Parte 13ª - Marin L'aquila d'argento

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PREMESSA: Poiché spesso trovavo incoerente che personaggi di 13 anni avessero comunque delle responsabilità di persone maggiorenni ho fatto un salto di età a tutti i personaggi che è di +3 per tutti quindi la guerra galattica inizierà il 1989 anziché il 1986. Terrò invece tutti gli eventi in ordine cronologico, quindi la storia si completerà nell'arco di aprirle 1990, 24/25 ('87 nel manga) contando anche il tenkai hen e l'inizio next dimension. La FF nonostante sia un What if? Cerca di collegarsi a tutti gli eventi accaduti in manga, anime e spin off per questo qui verranno raccontati i buchi mancanti. PS in riferimento a Saintia Sho prendo solo situazioni coerenti con il manga/Anime Originale
ATTENZIONE: © delle Fanart prese in giro per il Web se le riconoscete come vostre basta che me lo facciate sapere e provvedo a inserire i credits
COPYRIGHT: Storia basata sulla saga del maestro © Masami Kuramada ©Saint Seiya; Tutti i diritti della serie sono del sensei, della Toei e della casa editrice Shueisha; Per le immagini © Michi Himeno © Shingo Araki;
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Marin come si era ripromessa prese a informarsi su Aiolia e su cosa fosse in realtà capitato una volta sceso nel tartaro ad affrontare i titani. Indagò chiedendo in giro, andando prima alla ricerca della piccola Lythos e poi Galan, l'attendente di Aiolia. Dal momento che Marin non riusciva a parlarne con gli altri gold saint e che Aiolia le sembrava l'unico più  alla mano alla fine decise di chiedere a lui direttamente. Aiolia nonostante il carattere burbero aveva premura verso le persone e glielo aveva dimostrato anche recentemente verso un capriccio di Seiya, quando non si era sentito adeguato ad essere un saint, per il solo fatto di essere giapponese.
Erano stati l'intervento di Aiolia e le sue parole a far tornare il ragazzo in se e per questo Marin gli sarebbe sempre stata grata. Ecco lei Aiolia lo poteva definire il suo unico amico lì.
Era giunto il momento di porgli le sue domande e per farlo quale scusa migliore che ringraziarlo per ciò che aveva fatto? Così quella sera con gli ingredienti che trovò in giro preparò dei tokayaki. Pensava fosse più facile farli, ricordava che in Giappone la mamma li faceva facilmente, eppure lei stava andando in difficoltà. Alla fine fortunatamente il risultato fu abbastanza buono, assaggiò una polpetta che era veramente gustosa e preparò un vassoio di polpette e tempura da portare al gold del leone.
"Seiya io esco. Ritieniti fortunato, questa sera hai la cena pronta e ripeti la grammatica inglese." Disse al ragazzino
Seiya la guardò strano, chiedendosi come mai quella sera non lo lasciava a badare da se alle proprie necessità. Il ragazzo la seguì in sala dove ella prese la porta per uscire e osservò il piatto che gli era stato servito. Takotaki e tempura! Commosso vedendo dei piatti tipici del suo paese il bambino mise da parte le domande e si fiondò sulla sua cena ben gradita
...
Testimonianza del fatto che ormai al Santuario ci fosse la pace era che non trovò nessun custode alle quattro case che anticipavano quella del leone. Le scale che portavano alla quinta casa erano parecchie, Marin proseguiva spedita sapendo che nessuno l'avrebbe fermata. Le case che solitamente erano abitate si riducevano alla quinta e all'ottava. Gli altri saint erano spesso in giro per il mondo, nelle loro case comuni, e lì non ci era mai nessuno. Giunta alla quinta casa Marin prese coraggio stringendosi il piatto al petto ed entrò. In giro non c'era nessuno, quindi ignorando quel silenzio si addentrò nella casa per trovare l'imbocco alla zona abitata. Finalmente seguendo le voci di Aiolia e Lithos che discutevano la saint d'argento riuscì a trovare Aiolia. L'animosa discussione con Lithos non fece percepire al saint la sua presenza, al contrario di Galan che rassegnato seguiva la scena tra i due. Infine l'attendente di Aiolia fece un colpo di tosse e indicò al giovane leone la presenza di Marin. Egli subito le andò vicino, forse sul suo viso un espressione preoccupata o mortificata per la scena appena vista.
"Marin..." il ragazzo si avvicinò sorpreso. Poi un sorriso apparve sul suo volto "Ma che piacere vederti qui." disse portandola via dai due coinquilini, uno sguardo eloquente a Lithos che testimoniava che avrebbero poi continuato a discutere.
"Buonasera Aiolia. Spero di non disturbare, ero qui per..." non trovando le parole abbassò il viso e gli tese il vassoio "...ringraziarti. Grazie per ciò che hai fatto con Seiya." Disse allora "Sono delle polpette di polipo, un piatto tipico che faceva la mia mamma in Giappone e... della tempura. Ecco spero vi siano graditi."
Aiolia prese il piatto e guardò la ragazza "Non dovevi ringraziare Marin, l'ho fatto con piacere." Le disse lui aprendo l'involucro.
Lo spettacolo che gli si presentò gli fece venire subito l'acquolina in bocca e il ruggito del suo stomaco confermò a Marin la sua reazione. Prese una polpetta e la portò alla bocca.
"Perché non mangi con me?" Le chiese, finalmente aveva un'occasione per stare con lei senza Seiya, senza Lythos, senza avversari e senza giganti. Poteva approfittarne.
Lei scosse la testa indietreggiando "Non posso."
Lui la guardò, poi capì! Quell'orrenda maschera "Puoi toglierla."
"Assolutamente no." Disse lei. "Non posso, ma grazie per l'invito. Ti lascio a mangiare." Fece per andarsene ma lui in un attimo la prese per mano.  Marin fissò  lo sguardo su di lui mentre un brivido le saliva lungo il braccio, lo sguardo di lui sembrava smarrito.
"Fammi almeno compagnia. Non farmi mangiare tutto solo."
"Hai Lythos e Galan di là. Oppure ci sono le ancelle." Disse allora lei
"Lythos mangerà la cena che ha bruciato mentre le ancelle non valgono quanto te, nessuna di loro messe insieme." Asserì lui
Marin si sentì arrossire sotto la maschera. Si diede tempo, quello per calmarsi poi annuì e rise. "Va bene... Però lascia qualcosa a Lythos e Galan, sono sicura che ci sia stato un errore se la piccola ha bruciato la cena."
Lui le sorrise sinceramente e con la mano che le teneva il polso, quella che ancora la teneva ferma, arrivò alla mano di lei e gliela strinse. "Vieni, andiamo fuori così nessuno ci disturberà." E così facendo uscì all'aria aperta, in un uscita laterale del tempio.
Andò verso un promontorio e una volta giunti lì fu finalmente libera dalla sua presa. Aiolia si sedette su un masso e le indicò uno spazio libero accanto a lui mentre prese a mangiare.
"Chi ti ha detto che sono giapponese?" Disse lei cercando di dire qualcosa di intelligente mentre si sedeva.
"Mmm... mi sono informato." Disse lui tranquillo
"Ti sei informato?" Disse curiosa
Lui annuì "Si, una volta ti ho vista con un ragazzo, ho chiesto chi fosse e mi hanno detto: è suo fratello, sono arrivati insieme dal Giappone." Terminò prendendo un pezzetto di tempura, sentendo che lei non proferiva parola le sorrise "Non lo vedo tanto spesso tuo fratello."
"Lui non è un saint e non è giapponese." Gli disse "In realtà ne ho anche uno più piccolo che... si è smarrito."Terminò in un sussurro, pensare a Touma le faceva sempre stringere il cuore. Dimitri le aveva detto che dopo che era andato a stare da Diana non aveva saputo più nulla di Touma.
Aiolia la guardò rattristato "Ti capisco, anche io avevo un fratello..."
"Aiolos. Ho sentito parlare di lui." Affermò, raccontavano che Aiolos avesse tradito il grande tempio e rapito una bambina, ma Marin all'epoca ancora non era giunta al santuario e non sapeva cosa ci fosse di vero in quella storia.
"E... non hai nulla da dire?" Chiese lui titubante
"Cosa dovrei dire?" Rispose lei
"Sei un traditore, fratello di un traditore..."
"Non giudico senza sapere. E non giudico delle persone sugli errori dei loro famigliari. Tu sei Aiolia, lui era Aiolos." Disse lei sperando di chiudere così quella cosa
Aiolia la osservò "Veramente non ci sono problemi?"
Lei scosse la testa "Oh andiamo Aiolia. Sei una persona buona e gentile, aiuti sempre il prossimo e sei stato molto dolce con Lythos quando è rimasta sola e con Seiya. Nella guerra contro i titani poi mi hai salvato la vita a me e tutti i soldati. Le tue azioni parlano per te." Gli disse lei sfiorandogli il viso con la mano, appena comprese quel gesto la ritrasse di scatto ma lui la fermò prendendola e stringendola.
"Io... grazie." Disse con voce incrinata dall'emozione "Grazie Marin!" Ripetette ancora. Nessuno aveva parole buone per lui eppure quella ragazza venuta da lontano ne aveva avute e anche più di una.
"Ho detto solo ciò che è vero Aiolia." Ritrasse la mano e si alzò quella situazione era abbastanza imbarazzante"Adesso vado. Ho Seiya che potrebbe combinare qualsiasi disastro in mia assenza."
"Cos... oh certo." Le disse lui, ci vediamo in giro.
Lei annuì e neanche avesse il diavolo alle spalle prese a correre lontano dalle dodici case e poi sempre più giù verso il paese e casa sua. Una volta dentro casa la prima cosa che fece fu controllare Seiya nel suo letto, dormiva. Poi andò a stendersi e chiuse gli occhi da sotto la maschera. Non doveva provare emozioni, non doveva provare emozioni. Si diceva come un mantra mentre portava le mani tra i capelli. Cosa era successo lì su con Aiolia?
...
Non doveva provare emozioni, non poteva provare emozioni. Erano passati due giorni da quella sera. Marin aveva fatto di tutto per non pensarci, lei era una saint di Athena, votata alla verginità ed alla sua dea. Aiolia era un gold saint, uno dei favoriti di Athena, in pratica non poteva proprio addentrarsi in pensieri peccaminosi quando si trattava di lui o di qualunque altro uomo.
Sulla strada di casa disse a Seiya che dopo la doccia gli toccava mettere mano ai libri e studiare inglese e francese visto che il ragazzo se la cavava proprio male
"Ma non riesco Marin." Si lamentò lui
"Assolutamente no. Ancora pronunci la L come una R e la tua R anche nella lingua francese la esplichi proprio male." Gli disse allora. Se si fosse lamentato oltre gli avrebbe dato da studiare ben di più che inglese e francese.
Giunti alla casa fuori la porta Marin si stoppò. Aiolia era lì sull'uscio appoggiato ad un muro, una gamba sollevata contro il muro, l'altra che sosteneva il corpo. Le mani erano impegnate a lanciare e prendere per aria il suo piatto.
"Aiolia!" Gridò Seiya andandogli incontro felice di vedere il suo senpai.
Marin non si prese tutta questa premura di correre e quando giunse a destinazione si fermò di fronte a lui allungando le mani per prendere il vassoio.
"Non c'era fretta." Gli disse
"Meglio non far passare troppo tempo no?"
"Aiolia resti a cena con noi?" Chiese il ragazzino
Marin si stizzì anche se la sua reazione non era evidente.
"È un invito allettante ma Marin non mangia in mia presenza."
"Lo fa anche con me. Potremmo cenare insieme noi due." Disse il bambino, Marin restò in attesa della sua risposta ed intanto aprì l'uscio di casa. Assurdo, quel bambino faceva il padrone in casa sua. Avrebbe aggiunto alle lezioni di francese e inglese anche il greco e l'italiano.
"Non saprei, non mi sembra bello mangiare noi due soli mentre..." mentre io vorrei stare solo con lei, questo era il pensiero di Aiolia. Ma questo non era possibile metterlo così in evidenza purtroppo "...Mentre Marin resta a guardare."
"Seiya sta inventando scuse per evitare di studiare." Disse lei.
Aiolia seguì Seiya e la donna in casa e una volta dentro si guardò intorno.
Un letto singolo padroneggiava su un fianco della casa, al centro c'era una tavola e di fronte ad essa una lavagna. L'ultima parere libera aveva un piano cottura e una porta, forse la stanza di Marin. Si voltò verso Seiya "Cosa devi studiare?"
"Francese e inglese." Disse lui con una smorfia
"Solo? Sei avanti con l'arabo e il cinese? Lo studi lo spagnolo?" Chiese il leone.
Seiya inorridì, che lingue erano quelle.
"Con lo spagnolo va benino, per le altre fin quando non corregge gli errori labiali non lo faccio cimentare." Disse Marin andando a sedersi sul suo letto. Alzò la testa verso Aiolia, sperava non volesse che cucinasse di nuovo per lui.
"Se volete vi do una mano." Disse Aiolia "Tanto oltre allenarmi non ho nulla da fare."
Cosa!!! Pensò Marin, no assolutamente no! Ma Seiya fece prima di lei ed urlò un esaltato si.
Marin si sollevò in piedi "Sono io la tua maestra Seiya." Lo ammonì
Ok forse aveva esagerato! Pensò tra se Aiolia che seguì con lo sguardo i due, continuò a guardare verso Marin poi si fece coraggio
"Scusami non avrei dovuto proprio propormi. Ha ragione lei Seiya, dovresti metterti a studiare."
Marin restò muta ed attese una reazione di Seiya che in compenso sbuffò "Grazie Aiolia, adesso vado a lavarmi. Poi dopo studierò!" Disse rivolto a Marin
Aiolia annuì per poi dedicarsi a Marin, attese prima che il ragazzino uscisse dalla stanza e fu allora che capì che quella porta portava al bagno. "Dove dorme?" Chiese
"Qui con me." Rispose lei indicando il letto.
Questa risposta ad Aiolia non piacque tanto, fece una smorfia poi le indicò la porta "Ti va di accompagnarmi?"
Marin era incerta, ci pensò su poi annuì urlando "Seiya io esco un attimo. Dopo prepara la cena." Gli ordinò e si riversò verso la porta
Aiolia però l'afferrò per le spalle e si avvicinò a lei "Scusami per la mia impertinenza. Non avrei mai dovuto impormi declassandoti."
Marin portò le mani sulle sue poi annuì e intanto gli allontanava le braccia dalle sue spalle "Andiamo. Se faccio tardi finisce che non studierà."
Aiolia sorrise ed annuì seguendola fuori e facendosi bastare quel abbracciò pronunciato che si erano dati.
Camminarono in silenzio per un po', poi Aiolia buttò lì una domanda.
"Ci vediamo domani sera?" Lei sussultò "Così per chiacchierare un po'."
Marin lo guardò per qualche minuto senza dire nulla. "Dove?"
Lui sorrise, non aveva rifiutato "Alle rovine della vecchia palestra. Per te va bene?" Lei annuì poi fece un passo indietro verso casa sua.
"Va bene, verrò poco più tardi di stasera." Gli disse e così dicendo gli diede le spalle e andò via
...
Erano iniziate così le loro serate trascorse a parlare del più e del meno. I due si raccontavano della loro famiglia, dei rispettivi fratelli e delle responsabilità che questi comportavano, del retaggio che avevano rimasto alle loro spalle e di ciò che si aspettavano tutti da loro. Aiolia era rimasto stupito del numero dei fratelli di Marin, e lei rimase stupita della battaglie che aveva affrontato fino a quel momento. Era ovviamente un saint molto preparato! Era stato in quelle serate spensierate che Marin gli aveva chiesto della battaglia contro crono e dei suoi avversari. Non ci fu bisogno che chiedesse ad Aiolia di Temi, poiché fu lui stesso a raccontargli di Giapeto, della moglie e del loro pianeta. Di come i due dovessero vendicare il figlio Prometeo punito dagli dei.
Marin sussultò, il figlio Prometeo?! Intanto Aiolia continuava a raccontarle di come Giapeto fosse stato sconfitto e con egli sua moglie che si era sacrificata per dargli la sua forza. Alla fine di tutti i racconti Marin capì che ormai sua madre era relegata al Tartaro, senza via di ritorno. Poi Aiolia gli diede un'ultima speranza, il gran sacerdote aveva dato loro il consenso di vivere sulla terra ma controllati dai saint, bisognava solo cercare sua madre allora.

 Poi Aiolia gli diede un'ultima speranza, il gran sacerdote aveva dato loro il consenso di vivere sulla terra ma controllati dai saint, bisognava solo cercare sua madre allora

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Agápi gia ton Olýmpou (Saint Seiya)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora