuto, ma il loro mezzo di trasporto arrivò proprio in quell'istante. Ringraziò l'uomo che li avrebbe condotti al  palazzo del Valhalla col suo carro e aiutata da lui salì a bordo.
"Gli Einherjar sono le anime dei guerrieri, giusto?" Chiese una volta sul carro
Saga annuì mentre i bambini osservavano estasiati i dintorni innevati. "Sì, pare che Odino ci abbia risvegliati per combattere contro Loki."
Marin osservò con uno sguardo dubbioso il gemello. "E con i suoi valorosi god warrior perché ha risvegliato voi? Cioè nulla in contrario, ma Sigfried, Mime, Syd e Bud e tutti gli altri. Erano guerrieri di alta rilevanza."
Saga la osservò seguendo il suo discorso, era stato ingenuo a non capire che Marin fosse informata sui god warrior.
"Non lo so. Potrai chiedere alla ragazza una volta a palazzo."
Marin continuava a guardarlo sorpresa. Quale ragazza? Avrebbe dovuto chiedere udienza ovviamente, ma avrebbe dovuto farlo a Hilda di Polaris e non di certo a qualche suo sottoposto. Si strinse nel suo montone e guardandosi intorno decise che era meglio parlarne con i diretti interessati.
Aiolia! Aiolia era tornato in vita per un breve lasso di tempo.

(Vestito di Marin

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(Vestito di Marin.)

Giunsero al palazzo del Valhalla nel tardo pomeriggio, quando furono lì vennero accolti dal relatore di Hilda di Polaris. Marin si presentò come il silver saint dell'Aquila dicendo all'uomo di essere amica di Freya e di conoscere la regina e chiese di poter essere accolta al palazzo con il suo seguito. Intanto mentre attendeva che il relatore tornasse, fuori dai cancelli Ros e Nemo giocavano a lanciarsi le palle di neve addosso, guardandoli Marin sorrise e stessa cosa stava facendo Saga.
"Marin!" La chiamò una voce gentile.
Marin si voltò riconoscendo in ella Freya, le andò incontro e le sorrise abbracciandola. "Freya. Quanto tempo, come stai?" Le chiese notando le occhiaie che cerchiavano i suoi occhi verdi.
"Bene mia cara io... hai tolto la maschera." Affermò e lei annuì. "Venite il palazzo del Valhalla è felice di accogliervi." Disse poi rivolta alla rossa e all'uomo che con sorpresa Freya riconobbe.
"Sei con un gold saint." Affermò una volta dentro, Saga teneva per mano i bambini mentre proseguivano nei corridoi. Marin camminava al fianco della principessa bionda.
"Sembra che tu lo conosca." Le disse la rossa.
Lei annuì chiedendo a Baldor di portare della bevanda calda a lei e Marin e portare il resto degli ospiti nelle stanze a loro assegnate.
Una volta che furono sole Freya si accomodò su un divano invitando Marin a raggiungerla.
"È accaduto tutto poco dopo che i bronze saint sono andati via. Poco dopo la battaglia di Asgard." Iniziò a raccontare Freya osservando il fuoco scoppiettante nel camino.
"Durante la guerra sacra contro Hades quindi."
La bionda annuì aspettando che una ragazza portasse loro da bere e servisse. Quando furono sole la principessa si dedicò finalmente a Marin raccontandole tutto dall'inizio.
"Due giorni dopo la fine della vostra battaglia contro Nettuno mia sorella Hilda si è sentita male. Questo malore l'ha portata a doversi riposare e non poter più celebrare Odino, Andres Riise il medico di corte però, non era ciò che sembrava e una volta relegata Hilda nelle sue stanze ha dato ordine di farmi arrestare, ha fatto risorgere Yggdrasil e da allora tutto è cambiato. Ho pregato Odino affinché ci aiutasse in qualsiasi modo e quando ho percepito la morte dei saint di Athena ho indirizzato al Dio e a riservare su di loro un aiuto."Spiegò la ragazza.
"Hai chiesto tu che i gold saint fossero risvegliati in Einherjar?" Chiese Marin, questa era una spiegazione plausibile al perché loro e non i god warrior.
La bionda annuì riprendendo a raccontare gli eventi. "Sì. Durante la prigionia, dopo aver avvertito un boato provenire dagli inferi è come se mi si fosse aperto un mondo. Sono venuta a contatto con i miei poteri latenti ed ho avuto modo di parlare con Odino di ciò che stava accadendo ad Asgard. Yggdrasil stava assorbendo le energie degli abitanti asgardiani senza che questi lo sapessero e Hilda stessa era caduta sotto il suo influsso. Allora ho detto ad Odino che dei valorosi santi di Athena erano caduti in guerra e che se avessimo avuto loro a difenderci forse Asgard si sarebbe salvata. Al che il Dio mi disse che avrebbe provveduto lui, e attraverso il corpo di Lifya, la dama di Hilda, ha risvegliato i dodici santi di oro." Raccontò la ragazza.
"Sono riusciti a sconfiggerlo! Loki e Yggdrasil intendo." Disse Marin mentre sorseggiava l'infuso caldo.
Freya annuì "Sì, lo hanno sconfitto. Dalla mia cella avvertivo la guerra che si portava avanti qui e quella in contemporanea nell'Eliseo contro Hades. Dopo estenuanti battaglie i gold saint hanno vinto su Loki e sono ritornati poi nel sonno profondo, che è ciò che accade agli Einherjar una volta che hanno compiuto la loro missione." Disse Freya bevendo finalmente la sua bevanda.
Marin cercava di immaginare Aiolia e gli altri durante quegli scontri, orgogliosa che fossero stati chiamati da Odino per aiutare l'umanità. "Sono contenta che non ci siano state ripercussioni." Disse Marin
Freya si adombrò. "In realtà non è così. Come detto Yggdrasil aveva assorbito l'energia degli asgardiani. In tanti sono morti e la stessa Hilda non è ancora fuori pericolo. Pensavamo che stesse meglio invece la sera stessa la sconfitta di Loki è caduta di nuovo in un sonno profondo con febbre altissima. I nostri medici stanno facendo di tutto per farla riprendere, ma dicono che è stata avvelenata. Solo Polaris, la sua stella, la sta tenendo in vita dandole la forza di respirare ancora." Le raccontò Freya rassegnata
"Hilda è..." Marin tacque, sapeva quanto le due sorelle fossero legate e non voleva dare sentenze a vuoto. "Chi celebra Odino adesso che è ammalata?"
"Lifya, la sua dama. Odino l'ha scelta come nuova celebrante e per un attimo l'ha usata anche come ricettacolo." Spiegò la principessa. "La conoscerai e potrà parlarti dei santi di Athena. A differenza di tutti noi è stata a stretto contatto con uno o due di loro." Spiegò la bionda.
Marin annuì "Non vedo l'ora di conoscerla. Quindi adesso tu stai sostituendo Hilda quale regina di Asgard?"
Freya sussultò diniegò col capo. "Io e... io e Hilda non siamo sorella di sangue." Disse dando voce alla realtà. Un macigno le si presentò sul cuore mentre lo faceva. "Io non sono propriamente la figlia dei suoi genitori, mi è concesso di stare qui solo per volere di Hilda."
Marin la osservò andando a stringerla la mano. "Hai detto che durante la battaglia di Loki hai usato dei poteri latenti, sicuramente sei..."
"...Greca!" Disse Freya abortendo le probabilità che Marin voleva concederle. "Una dea greca e semmai mia sorella Dike dovesse venire a prendermi e richiedere la mia presenza in Grecia io dovrò partire." Terminò rassegnata. Marin la guardò sconvolta, era lei Eunomia. "Ma non posso lasciare Hilda." Disse ancora la bionda.
"Non lo farai Freya, puoi stare qui tutto il tempo che vorrai." Le disse Marin con un sorriso.
Bussarono alla porta e Marin decise di rimandare quel discorso. Una ragazza dagli occhi blu e i capelli azzurri entrò nella stanza.
Freya guardò Marin invitando la nuova arrivata ad accomodarsi.
"Marin lei è Lifya. Lifya lei è una silver saint di Athena." Le presentò
La giovane sentendo le presentazioni si illuminò in viso. "Conoscevate Aiolia?" Chiese speranzosa.
Marin sbatté gli occhi a quell'affermazione. Perché tra tanti proprio Aiolia? Si sfiorò il ventre leggermente gonfio e annuì. "Sì, lei deve essere la ragazza che li ha risvegliati come Einherjar."
Lifya annuì andando a mettersi accanto a lei. "Sì e Aiolia con i suoi amici ci ha aiutato e salvato. Lui è... era... fantastico." Disse arrossendo.
Marin si irrigidì alla reazione della ragazza. Poi sentì Freya che non fece altro che alimentare i suoi sospetti.
"Lifya si è presa una cotta per il santo del leone." Disse con  una leggera risata.
Marin osservò la ragazza per la prima volta attentamente, era una ragazza comune. Ma una ragazza, non una guerriera che aveva fatto della maschera il suo viso astratto.
"Siete stati insieme." Affermò gelida. Non voleva pensarlo, non dopo che erano stati insieme poco prima della guerra contro Hades, poco prima che partisse alla ricerca di Seika.
La ragazza arrossì per poi prendere a balbettare. "N-no... no, no!" Cercava di dire. "A-Aiolia... lui non ha mai..."
"Credo che Lifya stia cercando di dire che gli piaceva ma non sa lui, dal momento che sono stati troppo poco insieme." Tradusse Freya per lei.
Marin si lasciò andare contro lo schienale. "Deve averla comunque incoraggiata se lei prova qualcosa." Disse Marin. Ormai la voce della gelosia parlava per lei.
"Co-... oh no! No! Lui!" Lifya guardò la ragazza si sentiva sotto processo. "Lui mi ha salutata." Disse "scompigliandomi i capelli, lui ha fatto così... io volevo dirgli... ma lui è svanito." Disse cercando di spiegarsi mentre i singhiozzi riempivano l'aria. Marin non poteva accettare ed ammettere che qualcun altro che non fossero lei, Lithos o Galan piangessero per Aiolia. Non una sconosciuta!
Si rivolse allora a Freya. "Credo di essere stanca, vorrei  andare a riposare."
Freya la osservò attentamente, era stupita. Marin era un silver saint ed aveva una certa resistenza. "Stai bene mia cara?" Le chiese preoccupata.
Marin rendendosi conto che ella era preoccupata non volle dare altri pensieri a colei che aveva scoperto essere sua sorella. Le sorrise dolcemente e si carezzò il ventre. Freya seguì il suo gesto e stessa cosa fece Lifya.
"Vorrei solo riposare." Le disse
"Aspettate un bambino?" Chiese stupita Lifya. "Vi accompagno io." Disse alzandosi eccitata. "Non c'è nulla di più bello dell'avere un bambino in grembo."
Di nuovo Marin si irrigidì, ma questa volta Freya lo avvertì e la raggiunse prendendole il braccio. "Marin è qui per me e Hilda Lifya, stai serena che penso io a lei."
Lifya annuì osservando le due che finalmente si  allontanarono dalla stanza.
"Le ho fatto qualcosa signorina Marin?" Chiese prima che sparissero.
La rossa si voltò verso di lei guardandola. "No, non mi hai fatto nulla Lifya." Le rispose lei. Ti sei solo presa frangenti di vita di Aiolia negli ultimi istanti di quest'ultima, hai solo avuto la possibilità di stare con lui la dove io non c'ero. Non mi hai fatto niente Lifya no, hai solo affondato di più il coltello nel mio cuore ormai spezzato. Questo avrebbe voluto dirle, ma non lo fece.
Durante il tragitto Freya non disse nulla, una volta nella stanza che le era stata assegnata Marin si recò al letto dove si sedette guardando fuori la finestra. La bionda la raggiunse.
"Tutto bene Marin? È per via del bambino che sei senza maschera?" Chiese lei.
Erano state interrotte da Lifya, ma avevano ancora in sospeso tante cose da dirsi.
Lei scosse la testa.
"No. Ho lasciato perché il mio compagno è venuto a mancare." Disse la rossa.
Freya andò ad inginocchiarsi dinnanzi a lei cercando di capirla. "Non sei qui per conto di Athena?"
Lei ancora scosse la testa. "Ho lasciato tutto e non so quando rivedrò Athena."
Freya annuì "Le scriverò una lettera per avvertirla della salute cagionevole di Hilda. Sei venuta per..." Chiese Freya, non se ne spiegava il motivo.
"Sono venuta perché Zeus ha risvegliato dalla morte un po' di gold saint. Perché Athena ha fatto un salto nel passato per un suo capriccio e perché solo io posso far vedere il giusto a mia sorella Eunomia." Disse atona la rossa, cercò lo sguardo della bionda e terminò. "Sono venuta perché a fine aprile lei ha affermato: ho potuto conoscere i gold saint e farmi un'idea della loro lealtà alla giustizia."
Freya sgranò gli occhi verdi ascoltandola. Dike! Lei era Dike ed era lì per lei, ma le aveva detto poco fa che non l'avrebbe portata via da Asgard.
Le sorrise. "Adesso riposa. Ti ho detto già quando ho avuto modo di valutarli. Non si riportano in vita i morti, ma i gold saint meritano una seconda possibilità più di tanti altri." Spiegò alzandosi e carezzandole il ventre.
Marin la osservò, quella era sua sorella. "Grazie Freya."
"E di cosa! Sono contenta di averti qui, adesso vado da Hilda e la avverto del tuo arrivo. Poi con calma mi racconterai di Athena." Disse lasciando la stanza

Agápi gia ton Olýmpou (Saint Seiya)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora