Parte 15ª - Il destino della figlia di Demetra

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PREMESSA: Poiché spesso trovavo incoerente che personaggi di 13 anni avessero comunque delle responsabilità di persone maggiorenni ho fatto un salto di età a tutti i personaggi che è di +3 per tutti quindi la guerra galattica inizierà il 1989 anziché il 1986. Terrò invece tutti gli eventi in ordine cronologico, quindi la storia si completerà nell'arco di aprirle 1990, 24/25 ('87 nel manga) contando anche il tenkai hen e l'inizio next dimension. La FF nonostante sia un What if? Cerca di collegarsi a tutti gli eventi accaduti in manga, anime e spin off per questo qui verranno raccontati i buchi mancanti. PS in riferimento a Saintia Sho prendo solo situazioni coerenti con il manga/Anime Originale
ATTENZIONE: © delle Fanart prese in giro per il Web se le riconoscete come vostre basta che me lo facciate sapere e provvedo a inserire i credits
COPYRIGHT: Storia basata sulla saga del maestro © Masami Kuramada ©Saint Seiya; Tutti i diritti della serie sono del sensei, della Toei e della casa editrice Shueisha; Per le immagini © Michi Himeno © Shingo Araki;
( © immagini Persephone Michi Himeno by Alexandria Monogatari. ALTRE NOTE: Nonostante l'immagine del capitolo dove si riporta Elisabeth, immaginate una bambina con i tratti estetici dati da me nella descrizione.
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Scusate se il capitolo è venuto molto lungo rispetto agli altri.
So che Shaka si è rivelato il Buddha a 6 anni. Ma per coerenza alla religione ho inserito nella storia che solo a 20 anni, come è per tutti, egli prenda i voti. Per il resto l'ho chiamato il Buddha anticonvenzionale appunto perché decidendo lui di compiere anche la vita di saint di Athena è andato oltre ciò che la dottrina buddista richiede già per i capelli lunghi o per il fattore principale che i saint anche se costretti uccidono. Ai buddisti è vietato usare violenza di tutti i tipi.
(INFO) Mentre la cosmologia è appunto un ramo degli studi buddisti. Grazie)
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Greta era una donna adulta e matura. Vedova  del l'ambasciatore greco in Nepal, la donna stava rimettendo in piedi il resto di ciò che rimaneva della sua vita e dei suoi ricordi divini che poco alla volta emergevano nella sua mente. Solo quando era venuta a patti con ciò lei fosse realmente si era decisa a contattare il suo migliore amico e padre della sua unica figlia: Giánnis Diás!
Quando era venuta a patti con la sua parte divina aveva chiesto a Gián di raggiungerla lì a Kathmandu, doveva parlare con lui di una cosa importante, dovevano parlare di Elisabeth.
...
Gián aveva sbrigato quanto prima i suoi affari in società quando Greta lo aveva chiamato e si era assegnato un volo per il Nepal così da raggiungerla rapidamente. La sua compagnia aerea fruttava tanto e da quando Mitsumasa Kido ne era diventato socio minoritario aveva piena scelta di muoversi come meglio credeva, di volare quando voleva e di tenere fermo un aereo in altrettanto modo. Atterrati a Kathmandu aveva lasciato direttive al co-pilota dicendogli che per i tre giorni che sarebbero rimasti in Nepal avrebbero potuto godersi tutti una breve vacanza.
Preso un taxi si era fatto portare dal taxi all'ambasciata greca e strada facendo si chiedeva perché Greta gli avesse chiesto di vedersi urgentemente. Sapeva che la sua piccola Lis era una bambina tranquilla e che non dava mai problemi, come sapeva che Greta con lei se la cavava egregiamente. Pagato il taxi scese guardando la facciata dell'ambasciata, lo aspettavano ovviamente Greta aveva lasciato delle direttive e lui non poté che recarsi all'interno delle sue stanze.
Perché viveva ancora lì nonostante Alexandros era morto da ormai tre anni non lo sapeva. Aperta la porta ad accoglierlo in un forte abbraccio c'era Lis. Gián preso in contropiede non perde tempo ed abbracciò la figlia carezzandole i capelli viola e ricciuti.
"Ma ciao principessa."
La piccola Elisabeth alzò lo sguardo sul padre con un sorriso e si strinse a lui ancora più forte.
"Quanto resti?"
"Almeno tre giorni principessa." Disse lui mentre il ticchettio dei tacchi a spillo di Greta sul pavimento anticiparono l'arrivo della donna.
"Evviva!" Disse la piccola sbattendo le mani.
Gián era così orgoglioso di lei, dieci anni e così vivace e bella, proprio come sua madre. Greta gli sfiorò il braccio e gli diede un bacio lieve sulle labbra per poi carezzare la guancia di sua figlia.
"Bentornato in Nepal." Gli aveva detto passando il braccio attorno al suo per cingerlo.
"Lis ti avevo promesso che potevi salutare papà ma adesso a dormire mio tesoro."
La bambina annuì obbediente e dando un ultimo abbraccio al padre diede a entrambi i genitori la buonanotte
"Whisky?" Chiese Greta all'amico.
Gián annuì e si riversò sul divano togliendo giacca e cravatta per poi mettersi libero accorciando le maniche del camicia. "Come stai? Sono passati sei mesi da quando non ci vediamo."
Lei aveva riempito i bicchieri di liquore e una coppetta di ghiaccio poi messo tutto su un vassoio raggiunse l'uomo portandogli il liquore promesso.
"Molto bene mio divino Zeus." Disse sedendosi di fronte a lui.
Gián si mise in allerta. Nonostante Greta sapesse da dieci anni chi lui fosse non lo aveva mai chiamato Zeus, soprattutto perché lui stesso cercava di avere una vita abbastanza mortale nel quotidiano. "Cosa è successo?" Disse allora in modo diretto
"Avevo bisogno di parlare con te di  mia figlia Persefone." Disse allora lei portando il bicchiere alle labbra. "Lo devi a me, la dea Demetra, e a tua figlia."
"Demetra?" Disse lui... sgranò gli occhi, quindi dietro il bel volto di Greta si nascondeva la divina Demetra. "Dimmi tutto."
"Ricordi dell'Olimpo mi hanno portato a pensare a Elisabeth. Lei... è una bambina e non so perché siamo tutti qui sulla terra in vesti umane." Iniziò a raccontare, doveva essere chiara con lui, esprimergli i suoi dubbi e le paure. "Persefone è libera, felice e piena di amore. Lei non è più sotto l'influenza di Ade." Terminò ricordando come nei tempi dei tempi il Dio degli inferi avesse rapito la sua bambina e come con subdola astuzia le avesse fatto mangiare un melograno per intrappolarla nel suo regno al fine di sposarla.
Gián annuì beveva il suo whisky e ascoltava. Effettivamente Demetra aveva diritto ad avere delle spiegazioni, capire perché erano lì tutti.
"In pratica tra poco sono duecento cinquanta anni dall'ultimo scontro tra Athena e Ade." Rivelò Gián ormai ricordando fin troppo bene gli eventi che avevano portato loro Olimpi lì sulla terra.
"A inizio secolo ho avuto l'ardire di piangere per mia figlia Athena in presenza di Hera e questa mi ha ripreso dicendomi che non ero in grado di amare i suoi figli come Athena." Gli rivelò lui
"Effettivamente! Hai permesso a tuo fratello di rapire nostra figlia Zeus." Gli disse Greta con astio. Non glielo avrebbe mai perdonato.
Gián si grattò la la nuca rammaricato non avendo nulla da obbiettare, ma continuò il suo racconto "Già... a quel punto dissi ad Hera che Athena era diversa, che lei si immolava al umanità scendendo tra gli uomini. Hera aveva sempre da ridire anche questo. Alche ci sfidammo, le dissi che lei non sarebbe riuscita a vivere tra i mortali e lei senza  indugiare disse che invece era possibile eccome." Terminò Gián
"E siete scesi qui in terra?" Chiese Greta domandandosi cosa lei centrasse
"Hera mi disse che dovevo scendere anche io, mischiarmi alla mischia e imparare ad amare i miei figli come tutti uguali. E allora decretai che tutti gli Olimpi avessero una vita umana da vivere. Tra i miei figli c'era anche Persefone e temo che... per questo anche tu sei qui. Per questo Juno e Theresa e le altre mie ex..."
Greta si girò il bicchiere tra le mani osservando il liquido ambrato. "Una nuova vita e una nuova occasione." Sorrise
"E... ho imparato ad apprezzare tutti i miei figli. A dare importanza a tutti e non perderli di vista, ho imparato a proteggerli da lontano e ancora sto imparando. Ho scelto di non crescere Athena per dare a tutti il giusto valore. Come mi sono apparentemente separato da lei l'ho fatto con gli altri. Come veglio su di lei dall'alto lo faccio per gli altri." Gián cercò lo sguardo di Demetra "scusami, ho messo anche te in questa situazione." Posò il bicchiere sul vassoio e stese le gambe.
Greta si alzò e lo raggiunse carezzandogli il viso  "Hai dato una seconda occasione a tutti noi. Ricordarci com'è vivere tra gli umani, ce lo siamo dimenticati." Disse lei benevola
"Stai prendendo  la cosa in modo abbastanza positivo." Disse lui prendendole le mani
"Sto prendendo questa situazione come un riscatto. Quanto tempo abbiamo per il risveglio di Hades?" Disse allora lei.
Eccoli arrivare al punto della situazione, a Persefone.
Gián scosse la testa "quindici o vent'anni circa. Perché me lo chiedi? È una guerra tra Athena e Hades." Disse lui
"E nostra figlia è qui, libera e mortale..."
"Alla sua mercé!" Terminò lui per lei. Greta annuì
"Quanto sei cambiato per i tuoi figli Zeus. Quanto vuoi proteggere i tuoi figli, quanto Persefone?" Chiese la donna
"Ancora non ho trovato le porte dell'Olimpo. Dobbiamo nasconderla, ma non credo che la Grecia sia il posto adatto." Disse allora Gián
"L'Europa non è il posto sicuro. Lui sarà lì, nell'ultima guerra era in Italia giusto?" Chiese conferma Greta
Gián annuì "Cosa dobbiamo fare?" Chiese allora. Elisabeth era una bambina e sarebbe stata una donna giovane e bellissima, non meritava il destino di essere di nuovo rinchiusa negli inferi.
Greta si sollevò e andò a prendere la cartina dell'Asia aprendola di fronte a loro. La stese la donna e mostrò all'amico un punto poco distante da lì, dal Nepal. La Cina! "Cosa c'è in Cina?"
"Qui precisamente." Disse lei ticchettando su un punto centrale. "C'è il Tibet con i sacri monasteri di Buddha."
Gián la guardò stupito. "Vuoi farla diventare una monaca?"
Lei scosse la testa "sì.. e no, cioè sì. Ho già parlato con uno dei monaci superiori mese scorso quando sono stata in Tibet, quel posto è perfetto. Da quando sono qui in Nepal io e Lis stiamo seguendo la dottrina da un po'. La loro religione permette una percezione della vita e della morte diversa da come la percepiscono i comuni umani. Lis potrà allenarsi corpo e anima ad aspettare il suo destino e a contrastarlo. Le diremo come stanno le cose e la proteggeremo tirandola fuori dal mondo." Spiegò lei a quel punto
"Sei buddista. Una dea greca buddista..." cercò di ironizzare lui.
"Anche tu sei Cristiano." Lo ammonì lei
"Sono cresciuto con sani valori e principi ehi!" La canzonò lui, poi tornò serio "Lis dovrebbe essere pronta ad una scelta del genere."
"Lo è! Ogni mattina e ogni sera si conceda mezz'ora di meditazione. È calma e intelligente, una bambina obbediente e credo sappia che ha un destino segnato." Disse Greta
"Quando vuoi andare?" Chiese allora lui. Doveva dire addio ad un'altra figlia
"Hai detto sei qui tre giorni. Domani potremmo stare tutti e tre insieme e le diamo la notizia. Dopo domani andiamo al tempio accompagnandola e poi... poi hai un giorno per riposarti." Le riferì lei
Gián annuì. Un giorno, aveva un ultimo giorno con sua figlia e se lo sarebbe preso tutto.
...
Lis aveva preso molto meglio di lui la decisione di chiuderla in un tempio tibetano. La stessa Greta era rimasta colpita dalla calma della bambina quando le avevano dato la notizia. Lei aveva chiesto un gelato e poi di andare a mangiare una pizza tutti insieme e infine stringendo la mano al padre le aveva chiesto se la portava alle giostre.
"Lì non ci sono giostre. Lì non c'è tutto questo papà, ho sempre voluto sentirmi spingere su un'altalena da te, andiamo?" Chiese lei dolcemente e Gián era stato felice di quella richiesta. Felice di essere per sua figlia un ultimo bel ricordo
"Cosa farai una volta lì piccola mia?" Le chiese amareggiato
La bimba gli sorrise "Controllerò le porte della morte ed impedirò loro di aprirsi." Spiegò risoluta
Gián e Greta restarono ammutoliti alla risposta della piccola. Quindi lei sapeva.

Agápi gia ton Olýmpou (Saint Seiya)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora