Parte 60ª - Nel regno di Geras

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(NdA: perdonatemi ma sono negata per le scene di combattimento)
Shun stava cercando di orientarsi in quell'antro oscuro che riconobbe come parte degli inferi. Durante la guerra contro Hades non ricordava di essere passato da lì. Dopo essersi gettato volutamente nel varco spazio temporale il santo aveva seguito a debita distanza il Dio della vecchiaia ed Ebe. Avrebbe dovuto valutare come muoversi e agire, intorno a se non vedeva nulla, nessun combattente che potesse ostacolare il suo cammino. Liberare Ebe sarebbe quindi stato apparentemente facile, c'era però da contare un piccolo dubbio che si era insinuato in Shun da quando Geras si era impossessato di Ebe. Non aveva usato la forza, aveva legato a se Esme con una presa della mano e gli altri non erano giunti in loro soccorso. Due, anzi tre guerrieri avevano ignorato quanto stava accadendo, non era possibile che non si fossero accorti di nulla.
Finalmente avvistò l'avvicinarsi di alcune rovine, e mentre Geras ed Esme erano davanti a lui eccoli che erano svaniti.
Shun si guardò intorno stupefatto, dove erano finiti?
"Usa la magia." Intervenne una voce alle sue spalle.
Shun si voltò immediatamente ergendo la catena a difesa. "Chi va là?"
Un uomo con un mantello uscì allo scoperto, il viso era coperto da un cappuccio, si intravedano solo le gambe, pantaloni scuri e stivali. Non era un guerriero.
"Sono l'uomo che deve proteggere Ebe, scansati ragazzo."
Shun era reticente, sollevò il braccio con la catena d'attacco verso di lui.
"Chi mi dice se posso fidarmi di te?"
"Non ci siamo capiti, qui sei tu che sei fuori posto. Ebe non è roba vostra cavaliere di Andromeda." Rispose questi
"Non lo sarà Ebe, ma lo è Esme in quanto mia amica." Rispose lui "Mostrati!"
Sentì un ghigno sotto il cappuccio. "La chiami amica? Se è tua amica non ti avrebbe messo in pericolo."
"Infatti lei non voleva che la seguissi, ho fatto di testa mia." Rispose Shun
"Le figlie di Zeus sono protette dai guardiani celesti appunto, stanne fuori e ritornatene a casa. Noi guardiani celesti non dobbiamo avere nulla a che fare con Athena." Riferì l'uomo. Quel ragazzino stava iniziando a fargli perdere la pazienza, sperava sinceramente che capisse l'antifona.
"Sono qui per Esme e non per conto di Athena. Verrò con te e se dovrò tenerne conto a Zeus stesso lo farò." Affermò ancora il bronzino
Death mask sbuffò, a quel punto si tolse il cappuccio. "Ma non ti arrendi proprio!" Sbottò
Shun rimase colpito trovandosi di fronte il santo del cancro, lo fissò poi restando sempre in posizione annuì "Tu e Aphrodite siete quindi diventati santi di Zeus?"
"Sembra che tu non sia stupito... Andromeda." Disse Death avvicinandosi a lui.
Shun scosse la testa, cancer era senza armatura, come avrebbe potuto aiutarlo? "Ho subito riconosciuto Aphrodite dal primo giorno all'orfanotrofio. Mi sono chiesto come fosse possibile, ma non mi sono mai avvicinato direttamente a lui."
"Ordini di Zeus, dovreste proprio tutti ignorare la nostra presenza in realtà, che esistiamo ancora." Riferì Death
"Siete fedeli a Zeus adesso?" Chiese Shun
Death non rispose, si avviò invece verso il sentiero che avrebbe dovuto portare verso le rovine di Geras.
"Vengo con te, sei senza una Cloth." Disse Shun andandogli dietro.
"Io devo solo preoccuparmi di Ebe, non ho da far guerra con nessuno e qui c'è solo tanta magia." Disse guardandosi intorno per poi procedere.
Shun continuò imperterrito a seguirlo, senza rispondere altro. Quello era Death mask?? Il violento ed irruente santo del cancro? Cosa ne era stato dell'uomo senza scrupoli che aveva affrontato Shiryu alla quarta casa? Quanti dubbi si stavano instillando nella sua testa da quando aveva parlato con lui. Avrebbe fatto come con Aphrodite, finta di non sapere chi fosse e non parlargli. Ma c'era di mezzo il rapimento di Esme e volente o nolente doveva collaborare con cancer. D'improvviso avvertì la catena di difesa oscillare, si guardò intorno e si mise in posizione di difesa.
"Attento Cancer."
Death si fermò e osservò il ragazzo notando la catena che prendeva vita propria. Si mise in allerta e in posizione di difesa, guardandosi anche lui intorno.
Un uomo tozzo e peloso stava andando loro incontro. Death lo guardò attentamente cercando di capire chi egli fosse, quando fu a pochi passi da loro ecco che dalla bocca iniziò a sputare fuoco. I due santi sbalzarono all'indietro cercando riparo dietro una roccia, Andromeda subito dispose la catena a difesa.
"Cos'è quello?" Chiese circondando anche Death con lui.
"Sembra un mostro! Cosa cazzo significa?" Disse cancer, sarebbero funzionati gli Strati di spirito su di lui?
"Lascia, bado io a lui." Disse Andromeda mentre il loro avversario arrivava e la catena iniziava a frigolare. "CATENA DI ANDROMEDA!"
"Davvero credete di poter fare qualcosa a me, Caco, con delle stupide catene?" Disse il mostro tra un verso e l'altro.
"Caco?" Sussurrò allora Death, studiò l'uomo mentre Andromeda annuiva, avevano sentito bene.
"Non era un guerriero vero?"
Death scosse la testa. "No, lui era un mostro... ucciso da Hercules." Affermò Death.
Prese Shun per la spalla. "Hercules è l'uomo che sconfisse Geras e a cui rubò la giovinezza. Si racconta che da allora Hercules non invecchiò più."

Agápi gia ton Olýmpou (Saint Seiya)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora