Parte 36ª - Il viaggio di Athena pt 1

32 0 0
                                    


Atene 19.04.1990
Saori aveva appena concluso il braccialetto di fiori che aveva preparato per Seiya sperando che con questo il suo potere potesse aiutarlo a combattere la maledizione della spada di Hades. Artemide le aveva detto che restavano solo tre giorni per salvargli la vita.
Come poteva combattere contro quanto aveva colpito il suo saint, perché nonostante avessero sconfitto Hades gli effetti della sua spada erano ancora evidenti?
Dopo lo scontro con i gemelli divini infatti Seiya era caduto a terra stremato. Forse erano le ripercussioni per aver combattuto con un Dio.
Miho, Dike ed Eunomia, che non conosceva erano riuscite a placare le ostilità permettendo una tregua. Ma questa tregua comprendeva anche Seiya?
La statua di ambra che si ergeva vigile sul santuario e che aveva imprigionato i suoi gold saint era sparita, Zeus aveva accontentato le richieste delle tre Ore. Poteva quindi sperare in meglio per tutti? Quale interesse avrebbe avuto allora Artemis ad avvertirla di quei tre giorni se non fosse stata in pace?
Fu assorta dai suoi pensieri dall'arrivo di Marin e Seika, sicuramente la seconda voleva stare col fratello e con molte probabilità la prima voleva discutere del giorno precedente. Di quando aveva messo tutto da parte per proteggere Touma, l'angelo caduto dei gemelli divini.
Non sapeva come affrontare quella situazione Athena, non ancora almeno, così lasciò spazio a Seika per dedicarsi alla sua saint.
"Buongiorno Marin! Avevi bisogno?" Chiese alla rossa
Ella si inchinò alla sua dea per poi sollevare il viso annuendo.
"Possiamo entrare e parlarne nella sala del trono?" Chiese L'Aquila.
Saori annuì, percependo che avrebbero affrontato gli eventi del giorno precedente. Sapeva già che non sarebbe insorta in nessun tipo di punizione, in fondo Marin era sempre stata fedele ed efficiente, sempre dedita a obbedire agli ordini e combattere per la giustizia e la pace, ancora prima che lei si rivelasse come Athena. Poteva condannarla per aver pensato al fratello che non vedeva da anni? No, non poteva farlo.
Giunte nella sala del trono ella si accomodò sul seggio mentre Marin di nuovo si inchinava alla dea.
"Volevo avvertirla divina Athena che vorrei sciogliere i vincoli col santuario. Ero venuta ieri ma con gli eventi che si sono susseguiti non ho avuto modo." Riferì l'aquila diretta.
Saori restò sorpresa  dalla sua richiesta precisa e senza tentennamenti.
"Come?! Ma non si può... non è possibile no?"
Marin alzò il viso verso la donna cercando il suo sguardo.
"Non lo sarebbe se non ci fosse un valido e importante motivo. Quando prendiamo in carico una Cloth facciamo un giuramento alla dea." Riferì Marin
"Quindi non puoi." Affermò Saori "Se qualcosa non va possiamo risolverla insieme. È per tuo fratello?"
Lei scosse la testa "Quando ieri Artemide lo ha portato via siamo rimaste che potevo rivederlo quando volevo. Non si tratta di lui ma di me." Rispose
"Ma non puoi..." affermò la dea Athena
Lei scosse la testa "No, io posso. Quando arrivai avevo una mia Cloth, la reale armatura dell'Aquila è in realtà una bronze Cloth. L'allora gran sacerdote Arles... Saga! Egli mi consegnò una maschera vergine. Proprio per non avere vicoli con il santuario. Io non ho mai giurato fedeltà alla divina Athena." Affermò allora Marin alzandosi in piedi.
Saori era esterrefatta da quella rivelazione, osservò Marin che l'affrontava da sua pari. "Hai lottato sempre al nostro fianco. Perché adesso vuoi andare via?"
"Io ho lottato sempre per la giustizia, sapevo semplicemente dov'era il giusto." Spiegò allora lei, dando vita al suo cosmo in modo lieve.
La Cloth abbandonò il suo corpo e si ricompose nella forma dell'Aquila, poi sotto lo sguardo stupito della dea Athena questa prese una forma umana iniziando a volare sui loro capi.
"Come può aver constatato l'aquila non appartiene al santuario di Athena." Le disse Marin
"Di... di chi è L'aquila?" Chiese allora.
Lei la guardò e sorrise oltre la maschera "Di Zeus! E prima che tu te lo chieda posso assicurati che sono sua figlia, sorella di Eiren ed Eunomia."
"Ieri tu..." disse allora la dea.
"Ho preferito tenermi lontano dal conflitto. Sono sempre vissuta nell'ombra ad osservare in silenzio e ad ascoltare parole e campane. Perché il giudizio è un'arte importante, affinché si possa agire sempre nel modo migliore per assicurare la pace. Questa maschera in questi anni è stata la mia benda e credo che continuerò ad usarla quando richiesto." Portò la mano al petto e sospirò "Questo cuore sapendo che tu fossi nel giusto ti ha sorretto in questo anno, che ancora non è concluso, nelle tue battaglie. Sei la dea della sapienza, spero che durante questo tuo viaggio tu abbia fatto insegnamento di ciò che hai imparato. D'ora in poi io riprendo il mio posto di Dike mentre tu sarai Athena, dea della guerra guidata con sapienza e delle arti, protettrice e consigliera degli eroi. Ogni qual volta tu avrai bisogno di giustizia ti basterà invocare il mio nome." Affermò lei.
Saori non sapeva cosa risponderle, le sembrava quasi di trovarsi di fronte Miho che le ricordava che ella non era la dea della pace. Ma la dea della guerra e basta. Sollevò lo sguardo verso Marin e sospirò.
"Non riesco a trattenerti? Seiya non sarà contento di non ritrovarti."
Lei scosse la testa. "Il mio compito qui è concluso. Posso dirti solo che ci sarò se realmente ne avrai bisogno, posso assicurarti che non vi abbandono. Voglio solo che tu impari ad agire guidata sempre dal cuore ma anche dalla testa, senza sbagliare. Errori ultimamente ne sono stati fatti e ancora ne farai, ma non anteporre l'amore per un saint a tutto. Athena non può amare un saint solo e sacrificare tutto per lui, bada a come ti muovi con Seiya." Così dicendo lasciò la sala grande e aprendo la porta si voltò un'ultima volta.
"Parlerò io con Galan e Lythos, gli inservienti di Aiolia. Ma non so se altri dovranno essere informati dei fatti di due notti fa. Arrivederci sorella." Salutò chiudendosi poi la porta alle spalle.
Marin sospirò mentre abbandonava la tredicesima casa, avrebbe dovuto avvertire Lythos, sicuro Galan aveva percepito la scomparsa del cosmo di Aiolia. Poi avrebbe dovuto parlare con Thetis ed Aeolus, anche loro dovevano sapere. Scese tutte le case ed arrivata alla quinta, distrutta e vuota andò alla ricerca di Galan. Non era lì, la casa era disabitata.
Scese quindi verso l'arena e da lì andò verso la casa che a breve avrebbe lasciato.

Agápi gia ton Olýmpou (Saint Seiya)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora