4-7-1990 Tokyo
Valentin era troppo apprensivo ultimamente, era capace di affrontare qualsiasi tipo di avversario. Non era spaventato dalla morte o dall'idea della battaglia. Ma da quando era lì, le cose erano cambiate, lui era sempre stato un egoista, aveva sempre messo se stesso prima degli altri, prima di Athena stessa in alcune circostanze. Come quando aveva seguito Saga nella sua ascesa, era andato dove gli conveniva seguire la corrente! Poi era morto e tornato in vita, più di una volta; in quella definitiva addirittura gli era stata concessa l'immortalità. Aveva pensato che non potesse andargli meglio, aveva se stesso, il miglior amico di sempre al suo fianco, Death, e Saga.
Invece tutto era degenerato quando era arrivato lì in Giappone e aveva conosciuto Miho e Astrid. Erano diventate entrambe molto importanti per lui, non pensava di potersi legare così a delle persone con cui non aveva nulla in comune. Ad Astrid nello specifico, lei gli era entrata dentro anche se a vederli non avevano nulla in comune. Litigavano ad ogni occasione principalmente perché lei non si dava importanza e non aveva cura di se. E non lo diceva in senso estetico, anche se le parole del santo miravano sempre a quello.
Lo diceva perché Astrid si annullava per gli altri, pensava a se stessa in modo sbagliato rinunciando a ciò per cui teneva, anche a se stessa pur di far contenti gli altri. Inoltre viveva con un forte senso di colpa, non ne aveva ancora scoperto il motivo e ne aveva parlato con Miho che non aveva saputo darle una risposta.
Astrid cercava di rimediare alle sue colpe martorizzandosi e rinunciando alla sua felicità. Quando cercava di indagare su questo suo lato lei scattava, gli rispondeva e mandava tutto a quel paese. Valentin compreso, perché poi lui la ignorava non curante come sempre.
Le cose tra loro erano cambiate, più o meno. Quella notte lei si era concessa a lui, era finalmente andata oltre la mentalità chiusa che si portava dentro accettando la sua dualità, la sua bisessualità e andando oltre.
Aveva atteso paziente Valentin, che finalmente andasse oltre. Ma Astrid aveva scelto il momento sbagliato, quei mostri ed giganti di cui Giovanni gli aveva parlato. Lo tenevano in allerta, come l'idea che avessero preso di mira anche lei, la sua Astrid.
Cosa avrebbe fatto se si fosse messa in pericolo e se fosse stato costretto a scegliere tra lei e Miho? Era lei in fondo la sua priorità, all'inizio perché era la compagna di Milo, poi perché ne era la madre della figlia, infine... era diventata sua amica. Che fosse una dea era relativo, Miho era diventata importante per lui come lo era Astrid. E adesso Valentin era rimasto da solo ad affrontare un'emergenza che non voleva passare.
Doveva convincere Astrid a non abbandonare il collegio per nessuna ragione, per farlo aveva bisogno dell'aiuto di Miho. Poteva affrontare tutti i pericoli di questo mondo, ma per farlo aveva bisogno che le due ragazze fossero al sicuro. Quella mattina ne avrebbe parlato con la mora, sperando così che in due convincessero Astrid a collaborare.Grecia - Tempio di Zeus
Il tempio si era affollato improvvisamente con il ritorno di Esmeralda ed Erii. Con le due erano l rientrati anche Death Mask e Aldebaran, che dopo aver fatto rapporto a Zeus era stato invitato dalla stessa Aphrodite nelle sue stanze.
Il toro si era subito diretto al suo cospetto dove ritrovò le sue compagne di viaggio e Kanon dei gemelli in compagnia della donna.
Nel ritrovarlo il toro poté accertarsi che Kanon era realmente migliorato da quando lo aveva visto più di un mese prima. Ovviamente non aveva la stessa ustione del maestro Dohko e gli altri ma vederlo che si muoveva senza sforzo e che aveva anche scioltezza nel linguaggio lo rassicurò.
Aphrodite volle che gli raccontasse del suo viaggio e delle avventure che aveva vissuto in quei giorni. Al che Joaquin raccontò tutto alla dea, dal viaggio in Cina e a seguire in India, da come avessero conseguito un insuccesso con la moglie di Mu, fino a quando non si erano separati del tutto.
"Come vanno le cose in Giappone?" Chiese " la dea.
L'uomo sospirò raccontandole di come all'esterno il collegio di Eiren fosse assediato da arpie e guerrieri ostili. La dea rivelò al santo del toro che si trattavano di guerrieri di Bellona e che stavano cercando in ogni dove le sue sorelle.
"Aphrodite di Pisces riesce a difendere il posto?" Chiese preoccupata per sua sorella.
Aldebaran annuì. "Sì e la dea ha creato anche uno scudo protettivo. Ma sono in tanti e sembrano interessati anche a chiunque le stia attorno."
"Forse sarebbe il caso di parlarne con mio padre e vedere se può ritornare in Giappone Aldebaran." Propose la giovane dea.
Aldebaran anche qui assentì. "Ne ho già parlato con lui. E sembra per ora voglia tenermi a difesa di Eris."
"Mia sorella può essere gestita qui. C'è chi può proteggerla." Affermò Rosa.
"Forse dopo il nostro ultimo viaggio Zeus non ritiene opportuno lasciarla da sola." Riferì Joaquin.
Rosa si incuriosì. "È accaduto qualcosa a mia sorella in questo viaggio a Tokyo?"
Aldebaran fu titubante, osservava la dea Aphrodite e il suo sguardo fisso su di lui alla fine lo fece cedere. "Vostra sorella si è innamorata di un santo di Athena." Annunciò, Rosa si rilassò, il solito Hyoga di sicuro.
Erano mesi che Erii parlava di lui, di quanto fosse bello e perfetto. "Athena non approva?" Chiese, se avesse dovuto farlo avrebbe preso le parti di Erii, in fondo Athena non poteva negare l'amore ai suoi santi.
"No... piuttosto è il cigno che non è interessato. Ho sentito che Eris si è spinta nelle sue stanze durante la notte per sedurlo. Al che tutte le sorelle si sono un po' rivoltate contro di lei." Spiegò il toro.
Rosa spalancò la bocca dalla sorpresa, poi la chiuse. Ancora incerta su cosa dire... aveva capito da un po' che sua sorella fosse innamorata del santo del cigno, ma aveva anche sempre creduto che fosse un sentimento ricambiato.
"Sicuramente si saranno chiarite. Voglio dire... forse ci vuole del tempo per il cigno."
Aldebaran scosse la testa. "Non saprei, forse Ebe potrà ragguagliarvi sull'accaduto."
Rosa annuì e ringraziò Aldebaran per tutto ciò che aveva fatto e gli aveva chiesto.
Terminato l'incontro con il toro, Rosa lo aveva lasciato in compagnia di Kanon e Yúlàn ed aveva raggiunto le sue sorelle.
Abbracciò Erii con affetto poi salutò Esmeralda, dicendo loro che era tempo di partire e rientrare in Francia. Le due se ne dispiacquero ma non potettero obbiettare, la vita di Aphrodite era ormai a Parigi e farla restare lì in pianta stabile era difficile anche per Zeus.
Le tre sorelle stettero un po' insieme chiacchierando del Giappone e di cosa avesse loro detto Athena. Esmeralda le aveva confermato che avevano risolto i fatti per cui era andata lì, omettendo di fare il nome di Bellona. Erii invece iniziò a lagnarsi del fatto che Hyoga la ignorava, che non le aveva dato una possibilità e che il fatto di non avere il sostegno di Miho l'aveva ferita.
"Anche Athena mi ha fatto capire che la cosa la infastidiva. Ma lei non ha preso posizione e non è amica mia, a differenza di Miho." Terminò nello sfogo la sorella.
"Miho ha preso posizione perché vuole tu non soffra. Poi Hyoga è amico suo, normale che voglia preservarlo." Intervenne Esmeralda.
"Anche io sono amica sua. Cioè se appoggiasse la nostra storia potrebbe avere due amici che stanno insieme no?" Disse lei ingenuamente.
"Erii..." Intervenne Rosa osservando il cipiglio della sorella. "Forse dovresti, se ti ha rifiutato, metterti l'anima in pace e andare avanti. Pensa a come ti ha ferito così puoi andare avanti."
Erii scosse la testa. "Lui non mi ha ferito. A parte quando mi ha rifiutata a letto... sono state loro due." Disse indicando la presente Esmeralda.
"Non ci arrivi? Ti ha detto che non ti ama e che per lui è importante il suo ruolo di santo di Athena. È così difficile?" Disse esasperata Esmeralda. "Guarda ormai non voglio neanche più parlarne."
"Ecco se non ti intrometti, tu con Miho, potrò avere probabilità di riuscita." Affermò la dea della discordia.
Rosa seguì il dibattito tra le due sospirando. Se un giovane ragazzo rifiutava una donna seducente che le offriva il suo frutto, significava che non provava un minimo di attrazione. Che si trattasse o meno di un santo di Athena, i bisogni umani e fisici dovevano essere assecondati e se Hyoga non lo faceva, per Erii veramente non c'era possibilità.
Erii notando lo sguardo della sorella su di se la abbracciò. "Ma tu Aphrodite puoi aiutarmi!"
"Forse potrei aiutarti con lui." Disse lei non comprendendo che sua sorella intendesse grazie al suo potere. "Vediamo cosa possiamo fare, cosa piace a Hyoga?"
Erii sbatté gli occhi poi rise. "Intendevo con il tuo potere, il tuo charme." Disse lei.
Rosa si ritrasse. "Ma anche no! Non l'ho usato mai con Saga ti pare che lo faccio per te. È un'arma potentissima di cui ci si può pentire!" Affermò seria. Perché Erii voleva arrivare a ciò? Non comprendeva che non avrebbe avuto Hyoga, ma solo un burattino? "Posso aiutarti con un look diverso, oppure ad affrontare argomenti che può trovare interessanti." Le disse conciliante. "Cosa piace a Hyoga?"
Esmeralda scosse la testa alle spalle delle due, sapeva che la risposta della sorella sarebbe stato: non lo so. Ne aveva avuto la prova quando lei e il cigno si erano conosciuti.
"I bambini, gli piacciono e gioca a calcio con gli amici. Sicuramente gli piace anche quello." Disse Erii sicura di se.
Rosa annuì, incitando la sorella a continuare.
"Eh gli piace stare a difesa di Athena!" Disse lei soddisfatta.
Rosa storse la bocca poi sospirò. "Di Saga mi piaceva come mi guardava, la sua strafottenza, ma anche la sua gentilezza. Era sgarbato, non mi è mai piaciuto questo suo aspetto. Nonostante tutto lo avevo accettato perché era parte di lui. Gli piaceva guardarmi, soprattutto quando ero incinta, in quei casi era anche gentile. Difficile che fosse gentile con me, testardo, ambiguo ed ambizioso. Questo era Saga e ciò che gli piaceva oltre guardarmi, era leggere. Quando era a casa leggeva tanto, si viziava, mangiava di tutto anche se non gli piacevano le melanzane, faceva ogni giorno esercizio fisico, alle volte era malinconico, segno che lo fosse più di quanto dava a vedere. Infine a Saga piaceva ascoltare, mi spronava a parlare perché ascoltava. Ascoltava me, Alessandro, Giulia, tanto gli piaceva ascoltare tanto era reticente a parlare, soprattutto di se. Ma questo era Saga ed io l'ho amato sopratutto per questo." Disse Rosa prendendo fiato.
"Ma come hai fatto a stare con uno così pieno di se e misterioso?" Disse scettica Erii.
"Non è questo il punto, è riuscito a farmi innamorare in tutta la sua persona. Comunque ti ho detto cosa mi piaceva di lui. Adesso dopo aver capito la mia domanda mi racconti di Hyoga?" Insistette Rosa. "Cosa gli piace?"
"Quella Freya lì di sicuro." Disse indicando un punto imprecisato. Rosa scattò all'istante ascoltando la sorella, Freya la stessa che aveva conosciuto in quel periodo? "Ne parla come di una carissima amica! Gli piace curare i capelli e... i bambini l'ho detto, gioca a calcio con loro." Sbottò la dea della discordia.
Rosa inclinò la testa di lato, il nome di Freya vicino a quello di Hyoga la tenevano leggermente in allerta. "Mi dici cosa ti ha fatto innamorare di lui? Forse ne veniamo a capo e posso aiutarti."
"Lui è bellissimo!" Affermò Erii.
"Sinceramente Erii, a iniziare dai nostri fratelli, qui tutti i ragazzi che conosciamo sono bellissimi. Dimmi cosa ti piace di lui!" Chiese Rosa infastidita.
Intanto Esme alle spalle di Erii iniziava a fare delle facce buffe. La dea dell'amore scosse la testa divertita, temeva che ormai si fosse stancata di quell'argomento.
"Gli occhi, sono bellissimi e il fisi..." Erii si fermò osservando lo sguardo severo di Rosa. "Ti prego Rosa... aspetta, Freya dice che Hyoga ha un animo nobile e che è molto legato a Shun e che lotta per la pace. Mi può piacere questo!" Affermò, pensando che a qualcosa serviva la principessa di Asgard. "Si, mi piace questo aspetto qui!"
Rosa guardò la sorella e si adombrò, Freya sempre lei, perché Freya sicuramente conosceva il cigno meglio di Erii. "Stai scherzando? Freya ha detto... e allora ti piace questo? Erii mi dici quanto tu realmente 'ami' e conosci il santo del cigno?" Sbottò Aphrodite.
"Tanto!" Disse lei convinta.
Rosa sospirò andando ad abbracciarla. "Sentimi. Per quanto Hyoga sia bello e nobile di cuore, dovresti farmi la cortesia di innamorarti di chi conosci! Poi pensiamo a ciò che c'è fuori e dentro soprattutto." Le disse abbracciandola, forse avrebbe dovuto conoscere questo Hyoga.
"Perché continuate a dire che il mio non è amore?" Sbottò Erii.
"Facciamo così, quando troverai il vero amore ne riparleremo." Le disse Rosa. "Adesso vado ad avvertire papà della mia partenza. A dopo!" Le salutò la ragazza.
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Agápi gia ton Olýmpou (Saint Seiya)
FanfictionPrologo di Saint Seiya dopo i fatti di Hades. © M. Kurumada © Michi Himeno © Shingo Hiraki © Toei L.T.d Storia basata sulla saga del maestro Kuramada Saint Seiya. Vietato copiare i diritti di copyright