Parte 30ª - Aeolus e Tethis

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Fine Febbraio 1990 - Eolie islands
Marin aveva lasciato la Grecia per raggiungere un obbiettivo, cercare e trovare Seika, la sorella di Seiya. Era convinta che nel farlo sarebbe stata d'aiuto al suo discepolo, che lo avrebbe fatto risvegliare dal coma profondo in cui era finito. In tutta realtà non sapeva da dove iniziare, sapeva solo che doveva partire e per farlo doveva darsi un via. Gli eventi del santuario per quanto l'avessero toccata personalmente non l'avevano destabilizzata, forse delusa da Saga. Lui era stato il suo maestro, si lui l'aveva addestrata a diventare la silver saint che adesso era e venire a patti con ciò era stato difficile ma aveva avuto alla fine un nesso dei perché lei fosse stata sempre protetta dal gran sacerdote.
Ebbene ricordava di come anni prima ella fosse stata accolta lì al santuario dal sacerdote e come questi gli avesse messo a disposizione un saint che la addestrasse nel giusto. L'aveva portata da Tethis e lì aveva conosciuto la sua seconda maestra, la più anziana tra le sacerdotesse guerriero e a detta di Marin anche la più forte.

Anno 1980 - Grecia
Da quel giorno, dopo aver preso possesso della maschera d'argento, Marin non aveva più incontrato il gran sacerdote. Però aveva conosciuto Saga, e tutto ciò che sapeva Marin lo aveva imparato da lui e Tethis.
Saga gli raccontava di come la sacerdotessa fosse un'ottima maestra e di come le avesse affidato senza remore la custodia e l'addestramento di suo nipote Aeolus.
"Lo incontrerai qualche volta. Ma potrai assicurarti che anche se più piccolo di te è molto bravo." Le disse
"Lo hai addestrato tu?" Chiese lei con quella sua voce infantile.
Lui scosse la testa. "Tethis è la persona ideale per il suo addestramento. Lei è il suo compagno addestrarono insieme il padre di Aeolus." Spiegò guardando verso la volta stellare. "Adesso basta parlare di lui. Lavoriamo sul tuo cosmo."
La piccola annuì ed ella stessa guardò verso il cielo "cosa vuoi che impari?"
"Devi imparare a contenere il tuo cosmo. È molto forte e potente, quindi devi imparare a contenerlo e se possibile anche a farlo sparire." Le spiegò Saga.
"Si può fare?" Chiese lei curiosa.
Sul volto di Saga apparve un sorriso cinico. Non glielo aveva mai visto Marin e quasi ne fu spaventata. Ma lui era il suo maestro, non poteva spaventarla. "Io sono bravissimo nel farlo. Chiedi in giro di Saga di gemini, ti diranno che è misteriosamente scomparso."
Lei esclamò di sorpresa "veramente?! Allora io potrò dire che sei il mio maestro!"
Lui scosse la testa "Assolutamente no. Sono in missione segreta per conto di Athena, devo controllare il sigillo di Poseidone ed è importante che nessuno sappia della mia presenza." Disse allora l'uomo.
Marin lo guardò ammirata e riverente, Saga era un grande saint per avere tanta fiducia da parte di Athena. "Giuro che non dirò nulla. Adesso però voglio imparare!"
Saga rise. "Brava ragazza. Adesso al lavoro..."

...
Marin guardò le onde del mare che frastagliavano la costa siciliana. I ricordi andavano, tutto tornava. Tutto! Le assenze di Saga, il fatto che nascondesse il suo cosmo e la sua presenza al santuario, il suo addestramento di percezioni extrasensoriali. Insegnandole a lei era come se Saga si esercitasse su se stesso. Le aveva insegnato tutto, a nascondere il suo cosmo o ad espanderlo, ad essere allo stesso livello lo faceva anche con la mente. Nessuno doveva penetrare attraverso di essa. Aveva fatto un buon lavoro Saga, su di lei e su se stesso. Era stata ingenua a non capire che era stata un mezzo per raggiungere l'obbiettivo. Ma in fondo chi non lo avrebbe fatto? E chi era lei per giudicarlo? Alla fine Saga per lei era stato un ottimo maestro, mai una volta che si fosse sentita presa di mira da lui o solo derisa per il semplice fatto di essere giapponese o donna, anzi.
Grecia 1983
"Il tuo cosmo potrebbe definirsi divino." Le aveva detto un giorno.
"Non penso." Disse lei omettendo la verità che sapeva da tempo. Lui la osservò attraverso la maschera ma lei non lo fece entrare nella sua mente, non gli rivelò i suoi segreti più profondi. Saga le aveva rivolto il solito sorriso cinico, quello che spesso gli concedeva quando c'erano cose che a lei non era dato sapere. Cose che invece adesso sapeva, era l'altra sua personalità e veniva a bussare nella sua mente e ad offuscargli il cuore. Erano i momenti in cui entrambi si esercitavano, lui non entrava nella sua mente e lei altrettanto. Non ci riuscivano perché il maestro era stato bravo con lei.
"Credo di averti insegnato tutto Marin. Il nostro addestramento è finito." Le aveva detto quel giorno Saga.
"Questo cosa significa?" Chiese allora lei. Le sarebbe mancato il suo maestro.
"Significa che devi rimetterti alle decisioni di Tethis e vedremo se potrai indossare le vestigia dell'Aquila d'argento." Disse lui fiero
"Verrai a vedermi?" Chiese Marin.
Lui scosse la testa. "No. Questo è il nostro ultimo incontro, sei stata un'allieva eccellente. Nessuno è riuscito in tre anni a fare ciò che hai fatto tu." Le rivelò Saga con orgoglio. Nessuno tranne i gold saint, ma loro erano nati con un destino mentre quello di Marin ne era certo non era il destino di un saint. "Addio Marin, fai grandi cose."
"Addio maestro." Lo aveva salutato Marin. Non avrebbe pianto, era diventata forte e non era una femminuccia che piangeva ogni tre per due. Si sentiva malinconica sì, perché qualcun altro di importante era andato via dalla sua vita. Però ormai era abituata, la mamma, Touma, i suoi fratelli tutti, il papà. Solo Dimitri si faceva vedere al santuario qualche volta, e non poteva restare neanche tanto. Suo padre invece alle volta veniva a trovarla in sogno oppure invadeva la sua mente nei momenti di bisogno. Si era malinconica Marin perché tutti andavano via!
Era stato un preludio della fine del suo percorso, fine che portava ad un nuovo inizio. Tethis gli aveva rivelato che Aeolus aveva una forza e una potenza di un gold saint.
Aveva solo nove anni eppure lui dimostrava quella forza. Marin si era allenata poche volte col giovane di tre anni più piccoli di lei eppure era riuscita a percepire la sua forza, decisamente notevole. E quella mattina ritrovarsi la maestra con il suo giovane discepolo la stranì. La donna dai capelli biondo oro e la maschera con strisce dorate la aspettava ai bordi di un campo, il ragazzino ritto sull'attenti la guardava con rispetto, il suo viso gli ricordava quello di Aiolia anche se il suo amico era tanto più serio di Aeolus.
"Ho saputo che hai concluso l'addestramento con Saga." Le disse Tethis.
Lei annuì, la sua maestra poggiò una mano sulla spalla di Aeolus.
"Perfetto. Sei pronta per affrontare Aeolus, questa è l'ultima prova per entrambi. Vorrei che vi battesse." Disse Tethis indicando loro il campo.
Marin annuì e guardò il ragazzo. Non era sorpresa L'Aquila, sapeva che dietro quel bambino si celava un gold saint. Presero così a combattere, in fondo a livello di lotta erano allo stesso livello, addestrati dalla stessa donna e con colpi simili. Così iniziarono a scontrarsi.
I colpi volavano nell'aria, decisamente quelli di Aeolus erano più rapidi rispetto ai suoi, arrivavano alla velocità della luce. Ma Marin non voleva soccombere a lui, ne andava del suo orgoglio e di quello dei suoi maestri, se li giocò tutti gli insegnamenti che aveva avuto in quegli anni. Le cose che aveva imparato con Saga e anche quelle che aveva studiato da sola, si perché nonostante tutto c'era un colpo che non le aveva insegnato la sua maestra, lo aveva elaborato da sola studiando la sua aquila che scendeva in picchiata quando voleva artigliare la sua preda.
Si eguagliavano lei ed Aeolus, parava i suoi colpi e contrattaccava, lui stesso li parava portando al massimo il suo cosmo, per poi trattenerlo quando si espandeva troppo. Saga gli aveva detto che non lo addestrava però in quel momento gli vennero dei dubbi che invece lo facesse. Si concentrò allora per chiudere la mente e approdare alla mente di Aeolus, lui non si accorse della sua invasione e procedeva a colpire.
Allora ella lo anticipò evitando il suo colpo, si diede uno scatto sulle gambe e saltò in alto per poi portare una gamba indietro e l'altra a mirare verso di lui. E così fiondò sul piccolo corpo con il suo colpo segreto "ARTIGLIO DELL'AQUILA." Urlò colpendo il ragazzo allo stomaco e scaraventandolo a terra.
Saltò sulle gambe e prese di nuovo la posizione di attacco mentre il ragazzo con un colpo di tosse provò ad alzarsi. Tethis si frappose tra loro e la guardò
"Questo non te l'ho insegnato io." Disse mentre Aeolus le raggiungeva di nuovo in posizione di attacco. "È finita. Ha vinto Marin." Annunciò Tethis.
Aeolus si pulì la bocca sporca di sangue e annuì rilassandosi e avvicinandosi a lei. Anche Marin si rilassò
"È stata dura. Penso che se non mi fossi messa a studiare per conto mio avresti vinto tu. Sei molto bravo Aeolus." Disse la ragazza allungando la mano verso il ragazzino.
Aeolus la guardò e gliela strinse con un sorriso "Sono orgoglioso di aver lottato con te Marin. Spero un giorno di poter combattere al tuo fianco."
Marin annuì, provava per quel bambino lo stesso rispetto. Poi si voltò verso Tethis "Mi dispiace maestra, ho studiato quel colpo da me."
Tethis chinò il capo, la maschera inespressiva come la sua "Hai dimostrato di avere iniziativa. Tutti i miei allievi mostrano di avere a che fare con il lighting plasma. Tu sei andata oltre con una nuova tecnica, brava. Ti sei guadagnata le vestigia dell'Aquila d'argento."
Marin la guardò in attesa, sapeva che aveva altro da dirle, forse dovevano scontrarsi loro due. "Questo è un addio Marin." Le annunciò la sacerdotessa
Marin non disse nulla. Poi chinò il capo con riverenza "Grazie infinite maestra. Le sono riconoscente per tutto ciò che mi ha insegnato."
"E io sono onorata di aver lavorato con te Marin. Sappi che questo giorno per te non è una fine ma un nuovo inizio." Disse la maestra
Marin sollevò il viso, era sicura che sarebbe stato un nuovo inizio e avrebbe incontrato la sua maestra di sicuro al campo di addestramento femminile.
"In questi giorni arriverà un giovane dal Giappone. Il grande tempio ha pensato che per agevolare il bambino nell'addestramento un maestro nipponico possa essere congeniale." Disse Tethis.
Lei annuì, sicuramente le incomprensioni linguistiche erano un ostacolo.
"Sarai una maestra." Disse Aeolus con gli occhi colmi di riverenza.
Marin non aveva capito, guardò sia la maestra che Aeolus. Ma certo, lei era giapponese per loro quindi... sarebbe diventata una maestra. Era onorata ed orgogliosa di ciò ma... "Ne sarò in grado?" Chiese
"Decisamente si. In tre anni hai appreso ciò che altri avrebbero impiegato in più tempo. Aeolus per esempio lo addestro dalla nascita." Rivelò Tethis
Marin osservò il ragazzo che torturò il naso con l'indice e rideva sornione. Annuì la ragazza. "Sarò in grado."
...
Era stata l'ultima volta che li aveva visti entrambi. Aveva saputo col tempo che Aeolus si era trasferito in un luogo distante dal santuario, Tethis aveva continuato ad addestrare nuove reclute fino a quando lei stessa non si era trasferita lo scorso settembre in un isola delle Eolie. Sapeva Marin che sia la sua maestra che Aeolus erano molto legati a Saga, per questo era lì. Se aveva ben capito come era il Saga dall'animo buono non aveva separato Tethis e Aeolus, se aveva capito Saga aveva mandato in quel posto ciò che restava della sua parte buona per proteggerli dalla guerra che il suo alter ego aveva tirato su. Se aveva capito Saga, egli aveva espiato i suoi peccati redimendosi in quel modo.
E una volta giunta in quell'angolo di Stromboli dove a farla da padrona erano solo tre case in fila seppe di aver avuto ragione. La donna anziana non era Tethis, ella non avrebbe mai rinunciato alla sua maschera, portata con orgoglio e coraggio. L'anziana era reticente verso di lei, ma appena nominò il santuario e i gold saint ecco che ella le si mise a disposizione portandola verso l'entroterra, dove un gruppo di sei bambini e ragazzi stavano addestrandosi. Riconobbe quello adulto, aveva capelli neri come la pece, i lineamenti erano identici a quelli di Aiolia quando lo aveva conosciuto soltanto dieci anni prima. La posa del corpo, i muscoli, la tenerezza che vedeva nei suoi occhi blu erano le stesse che vedeva in Aiolia. Non sapeva quale legame ci fosse tra Aeolus e il suo amato, ma era sicura che nelle loro vene scorresse lo stesso sangue. Si avvicinò al gruppo, due bambini biondi stavano seguendo le istruzioni della sua maestra mentre Aeolus istruiva gli altri tre ragazzi. La ragazza però non sembrava interessata a seguire la lezione e prestò invece attenzione a lei distraendo così il resto del gruppo.
Appena notarono la sua presenza Tethis e Aeolus subito le andarono incontro. Aeolus quando la vide la abbracciò con piacere mentre Tethis la guardava mantenendo una certa distanza.
"Marin. Cosa ti porta da queste parti? Saga voleva che questo restasse un luogo sconosciuto." Disse la maestra
Lei annuì "Si lo so o almeno l'ho pensato. Per trovarvi ho dovuto cercare il tuo cosmo Tethis." Rivelò Marin.
"Saga non sa che sei qui! Perché non hai rispettato il suo volere? Egli è il tuo maestro." La rimproverò Tethis
Il sospiro di Marin si espanse nella radura "Che ne dici se ne parliamo in privato?"
Tethis si guardò intorno, poi guardò Aeolus e annuì per congedarli tutti.
Quando furono andati via Marin seguì con lo sguardo Aeolus che andava via. Una volta sole riportò lo sguardo alla sua maestra.
"Poteva restare almeno lui."
Tethis scosse la testa "Saga lo voleva al sicuro qui. Non voleva che il Grande tempio irrompesse nelle loro vite. Perché sei qui?" Disse allora la donna.
"Athena è giunta ad Atene. Le rivolte all'interno del Santuario sono state risolte e la dea ha raccontato di come Aiolos di sagitter l'abbia salvata sedici anni da morte." Affermò allora Marin "L'onore di Aiolos è redento." Finì di raccontare Marin.
Tethis si avvicinò a lei e la afferrò per le braccia. Lievi singhiozzi stupirono la guerriera rossa, Marin la accolse tra le braccia e lasciò che la donna piangesse le sue lacrime.
"C'è stata una guerra interna tra i saint di Athena e i gold saint a difesa del santuario." Disse Marin in un sussurro. Sempre nello stesso tono rispettoso raccontò alla maestra tutto ciò che era emerso, di come Saga fosse succube di una doppia personalità, indole che si era portato dentro in tutti quei sedici anni. Personalità che più gli anni passavano più lasciava prevalere la parte cattiva di lui. Le raccontò a Tethis di come Saga e la dea si erano scontrati alla fine e di come era emersa la parte buona di lui che voleva espiare i suoi peccati alla sua dea. Di come egli si sentiva in colpa di ciò che aveva fatto e di come avesse chiesto alla dea di finirlo così da liberare la sua anima da tutti i peccati. Gli raccontò così la morte del gold saint dei gemelli e della persona più legata ad Aeolus.
Tethis annuiva ad ogni passo del racconto, le unghie avevano affossato nella sua carne candida ferendola, ma Marin non si lamentò. Quella donna portava dentro tanto dolore e la lasciò quindi piangere e sfogarsi.
Quando finalmente si calmò la prima cosa che disse spiazzò Marin "Aiolia?" Chiese
Marin sorrise da sotto la maschera "È a difesa del Santuario e sta seguendo i lavori di ripresa della terra santa." Disse Marin "Lo conoscevi?"
Tethis scosse la testa prendendo fiato. "È mio figlio, l'ho visto nascere ma non l'ho cresciuto. Aiolos ha pensato a farlo dopo la morte del mio compagno."
Marin si sentì in pena per lei, quindi la sua maestra era la madre dei due gold e senza accorgersene aveva raccontato a Tethis più di quello che pensava l'avesse fatta star male. Le aveva rivelato che l'uomo che credeva forse amico suo aveva ucciso suo figlio, lo aveva accusato di tradimento. Marin non sapeva cosa dire.
Fu Tethis ha parlare per lei "Aiolos e Saga erano molto amici. Talmente tanto che Saga aveva presentato ad Aiolos la sua famiglia: Kanon il suo gemello e Melpomene, la sorella maggiore di loro." Raccontò la donna.
Kanon purtroppo non poteva fare addestramento da saint poiché era stato designato Saga come gold dei gemelli, inoltre la leggenda narra che i gemelli tra i gold non siano mai fortunati. Erano malaugurio, così Saga doveva nascondere la sua famiglia.
Ma con Aiolos non lo fece. I due erano diventati talmente legati che si confidavano tutto e avevano ristretto nella loro cerchia le nostre famiglie." Raccontava la donna, ormai era immersa nel suo racconto.
"Quando poco prima della nascita di Aiolia, mio marito Eolí morí, La famiglia di Saga era accanto a noi. Quando dovetti rinunciare a crescere mio figlio Saga era con noi e quando Aiolos e Melpomene si erano fidanzati noi eravamo lì.
Melpomene era molto dolce e bella, eppure aveva un piccolo difetto. Lei era gracile e cagionevole di salute. Un anno prima della notte degli inganni la sorella di Saga iniziò a diventare strana, Saga era convinto che sua sorella fosse un mezzo oracolo, doveva quindi avere delle visioni. Io ho cercato di tirarle fuori le parole ma non riuscii. Andammo avanti per mesi ma lei restava muta, poi lasciò Aiolos. Anche qui le chiesi perché, cosa era successo. Ma lei ancora scena muta. Si allontanò dai fratelli e da Aiolos e noi non potemmo fare nulla per farla tornare sui suoi passi. Melpomene e Saga litigarono in via definitiva quando Saga rinchiuse Kanon a Cape Sunion. Lei non approvava che i gemelli litigassero e decise che col suo mutismo potesse far rinsavire il fratello. Ma Saga era irremovibile, diceva che Kanon complottava contro Athena e non era accettabile. Allora Melpomene andò via per sempre.
Successero i fatti che sai, la notte degli inganni appunto. Aiolos morì e Saga sparì apparentemente, sai non capivo perché non mi venisse a trovare per farmi le condoglianze. Ma adesso è tutto chiaro, il senso di colpa non glielo consentiva.
Poi due mesi dopo la morte di Aiolos lo vidi bussare alla mia porta. Non era solo, con lui c'era Melpomene, aveva una bella pancia e il viso sofferente. Saga era disperato poiché sapeva che sua sorella stava morendo per mettere alla luce un bambino. Quello era il bambino di Aiolos! Melpomene ci disse che aveva tanto voluto avere quel bambino dal ragazzo che amava, tanto da preferire mentire e allontanarsi dai suoi cari per il frutto del suo amore. Ma la gravidanza era troppo per lei e se si pensava che il bambino era figlio di un gold saint il parto sarebbe di sicuro stato cruento.
Così fu! Assistetti Melpomene nella nascita di Aeolus e le promisi che lo avrei addestrato e cresciuto come un figlio. Poco prima di morire sentii i due fratelli parlarsi e confrontarsi; Melpomene chiedeva a Saga di proteggere il figlio da tutto e tutti a costo della sua vita, per amore suo e del suo migliore amico Aiolos. Da allora io e Saga ci siamo presi cura di Aeolus, per Melpomene e per Aiolos, per tenere in piedi ciò che era rimasto di noi." Terminò la donna togliendosi la maschera di fronte a Marin.
Gli stessi occhi blu cerulei di Aiolia la travolsero. Il viso aveva lineamenti delicati e sottili, le rughe intorno agli occhi ne facevano capire l'età avanzata e i dolori che la vita le aveva inferto. Una madre non doveva assistere alla morte di un figlio, peggio una madre non avrebbe dovuto spalleggiare l'assassino di suo figlio. Ma era stato così
"Non posso provare odio verso Saga e verso ciò che è accaduto. Se devo voltare le spalle Saga ha fatto tanto per me e per Aeolus, gli ha fatto da padre quando non era questo il suo compito e alla fine Aeolus è un ragazzo tranquillo e amato." Tethis guardò Marin in volto "Non gli ha fatto mancare nulla. Capisci?"
Marin annuì e sospirò "Saga aveva un anima buona e nobile. Se così non fosse stato non sarebbe mai stato investito dell'armatura dei gemelli. Era il mio maestro e di lui ho conosciuto il volto buono, paziente e devoto. Negli ultimi mesi poi nonostante all'interno del santuario non si stava bene lui mi ha comunque protetta lasciandomi vivere al Santuario e proteggendomi per volere del grande sacerdote. Quindi si, capisco." Disse Marin
"Dovremmo dire ad Aeolus della morte di Saga. Sicuramente ne soffrirà tanto."
Marin ancora annuì "potrei fargli conoscere Aiolia."
Tethis la guardò "Meglio di no per ora. Aiolia e Aeolus non sanno nulla l'uno dell'altro."
"Dovrei mentire ad Aiolia?" Chiese Marin
Tethis la osservò stranita. "Vi conoscete?"
Marin annuì non sapendo cosa dirle, ci pensò un po', poi decise "Siamo amici. Andiamo da Aeolus?"
Tethis annuì per poi rimettersi la maschera. "Lascia che sia io a dirglielo." Le chiese dirigendosi verso le case poco distanti.
Marin la seguì in silenzio mentre pensava a tutta quella situazione. Non sapeva cosa avrebbe detto Tethis ad Aeolus ed era sicuramente il caso che fosse lei a parlare. In fondo era sua nonna, chi più di lei poteva conoscerlo e sapeva come prenderlo.
"Perché non hai cresciuto Aiolia?" Le chiese incuriosita durante il tragitto.
Tethis si fermò e si voltò verso la rossa. "Andreas ed io non eravamo sposati. Sai che ci sono delle leggi dietro noi sacerdotesse, fin tanto Andreas era vivo abbiamo cresciuto e addestrato Aiolos, poi il mio compagno e morto e per non rinunciare del tutto ad Aiolia l'ho lasciato ad Aiolos." Spiegò, aprì la porta della casa e Marin trovò all'interno i sei ragazzi con l'anziana che aveva trovato prima. Ella aveva tra le braccia uno dei bambini biondi, gli carezzava i capelli biondi con affetto, gli occhi colmi di compassione.
Tethis andò a mettersi a capotavola e poggiò i palmi delle mani sul piano in legno. Tenne lo sguardo su Aeolus e poi su uno dei bambini biondi.
"Marin viene dal Grande tempio dove Athena ha fatto la sua comparsa." Disse al gruppo "Purtroppo sì è arrivati a combattere e durante questi scontri alcuni gold saint sono venuti a mancare." Terminò
Marin osservava il gruppo, Aeolus deglutì mentre il bambino biondo si strinse intorno al suo braccio con forza.
La donna strinse ancora più forte l'altro gemello che invece scostò la testa verso Tethis.
"Il mio papà? Perché non è venuto lui ad avvertirci?" Chiese a Marin
Lei non capì e si rivolse a Tethis con un cenno della testa.
"Saga purtroppo... lui e Aphrodite non sono sopravvissuti." Disse rapida Tethis.
Marin osservò i due gemelli. Saga aveva dei figli e una moglie! Non seppe che dire, si trovò fuori posto in quella riunione che appariva di famiglia.
Aeolus prese in braccio il secondo bambino e lo strinse forte a se consolandolo.
"Non preoccuparti. Ci sono io per voi..." diceva carezzandogli la schiena mentre piccoli singhiozzi riempivano la stanza.
Non si poteva! Non si poteva lasciare al mondo bambini così piccoli da un giorno all'altro e lei? Lei era stata anche troppo lenta nel cercarli e nel dare la notizia a Tethis. Stupida che era stata a prendersi tutto quel tempo e loro che già erano soli adesso si sentivano più abbandonato che mai.
Non sopportando più di trovarsi lì uscì dalla casa e iniziò a camminare verso la spiaggia. Non si poteva continuare a combattere ed essere guerrieri quando si aveva una famiglia. Non era giusto che bambini piccoli restassero soli e senza guida. Si sentiva complice di quel lutto, vuota e senza alcun potere. Non era giusto scegliere di combattere e lasciare un vuoto enorme in una famiglia, ma se si aveva forza e saggezza era giusto togliere all'unanimità togliere qualcuno che potesse proteggerla dal male e dalle battaglie.
Seduta sulla spiaggia i suoi pensieri erano intervallati da leggeri movimenti del terreno, lo sguardo perso verso l'orizzonte. Cosa aveva realmente senso e cosa era giusto fare?
Accanto a lei avvertì un movimento, forse era un'altra scossa. Solo la voce di Aeolus le fece capire che non era la terra ad accompagnarla
"Come è successo?" Chiese il giovane
"Si è scontrato contro dei saint molto forti che credevano ciò in cui lottavano." Disse Marin
"Lui..." disse Aeolus "... lui era preda della parte cattiva allora." Affermò
Marin sollevò il viso e lo guardò "Lo sapevi?"
Aeolus annuì, per quanto fosse giovane sembrava molto maturo in quel momento.
"Una volta ha provato a uccidermi. È stato allora che mi ha raccontato tutto, di come voleva liberarsi di Athena e di quando mandò dei sicari ad uccidere papà." Disse Aeolus, la guardò e le sorrise "Non mi ha ucciso. Ci ha provato, gli ricordavo papà e tutto quello che aveva fatto, ciò per cui aveva peccato, era pentito. Eppure, disse, c'era qualcosa in lui che non andava, soffriva di doppia personalità e non riusciva più a tenere a bada la parte cattiva che ogni giorno incombeva nella sua mente. Allora ci ha mandato via dalla Grecia, qui in Italia." Raccontò Aeolus
"Hai accettato la sua decisione." Disse Marin, anche se la domanda era un'altra. Lo hai perdonato?
"Per quanto abbia fatto ciò che è stato..." Aeolus la guardò serio "Lui non mi ha fatto mancare la figura paterna. Lui è stato con me fino a più di un anno fa! Inoltre mi ha sempre parlato di papà nel bene e nel male. Potrei raccontarti tutti i suoi segreti se solo volessi." Disse Aeolus
"Quindi lo hai perdonato."
Aeolus sorrise "Non l'ho mai odiato. È mio zio, e spero che adesso riposi in pace."
"Athena ha liberato la sua anima impura." Gli disse Marin
"Ne sono contento... e sono felice di rivederti dopo tutti questi anni. Resti un po' con noi?" Chiese il ragazzo.
"Ma si, con piacere..." Gli disse Marin "poi devo riprendere le mie ricerche, sto cercando una ragazza scomparsa."
"Allora godiamoci questo tempo insieme." Gli disse aeolus.
Marin annuì e si alzò seguendo il ragazzo in casa. Forse era meglio che lui è Tethis si confrontassero su Saga, ma queste erano cose che riguardavano loro e non lei.

© Aeolus image Michi Himeno #AlexandriaMonogatari

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