Parte 41ª - Seguire il cuore

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21.aprile 1990 - Fonte di Athena

Esmeralda si era seduta su un capitello semidistrutto. Dondolava i piedi che spuntavano dalle balze della gonna rosa e intanto si chiedeva cosa fosse accaduto durante il viaggio. La sua sorveglianza su Ikki era scemata appena il ragazzo aveva fatto il salto della nebulosa e adesso che erano tornati erano tutti feriti e in stato vegetativo.
Avevano affrontato dei guardiani di Hades ed erano rimasti feriti, ma poi? E perché scaltri avevano affrontato degli dei? Non sapevano che sarebbe stato pericoloso?
Sospirò e scendendo dal capitello andò verso il tempio, che le aveva detto sua sorella fosse la fonte di Athena, dove era stato ricoverato il saint del dragone.
Gli si avvicinò andando a  umidire la fronte con una garza umida. Adesso sul volto aveva solo dei graffi, era pulito e le ferite erano state marginate. 
Venne raggiunta da qualcuno, avvertì i passi giungere lentamente, forse era uno degli amici di Shiryu, così Athena aveva detto si chiamava il dragone. Voltò la testa e si trovò di fronte sua sorella Dike.
"Hanno portato i saint da Apollo?" Chiese preoccupata ritornando a rinfrescare il dragone.
Marin voltò il capo verso il dragone e osservò il migliore amico di Seiya disteso sul suo letto. "Si. Apollo ha chiesto di te, vogliono anche parlare con Eunomia e Ilizia prima di intervenire su di loro. Per Eunomia ho fatto io poiché siamo una triade." Spiegò la rossa. "Se ho ben capito devi provvedere tu a Ikki."
Esmeralda si alzò dal suo posto e raggiunse la rossa. "Come facciamo con lui? Vado, vedo cosa mi fa fare Apollo e agisco su di lui?"
Marin annuì, non sapeva come altro si poteva fare per aiutare il dragone, quindi per ora quella era la soluzione.
"Io devo andare a Stromboli, però poi parto per il Giappone e ne parlo con Miho, lei conosce Shiryu più di noi e potrebbe aiutarlo semmai."
"Io torno sull'Olimpo nel frattempo."
La voce di Athena irruppe tra le due. "Vai via divina Ebe?" Chiese Saori notando il ritorno di Marin.
Esmeralda annuì "Apollo vuole incontrarmi! Però ti terrò aggiornata." Disse la bionda.
"Io invece, come dissi tre giorni, fa devo andare via." Intervenne Marin portandosi verso di lei. "Spero vivamente che tu ti dia una calmata e attenda dando fiducia a noi altri." Così dicendo si tolse la maschera e la diede a Saori.
Marin sentì l'aria primaverile della notte greca sulla pelle del viso, quella sensazione di libertà che non provava più da una vita. La maschera era diventata per lei una seconda pelle e in quegli ultimi mesi se ne era liberata solo la notte, quando giaceva tra le braccia di Aiolia, chinò il capo per evitare di incontrare lo sguardo delle sue sorelle e si diresse verso l'uscita. Athena la guardò trattenendola per un braccio, per la prima volta la dea della guerra vedeva il suo volto, era bella Marin. Ma nel suo sguardo la donna poté vedere solo il vuoto, il colore azzurro era vuoto e spento a differenza di quello che spesso aveva visto sul volto di Shaina. Cosa le era accaduto?
"Devo andare Athena." Disse Marin ritraendosi dalla sua stretta. "Ci vediamo presto." E così dicendo uscì del tutto dal tempio prendendo una sentiero che portava ai boschi lì dove nessuno poteva vederla senza maschera.
Saori seguì il suo percorso mentre Ebe la raggiungeva.
"Forse raggiungere Eiren la aiuterà. Non sta bene e noi non possiamo fare nulla per lei." Suggerì Ebe
"Andrà da Eiren?" Chiese stupita Saori.
"Per il dragone sì, dice che forse sono amici e visto che vorremmo aiutare tutti senza far intervenire te, sarebbe la soluzione ideale che lei possa aiutarci." Continuò a spiegare la bionda
Saori scosse la testa. "Non lo conosce così bene, però potrebbe intervenire per carità. Lei è fatta così, non sarebbe comunque il caso di chiederle un tale sacrifico. Posso aiutare io Shiryu." Terminò Athena.
"Forse non hai capito Athena, vogliamo che i tuoi saint non abbiano contro Zeus e per farlo il tuo supporto adesso sarebbe contro producente." Disse allora Ebe risoluta, era testarda Athena e stava mettendo alla prova la sua pazienza.
"Ma..."
"Vedrai che si risolverà per il meglio, adesso vado, ti terrò informata tramite la mia ancella." Disse lei per poi uscire. Una volta fuori dal tempio si guardò intorno, quale strada avrebbe dovuto fare?
Sospirò e si incamminò, di sicuro avrebbe dovuto iniziare a scendere attraversando il grande tempio dove si trovava la statua della dea e poi più giù. Sperava vivamente che la strada fosse quella anche perché la vista era desolante, i templi distrutti erano infatti testimoni della guerra sacra che si era tenuta la notte di meno una settimana prima.
Le apparve un broncio triste sul viso, che sciocca che era stata, forse l'animo cupo di Dike dipendeva dalla guerra appena conclusa. Le Ore erano molto sensibili quando si trattava di guerre e sacrifici.
Difficilmente Esmeralda si lasciava andare allo sconforto, era cresciuta in un posto come la Death queen island, dove quello che faceva dalla mattina alla sera era la serva presso un contadino. Quell'isola era stata un inferno, ma Esmeralda fin quando ci era stata, aveva sempre cercato di trovare qualcosa di positivo in quell'isola vulcanica, senza gente che sorrideva e bambini, senza luce o speranza. Anche quando era stata colpita da Guilty, il guardiano dell'isola, non aveva pianto. Aveva anzi sorriso a Ikki chiedendogli di lasciar quel posto anche per lei, ma in quel momento non riusciva proprio a sorridere. Tutto intorno si respirava aria di lutto e tristezza, passo dopo passo, gradino dopo gradino. Nessuno a fermarla, nessuno a dirle che da lì non si poteva passare.
Quegli uomini, quei santi guerrieri, erano stati fratelli, amici o amanti e avevano lasciato dietro di loro tanta tristezza e desolazione. Si, perché Esmeralda non voleva pensare che avessero vissuto un'esistenza in totale solitudine aspettando il giorno della loro morte. No, sicuramente quegli uomini avevano vissuto tutto a cento gradi se non di più. Alzò il capo chino e sorrise entrando nella casa dei pesci, iniziando a immaginare come potesse essere quel saint e che vita avesse potuto aver avuto...

Agápi gia ton Olýmpou (Saint Seiya)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora