PREMESSA: Poiché spesso trovavo incoerente che personaggi di 13 anni avessero comunque delle responsabilità di persone maggiorenni ho fatto un salto di età a tutti i personaggi che è di +3 per tutti quindi la guerra galattica inizierà il 1989 anziché il 1986. Terrò invece tutti gli eventi in ordine cronologico, quindi la storia si completerà nell'arco di aprirle 1990, 24/25 ('87 nel manga) contando anche il tenkai hen e l'inizio next dimension. La FF nonostante sia un What if? Cerca di collegarsi a tutti gli eventi accaduti in manga, anime e spin off per questo qui verranno raccontati i buchi mancanti. PS in riferimento a Saintia Sho prendo solo situazioni coerenti con il manga/Anime Originale
INFORMAZIONI VARIE: Per la famiglia di Rosenberg mi sono riferita a nomi svedesi che potessero riportare tutti alla parola amore, Love, Valentin e Kari sono nomi maschili svedesi molto usati; Rosberg in svedese significa: Ramo di rosa; Jarfalla è una contea di Stoccolma ed anche la cattedrale di Stoccolma sono posti realmente esistenti;
ATTENZIONE: © delle Fanart prese in giro per il Web se le riconoscete come vostre basta che me lo facciate sapere e provvedo a inserire i credits
COPYRIGHT: Storia basata sulla saga del maestro © Masami Kuramada ©Saint Seiya; Tutti i diritti della serie sono del sensei, della Toei e della casa editrice Shueisha; Per le immagini © Michi Himeno © Shingo Araki;
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0.03.1966 Jakobsberg (Järfälla contea di Stoccolma.)Sven era in attesa fuori la sala operatoria che sua moglie Ylve mettesse al mondo il loro ultimo genito. Sven era un uomo grosso e rozzo, dai capelli scuri e gli occhi color del ghiaccio. Il tipico uomo che si sbarbava solo alla domenica, giorno dedicato al signore ed in cui si andava tutti a messa. Capelli scuri ed occhi verdi, il pescatore e sua moglie erano molto fedeli. Lui, Ylve e i loro quattro figli, il maggiore Love così tanto somigliante a lui, la bella Lena e il suo gemello Kristjan, con i capelli chiari e gli occhi scuri e infine il piccolo Kari di soli tre anni, erano una bella famiglia. Tutti aspettavano trepidante l'arrivo dell'ultimo che maschio o femmina che fosse si sarebbe chiamato Valentin, Ylve aveva già deciso.
Solo quando il gemito del bambino attraversò le porte Sven si rilassò commosso. Il bambino strillava tanto, segno che era in salute e che era forte. Dopo un po' dalla sala operatoria uscì il medico, il volto scuro e lo sguardo basso. Era accaduto qualcosa? Il bambino non stava bene?
"Mi dispiace Sven... purtroppo Ylve è venuta a mancare prima che esalasse l'ultima spinta e mettesse al mondo il bambino."
Sven smarrito scosse la testa, strinse per le spalle Love, la gola secca.
"No.. non è vero! Non ci credo!" Sussurrò
"È uno scherzo dottore. Vero?" Disse allora Lena.
Ma il medico scosse la testa. "Purtroppo no. È stato tragico e anche miracoloso, non sappiamo come il bambino sia riuscito a sopravvive nonostante avesse i cordoni a stringergli il collo e Ylve ormai fosse perita. Ma è vivo ed ha dei polmoni di ferro." Spiegò l'uomo mentre la famiglia lo ascoltava in lacrime.
Quel giorno la loro famiglia aveva perso un elemento importante, il perno! Ylve la madre migliore che quei bambini potessero avere.
...
Nonostante fossero passati tre anni Valentin si era scoperto meno forte di ciò che pensava Sven. Era mingherlino, dal fisico sottile e una sensibilità che avrebbe potuto essergli fatale crescendo. Non toccava i pesci che pescavano Valentin e non voleva neanche scartarli. Provava ribrezzo alla puzza di questi, storceva il naso e si rifiutava facendo i capricci. E purtroppo Sven e il resto dei figli gli concedevano quei capricci.
Era bellissimo Valentin, aveva i capelli ondulati e chiari di Ylve, come anche gli stessi occhi azzurri chiaro e le labbra piene. Sembrava una bambola di porcellana che sembrava trovare serenità solo tra i roseti che si trovavano nelle serre del paese. Tutti nella contea lo ammiravano, eppure quel bambino con la sua gracilità preoccupava Sven, lo amava ma ne era deluso, costantemente.
Poi quell'anno, alle porte di un nuovo inverno, di quelli rigidi che si trovano tra le lande svedesi, accadde l'impensabile. Aveva quattro anni Valentin quando un uomo potente di Järfälla bussò alla porta di casa Rosgren. Quell'uomo era venuto a fare affari, a comprare qualcosa che non aveva prezzo oppure a prenderselo con le sue stesse mani, senza chiedere.
Il suo aspetto era curato, indossava dei capi in lana di qualità ed il viso era sbarbato. Poteva sembrare bello, ma non lo era. Gli occhi scuri erano freddi e cattivi; le labbra non sorridevano realmente, ghignavano; i capelli neri erano tirati indietro a scoprire il volto e le mani curate erano ferme nelle tasche dei pantaloni.
"So che questa casa che avete in affitto vi costa tanto Sven!" Disse all'uomo mentre Love invitava Lena a portare Kari e Valentin fuori dalla stanza. Quelli erano affari da grande, lui e Kristjan potevano restare. Ormai a tredici e dodici anni ci si poteva definire adulti quando si crescevano gli altri fratelli e si portava avanti una casa.
"Lavoriamo sodo e riusciamo a permettercela." Stava dicendo Sven mentre i figli si allontanavano. Ma Kari e Valentin erano curiosi e dopo che Lena ebbe raggiunto gli altri si misero a spiare dietro la porta. Quell'uomo cattivo, così lo definiva Valentin, non gli piaceva. Era brutto e a lui le cose brutte non piacevano!
"Si ma vedete, ho comprato le proprietà da Corrinson e adesso questa casa appartiene a me. Il vostro affitto sta aumentando a dismisura." Affermò il tipo dicendo poi una cifra che Sven sapeva di non potersi permettere.
"Quindi cosa volete in cambio? Una percentuale sulla pesca?" Chiese allora amareggiato Sven
"No... non mi interessa la pesca. Sono una persona abbastanza viziosa e punto in alto. Vostra figlia Lena in sposa." Disse allora puntando la ragazza alle spalle del padre.
Sven scosse la testa "Cosa volete da mia figlia?" Non poteva chiedergli quel tipo di scambio
"Oh andiamo Rosgren avete cinque figli. Non ditemi che non avete capito cosa si cerca da questa splendida creatura... ah no! Lei è bella vero però si dice che tra i vostri ragazzi abbiate anche il figlio di Aphrodite."
Sven inorridì, non poteva dare in sposa a quel vecchio la sua giovane figlia. Neanche per tutto l'oro del mondo. "Non ci sono figli di Aphrodite qui. Solo i cinque figli di Sven e Ylve Rosgren."
"Assurdo! Non ascoltate le voci che girano per il paese. Un bambino che doveva morire è invece riuscito a sopravvivere alla madre e al suo destino. Un bambino bello come il sole e delicato come la brina. Chiamano così vostro figlio Valentin in paese: il figlio di Aphrodite." L'uomo guardò minaccioso Sven
"Vostra figlia in sposa o ucciderò il bambino per cui vostra moglie ha dato la vita."
Sven ancora scosse la testa. "Non posso... non posso darvi in sposa la mia bambina... non posso farvi avvicinare ai miei figli tutti." Disse spaventato
Il moro si alzò allora dalla sedia lasciando cadere sul pavimento in legno e si avvicinò con sguardo minaccioso a Sven afferrandolo per la gola. "Avete il coraggio di dirmi di no?"
Lena urlò, suo fratello Love le si mise davanti per difenderla e intanto l'uomo urlò due nomi.
"Igor, Alf... entrate!" Ordinò. "Adesso capirete cosa vuol dire mettersi contro Orsten Strojöm!" Due uomini alti e grossi quanto due armadi entrarono nel piccolo appartamento.
E intanto Strojöm tirò fuori un coltello dal taschino della giacca e affondò la lama nello stomaco di Sven lasciandola penetrare a fondo. Sven strabuzzò gli occhi ma tenne salda la presa sul coltello e se lo sfilò mentre Strojöm lo lasciava andare.
Intanto gli altri due uomini si fiondarono sui ragazzi, uno afferrò Kristjan per la testa con la sua grossa mano e in un solo gesto gliela stritolò; l'altro invece si dedicò a Love, iniziò a prenderlo a pugni in viso, allo stomaco ed alle gambe; Lena urlava e piangeva di fronte a quella scena mentre Strojöm si avvicinava a lei afferrandola e inchiodandola al muro. La ragazza sembrava un pezzo di ghiaccio dalla paura mentre l'uomo le strappava le vesti. Cosa stava accadendo?
Sven in un ultimo grido disperato e indebolito dal sangue che stava perdendo si fiondò sull'uomo allontanandolo dalla figlia e scaraventandolo via.
Ma questi era più forte ed ora che il suo uomo, quello rosso, aveva ucciso il suo piccolo Kristjan aveva man forte.
Urlava Lena, riprese ad urlare e allora Valentin aprì la porta. Era piccolo! Non capiva cosa stava accadendo, ma il sangue ed il bel viso tumefatto di suo fratello Kristjan, le strilla di Lena, suo padre e il suo Fratellone inermi.
Qualcosa scattò in lui, iniziò ad urlare mentre dal profondo del suo essere esplose una forza che non sapeva di possedere! Un onda energetica esplose intorno a lui, quei tre, i cattivi... andavano spazzati via. Lontano dalla sorella, dal padre, da tutti. Spaventato Kari rimase dietro la porta mentre la potenza dell'energia emanata da Valentin devastava la stanza andando a fare del male ai tre uomini.
Solo quando Lena gli cinse le braccia il piccolo trovando il suo calore si fermò. Intorno a lui era tutto distruzione, i tre uomini giacevano inermi, ma non erano loro che preoccupava i tre fratelli bensì Sven e Love.
Il bambino andò a fiondarsi sul padre, era stanco e spossato, distrutto! Ma aveva bisogno del calore confortante di suo padre.
Lo raggiunse e lo abbracciò "Sei forte Valentin." Disse l'uomo con voce roca, lo guardava con orgoglio stringendo un braccio attorno all'esile corpo "Forte e bellissimo. Cresci sano e abbi cura di tua sorella figlio mio..."
"Papà... papà no..." pianse il bambino mentre la presa dell'abbraccio paterno lo abbandonava.
Le lacrime di Lena e di Kari si persero con le sue nella notte di Järfälla. Vani furono i tentativi di medicare Love, vana l'idea di poter tornare la bella famiglia di un tempo.
Il mattino dopo con l'aiuto dei vicini i tre bambini seppellirono il padre e i fratelli. Non tornarono nella casa che fino a quel giorno avevano condiviso, una vicina li aveva portati a casa sua, dove avevano mangiato e poi riposato tutti e tre stretti gli uni all'altra.
Restarono lì due giorni fino a quando un uomo non bussò alla porta di casa.
Assomigliava a Strojöm in maniera impressionante e facendo tutti da parte fissò gelido Valentin. Lo prese per il mento con due dita e lo tirò su
"Sono venuto alla ricerca del bambino che ha ucciso mio fratello." Affermò cinico "D'ora in poi sarai alla mia mercé e riscatterai il deciso di morte di Orsten con i tuoi servigi, imparerai che solo chi ha potere vince, tutto il resto è relativo." In un gesto lo lasciò andare lanciandolo contro il muro, prese Lena per un braccio e la fece portare via da un uomo.
"Preparatevi che si va!" Ordinò l'uomo.
Così iniziò il periodo più brutto della vita di Valentin.
Non se lo aspettavano davvero i Rosberg di essere ceduti facilmente a Strojöm. Ma effettivamente chi poteva permettersi di mantenere tre ragazzini? Furono portati in una villa immensa dove una governante si prese cura di loro lavandoli, pettinandoli e vestendoli di tutto punto. Valentin si sentì in un attimo un principe con quella camicia di seta dalle maniche svasate.
Nella loro stanza, una volta soli tutti e tre, Lena prese a pettinare i suoi capelli chiari. Cercava di far passare loro il terrore distraendoli, piangeva accovacciato tra le sue braccia e Kari non sapeva cosa fare, era troppo piccolo per saperlo, poteva crescere in così poco tempo.
"Cosa accadrà adesso?" Chiese allora Kari a Lena.
Lena scosse la testa e per distrarre Valentin prese i trucchi che la governante aveva lasciato, disegnò le labbra di Valentin con un rossetto lieve poi gli smaltò le unghie dello stesso colore. Forse quei gesti servivano più a lei, che temeva il suo destino e sapeva quale potesse essere che il piccolo Valentin. Il bambino si guardò le unghie rosa estasiato e abbracciò la sorella.
Qualcuno bussò alla porta, la governante venne a prepararli per la notte poi guardò Valentin tutto truccato.
"Tu lava la faccia a tuo fratello prima di andare a dormire." Ordinò a Kari. Poi prese Lena per mano. "Tu invece vieni con me. Il signore ti aspetta!" Le ordinò e Lena abbassando lo sguardo annuì baciando i fratelli sulla fronte.
"Siete bellissimi. Restate sempre così." Disse loro allontanandosi verso la porta.
Kari prese il suo fratellino per mano e scostò le coperte, anche lui aveva voglia di piangere adesso.
"Vieni Valentin." Disse al fratello che lo raggiunse sul letto.
Valentin aspettò che le due uscissero poi guardò il fratello che aveva preso a piangere tra i cuscini. Lui stava bene, aveva mangiato ed era bellissimo, non voleva dormire però...
"Notte Kari." Disse al fratello scendendo dal letto e lasciandolo lì a piangere. Uscì dalla stanza e cercando nell'ombra dei corridoi trovò la sagoma della sorella e della governante. Le seguì in silenzio fino a che non giunsero a una porta dentro la quale entrò la sua sorellina.
La vecchia governante si inchinò ed andò via proseguendo.
Perfetto, adesso poteva andare da Lena Valentin e chiederle di raccontargli una storia. Si avviò alla porta ed aprì trovando sul letto Lena con il signore Strojöm che le sfiorava i sensi nudi.
Sussultò il bimbo distraendo i due, Strojöm si voltò e incontrò lo sguardo del piccolo restandone piacevolmente colpito.
"Valentin che ci fai qui?" Chiese Lena
"Non ho sonno!" Disse Valentin, voleva una storia.
La sorella fece per riprenderlo ma Strojöm alzò la mano. "Lena torna nella tua camera. Ho cambiato idea!" Disse l'uomo alzandosi e avvicinandosi a Valentin cui carezzò una guancia. "Sei molto bello lo sai?" Disse allora lui
Valentin sorrise. Si lo era e lo sapeva. "Signore la prego... venga qui!" Disse Lena disperata
"Copriti e torna da tuo fratello ragazza. Il figlio di Aphrodite mi farà compagnia questa notte!"
Lena scuoteva la testa terrorizzata, Valentin non capiva, non poteva capirlo. Aveva solo quattro anni e mezzo, cosa poteva sapere di quelle cose. Stava a lei proteggerlo! Si riversò sull'uomo prostrandosi ai suoi piedi e lo supplicò di lasciare il fratello.
Questi con la sua stazza però non si fece problemi, alzò il braccio e fece per schiaffeggiare Lena. La ragazza chiuse gli occhi dalla paura ma il colpo non arrivò, alche riaperti gli occhi vide Valentin che tratteneva il braccio dell'uomo tra le sue mani. Sbarrò gli occhi la ragazza, proprio come stupito li stava guardando Strojöm; quanta forza aveva in quel suo esile corpo.
"Notte Lena." Disse il bambino guardandola supplichevole.
Lena si sentì morire dentro. Valentin stava sacrificandosi per lei anche se non sapeva a cosa andava incontro. Non sarebbero stati ceffoni, di quelli che suo padre non aveva mai tirato, di quelli cui non erano abituati. Sarebbe stato peggio, avrebbero usurpato al suo corpo ancora bambino.
"Vai Lena." Disse allora con un ghigno Strojöm ed ella non poté fare altro che obbedire.
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Agápi gia ton Olýmpou (Saint Seiya)
FanfictionPrologo di Saint Seiya dopo i fatti di Hades. © M. Kurumada © Michi Himeno © Shingo Hiraki © Toei L.T.d Storia basata sulla saga del maestro Kuramada Saint Seiya. Vietato copiare i diritti di copyright