Parte 94ª - Il nuovo alleato di Gea

27 2 0
                                    

Tempio di Ares - Kehros (Tracia) notte del 21.08.1990
Alessandro sedeva sul suo scranno fremente e impaziente. Le mani congiunte all'altezza del viso, ticchettava i polpastrelli delle dita tra di loro.
"Non mi darò mai pace fin quando non avrò vendicato la scomparsa di Giulia. Athena! So che hai il suo corpo come trofeo di guerra, io Ares dio della guerra giuro che mi vendicherò!" Urlò espandendo il suo cosmo al limite, questo si espanse sul tempio ed oltre, attraversò la Tracia espandendosi verso la Tessaglia ed arrivando all'Attica, lì dove si ergeva il santuario di Athena. La sorella doveva sapere che era sul piede di guerra, non le avrebbe mai perdonato la dipartita della sua amata Giulia.
"Così disperato sei Ares?!" Intervenne una voce con un cosmo forte e possente intorno a lui.
Ares si alzò dal trono divino e con un sorriso cinico sul volto prese a camminare lungo la navata della sua sala. "Mi ha tolto tutto, non l'è bastato l'amore di mio padre, anche la vita di mia moglie ha dovuto prendersi. Non la perdonerò mai!"
"Le farai quindi guerra? Nonostante le Ore abbiano condannato voi fratelli a non combattervi?" Chiese la voce
"Sto aspettando una sua mossa falsa, perché ella la farà ne sono certo e appena accadrà ecco che io sarò lì a toglierle ciò che ha di più caro." Affermò il dio della guerra.  
"Sicuro che Athena, saggia e giudiziosa, farà un passo falso nei tuoi confronti?"  Chiese ancora la voce.
"Ne sono sicuro, conosco i suoi punti deboli e so che a breve cederà." Disse Ares
"E allora io ti appoggerò Ares, ti metterò a disposizione il mio esercito e la mia potenza!" Lo esortò la voce.
"Come posso fidarmi di te? Chi sei e da dove vieni? Dove potrò misurare la forza del tuo esercito? Il mio lo conosco, il più forte è potente degli eserciti perché senza pietà, cosa potresti mai offrirmi tu?" La incitò Ares
"Io... ragazzo impudente e senza rispetto. Io sono Gea la madre terra ed il mio esercito è immenso, molto più del tuo. Così come il mio potere che come le viscere della terra è ovunque. La verità è solo una, io ho soggiogato tua moglie ed io ho quella donna qui, a cullarla tra le braccia amorevoli della terra, non Athena."  Affermò la voce con orgoglio.
"Sei quindi vera, esisti dunque realmente? E mia moglie Giulia è con te, sana e salva?" Chiese Ares. "Eireen invece mi aveva detto che l'avevi catturata, ma pensavo farneticasse per ottenere la mia pietà."
"Non dubitare mai di me Ares, tu che ipocrita mi hai portato via la dea della pace e la occulti al mio potere." Disse la dea.
"Vedo gli affari miei! Ti ho detto che avrei tolto ad Athena ciò che le era più caro ed Eireen è quella persona. La ucciderò sotto i suoi stessi occhi e la farò crollare vincendo su di lei ed avendo il dominio sulla terra." Disse l'uomo con fare perfido.
"È dunque questo il motivo che ti ha portato ad accogliere la dea della pace, tu che sei portatore di guerre atroci e di dolore." Disse la dea.
Ares esalò una risata perfida e cinica annuendo anche se non poteva essere visto. "Siii! Ho fatto leva sulla sua bontà d'animo e sulla sua pietà e l'ho fatta cadere ingenuamente nella mia trappola dicendole che mai avrei potuto fare del male a sua sorella Athena."
"Sei riuscita a convincerla?" Chiese Gea.
"Ovviamente sì, sono dieci giorni che è al mio tempio e non sospetta nulla." Annunciò il dio.
"Se lavoriamo insieme potremo sconfiggere Athena e a seguire Zeus, insieme raccoglieremo i frutti della nostra alleanza diventando i sovrani del nuovo mondo." Disse Gaia esultando. "Lascia che Eireen torni nelle mie montagne, così abbasserà le sue difese e Athena non la avrà più come alleata."
Ares scosse la testa con un sorriso puntato in volto. "No, no no no!" Disse sicuro di se. "I santi di Athena l'hanno liberata una volta dalle tue terre profonde, riuscirebbero una seconda volta. È compito mio Eireen!" Disse
"E come farai?"  Chiese la madre terra
"Come sempre ci è venuta bene madre! Mia sorella Eris prenderà possesso del suo potere con la mela della discordia. Eireen è inerme, non ha più con se lo scettro della pace, sarà un gioco da ragazzi."  Disse il dio della guerra esponendo finalmente il suo piano.  
"Mi piace il tuo piano, ma cosa farai se Athena venisse a prendere anche lì da te la dea Eireen?" Chiese Gea.
"È un rischio che dovrò correre, questo è il mio tempio e se verrà io sarò qui a rispondere al fuoco. Ripeto i berserkers sono abili guerrieri e non si fanno scrupoli." Annunciò Ares.
"Potrei metterti a disposizione il mio esercito così avrai una vittoria ancora più facile." Disse Gea
"Dovresti restare al sicuro lì dove sei? Sempre che tu abbia un tempio madre Gaia." La sfidò il ragazzo.
"Al sicuro da chi? Athena e i suoi santi? Non sono Hades, difficilmente sarò sconfitta. Io sono la madre terra e sono più che protetta nel mio tempio a Sparta, non diffidare mai di me Ares." Annunciò la donna.
Il giovane scosse la lunga chioma scura per poi grattarsi la nuca. "Non diffido, anzi per dimostrarti la mia totale fiducia in te potrei farti un dono prezioso quanto Eireen." Disse andando a sedersi sul suo scranno, non udendo risposte proseguì. "Eunomia preoccupata per sua sorella è giunta a me, come mio segno di alleanza potrei sacrificarla al tuo cospetto. Cosa ne dici?"
"Hai con te la dea della legge? Colei che tiene l'ordine tra le sue mani?" Chiese Gea "Potrei soggiogare la sua mente e renderla nostra alleata."
"Fanne ciò che vuoi, a me sinceramente serviva più morta che viva. Ma è un dono che ti concedo con piacere e potrai di lei fare ciò che vuoi."
"Lo accetto volentieri, il tempio di Gea attende con piacere il tuo dono Ares!" Disse la dea.
"Dammi la giornata di domani per preparare il viaggio che condurrà lì Eunomia e un drappello di soldati. Vedrai che non rimarrai delusa."
"Sarei onorata di avere anche te al mio cospetto." Disse la dea primordiale.
"Se è questo che vuoi madre terra, questo avrai! Ma sai bene che dovrò tornare in Tracia per via di Eireen." Disse ancora il dio della guerra.
"Porta anche lei! Ma certo, venite tutti qui. Sarà a Sparta che terremo battaglia ad Athena, come ai tempi antichi, Sparta contro Atene e questa volta l'esito ci vedrà vincitori."
"Saremo in tanti madre terra. Datemi il tempo di organizzarmi e di convincere senza sospetti mia sorella Eireen. Eris di sicuro verrà, per lei è importante debellare tutto il bene che circonda l'umanità, ma fintanto che dobbiamo tenerci buona la dea della pace dovremo essere prudenti. Lei vorrà viaggiare per cieli dopo l'esperienza tra le sue montagne e per rendere tutto meno complicato devo trovare un volo che possa accogliere tutti senza sospetti." Disse Ares.
"E sia! Vi aspetto in trepidante attesa, ero sicura di poter contare su di te come alleato Ares e in cambio della vita di Athena ti restituirò io stessa la tua Bellona."
"Non vedo l'ora divina madre! Non vedo l'ora..." disse Ares uscendo spedito dalla sua sala del trono andando alla ricerca della sorella Eris.
Quando la trovò nelle sue stanze a dormire, accanto al letto di Eunomia, la scosse leggermente ed attese che si svegliasse.
"Alessandro? Cosa succede è tardi." Disse Erii nel dormiveglia.
"Domattina organizziamo un viaggio verso Sparta, lei ci aspetta. Prepara la tua trappola!" Disse il dio della guerra.
Erii si alzò del tutto ed annuì intanto che Ares incrociava lo sguardo con Freya ormai sveglia ed usciva.
"Dove sta andando?" Chiese Freya.
"Penso da Eireen, domani partiamo e lei sa come contattare Hermes per un volo veloce". Rispose alzandosi e raggiungendola.
Al che la nordica assentì col capo tenendo lo sguardo nel suo, fin quando non si sentì braccare. Un'ombra scura di donna le era alle spalle.
"Bloccala Disnomia." Ordinò Erii.
Freya sentì una lama fredda e pungente alle spalle e guardava inorridita Erii.
"Veramente lo hai fatto?" Chiese sicura, sentiva la dea del malgoverno che incombeva su di lei annullando il suo potere.
"Davvero pensavi che ti avrei perdonato per avermi portato via Hyoga?" Disse la donna prendendo il suo bastone e puntandolo contro la dea delle leggi. "Non l'ho fatto ed ora ti porterò alla tua condanna, mi sbarazzerò di te. Ma prima ucciderò il frutto che tu e Hyoga avete creato, non permetterò mai a vostro figlio di nascere!" Urlò in un sorriso sadico.
Freya strinse le mani a pugno contro la veste della sua sottana ed affrontò il suo sguardo.
"Così radicato è l'odio ed il rancore nel tuo cuore? Pensavo avessi messo da parte tutto e compreso che Hyoga non appartiene a nessuna delle due, di Athena lui è un santo e questo non cambierà lo stato delle cose. Hyoga non ti apparterrà mai!" Disse Freya.
"Ah smettila con le parole di pace e di giustizia. Tremerà la terra, è finalmente giunto il regno di Eris, dove si soccomberà alle guerre e non ci sarà più obbligo di seguire le leggi perché tu sei condannata: da me e da Disnomia!" Disse la ragazza mentre Freya veniva afferrata dalla dea del mal governo che le portò la spada alla gola. "Adesso cammina, si partirà a breve per Sparta, sarai il nostro dono sacrificale alla madre Gea!"

Agápi gia ton Olýmpou (Saint Seiya)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora