Parte 48ª - Il viaggio di Aldebaran

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Johaqim ancora non comprendeva perché gli erano state assegnate due ancelle. Durante quel viaggio in pratica non solo avrebbe dovuto pensare a cercare le compagne di Mu e Shaka, doveva addirittura pensare a quelle due ragazze seguaci di Aphrodite.
All'inizio il santo del toro stette
parecchio sulle sue, senza cattiveria ovviamente, era però tanto deluso dai suoi compagni e dal fatto che avessero avuto una vita. Una vita vera al di fuori del santuario!
Era stato i primi due giorni del viaggio a crogiolarsi su tutte quelle scoperte, fratelli e sorelle, fidanzate, spose, amici e amanti. Lui cosa aveva avuto? Un amico in Mu, ma quanto se non sapeva neanche come muoversi alla ricerca di sua moglie?
Una volta arrivati in Cina, all'aeroporto di Honk Kong aveva proposto alle due ancelle di andare verso il luogo più conosciuto, ovvero Goroh Ho.
"Il maestro Dohko viveva lì, non penso che sua figlia adottiva abbia lasciato la casa in cui è cresciuta.
Le due ragazze dovendo seguire lui fortunatamente non si opposero. Anzi una delle due sembrò contenta di quella scelta.
"Il lago da dove provengo è poco distante da lì. Durante il percorso avremmo dove pernottare quindi." Aveva affermato la piccola Yúlàn.
Quando arrivarono a Goroh Ho dopo circa una settimana dall'inizio del loro viaggio ciò che trovarono sorprese il santo del Toro.
La casa del maestro Dohko era abitata, una finestra era aperta e da essa ne usciva il borbottio di un bambino, un'infante forse. Poco distante una fanciulla con una lunga treccia nera stava arrivando con un secchio d'acqua, Lōtosa diede un colpetto ad Aldebarn indicandola, la fanciulla nel vederli poco distanti da casa si fermò gelando sul posto.
"Chi siete?" Chiese spaventata, inutile abbassare la voce, Shiryu l'avrebbe sentita comunque.
"Viandanti. Cerchiamo un posto per la notte!" Rispose l'indiana per tutti.
L'uomo e la ragazza minuta al suo fianco annuirono confermando le sue parole. Qualcuno aprì la porta, un ragazzo alto e con gli occhi bendati si stava trascinando fuori.
Aldebaran lo osservò dispiaciuto e rammaricato, il dragone era cieco.
"Dobbiamo giungere in Tibet e questa zona è di passaggio, potreste accoglierci per la notte?" Chiese Aldebaran, in quello stato non sarebbe stato riconosciuto dal dragone e in quel momento non stava neanche usando il cosmo.
La ragazza si avvicinò al compagno sussurrandogli qualcosa all'orecchio. Lui le rispose tra un colpo di tosse e l'altro.
"Come vi chiamate?" Chiese la fanciulla.
"Yúlàn, Lōtosa e Joaquin." Rispose il toro per tutti.
"Cosa... couf... ci fa.. couf... un ispanico..." Shiryu si fermò preso da un attacco convulsivo.
Lōtosa gli andò incontro al fine di aiutare la ragazza a sorreggerlo.
"Sono venuto per un ritiro religioso. Yúlàn è la mia guida verso il paese e Lōtosa ci ha promesso che ci porterà al santuario del Buddha." Disse Aldebaran avvicinandosi al gruppo.
"Cosa è accaduto al tuo amico?" Chiese la ragazza che rispondeva al nome di Lōtosa a Shunrei.
"È un soldato, al rientro dall'ultima battaglia è tornato in questo stato. Adesso però sta meglio, è rimasto in coma per tre giorni." Raccontò la giovane.
Aldebaran si fece largo e prese il dragone tra le braccia. "Non deve stare qui, fammi strada e lo mettiamo a letto. Se non volete accoglierci capiremo, andremo via. Ma prima sistemiamo il tuo amico." Chiese sinceramente Aldebaran.
Shunrei che non poteva sopportare di vedere in quello stato il suo amato acconsentì. "Venite, seguitemi."
I tre seguirono la ragazza, Yúlàn che era per ultima prese il secchio che la ragazza aveva lasciato sul terreno e lo portò in casa andandolo a mettere vicino al camino.
"Sono pratica di medicina. Potrei aiutare il tuo amico." Diceva intanto Lōtosa.
"Non si può fare tanto per lui, neanche At... neanche i migliori medici sono riusciti." Rivelò Shunrei correggendosi subito mentre stava per nominare la dea.
"Abbi fede. Solitamente la medicina non ha tutte le risposte." Disse dolcemente la ragazza toccando la fronte di Shiryu.
Guardò Aldebaran e annuì dicendogli di poggiarlo sul letto.
Il toro, nonostante la stazza, fu molto delicato nel posare il giovane sul suo giaciglio. Una volta che fu steso, la castana ancella prese a sfiorare il ragazzo nei punti vitali, la testa, il collo e la gola, il cuore, lo stomaco e infine i polsi e le caviglie.
"Posso provare a fare qualcosa se volete." Disse ai due.
Intanto Yúlàn raggiunse il gruppo con un neonato in braccio. "È vostro questo bambino?" Chiese dolcemente stringendolo a se.
Shunrei annuì. "Lo abbiamo trovato nel bosco e abbiamo deciso di crescerlo noi."
"Allora lui dovrà rimettersi presto se vuole veder diventare grande questo ometto." Disse facendo le pernacchie al piccolo che prese a ridere.
Shunrei strinse la mano a Shiryu che in risposta annuì. Potevano tentare, lui lo faceva per Shunrei, perché se Athena non era riuscita cosa altro potevano quegli sconosciuti.
A quel punto Lōtosa si alzò raggiungendo i due. "Andate nella foresta e cercatemi queste erbe che adesso vi elencherò." Stava dicendo ai suoi compagni di viaggio.
Shiryu ne approfittò per attirare l'attenzione della sua amata. "Se mi addormentano o dovesse capitarmi qualcosa prendi Shourio e scappa lontano. Cerca di raggiungere il Giappone e Athena."
La ragazza acconsentì seguendo con lo sguardo i tre che parlavano tra di loro in silenzio.
"Lo farò Shiryu, spero però che siano realmente amici." Perché non era giusto che due ragazzi, quali loro erano, dovessero soffrire così ed essere sempre in allerta a soli sedici e diciassette anni.
Dopo un po' notò che l'uomo gigante e la piccola cinese uscivano di casa e la donna che si faceva chiamare Lōtosa li raggiunse.
"Raccontatemi cosa gli è accaduto precisamente. Voglio scoprire tutto per aiutarvi al meglio." Disse mettendosi nella posizione del loto.
Al che Shiryu prese a raccontare e per sommi capi le spiegò il viaggio nel tempo senza rivelargli cosa realmente era stato.
"Quelle sono le conseguenze del viaggio nel tempo. Le abbiamo viste settimana scorsa sui santi di Athena." Spiegò Yúlàn
"Però Hyoga e Shun si sono subito ripresi. Perché non è accaduto anche a Shiryu?" Chiese il toro.
"Lui non c'era." Rispose Yúlàn "Al tempio di Zeus c'erano il prescelto di Ebe, l'amico di Ilizia e il protetto delle Ore. Infatti loro si sono rimessi subito perché le dee che li accudivano si sono presi cura di loro."
"Nessuno si è occupato di Shiryu però." Disse il toro
"Credo lo abbia fatto Athena, ma lei non deve aver ottenuto il consenso di Zeus." Spiegò la giovane.
"Quale consenso?" Chiese il santo
"Quello di potere privilegiare dell'apoteosi." Rispose allora la giovane.
Aldebaran si fermò sul posto sorpreso. "I bronze saint hanno avuto il nostro stesso destino?"
"Per ora sono ancora vivi. Le dee si sono attaccate al loro ultimo alito di vita per salvarli. Ma si, quando morranno saliranno in Olimpo accanto a voi o almeno questa è la prassi."
"Ci sarete anche voi." Disse allora Aldebaran, doveva abituarsi a quell'idea di vita immortale.
"Noi abbiamo delle agevolazione come longevità e giovinezza eterna fino a quando serviamo la dea. Ma non siamo immortali." Spiegò Yúlàn.
"Perché Shiryu non è stato graziato come gli altri? Perché Athena non lo ha aiutato?" Chiese ancora il toro
"Credo che Athena abbia invece fatto tutto ciò che doveva essere fatto, con la sola eccezione di renderlo immortale." Specificò la cinese. "I tuoi tre amici si sono ripresi subito perché una volta divenuti semi dei hanno acquistato la facoltà di rimarginare le loro ferite in tempo breve, oppure è accaduto perché Apollo in persona li ha curati. Ricorda Aldy che il Dio giusto al momento giusto è sempre importante." Rivelò la ragazza prendendo una foglia da una pianta lì nei pressi.
"Conosci tutte le piante che ti ha chiesto Lōtosa?"
Lei gesticolò con la mano e rise. "A lei non servono queste erbacce. Le serve che io parli con Aphrodite e le riveli ciò che ho scoperto per avere il suo consenso a guarire del tutto il dragone."
Aldebaran si sentì un attimo preso in giro, quelle due ragazzine non le sopportava. "Allora perché non la contatti?" Chiese infastidito
"Sto aspettando di essere abbastanza lontana. Non vorrei che Shiryu percepisca il potere della dea."
Aldebaran tacque e procedette, non poteva non dire che la fanciulla stesse comportandosi male, anzi era molto prudente e sapeva come muoversi.
"Dovresti scioglierti un po' di più Aldy." Lo canzonò lei arrivati alla cascata. Si mise su un masso lo guardò divertita.
"Non chiamarmi Aldy." Lei scosse la testa e chiuse gli occhi, lo avrebbe chiamato come voleva, quell'uomo doveva imparare a rilassarsi un po'.
"Yúlàn!"
"Mia divina! Abbiamo trovato il dragone e la ragazza."
"Come stanno?"  Chiese Rosa
"Relativamente bene. Ma ci sono dei problemi col dragone, ancora non si è ripreso dal salto temporale." Rispose la fanciulla.
"Ebe mi ha raccontato di lui e di come fosse in pena. So come hanno aiutato i ragazzi e potrei fare altrettanto con il dragone."
"Credo ci abbia pensato già Athena." Rispose Yúlàn
"Si ma a lei mancava un piccolo pezzo, tra la morte e l'apoteosi. Ed io potrò farlo attraverso voi altre." Disse allora la dea.
"Mi dica tutto mia divina. Lōtosa sta attendendo per agire."
"Perfetto, ecco cosa farai..."

Agápi gia ton Olýmpou (Saint Seiya)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora