15.07.1990 Tokyo
Miho attendeva trepidante una chiamata da parte di Saori, suo padre era partito quella mattina portando Astrid con se.
Sarebbe voluta partire con loro e togliere tutti i bambini da quei pericoli sempre presenti.
"Se vuoi fare una passeggiata ti accompagno." Le disse Valentin raggiungendola, Miho lo guardò, non indossava più nessun kimono da un po' di tempo. Ma trovarselo davanti con una semplice maglia e un pantalone lo stesso la stranì, solitamente portava una camicia rosa dal taglio elegante. Anche il volto era segnato, non era truccato come solitamente faceva ed aveva i capelli sciolti anziché legati, nonostante lo negasse sentiva molto quel lutto appena vissuto.
"Un giro per l'esterno del collegio?" Scherzò la ragazza scuotendo la testa. "Voglio restare qui, può essere che Athena mi chiami oggi, sono passati sette giorni da quando ha chiamato l'ultima volta."
"Attendi trepidante, ti sei chiesta perché ancora non ti chiama?" Le chiese lui.
"Forse... ha avuto un contrattempo." Rispose lei.
"La giustifichi sempre."
"Chiamerà Valentin, me lo ha promesso." Disse lei abbassando lo sguardo.
"Allora perché sei così inquieta?" Chiese lui.
Ormai Valentin la conosceva bene. "Avrei voluto seguire mio padre in Grecia. Non riesco più a stare qui. Le mie due sorelle sono a Priona e io qui ferma."
Valentin sospirò. "Se non chiama entro domani potremo rilasciarle il numero dove ti può contattare e partiamo, va bene."
La ragazza gli sorrise dopo tanto tempo e annuì. Sì aveva bisogno di cambiare aria, non ne poteva più di stare lì e voleva stare accanto alle sue sorelle.
"Domani mattina partiamo e torniamo in Grecia." Disse, aveva deciso, non avrebbe atteso più tanto.
Trascorse così anche quella giornata, ma nel farlo Miho fu più positiva. Avvertì padre Tetsu della sua prossima partenza, preparò il suo piccolo bagaglio e trascorse del tempo con i bambini.
Alla sera ricevette finalmente la chiamata dalla Grecia. Saori l'avvertiva che non era riuscita a chiamarla prima poiché avevano subito più di un attacco da parte delle truppe di Bellona e che alla fine avevano deciso di partire al contrattacco.
Miho ascoltò tutto ciò che l'amica aveva da dirle ed infine la informò che presto lei stessa sarebbe partita per la Grecia e che quindi avrebbero potuto rivedersi quanto prima.
Staccò la telefonata e andò a riferire quanto scoperto a Valentin poi andò a dormire.
Durante la notte ebbe un contatto cosmico con le sue sorelle, Dike ed Eunomia insieme in Grecia avevano deciso di consegnare a Zeus e ad Athena il loro giudizio divino sulle loro ultime azioni e su come mantenere una linea giusta.
Miho intervenne poco nella loro discussione, le due erano più preparate di lei a livello giuridico e lei tendeva per una soluzione pacifica sempre e comunque.
Alla fine su alcune decisioni la stessa Marin lasciò parlare Eunomia.
"Il risveglio alla vita dei gold saint mi tocca troppo da vicino. Il mio compagno era uno di loro e non sarei giudiziosa come dovrei."
"Dimmi almeno cosa ne pensi?" Disse Miho.
"Non approvavo e ancora non approvo ciò che ha fatto nostro padre. I gold non hanno avuto una seconda possibilità bensì sono saliti all'Olimpo come guerrieri immortali." Disse Marin. "Nonostante parliamo di gold saint, che dovrebbero essere tra tutti i santi più ligi al dovere, alcuni di loro hanno compiuto azioni ignobili."
"Forse questa per loro potrebbe essere un'occasione di redenzione." Affermò Miho. "Aphrodite di Pisces è una persona gentile, buona e disponibile con me e non perché sono la figlia di Zeus."
"Non lo metto in dubbio tesoro. Ma lui e Death Mask hanno compiuto azioni sbagliate, soprattutto Death Mask." Annunciò Marin. "La sua stessa armatura lo rinnegò in battaglia contro Shiryu il dragone."
"La sua stessa armatura però lo ha ricercato ad Asgard." Intervenne Eunomia. "Io ero lì e posso affermare che tutti e dodici i gold saint hanno lottato nel giusto per difendere Asgard e l'umanità. Proprio Death Mask aveva preso a cuore una famiglia di orfanelli." Raccontò "Per non parlare di Saga, anche lui è stato ligio al dovere. Concentrato sulla missione da portare avanti. Aphrodite di Pisces invece? Che male ha fatto se non obbedire ogni volta agli ordini del santuario?" Chiese infine.
"Quindi per te deve esserci redenzione Eunomia?" Chiese Miho. "Comunque concordo con Marin, riportare in vita quattordici persone non è accettabile. Dobbiamo comunque ricordarci che parliamo di Zeus e l'ultima parola spetta sempre a lui."
"Ovviamente, per lui ciò che ha fatto era giustificabile. Quindi? Dobbiamo lasciar correre?" Chiese Marin.
"Mettergli comunque delle restrizioni e ricordargli che non può più contemplare un'azione del genere." Sentenziò Freya.
"Zeus è stato facilitato nel compito poiché l'anima delle persone morte negli ultimi quattordici anni non sono state completamente recise, Toante derubò le tenaglie di Atropo. Credo che le restrizioni si ricostruiranno con la recisione definitiva." Spiegò Miho.
"Ricordiamoci che ha avuto l'appoggio di Hera in questa faccenda, che sia stata addirittura lei a prendere questa decisione. Ares, Efesto e Artemide hanno acconsentito."
"Come vogliamo affrontare quindi Zeus ed Hera?" Chiese Marin
"Io direi... ricordando loro ciò che la divina Persefone mi ha detto." Intervenne Miho.
"Cosa?" Chiesero le altre due all'unisono.
"Sono guerrieri celesti, non votati alla guerra. Attenersi quindi alla difesa di Zeus e degli Olimpi e riscattare una sola anima, quella che hanno rubato alla morte." Raccontò loro la ragazza. "Due giorni fa Aphrodite ha ucciso il gigante Toante e potrebbe aver riscattato la sua anima, Death Mask negli inferi per proteggere nostra sorella Ebe, anche ha ucciso un gigante, potrebbe aver riscattato benissimo la sua anima."
"Ci sta, ed io capisco che tu non voglia violenza Miho." Intervenne Freya. "Sono del tuo stesso avviso e la penso come te, ma dobbiamo ricordarci che al momento siamo in guerra. Fin quando ci saranno creature infernali in giro noi avremo bisogno di difenderci e gli ex gold saint sono la nostra unica difesa."
"L'unica soluzione sarebbe chiudere il sigillo. Ma per farlo c'è bisogno di Hades e come ben sappiamo lui non vi è più." Intervenne Marin.
"Sciocchezze." Disse la dea della pace. "Athena ha sconfitto Hades, ha distrutto il suo vero corpo ed il suo regno. Ma resta il fatto che è un Dio forte e potente, più della stessa Athena. Quello che dobbiamo fare non è altro che riprendere la sua anima e donargli un nuovo corpo."
"Così si potranno chiudere di nuovo i sigilli." Affermò Marin.
"Così tutti dovranno tornare nell'oltretomba. Potremo fermare le armate di Gea!"
"Ci serve solo capire chi potrebbe essere il nuovo ricettacolo del divino Hades ed anche qui io avrei un'idea."
"Athena non approverà." Intervenne Marin.
"Athena dovrà accettare la nostra decisione. Queste sono tutte reazioni della sua guerra contro Hades ed il viaggio che ha svolto nel passato è uno scalfo che pende sulla sua testa." Disse risoluta Freya.
"Facciamo quindi così?" Chiese Miho.
"Sì! La decisione e presa, chi avevi in mente per il nuovo corpo di Hades?" Chiese Marin.
"Il primo bambino che verrà al mondo. Persefone al momento è in Grecia ed è sinceramente preoccupata per la rottura del sigillo, sono sicura che se glielo chiedete lei accetterà questa nostra scelta, nel suo grembo vi è un bambino che nascerà massimo a fine agosto." Annunciò la dea della pace.
"Il primo bambino che verrà al mondo quindi." Rispose Marin, poiché conti facendo suo figlio sarebbe nato da fine settembre in poi.
"Si, pensate che si riuscirà a resistere fino ad allora agli attacchi di Gea?" Chiese Miho.
"Direi di sì. I gold saint sono comunque forti e sanno difenderci, dalla sua Gea ha molti giganti che combattono per lei e che ci cercano. Ma fin quando saremo un eroe ed un Dio riusciremo a contrastarli." Disse Marin.
"Quindi questa è la sentenza!" Disse Freya sollevando il suo cosmo e cercando tutti coloro chiamati in causa. "Al divino Zeus reo colpa di aver risvegliato quattordici uomini dalla morte e averli resi immortali si ricorda che un'azione del genere è imperdonabile. Siamo consce del gesto altruista di Zeus ed Hera, e che ai santi di Athena sia stata data una nuova occasione. Ma speriamo che questa non sia vana e sia usata con giudizio, per tanto si chiede a Shion, Saga e Kanon, Aiolos, Aldebaran, Camus, Shura, Aphrodite e Death Mask di redimire le loro colpe riscattando con un'anima la propria tornata in vita. I venerabili Camus, Aphrodite e Death Mask lo hanno già fatto aiutando le divine figlie di Zeus contro i giganti. A tutti voi quattordici anime riportate in vita da Zeus si chiede di restare sempre e solo a difesa del divino Zeus e degli dei Olimpi. Di non usare violenza su nessun umano e di non interferire nelle guerre, eccezione fatta per la guerra che al momento è in corso.
Questo è quanto deciso l'udienza è chiusa." Annunciò Freya per poi cercare il cosmo di Athena.
"Le conseguenze dello scontro finale con Hades hanno avuto nella vita di molti ripercussioni l inaspettate. Si chiede oggi che non ci siano più guerre tra la divina Athena, il divino Hades e il divino Poseidone. Inoltre si chiede ad Athena di liberare Poseidone dal sigillo, nella guerra contro Hades e contro Loki ha ben dimostrato di essere sempre dalla parte del bene. Infine deve lasciare a Persefone lo scrigno contenente il sigillo del cosmo del signore degli inferi così da potergli donare un nuovo corpo.
Non ci sono provvedimenti verso Athena del suo imperdonabile salto nel tempo. Ma le divine Ore chiedono che la loro divina sorella non si opponga alla decisione appena presa per preservare l'umanità e chiudere i sigilli delle porte degli inferi.
Quello che ti chiediamo Athena è di agire sempre con giudizio, senza indurre in sbagli umani. Come divinità abbiamo dei doveri nei confronti della preservazione umana. Un salto nel tempo è un errore che nessuno deve mai commettere, è ingiustificabile, egoistico e inappropriato e ha sempre delle conseguenze sul futuro e sul nostro presente.
Chiediamo quindi che gli scontri tra di noi fratelli e sorelle dell'Olimpo si plachino e che tra Athena e gli altri dei non ci siano più controversie, per questa vita e le altre a venire.
In cambio Athena dopo gli eventi che adesso ci vedono tutti uniti, sarai la sola ed unica protettrice della terra, come tu hai sempre chiesto. Non avrai però più l'appoggio delle Ore e ti chiediamo quindi di agire sempre con saggezza ed umiltà, come Athena ha fatto fin dai tempi antichi.
Questo è quanto deciso, l'udienza è sciolta." Terminò Freya lasciando andare il suo cosmo.
"Perfetto!" Disse Miho. "Sarai stanca adesso."
Freya tacque, al suo posto prese la parola Marin che le era al fianco. "Sì, al momento è stanca. Ci rivediamo al tuo arrivo in Grecia Miho."
"Molto prima di quanto tu immagini Marin, buon riposo a entrambe." Le salutò ella, che lentamente chiuse gli occhi per cadere tra le braccia di Morfeo.
Valentin fuori la porta della donna era rigido e vigile. Le Ore avevano appena sentenziato su di loro, si era aspettato qualcosa di più duro ed invece erano state abbastanza clementi. Entrò nella sua stanza e la coprì per bene con il lenzuolo, poi andò a chiudere la finestra così da impedire ad estranei di entrare. Era pronto per una nuova ronda notturna.
STAI LEGGENDO
Agápi gia ton Olýmpou (Saint Seiya)
FanfictionPrologo di Saint Seiya dopo i fatti di Hades. © M. Kurumada © Michi Himeno © Shingo Hiraki © Toei L.T.d Storia basata sulla saga del maestro Kuramada Saint Seiya. Vietato copiare i diritti di copyright