(Cercherò di essere breve e concisa nel raccontare questo mese di transito NdA)
Priona - 18-07-1990
Alessandro era rientrato a Priona appena Giulius era tornato in Tracia a raccontargli gli ultimi eventi in Giappone. Qualcosa non era andato come aveva progettato, i giganti si erano messi di mezzo. Maledizione!! Una storia che sarebbe dovuta subito essersi conclusa era stata prorogata, senza Eireen non avrebbe potuto purificare l'anima di Giulia ed il giovane Ares iniziava a perder la pazienza.
Doveva comunque fare qualcosa, avvertire i genitori di ciò che stava accadendo sommariamente, non poteva dire loro che aveva un piano quindi doveva andarci con i piedi di piombo.
Una volta al tempio di Zeus Alessandro chiese udienza col padre, sua sorella Rosa lo raggiunse e con lui c'era anche Saga, rivederlo dopo tanto tempo risvegliò in lui tanti ricordi.
Emozioni contrastanti, erano stati compagni seppure in modo discreto, si erano promesso che entrambi avrebbero protetto sempre Rosa ed era stato presente quando aveva visto nascere i loro gemelli.
"Sorella mia." Disse Alessandro andando ad abbracciarla.
"Cosa ti rende così inquieto Alessandro, sbaglio o sei sul piede di guerra?" Chiese ella baciandogli le guance mentre ricambiava il suo abbraccio.
"Athena ha ucciso mia moglie, secondo te come posso sentirmi?" Disse lui con dolore.
Il gigante aveva ucciso sua moglie condannandola tra le spira di Gea in realtà.
"Questo non ti autorizza a scontrarti con lei." Intervenne la voce di Zeus. "Pensavo di essere stato chiaro, come credo che le parole delle tre Ore siano state ancora più importanti."
Seguito da Hera, Hercules, Shion e Kyros, il padre degli dei giunse al suo trono e vi prese posto guardando i due figli e Saga dei gemelli che si teneva poco distante.
"Le Ore hanno detto dopo questi eventi infausti che si stanno susseguendo. E lo sono realmente infausti!" Disse Alessandro al padre.
Gián scosse la testa. "Forse non hai capito che non voglio scontri tra fratelli io stesso. Non sarai venuto qui per questo motivo, sai già che non ti appoggerò."
Alessandro strinse la mano destra a pugno e guardò suo padre. "Ti ho giurato che avrei pensato a Gea facendola uscire allo scoperto e lo farò. Se in tutto ciò Athena si mette in mezzo, uccidendo mia moglie io e solo io prenderò le mie decisioni."
Zeus strinse le mani intorno ai braccioli, Alessandro gli aveva detto che aveva un piano per Gea e gli credeva. Gli aveva dato fiducia, era un guerriero ed uno stratega nato e sapeva che sarebbe riuscito. Ma combattere contro Athena? Non poteva permetterlo e stare lì a guardare.
"So io con chi allearmi padre e non sei tu il mio alleato. Volevo infatti chiedere ad Eireen di appoggiarmi, di pensare a me per una volta e non ad Athena. Gea è un nemico comune che riguarda solo lei e per vincere contro la madre terra ho bisogno che la pace sia con me." Affermò Alessandro.
Gián lo osservò ed annuì alla sua affermazione, un sorriso apparve sul suo bel volto. "Credo sia un'ottima strategia, a Miho non interessano le guerre, sai che è contraria e non le accetta. Ma è anche vero che vorrebbe tutto finisse presto, l'ho incontrata e siamo stati insieme fino a qualche giorno fa, va pure da lei e chiedi di parlarle."
Alessandro chinò il capo amareggiato, lo sguardo fu notato dal padre ma anche da Rosa. "In realtà ho mandato Giulius il mio comandante in prima come messaggero padre mio." Disse lui.
"E... perché quella faccia. Miho si è rifiutata di spalleggiarti? Avresti dovuto comunque aspettartelo." Disse Zeus, come gli aveva detto era una dea pacifica.
"Peggio!" Disse il ragazzo alzando lo sguardo azzurro sul padre. "Miho era in auto diretta all'aeroporto, la sua auto è stata intercettata da un gigante. Il mio guerriero l'ha visto ed ha provato a contrastarlo, ma Eireen racconta lui, gli ha detto di pensare alle persone innocenti e non a lei."
Zeus si alzò seduta stante dal suo scranno. Un gigante contro Miho? Perché? "Non le hanno fatto del male, nessuno può toccarla." Disse spaventato.
"Nessuno che voglia attaccarla. Il gigante non lo ha fatto perché aveva contro il mio Bersekers e il tuo gold saint. Non si è proprio permesso di attaccare nessuno, ha afferrato l'esposta Miho ed è sparito con lei tra le fauci della terra che si è aperta intorno a loro. Giulius dice che Aphrodite si è gettato al suo inseguimento prima che la terra si richiudesse intorno a loro."
Gián si mise le mani in testa disperato. Avevano preso Miho, l'avevano portata via e c'era di mezzo Gea se la terra si era aperta sotto i loro piedi.
"Mi dispiace padre. Ma Giulius dice che quando Eireen ha dato ordine di non attaccare si è sentito come impossibilitato nel combattere. Ha fatto ciò che gli è stato chiesto, ha protetto le persone in strada intorno a loro." Disse serio Alessandro, anche lui disperato come il padre.
"Sappiamo chi era il gigante?" Chiese Rosa spaventata, se erano arrivati a prendere Eireen significava che Gea stava diventando molto più potente di ciò che pensavano.
Ares scosse la testa. "Non so chi sia sorella, mi dispiace. Sento però che molti colpi di stato si stanno aprendo in giro per il mondo, tante guerre civili prendono il sopravvento."
"Cosa possiamo fare, come possiamo ritrovare Eireen?" Chiese Zeus.
"Divino Zeus se mi permette..." Intervenne Saga.
Gián si voltò verso il marito di sua figlia e fece un cenno con la testa. Al che il gemello prese parola.
"Se ho ben capito le tre Ore hanno sentenziato separate la volta scorsa, quindi tra di loro sono in grado di stabilire un contatto empatico o psichico se ho ben capito."
Gián annuì. "Si quando parliamo di fratelli come le Ore o le Moire c'è un legame tra di loro anche a distanza di migliaia di chilometri."
"Allora abbiamo due modi per trovare la divina Eireen, il primo che sarebbe implicare le sue sorelle. Il secondo permettere a me o a Shion di contattare Aphrodite di Pisces per carpire qualcosa."
"Aphrodite..." disse Gián guardando il figlio. "Hai detto che è riuscito a seguirla."
Alessandro annuì. "Poco prima che si chiudesse la falla padre."
"Proviamo così Saga, se per ora possiamo evitare di mettere in pensiero Marin te ne sarei grato." Ordinò il padre degli dei.
Saga annuì e senza indugiare in chiacchiere inutili dopo essersi scambiato uno sguardo di intesa con Shion espanse il cosmo ed aprì la mente alla ricerca di Aphrodite.
"Saga... sei tu?" Chiese una voce dolce nella sua mente.
"Ancora mi riconosci Aphrodite, ne ho piacere." Disse il gemello.
"Ti dico già che per qualsiasi tua richiesta non sono disponibile." Disse però il Pisces
"Volevo sapere dove sei, se Eireen è con te e come ella stia." Rispose schietto Saga.
"Ok... siamo in una montagna, seguiamo un tunnel, sicuramente non tracciato da Polemos, il gigante che ha preso Miho. Lui adesso ci ha abbandonato, da un po' in realtà non ho più cognizione del tempo. Lei sta bene e non si lamenta, cerchiamo di parlare poco per conservare quanto più ossigeno possibile e... se ho ben capito siamo diretti nelle terre dei giganti."
Saga osservò le persone che lo circondavano e riferì loro tutto ciò che gli stava dicendo Aphrodite.
"Conosco Polemos, per quanto sia il gigante della guerra civile non è forte. O almeno non lo sarebbe se Eireen fosse libera." Intervenne Ares.
"Sicuramente è stata Gea a creare questo passaggio nella montagna." Disse Hera preoccupata.
"Aphrodite dice che è un tunnel di solo andata, appena terminato il loro passaggio alle spalle si erge un muro." Disse Saga che era ancora in collegamento con l'amico.
"Stanno bene però." Chiese Kyros.
Saga scosse la testa. "Aphrodite è preoccupato per Miho, è affannata e più si inoltreranno nella montagna meno ossigeno avranno. Dice che lui non avverte la stessa pressione, questo perché non aspetta un bambino forse."
"Lui è morto!" Disse Rosa. "Cioè voi eravate esseri umani, adesso siete esseri immortali! L'aria che respirate di qualsiasi tipo non vi porta alla morte, perché teoricamente..."
"...siamo già morti." Terminò Shion per la divina Aphrodite.
"Eireen vuole sapere come stanno Giulius, Mimiko e l'autista." Disse Saga.
Ares teneva lo sguardo basso sul pavimento, le mani stretta a pugno. Avrebbe voluto uccidere qualcuno subito, avvertiva i rumori della guerra intorno a se ed era stato Polemos. Il gigante che aveva messo in pericolo sua sorella.
"Stanno bene..." disse sollevando il capo. "Le terre dei giganti si trovano in Tessaglia, a Larisa approssimativamente, lei era in Giappone. Non arriverà viva in Grecia." Disse lui sconvolto.
"Undici ore in volo fatte a piedi e non sappiamo quale percorso abbia deciso per lei Gea." Disse Gián alzandosi e raggiungendo il gruppo. "Dobbiamo trovarli."
"Non trovo il suo cosmo. Riesco solo ad avere un contatto psichico con Aphrodite." Affermò Saga. "Dice che anche Eireen non riesce ad espandere il suo cosmo."
"Questo è un problema. Dì ad Aphrodite che sto mandando Hermes alla loro ricerca. Sanno in quale catena montuosa potrebbero trovarsi?" Chiese Zeus.
Saga annuì e pose la domanda ad Aphrodite.
"Secondo te? Stiamo seguendo un tunnel a senso unico l'unica luce che abbiamo sono poche fiaccole sulla via. Ovvio che non lo sappiamo." Disse Valentin all'amico.
Saga osservò Zeus consapevole di non potergli dire del tono sarcastico dell'amico e rispose. "Non sanno dirlo dal tunnel dove si trovano."
Zeus annuì. "Va bene, digli che ci faremo sentire presto tramite te o Shion e di resistere fin quando non li troveremo."
Saga fece giungere il messaggio poi si rivolse al gruppo. "Resisteranno e lui proteggerà Eireen, entrambi vi salutano."
Gián annuì e dopo aver concluso quella riunione chiese la presenza di suo figlio Hermes lì in Grecia. Doveva ritrovare sua figlia e presto.
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Agápi gia ton Olýmpou (Saint Seiya)
FanfictionPrologo di Saint Seiya dopo i fatti di Hades. © M. Kurumada © Michi Himeno © Shingo Hiraki © Toei L.T.d Storia basata sulla saga del maestro Kuramada Saint Seiya. Vietato copiare i diritti di copyright