Parte 32ª - Freya di Asgard

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Esiste un mondo dove non ci sia bisogno di farsi la guerra al fine di vivere in pace?

Asgard -30.03 1990/10.04.1990

Freya di Asgard era una persona quieta e tranquilla che amava vivere nelle terre fredde e desolate del nord Europa. Era nata e cresciuta lì, amata da suo padre e da sua sorella maggiore Hilda. Freya non aveva mai avuto modo di conoscere la madre e si poteva dire fosse stata cresciuta da Hilda, che amava e venerava.
Hilda era la persona più pacifica e buona che ella conoscesse, era saggia e diplomatica, sempre giusta; inoltre ella aveva sulle sue spalle l'onore di celebrare Odino ogni volta affinché i ghiacci non si sciogliessero e che il divino padre degli dei proteggesse Asgard e il suo popolo.
In tutto ciò nonostante Hilda fosse diventata, molto giovane, regina di Asgard, ella aveva sempre dato molta libertà a Freya. Le aveva concesso tante cose Hilda, di poter essere un maschiaccio durante l'infanzia per esempio. E di aver potuto continuare ad essere presente nella vita del suo migliore amico Hagen. Ovviamente non erano più bambini, ormai erano ragazzi e Freya non era più una bambina scalmanata, com'era giusto che fosse negli anni si era calmata era diventata femminile ed elegante e seguiva i comportamenti adeguati all'etichetta. Anche il suo rapporto con Hagen era cambiato, da compagno di gioco egli era diventato un guerriero dedito alla protezione sua e di Hilda.
Era stata presente Freya ai suoi allenamenti e, fiera di lui e dei suoi progressi, alla sua investitura a cavaliere.
Chiusa tra le mura del Valhalla così trascorreva la giovane principessa le giornate: letture, passeggiate con la sorella e testimone delle sue preghiere a Odino, chiacchiere con Hagen e informazioni di ciò che avveniva nel mondo. Freya amava quelle giornate che a parere di qualcun altro potevano sembrare monotone, amava la pace che respirava intorno a se.
Poi qualcosa era cambiato, Hilda era cambiata. Non riconosceva più sua sorella, da altruista e gentile Hilda si era trasformata in dittatrice e senza scrupoli. Aveva iniziato a fare piani di conquista verso un mondo privo delle corte e gelide giornate asgardiane. Quella non era Hilda, non era sua sorella!
Aveva cercato di capire cosa le fosse accaduto, aveva cercato di parlarne con il fidato Thor. Ma a nulla erano valse le sue richieste e le sue preghiere, così per queste sue insistenze era stata punita, mandata nelle prigioni come fosse una criminale.
Era stata in quell'occasione che aveva conosciuto un valoroso guerriero di Athena: Hyoga del cigno. Freya lo aveva liberato dalle catene dopo che egli era stato percosso e lo aveva aiutato ad abbandonare le prigioni ed il castello, una volta fuori aveva chiesto al guerriero di portarla con se, dalla dea Athena si cui tanto aveva sentito parlare.
Hyoga aveva acconsentito a portarla con se e fu così che la giovane principessa aveva avuto modo di conoscere Athena e soprattutto da ella comprendere cosa fosse accaduto alla sorella. L'anello del Nibelungo! Anello malefico che condizionava le azioni di Hilda, che ne manipolava la mente tanto da occultare il suo cuore buono. Per poterla liberare dall'anello però i santi di Athena avrebbero dovuto lottare e scontrarsi mentre la dea avrebbe pregato Odino al posto della regina.
Freya con il piccolo Kiki le era rimasta accanto, pregando per evitare lo scioglimento dei ghiacci. Aveva pregato con Athena fino a quando non aveva scoperto che Hagen e Hyoga si stavano affrontando, lì nella caverna di lava dove Hagen si era addestrato.
Doveva fermarli, portare fine a quella battaglia inutile. Non permettere ad Hagen di fare del male al santo e viceversa, anche se sapeva che Hyoga non aveva scopi bellici, il suo era un cuore puro ed era convinta la principessa che sarebbe arrivato a scontrarsi con Hagen solo se necessario. Anche Hagen, per quanto perseguisse il volere di Hilda, se avesse saputo la verità sicuramente avrebbe riposto la armi e si sarebbe aggiunto a quella traversata verso il palazzo del Valhalla, il cavallo a otto zampe come il cigno era puro di cuore e avrebbe compreso.

Illusa, ecco cos'era Freya. Pensava di convincere Hagen raccontandogli come realmente fossero andate le cose. Lui però aveva reagito diversamente da come ella si aspettava, le aveva dato della traditrice. Le aveva detto che era plagiata da Hyoga, ma così non era.
Possibile che Hagen non avesse visto il cambiamento in Hilda, possibile che fosse talmente cieco da non vedere ciò che era più che evidente? Voleva attaccare e difendere il volere di Hilda, ma lei non poteva permetterlo. Non si poteva uccidere così a freddo una persona che cercava al contrario di chiudere le controversie. Si parò davanti al cigno, non lo avrebbe permesso, fino a quando avesse potuto avrebbe difeso il santo di Athena.
Perché? Perché Hagen non ragionava e perché anziché abbassare il pugno glielo rivoltava contro! Amici, erano amici, e lui stava gettando tutto al vento per cosa? In none di quale ideale? Una guerra senza senso mossa da fili malefici e sconosciuti.
Non poteva permetterlo così aveva affrontato il suo destino e si era erta a difesa dal saint. E lui aveva colpito, lanciando al massimo il fuoco del meriggio. Freya era rimasta impettita ma Hyoga l'aveva afferrata per le spalle e subito aveva preso il suo posto cercando di proteggerla. Urtarono contro le pareti della caverna e nel contraccolpo Freya perse i sensi; al suo risveglio trovò il corpo inerme di Hagen riverso al suolo. Pianse, oh se pianse la principessa. Aveva perso un amico, il solo ed unico amico che ella avesse avuto, anni e anni di amore e amicizia buttati al vento in nome del potere.
Lo raggiunse sfiorando la sua mano, cercando un ultimo contatto e poi di nuovo perse i sensi.

Agápi gia ton Olýmpou (Saint Seiya)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora