PREMESSA: Poiché spesso trovavo incoerente che personaggi di 13 anni avessero comunque delle responsabilità di persone maggiorenni ho fatto un salto di età a tutti i personaggi che è di +3 per tutti quindi la guerra galattica inizierà il 1989 anziché il 1986. Terrò invece tutti gli eventi in ordine cronologico, quindi la storia si completerà nell'arco di aprirle 1990, 24/25 ('87 nel manga) contando anche il tenkai hen e l'inizio next dimension. La FF nonostante sia un What if? Cerca di collegarsi a tutti gli eventi accaduti in manga, anime e spin off per questo qui verranno raccontati i buchi mancanti. PS in riferimento a Saintia Sho prendo solo situazioni coerenti con il manga/Anime Originale
ATTENZIONE: © delle Fanart prese in giro per il Web se le riconoscete come vostre basta che me lo facciate sapere e provvedo a inserire i credits
COPYRIGHT: Storia basata sulla saga del maestro © Masami Kuramada ©Saint Seiya; Tutti i diritti della serie sono del sensei, della Toei e della casa editrice Shueisha; Per le immagini © Michi Himeno © Shingo Araki;Theresa era convinta che Gián dovesse ancora trovare la sua casa. Non capiva che casa era ovunque loro si trovassero, per lei casa era stata quando era nata Marin, per lui casa era stata quando aveva conosciuto Juno e lei, quando erano iniziati a nascere tutti i suoi figli.
Durante la cena parlarono di Juno e dell'uomo che aveva sposato, un soldato italiano: tenente, che spesso era in missione in Africa, per questo Juno si era trasferita in Etiopia; delle gemelline che erano nate ad aprile, June e d Erii e della sua intenzione di assistere dopo la maternità i soldati in quanto era diplomata come infermiera. Poi c'era Marcello, il suo compagno, per lui non c'erano problemi a stare con i suoi figli, poiché gli aveva confidato lui stesso che era sterile e aveva sempre sognato avere una famiglia. Dopo aver parlato della coppia le loro conversazioni erano cadute sul collegio e su Kido, sui suoi viaggi, su Kyros e sì Gián accennò alla moglie anche delle sue amiche Greta e Yeleni.
Mano nella mano, a fine cena, decisero di tornare a casa a piedi così da potersi godere l'ultima brezza estiva, luglio era caldo ma le temperature nipponiche permettevano leggere piogge estive che rinfrescavano le sere. Abbracciò Theresa cingendole le spalle Gián, felice di aver ritrovato la serenità con lei e consapevole che una volta ad Atene doveva forse chiudere la relazione con Yeleni.
Fu mentre tornavano a casa che iniziò la fine di tutto. In un attimo furono aggrediti, dei teppisti fermarono le loro moto e coltelli alla mano li minacciarono.
"Calmi. State calmi!" Disse Gián togliendosi l'orologio e lanciando loro il portafogli "prendete tutto ciò che volete."
Uno degli uomini si avvicinò a lui poi gli sputò in viso, un altro si apprestò a prendere Theresa per il mento "Che bel bocconcino." Disse leccandole il collo "Questa me la mangio..."
Gián inorridì osservando quel gesto, si gettò contro l'uomo per allontanarlo dalla moglie ma uno dei suoi compagni lo strattonò e gli diede un pugno. Gián reagì e rispose a quello, doveva proteggere Theresa, intanto altri due di loro andarono a dar man forte a chi lo stava picchiando, ma lui reagiva e ogni volta che sentiva le urla disperate di Theresa lui colpiva sempre di più, con più ferocia. Tirava calci e pugni e se ne fregava che i teppisti lo stessero ferendo con i coltelli, doveva salvare Theresa.
Non seppe da dove gli giunse la forza e il coraggio ma in un attimo prese i tre e li scaraventò via con violenza. No, non seppe come fece, ma subito corse da Theresa e con la stessa forza che si portava dentro sollevò l'uomo che era sopra di lei e lo scagliò via dalla sua donna. Theresa giaceva sul suolo del marciapiede sporco con la gonna stracciata e le gambe tremanti, lo sguardo che rifiutava il suo, il volto velato di lacrime. La coprì Gián e la strinse a se nel suo abbraccio mentre la sollevava da terra e lasciava che piangesse, intanto guardò gli uomini che giacevano a terra e iniziavano a rialzarsi.
"Dovete morire bastardi." Li maledì mentre un fulmine accese l'aria e andava a colpire l'uomo che aveva stuprato Theresa. Gli occhi di Gián non avevano più il colore del cielo, erano neri e pieni di furia. Non sapeva come ma stava facendo precisamente ciò che desiderava, stava vendicandosi.
...
Portata Theresa a casa la prima cosa che fece fu adagiarla sul letto. Di corsa andò a prepararle un bagno caldo e con premura la spogliò e ve la immerse. Theresa piangeva, non aveva smesso di piangere e lui non sapeva come lenire le sue ferite, partivano da dentro e non poteva fermare un umiliazione tanto grande. La lavò con delicatezza e le rivolgeva solo parole dolci...
"I nostri figli Gián... cosa diranno i bambini..." singhiozzava lei adesso
"Loro non sapranno nulla tesoro. Stai tranquilla.." la rincuorò "E se fossi rimasta incinta...Sai che... non uso precauzioni... se quell'uomo..." disse e poi proruppe di nuovo a piangere
Gelato Gián lasciò cadere la spugna testimone della sua disperazione. Si spogliò e la raggiunse nella vasca cingendole le braccia. "I bambini non diranno nulla... moglie di un solo uomo e madre solo dei miei figli." La accarezzò e si insinuò tra le sue gambe carezzandola con delicatezza, le baciò gli occhi, le lacrime e le labbra e prima di farla sua la guardò intensamente "Ci penso io a te. Quel bambino sarà figlio nostro tanto quanto gli altri." E con quella promessa la fece sua e riservò in quell'amplesso tutti i desideri della moglie. Ovvero che il frutto del peccato non si rivelasse agli occhi di tutti.
...
Dopo quei fatti Gián si prese un po' di tempo per loro , si era voluto dedicare a Theresa e l'aveva aiutata nella sua ripresa. Ancora c'era tanto lavoro da fare la moglie era stata schietta con lui, doveva riprendere a lavorare. Avevano già avuto tanti cambiamenti nell'ultimo mese, dopo lo stupro era stato lui a cambiare. Adesso i suoi capelli erano biondi scuri e Gián non se ne spiegava il motivo, Theresa gli aveva posto la solita domanda: sei tornato a casa?
Lui aveva sbuffato, iniziava a stancarsi di quella domanda. Lui avrebbe voluto darle la solita risposta: casa è dove noi siamo. Invece lui scosse la testa. "Credo che casa sia in Grecia da Yeleni. Mi manca!" Affermò lui sincero.
Teresa lo ascoltò stupita, poi annuì "Dovevo aspettarmelo. Ne ho fatte troppe vero?" Disse lei. Era cosciente del fatto di avere sbagliato, era la dea della giustizia ed era consapevole del fatto di aver peccato e tanto nei suoi confronti. "Mi dispiace averti fatto soffrire sappilo. Dovresti andare da lei."
Lui scosse la testa. "Per ora resto con te, hai bisogno di me, non ti lascio da sola adesso."
Era sicuro Gián che Yeleni lo avrebbe capito.
Dopo un po' avevano scoperto che Theresa era incinta, loro lo sapevano che c'era questa possibilità e Theresa l'aveva guardato con orrore. "Se sarà una femmina è nostra figlia"
Aveva detto, poi aveva continuato con la storia della discendenza divina, "io e te solo figlie femmine." E non capiva, no assolutamente no.
Tornò in Grecia solo un mese dopo. Tornò a pilotare i suoi aerei dopo tutto quel tempo, fu un primo viaggio quindi di piacere e lo affrontò con sollievo, aveva chiesto di proposito di prendere quello diretto ad Atene, dovevo parlare con Greta e Yeleni e per farlo dovevo andare in Grecia. Trovò le donne al ristorante dove lavorava Yeleni, e con sorpresa notò che sembrava ingrassata... "Oh no. No!"
"È la stessa cosa che ho detto io quando il dottore me lo ha detto." Disse Greta toccando il ventre leggermente arrotondato
"Sappiamo che hai una famiglia. Non ti chiederemo di rinunciare a loro per noi, in fondo sono stata sconsiderate tanto quanto te." Disse Greta andandogli incontro, aveva tante cose di cui parlare a Gián. "Il mio datore di lavoro mi ha chiesto di partire con lui per la Cina, quindi penso che ti informerà Yeleni della nascita di nostro figlio." Terminò lei facendogli capire che non gli chiedeva nulla.
"Io in realtà..." ero in imbarazzo. "Perché ci sono ricaduto?" 'Perché sei un coglione e con tua moglie sei abituato a non usare precauzioni.' Disse la sua vocina interiore
"Dai Gián stai tranquillo. A me importa solo che non mi lascerai sola col bambino. Ho una carriera da seguire. Però sono sicura che lui avrà piacere a conoscere suo padre." Lo tranquillizzò Greta.
"Piuttosto come mai sei mancato quasi due mesi?" Lo riprese Yeleni, non si erano fatti promesse ma pensava che stessero insieme. Anche Greta lo guardava corrucciata, la sua partenza era vicina e con essa anche il divertimento e la spensieratezza di quell'amicizia, avevano ormai i giorni contati.
"Mia moglie è stata..." non gli uscivano le parole. Le sue gemelle lo guardarono "... aggredita." Disse infine
Greta lo osservò e lo abbracciò "Sta bene? Dovresti esserle vicino."
Yeleni guardò sua sorella. Non erano stupide e sapevano che qualsiasi era il tipo di aggressione era comunque un trauma "Devi starle vicino, non pensare a noi...possiamo..." "Restare in contatto." Terminò Greta
L'uomo guardò le due donne e le ringraziò con lo sguardo "si mi farebbe piacere Greta."
"Perfetto. Adesso raccontami figlio dei fiori. Come mai questo colore ai capelli." Lo prese in giro Yeleni, e lui cingendole la vita prese a spiegare e parlare tra un bicchiere di ouzo e uno spuntino. Così trascorse la serata con... le sue due amiche. Quando Greta li salutò finalmente Gián potette stare solo con Yeleni, la guardò e cercò le sue labbra.
"Sono tornato per te. Mi sei mancata Yele." Le confidò.
Lei spalancò gli occhi a quella rivelazione e poggiò le mani sulle sue spalle per allontanarlo. "Sei sposato e tua moglie non può subire un altro trauma."
"Theresa sa tutto. È stata lei a spingermi a tornare in Grecia... ah anche lei aspetta un bambino." Rivelò allora l'uomo.
Non sapeva lei come reagire a quella rivelazione, ma Gián le piaceva e tanto. "Quindi come faremo?" Chiese lei
"Se per te non ci sono problemi posso dividermi tra i vari continenti e qui. Così possiamo vedere di costruire qualcosa insieme." Le disse Gián "Anche... anche un figlio?" Chiese lei titubante. Sapeva che Gián aveva tanti figli, eppure anche lei si meritava la gioia della maternità. Accompagnare Greta dal medico e vedere quel piccolino nel suo grembo aveva fatto scattare il famoso orologio biologico.
Gián la guardò sovrappensiero, poi le baciò il mento e cercò il suo sguardo. "Con molta calma e senza pensiero possiamo avere un figlio nostro. Ma solo uno... sono già tanti e prima... prima mi piacerebbe fare le cose per bene con te Yeleni. Cosa ne pensi?" Chiese l'uomo.
E lei piena di speranza annuì. Non aveva fretta, avrebbe aspettato e intanto avrebbe visto come sarebbe andata con Gián.
...
1973
Faceva i salti mortali, ormai viaggiava in lungo e in largo, tra Italia, Grecia e Giappone. Erano quelli i suoi voli, sapeva che a breve avrebbe dovuto aggiungerci anche il Nepal ma fino alla nascita del bambino di Greta poteva attendere. Era importante essere accanto a Theresa e portare avanti la sua storia con Yeleni. Inoltre voleva essere nella vita di tutti i suoi figli, quindi se capitavano viaggi in Etiopia, dove vivevano Marcello e Juno, lui prendeva e andava. Per stare con le gemelline June e Erii, Esmeralda, Ernesto, Alessandro e Rosa. Si gli mancavano i suoi figli quindi appena poteva correva ed andava da loro. E senza che se ne rendesse conto erano arrivati al nuovo anno. Il dodici gennaio era venuta al mondo Elisabeth, la figlia sua e di Greta. Aveva avuto, in quell'occasione, modo di conoscere il e Gián era andato in Etiopia a conoscere il datore di Greta che era certo avesse un debole per la donna. Era stata in quell'occasione che lui e Yeleni avevano deciso di provare ad avere un bambino, Yeleni si era subito innamorata della nipote e non vedeva l'ora di averne uno suo. E allora Gián non aveva più potuto rimandare, nonostante lui non avesse fretta poteva capire benissimo Yeleni. Lei voleva un bambino e lui non poteva dirle di no, proprio perché la amava.
A distanza di tre mesi era poi tornato a Tokyo così da assistere alla nascita del suo ultimo genito, anche in quel caso aveva portato Yeleni con se, in modo che potesse conoscere gli altri suoi bambini. Erano stati lì per un po', tra Theresa e Yeleni si stava instaurando un bel rapporto e anche i suoi figli sembravano approvare la sua nuova compagna. Poi la notte del cinque aprile ecco che Theresa entrò in travaglio.
"Hermes e Dimitri non correte per i corridoi. Diana tieni per mano Marin, papà raggiunge la mamma in sala parto. Ok?" Disse Gián ai suoi figli. Makoto e Arianna per quanto cercassero non riuscivano proprio a tenere testa ai suoi due primogeniti, troppo vivaci due bambini di sette anni per lei.
"Tranquillo papà mamma aveva le contrazioni ogni 5 minuti." Intervenne Elio
Giánnis si voltò verso il terzo figlio; da quando i bambini di sei anni parlavano in quel modo e di contrazioni poi "cosa hai detto?"
Il piccolo dai capelli rossi si riscosse "cosa papà? È nata la sorellina?"
Gián guardo il figlio, per un attimo era parso qualcun altro, adulto ed esperto. Sgomento si allontanò da lui e si mise la mascherina "Vado dalla mamma." Disse
E così fu, entrò in sala che Theresa aveva ancora le contrazioni, solo l'ostetrica invitava a spingere quindi dovevano essere a buon punto. Andò a stringere la mano alla moglie e iniziò ad incoraggiarla mentre ella spingeva e ad ogni spinta il momento di conoscere la sua terza... quarta... ennesima figlia arrivava. Ma al posto di una femminuccia nell'ultimo spasmo di dolore ciò che giunse fu un maschio
"Eccolo qui. Sentitelo come è forte questo giovanotto." Affermò fiera l'ostetrica che passò il bimbo al collega.
Theresa si lasciò sfuggire un singhiozzo mentre Gián le strinse la mano. "Va tutto bene Theresa. È nostro figlio..." Le disse "Suvvia tesoro. Spingi invece di piangere." Disse ancora l'ostetrica
"Spingere?" Chiese Theresa
"Certo, abbiamo il secondo da tirare fuori. Forza che dopo riposi."
Theresa si lasciò andare contro i cuscini e pianse e mentre piangeva spingeva. In fondo che peccato avevano commesso i bambini? Nessuno, loro non erano i loro padri non avevano colpe quindi si l'avrebbe messo al mondo e come diceva Gián: quelli erano loro figli.
Dopo l'ennesima spinta ecco che un lieve gemito proruppe nella stanza "Oh una bambina ." Disse il medico mentre consegnava a Gián il maschietto ripulito
"Femmina?" Chiese Theresa.
"Si, femmina." Rispose il marito mentre la bambina veniva portata alla madre. Era piccola, dai capelli scuri e gli occhi di un colore indefinito ancora. Gián si avvicinò alla moglie e quando la piccola entrò in contatto col gemello un aura di pace si diffuse tutto intorno. "Irene!" Sospirò commossa Theresa
"La chiamiamo così..."
"No, il suo nome è Miho e sarà la custode della pace." Disse Theresa
Gián le sorrise "E il suo nome. Ci hai pensato?"
Lei lo guardò. Non ci aveva pensato, non aveva voluto, ma poi prese coraggio "Touma.... lo Chiamiamo Touma."
"Lo hai visto? È identico a Marin quando era appena nata." Le disse l'uomo per rincuorarla
Lei annuì piangendo. Sentiva che quel bambino non era nato divino, sapeva quindi che non era figlio di Zeus. Lui non poteva capirlo, ma lei Temi ricordava e sapeva distinguere una divinità da un comune mortale e proprio per questo doveva pensare alla sua ultima figlia.
...
La gioia di vedere crescere le sue bambine era immensa in Gián, tanto che avrebbe voluto ridurre i tempi dei suoi viaggi. Però sapeva di non poter stare troppo lontano da Yeleni, era agosto e la sua compagna, quasi moglie, era ormai a termine gravidanza. Doveva raggiungerla. Theresa andò da lui, tra le mani una busta con la dichiarazione effettiva del loro divorzio. "È giunto il momento che tu vada adesso." Disse a Gián
"Io... dove?" Chiese lui prendendo la busta imbarazzato.
"Gián dovresti passare prima da Greta, sappiano che non ti muoverai fino alla nascita di Isabel poi."
L'uomo guardò la ex moglie, si chiedeva come avesse fatto Theresa a diventare amica di Yeleni e Greta, eppure lo aveva fatto, e anche i loro diverbi sembrava che con quella firma fossero stati messi da parte.
"A Natale venite qui tu e Yeleni, ho invitato anche Juno così stiamo tutti insieme." Disse lei arricciando il naso
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Agápi gia ton Olýmpou (Saint Seiya)
FanfictionPrologo di Saint Seiya dopo i fatti di Hades. © M. Kurumada © Michi Himeno © Shingo Hiraki © Toei L.T.d Storia basata sulla saga del maestro Kuramada Saint Seiya. Vietato copiare i diritti di copyright