Parte 68ª - A Tokyo

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1º luglio - Grecia
Freya e Fryg erano finalmente atterrate all'aeroporto di Atene. Dopo ore di viaggi e scali erano finalmente giunte a casa.
Appena atterrati Camus si era prodigato per avvertire Zeus del loro rientro e di come per quella notte avrebbero pernottato ad Atene. Il santo di acquario aveva chiesto a Hyoga di scortarli almeno fino a Priona, poi da lì avrebbe proseguito lui a Gravena e Villa Diás con le due dee ed il bambino.
"Posso venire fino alla villa maestro." Gli disse il cigno.
"Credevo ne avessimo già parlato."
"Io e Freya siamo solo amici, sarebbe assurdo nascondere la nostra amicizia." Disse lui, non voleva passare per una persona che si nascondeva agli occhi del mondo.
"Io non dormo con le mie amiche." Rispose lui. Hyoga si sentì arrossire. "È... complicato!?"
"Non per me Hyoga, io ho capito ciò che ancora tu non vedi e che invece Erii vedrà appena vi incontrerà insieme. Ritardiamo questo momento quando ci saranno periodi di pace per favore." Gli chiese alla fine.
"Lasciarti solo con loro due e Jacov a Gravena potrebbe essere pericoloso." Disse lui rivelando le sue vere preoccupazioni.
"A Gravena ci saranno anche gli altri gold, sono sicuro che semmai dovessimo essere attaccati Shura o Death Mask verranno in mio soccorso."
Hyoga fece a malincuore una smorfia. Non si fidava di Death Mask, ma doveva farlo del maestro.
"Sai che non permetterei mai facciano del male a Jakov e Fryg." Continuò il maestro. "Mentre Freya è la mia missione, non le farò torcere un capello prometto!" Disse notando la porta che si apriva e le due ragazze raggiungerli.
Si erano cambiate, adesso indossavano entrambe degli abiti leggeri. Un vestito arancione per Fryg e una canottiera rosa con uno short per Freya, entrambe avevano i capelli legati in modo da essere più fresche. Jacov anche indossava degli short e una maglia a canottiera.
"Pronti per andare a cena." Disse Fryg ai due uomini.
Questi annuirono e Camus andò a prendere la mano al figlio lanciando un ultimo sguardo al suo discepolo.
"Non chiamarmi più maestro. Quella fase è passata!" Gli disse prendendo la moglie per un fianco ed uscendo con la sua famiglia.
Hyoga fece per aprir bocca, ma il maestro ormai era già fuori.
Freya lo osservò seria, il suo amico era turbato per qualcosa e non sapeva cosa fare per aiutarlo.
"Ti aspetto giù." Gli disse dirigendosi alla porta.
Lui si riscosse e le andò incontro. "No no... andiamo insieme."
Lei annuì e si incamminò mentre lui chiudeva la porta della suite.
"Cosa ti preoccupa?" Gli chiese.
Lui non rispose, ma intrecciò la mano alla sua.
"Devi ritornare da Athena." Disse lei.
"È qui che devo essere adesso." Rispose lui.
"Qui io sono al sicuro. Chi cerca me cerca anche gli altri dei e tu Hyoga sei un santo di Athena." Gli ricordò lei.
Hyoga le strinse la mano. "Credi anche lei sia in pericolo?"
Lei annuì sospirando. "Ci sono ben tre dee a Tokyo e una tra queste è mia sorella. Io non posso andare, devo raggiungere Hilda, ha la priorità su Miho." Gli disse fermandosi e mettendosi di fronte a lui.
Anche lei era preoccupata, Hyoga lo lesse nei suoi occhi. Miho! Non aveva pensato che anch'ella potesse essere in pericolo, ma era vero. Aveva ragione Freya, forse Miho era addirittura più in pericolo di Athena. "Lei ha il santo dei pesci in sua difesa. Sta bene tranquilla." Disse cercando di tranquillizzarla.
Freya gli carezzò il labbro con la mano libera. "Ho fiducia in loro. Ma più di tutti mi fido di te!" Disse lei
Lui le afferrò la mano e annuì, aveva dannatamente ragione, il suo posto era con Athena. "Sii prudente in mia assenza."
Lei annuì e gli sfiorò le labbra. "Prometto!"
Hyoga le sorrise ricambiando il bacio e rendendolo più intenso, poi abbracciandola la portò in strada dove la famiglia di Camus li aspettava.
"Avete finito di pomiciare?" Li prese in giro Fryg
Nessuno dei due rispose, anche se entrambi arrossirono. La Moira rise e divertita si diresse verso il locale dove avrebbero cenato.
Trascorsero una bella serata, comune per tutti ma non per loro quattro. Cenarono, ballarono un po' e andarono a passeggiare, poi al rientro ognuno si era chiuso nella propria stanza.
Hyoga e Freya restarono svegli tutta la notte a parlare, amarsi e farsi promesse sulla prudenza. Così al mattino furono i primi ad alzarsi e fare colazione.
Partirono verso Priona poco prima delle otto e al pomeriggio anche se spossati arrivarono a destinazione.
Hyoga salutò tutti alle porte di Gravena, arruffò i capelli a Jacov, abbracciò Fryg ed infine salutò il maestro.
Dopo averlo salutato Camus gli lasciò pochi minuti solo con Freya che lo abbracciò con affetto. Non si dissero nulla, sii prudente e sarò prudente erano stati detti già troppe volte quella notte. "Tienimi aggiornato su Hilda."
"Lo farò e tu salutami Saori." Rispose lei.
"Ce ne vorrà ancora per molto?" Chiese una voce.
I due si staccarono e nel farlo entrambi riconobbero Shura del capricorno.
"Ti avevo detto sarei stata al sicuro." Disse la principessa.
"Vedo. Allora ti lascio nelle sue mani." La salutò definitivamente e facendo un cenno al capricorno lasciò il gruppo.

Agápi gia ton Olýmpou (Saint Seiya)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora