Kohotec (Sasha Jacuzia; Siberia occidentale) 1º luglio 1990
Inaspettatamente Camus aveva optato per prendere un autobus che li portasse nel Kohotec. Nonostante fossero partiti presto era un po' che il pullman scorreva sulle strade innevate del distretto sovietico. Avevano passato già un paesino e una foresta di conifere, forse erano quelle di cui Camus le aveva parlato raccontandole di Fryg, pensò Freya. Passarono altri due paesi quando Freya si accorse della presenza di un cosmo nemico. Si guardò intorno, nell'autobus c'erano almeno altre dieci persone. Lei e Camus si scambiarono uno sguardo, si alzarono e presero i loro zaini.
"Noi scendiamo qui." Disse l'acquario all'autista che si fermò alla prima fermata disponibile.
Quando furono scesi i due si guardarono intorno, o più che altro in alto alla ricerca delle furie o delle arpie. Ma non videro nulla!
Camus allora continuò a guardarsi intorno e indicò a Freya una strada.
"Da questa parte vieni. Siamo vicini al Kobotech, subito dopo questa valle."
"Vai ormai sono diventata un'esperta nelle scalate." Disse lei sorridendo e restando in allerta proprio come Camus.Hyoga era appena tornato dal suo sopralluogo. Fryg era sulla porta ad osservare la strada su un punto preciso mentre parlava con Svetlana, la sua vicina e la donna che le era stata accanto quando il suo maestro aveva trovato la bionda in una foresta poco distante da lì. Sembrava serena, molto di più del giorno prima ed era rilassata.
Le spalle erano poggiate alla parete esterna della sua casa, indosso aveva una maglia gialla oro ed i pantaloni neri coperti dagli scalda muscoli e gli stivali. Niente grembiule, segno che aveva finito le pulizie e che il pranzo era pronto.
Ad un certo punto la sua attenzione fu presa dall'arrivo di un bambino dai capelli rossi, gli occhi verdi come i suoi e la giacca sbottonata.
"Jacov, quante volte devo dirti di tenere la giacca abbottonata." Lo ammonì
"Fa caldo mamma!" Rispose lui.
Lei scosse la testa, per quanto facesse caldo erano comunque a 6º e avrebbe potuto prendere un accidente. "Se sei sudato ti verrà la febbre, vuoi stare con Hyoga fin tanto che e a casa vero?" Gli chiese giocando d'astuzia.
Lui sbatté le palpebre e annuì correndo in casa e salutando Svetlana.
Hyoga decise allora di raggiungere la famiglia e alzando una mano salutò l'anziana russa sulla sua soglia.
"Ho delle novità." Disse a Fryg che annuì e si congedò da Svetlana per entrare in casa.
Una volta dentro la donna invitò Jacov ad andare a lavarsi e iniziò a mettere su la tavola.
"Lo hai visto?"
Lui annuì "Si nasconde sulle montagne e non è solo."
Lei sgranò gli occhi. "Co... ci sono altri giganti?" Chiese lei.
Lui scosse la testa. "No, ho visto però delle donne in armatura, con delle ali nere. Erano quattro, due avevano un tipo di armatura e anche le altre. Non so se c'era qualcun altro, ho provato anche a seguirle una volta che due di loro sono partire in volo." Le spiegò.
"Non ho visto nulla planare sul villaggio." Disse lei mettendo a tavola la zuppa di pesce.
"Perché sono andate oltre la collina, allora io sono venuto qui. Almeno se attaccano abbiamo una difesa." Disse Hyoga.
Nonostante non si fossero dirette in Kohotec lui restava in allerta, quando Jacov li raggiunse andò a lavarsi le mani e poi presero tutti a mangiare. Una volta terminato Hyoga propose a Jacov di allenarsi un po' mentre la madre rassettava la cucina. Il piccolo accettò così il cigno disse a Fryg dove avrebbe potuto trovarli una volta che avesse finito ed andarono in una landa poco distante dal paese.Freya e Camus avevano scalato la collina che li separava dal villaggio in modo relativamente tranquillo, quando iniziarono la discesa notarono un ombra nera che li sovrastava. Camus prese per mano la principessa di Asgard e iniziò a correre per nasconderla alla vista del nemico, intanto la neve resa morbida dalle prime ondate di calore agevolava loro la discesa.
"Non attaccano, è strano!" Affermò Camus nascondendosi con lei dietro delle dune di neve.
"Non sono le arpie che ci hanno attaccato in Kazakistan." Affermò la principessa. Queste non erano donne che avevano armature artigliate, ma erano uccelli mostruosi che li seguivano.
Continuarono a restare nascosti fin quando gli uccelli non sparirono. Si rimisero in cammino questa volta di buona lena.
"Ce la fai a correre?" Le chiese Camus.
Lei gli sorrise e annuì "Certo che sì." Disse affrettandosi.
Intanto delle urla si levarono per l'aria gelida della valle, i due continuavano a scambiarsi sguardi preoccupati e poi verso il cielo. Ad un certo punto vennero scaraventati in avanti da una scossa che fece tremare la terra e staccare delle slavine dalla cima della collina.
Camus afferrò Freya per attutirne la caduta e proteggerla dalla neve che stava arrivando, ma entrambi mentre razzolavano nella neve persero l'equilibrio per via di un'altra scossa.
"Ci sono terremoti da queste parti?" Urlò Freya mentre sollevava un braccio a coprirsi il viso.
Camus scosse la testa. "Assolutamente no. C'è qualcosa che non va, fa come me, arriveremo prima a valle." Le disse allora lasciandola, doveva metterla al sicuro e lì non lo erano.
Lei annuì e fece ogni suo gesto, corse verso valle e quando lo vide scivolare sulla neve e stendervisi lei fece altrettanto. Presero a slittare verso valle, sempre più veloci mentre altre scosse giungevano a distanza di tempo. Freya poté notare in alto in cielo di nuovo i mostruosi uccelli ed al loro fianco eccole le arpie e altre donne alate al fianco.
"CAMUS!" Urlò
"Le ho viste, ci attaccheranno." Disse lui mentre continuavano a scivolare verso la valle.
"SONO DI PIÙ QUESTA VOLTA." Gridò lei, e lui era senza un armatura e doveva e voleva difendere anche lei.
"PER ORA PREOCCUPIAMOCI DI FARTI ARRIVARE A VALLE." Disse saettando tra un ostacolo e l'altro.
Lei non annuì ne disse nulla, poiché non l'avrebbe vista o peggio se diceva di volerlo aiutare avrebbero discusso. Però espanse il suo cosmo e chiese aiuto a sua sorella Ebe.
"Sorella mia ho bisogno di te. Come sei riuscita a creare una Cloth divina negli inferi?" Le chiese nella speranza che la sua richiesta arrivasse a destinazione.
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Agápi gia ton Olýmpou (Saint Seiya)
FanfictionPrologo di Saint Seiya dopo i fatti di Hades. © M. Kurumada © Michi Himeno © Shingo Hiraki © Toei L.T.d Storia basata sulla saga del maestro Kuramada Saint Seiya. Vietato copiare i diritti di copyright