Parte 28ª - San Valentino (vm18)

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PREMESSA: Poiché spesso trovavo incoerente che personaggi di 13 anni avessero comunque delle responsabilità di persone maggiorenni ho fatto un salto di età a tutti i personaggi che è di +3 per tutti quindi la guerra galattica inizierà il 1989 anziché il 1986. Terrò invece tutti gli eventi in ordine cronologico, quindi la storia si completerà nell'arco di aprirle 1990, 24/25 ('87 nel manga) contando anche il tenkai hen e l'inizio next dimension. La FF nonostante sia un What if? Cerca di collegarsi a tutti gli eventi accaduti in manga, anime e spin off per questo qui verranno raccontati i buchi mancanti. PS in riferimento a Saintia Sho prendo solo situazioni coerenti con il manga/Anime Originale
ATTENZIONE: © delle Fanart prese in giro per il Web se le riconoscete come vostre basta che me lo facciate sapere e provvedo a inserire i credits
COPYRIGHT: Storia basata sulla saga del maestro © Masami Kuramada ©Saint Seiya; Tutti i diritti della serie sono del sensei, della Toei e della casa editrice Shueisha; Per le immagini © Michi Himeno © Shingo Araki;

Athena sanctuary 14.02.1990 ore 00.05
Marin si intrufolò nella quinta casa dopo aver lasciato Shaina nei pressi della sua abitazione. Avevano finito la ronda ed ora la ragazza era libera di raggiungere Aiolia che era a protezione del grande tempio in assenza degli altri gold saint.
La cosa che ci fosse lui andava benissimo a Marin, che nel raggiungere il ragazzo non doveva spiegazioni a nessuno del suo passaggio a quell'ora di notte per le quattro case che anticipavano quella del leone.
Una volta giunta nella casa dell'amato Marin prese a muoversi lentamente per le sale cercando di non fare troppo rumore. Era tutto buoi, anche verso gli appartamenti privati, forse Aiolia era andato a dormire.
Strano, gli aveva fatto capire che la sua 'spasimante' gli avrebbe dato un regalo per la festa degli innamorati.
Non credeva che avrebbe mai potuto fare quelle cose assurde tipo festeggiare una festa così... assurda e sdolcinata. Ma con Aiolia si sentiva di fare questo ed altro, aveva iniziato a fantasticare quando scesa ad Atene si era intrattenuta con Miho a telefono. La telefonata era passata dalle condizioni di Seiya al come passi San Valentino in breve tempo. Allora Marin aveva chiesto cosa fosse San Valentino e dopo i racconti di Miho la sacerdotessa aveva iniziato a fantasticare, a chiedersi cosa poteva regalare ad Aiolia? Lei era una sacerdotessa e come tale non poteva lasciarsi andare a tante romanticherie. Certo avrebbe potuto regalare ad Aiolia la sua maschera, ma fino ad allora lui non le aveva mai chiesto di vederla in volto in modo esplicito e lei non voleva farlo di sua volontà. Non perché non volesse anzi, semplicemente non voleva che poi lui si sentisse obbligato da quel gesto che non dava altra scelta che amare o farsi assassinare. No, Marin fantasticava ma non sapeva come comportarsi.
"Sesso?" Aveva detto Miho.
Quando le aveva risposto che di quello ne facevano in abbondanza Miho sembrava essersi scandalizzata. Scema, lei ne parlava poi si vergognava. O forse era stato per quello che le aveva detto che aveva avuto l'impressione
"Dagli tu ciò che lui ti da di solito." Aveva detto Miho.
Ma non aveva capito in realtà, lei e Aiolia avevano un rapporto molto aperto, fatto di amplessi in cui entrambi dominavano quindi il piacere che le dava lui era ricambiato da lei che spesso prendeva l'iniziativa. Non capiva, e proprio per questo alla fine aveva comprato un libro, il più antico dei libri, il kamasutra! E sfogliandolo aveva scoperto cose... cose che non aveva mai effettivamente fatto: dare ad Aiolia ciò che lui dava a lei senza che chiedesse. Quella sera avrebbe quindi regalato ad Aiolia il piacere assoluto e individuale, facendo passare se stessa in secondo piano.
Tutto intorno a lei era silenzio e buio, infine Marin arrivò nella camera di Aiolia, le porte erano aperte e non si creò problemi ad entrarvi, anche se del suo uomo non c'era traccia.
Addentratosi nella stanza si tolse la maschera che mise sul comodino, poi tolse la fascia che le stringeva i fianchi ed i pettorali, intanto si chiedeva dove fosse finito Aiolia. Per quanto lui e Shaka si ritenevano amici non pensava stesse con lui alla sesta casa a meditare.
Quando fu del tutto nuda si recò nel bagno antistante la camera e si immerse nell'immensa vasca già pronta per il bagno, chiuse gli occhi e e il capo all'indietro poggiato sul bordo della vasca antica, si rilassò pensando che alla fine i suoi programmi non sarebbero andati a buon fine e che oltre a riposare nulla sarebbe accaduto quella notte.
Non seppe quanto tempo passò quando avvertì il lieve tocco di Aiolia tra i capelli e sulla pelle del collo. Sospirò ed aprì gli occhi trovandosi Aiolia che la sovrastava sul bordo vasca, immerse le gambe nell'acqua e si sedette poggiando la sua testa sul ventre.
"Dov'eri?" Gli chiese
"Dietro di te, ti ho vista arrivare e mi sono nascosto." Rispose lui.
"Volevi giocare?" Gli chiese divertita
"A buon rendere direi. Mi sono goduto ogni attimo del tuo spogliarello, così lento e intrigante." Disse mentre la mano scendeva tra i suoi seni e la bocca andava alla ricerca delle sue labbra.
Ella gli andò incontro lasciando che la baciasse e godendosi quel bacio così lento quanto suadente. Si strinse ai suoi polpacci per non cadere ed attirò le gambe verso di se per stare più comoda.
Poi si voltò e si sollevò sulla vasca appendendosi al suo collo e riprendendo a baciarlo. Aiolia le carezzò la schiena voluttuoso e la strinse a se, i suoi seni aderivano al suo petto, pelle contro pelle che incendiava il corpo e i loro animi. Il bacio era sempre più intenso, le lingue si cercavano, giocavano, poi si abbandonavano ed ancora andavano alla ricerca l'uno dell'altra mentre i loro corpi erano sempre più ardenti. Giusto un attimo per riprendere fiato, Aiolia si staccò un po' da lei, quel tanto che bastava. Ma Marin era di tutt'altro avviso. Si lasciò andare scivolando sulla sua pelle tornando ad entrare nell'acqua, poi tornò ad aggiungerlo di nuovo stringendolo per la vita è baciandogli il ventre.
"Voglio darti il tuo regalo." Gli disse dandogli piccoli baci intorno l'ombelico.
"Adesso?" Chiese Aiolia chinandosi su di lei e cercando la sua bocca.
Lei gli sorrise un ombra appena percettibile al buio, un ombra che Aiolia notò. Stava diventando bravo a intravedere il suo viso al buio, la linea del mento, il naso dritto e le labbra carnose. Sapeva sorridere Marin e lo capiva e lo vedeva quando lo faceva, i suoi occhi senza colore per via del buio erano però dei fari luminosi nelle loro notti di fuoco. Quante volte aveva incontrato quegli occhi durante gli amplessi, quando insieme giungevano al culmine. Lei ricambiò quel suo bacio poi gli allontanò il viso.
"Diciamo che sono nella posizione congeniale." Gli disse. E si chiese a che tipo di regalo si rivolgesse la rossa, aveva rifiutato un bacio che era uno dei regali più piacevoli da ricevere.
Continuò a sentire la carezza delle sue mani sulle cosce, fino a quando una non arrivò a carezzargli il membro.
La sentì tossire leggermente "Se sbaglio dimmi pure..." disse lei.
Sorrise Aiolia, Marin sapeva come accarezzarlo e sapeva quanto gli facessero piacere le sue mani a contatto col suo sesso, quindi non l'avrebbe fermata.
Poi avvertì la sua bocca che gli baciava la punta del membro e si irrigidì sul posto per l'eccitazione di quel gesto. La bocca di Marin continuò a baciarlo lungo l'asta, poi tornò al glande che carezzò con la lingua. Si sentì in estasi, un suono gutturale uscì dalla sua gola mentre Marin si adoperava a fargli avere piacere con la bocca.
Bocca che d'improvviso si appropriò di lui, prendendo a muoversi su e giù contro il membro, a leccarlo e a succhiarlo. Aiolia non ci vide più, le carezzò i capelli mentre si lasciava andare all'eccitazione che saliva ad ogni suo affondo, alla mano che raggiungeva i suoi testicoli carezzandoli ed alla bocca che si stringeva sempre di più intorno ad un membro evidentemente sempre più grosso.
Si lasciò andare alle emozioni fin quando non raggiunse l'orgasmo nella sua bocca piena e seducente. Invocò il suo nome e in preda al piacere la tirò via dal suo sesso e con frenesia la raggiunse in acqua tirandola verso le sue braccia e baciandola con passione, la strinse a se e in un solo gesto la penetrò andando a riempire la sua femminilità con la sua forza. Si appoggiò ai bordi della vasca imprigionandola così tra il muro e le sue braccia e cominciò a spingere dentro di lei, frenetico e desideroso di darle il piacere che ella le aveva appena dato. I suoi gemiti erano musica nelle sue orecchie, ad ogni spinta la sentiva sempre più sua. Le sue carni stringevano la sua asta come le sue stesse gambe stringevano i suoi fianchi, tutto fin quando non si sentì graffiare la schiena per il troppo ardore mentre Marin gli chiedeva di darle di più, sempre di più. E allora accelerò le spinte affondando dentro di lei con sempre più foga, fino a quando non la sentì gridare il suo nome ed allora venne nelle sue carni insieme a lei, cercando il suo sguardo scuro e lasciando che i loro cosmi si incontrassero e si intrecciassero tra di loro.
Sua! Lei era sua e di nessun altro.
Dopo l'amplesso tenendosi ancora dentro di lei , cosa che amava fare, le baciò il collo e poi le labbra.
"Domani parti?" Le chiese
"Domani il quindici, sì..." Gli disse
Lui le prese il lobo dell'orecchio e glielo succhiò poi con una spinta tirò entrambi fuori dalla vasca.
"Abbiamo ancora tutta la notte per noi... voglio saziarmi di te fino al tuo ritorno."
Lei gli sorrise e lo baciò sul mento "Mangiami tutta." Gli disse

Agápi gia ton Olýmpou (Saint Seiya)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora