Parte 10ª - I viaggi che ti fanno diventare grande

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PREMESSA: Poiché spesso trovavo incoerente che personaggi di 13 anni avessero comunque delle responsabilità di persone maggiorenni ho fatto un salto di età a tutti i personaggi che è di +3 per tutti quindi la guerra galattica inizierà il 1989 anziché il 1986. Terrò invece tutti gli eventi in ordine cronologico, quindi la storia si completerà nell'arco di aprirle 1990, 24/25 ('87 nel manga) contando anche il tenkai hen e l'inizio next dimension. La FF nonostante sia un What if? Cerca di collegarsi a tutti gli eventi accaduti in manga, anime e spin off per questo qui verranno raccontati i buchi mancanti. PS in riferimento a Saintia Sho prendo solo situazioni coerenti con il manga/Anime Originale
ATTENZIONE: © delle Fanart prese in giro per il Web se le riconoscete come vostre basta che me lo facciate sapere e provvedo a inserire i credits
COPYRIGHT: Storia basata sulla saga del maestro © Masami Kuramada ©Saint Seiya; Tutti i diritti della serie sono del sensei, della Toei e della casa editrice Shueisha; Per le immagini © Michi Himeno © Shingo Araki;
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Miho non capiva cosa fosse successo. Era stato un attimo e degli uomini vestiti di nero erano venuti a prendere Seika all'orfanotrofio portandola via. Seguì quella scena come al rallentatore, gli uomini non lasciarono modo da Padre Testu di trattenerla che l'avevano portata via. L'ultimo legame a quello che era stata la sua vita lì fino a quel momento stava svanendo, le uniche persone che poteva considerare come fratello e sorella, erano andate via.

Avrebbe voluto piangere la piccola, di quel posto così affollato ormai non rimanevano che lei e pochi altri bambini, il tempo passava inesorabile e quel posto stava di nuovo riempiendosi ma lei con quei bambini non aveva nulla a che fare. Bambini che non pensavano a giocare con lei, alcuni troppo piccoli addirittura. Si era sempre chiesta Miho perché nonostante fosse una brava bambina, sempre diligente e attenta, non venisse adottata.

Eppure quando i genitori venivano a conoscere i bambini dell'orfanotrofio si soffermavano tanto su di lei: che occhi verdi unici e particolari hai! Che bambina bellissima sei!

E intanto nessuna la adottava.

Bramava tanto una famiglia la piccola e nonostante cercasse sempre di essere allegra e ottimista stava perdendo le speranze.

"Miho!" Si sentì chiamare. Smise di dondolare sull'altalena e si guardò intorno, riconosceva quella voce, e riconobbe l'auto che era posteggiata davanti al collegio.
Scese dal sediolino e raggiunse la sua unica amica, Saori Kido. Prese a correre e le sorrise "Ciao Saori - Chan."
"Miho - Chan. Il nonno ha detto che ci porta a fare una passeggiata a Hokkaido." Disse la bambina tutta eccitata
Miho sorrise alla sua migliore amica e guardò indietro al collegio. "Padre Testu ha detto che oggi verranno delle coppie a vedere i bambini."
Saori osservò l'amica mentre il nonno li raggiungeva "Verrai con noi oggi Miho - Chan." Riferì l'anziano uomo "Padre Testu già sa che sarai con noi."
"Ah..." esclamò la piccola. Quindi anche quel giorno per lei non ci sarebbero state famiglie che l'avrebbero portata via.
Durante il tragitto verso Hokkaido Saori raccontava al nonno della scuola nuova dove stava andando e di quanto fossero facili le materie che svolgevano. Miho non frequentava quella scuola, lei studiava con gli insegnanti all'orfanotrofio delle stelle, studi del tutto privati visto che era l'unica bambina della sua età. Era anche più avanti rispetto a Saori, sarebbe stato bello se avesse potuto almeno frequentare la scuola come lei. Saori parlava infatti delle sue amiche, di Mii, Shoko e sua sorella maggiore Kyoko... a sentire quella parola una sorta di malinconia prese Miho che si allontanò dai discorsi dell'amica per guardare oltre il finestrino dell'auto.
Non si accorse la piccola della lacrima che le solcava il viso fin quando Mitsumasa Kido non le asciugò la lacrima. Nell'abitacolo scese il silenzio.
"Non puoi essere adottata piccola Miho." Le disse allora l'uomo. "Tu hai già una famiglia." Le spiegò
"Il Figli delle stelle." Affermò lei con un groppo alla gola.
L'uomo scosse la testa e sospirò "I tuoi genitori si trovano in Grecia, tuo padre sta cercando tua madre che è scomparsa nel nulla." Le rivelo allora l'uomo. "Ma lo chiamerò e gli dirò che stai male, va bene?" Le disse Kido-san.
Miho guardò sorpresa l'anziano uomo. Aveva una mamma e un papà! E la sua mamma era scomparsa...
"Perché non sono con loro?" Chiese allora
Mitsumasa non sapeva se gli spettasse raccontare quelle cose alla bambina, ma ormai aveva otto anni e poteva capire, soprattutto poteva non sentirsi abbandonare, quindi decise di parlare a nome di Giánnis
"Avevano deciso di andare via alla ricerca di una vostra sorella rapita da alcuni schiavisti. E ti lasciarono qui perché sapevano che saresti stata al sicuro. Tuo padre è un uomo molto ricco ed ha avuto tanti figli oltre te, poiché tu eri molto piccola quando accaddero i fatti decisero di lasciarti qui, al collegio che è anche di proprietà loro." Raccontò l'uomo. "In questi anni tante tue sorelle sono scomparse, che siano state rapite o altro e tuo padre ha cercato di proteggerti." Terminò Kido dicendogli tutto ciò che sapeva dalle lettere di Giánnis. Sinceramente non capiva perché le sue figlie fossero state rapite e perché nonostante tutto Miho non avesse nessuno che si occupasse di lei oltre la governante Makoto. Sperava vivamente che non accadesse niente alla bambina che Gián aveva confidato fosse una dea. Eireen
"Posso solo dirti che per ora la Grecia non è luogo sicuro e che appena lo sarà lui verrà a prenderti per passare un po' di tempo con te e con i tuoi fratelli. Anche loro non vedono tuo padre da un po' sai!" Le disse allora
Miho restò sbalordita da quelle parole e si vedeva dall'espressione che aveva in volto, stava assimilando tutto. Aveva dei fratelli e delle sorelle... scomparse.
"Non sarai più presente al collegio quando verranno per adottare un bambino, il buon padre non sa più che scuse inventare quando chiedono di te. Perché sì Miho, in tanti avrebbero voluto adottarti fino ad oggi. Ma i tuoi genitori non vogliono perderti." Rivelò l'uomo
La piccola annuì, un raggio di luce e di speranza le accese il cuore. Allora avevano voluto adottarla, non era sbagliata e aveva una famiglia. "Un giorno sarò con il papà e la mamma?" Chiese allora
"Spero che tuo padre riesca a trovare tua madre Miho, lo spero di vero cuore. Theresa era una donna dolcissima e molto gentile con tutti, proprio come te."
La bambina annuì e quando si sentì stringere la mano osservò Saori - San che le sorrideva. "Rivedrai i tuoi fratelli Miho e sono contenta che non vai via. Noi due siamo amiche."
La piccola sorrise all'amica e la abbracciò "Si Saori - Chan! Noi due siamo amiche e saremo sempre insieme." Promise la piccola Mitsumasa sinceratosi che la bambina adesso fosse tranquilla si accomodò meglio sul suo sedile e prese ad ascoltare le due bambine che parlavano della scuola. Saori raccontava di ciò che faceva e Miho le diceva che se non capiva alcune cose lei poteva aiutarla. Forse era appropriato far studiare privatamente anche Saori? Anch'ella come la sua amica e coetanea era molto sveglia e aveva un eccelsa intelligenza, gli altri non riuscivano a starle al passo. Era per ora giusto che Saori stesse con le altre bambine, più avanti però avrebbe deciso.
....
Estate 1982
Miho urlò nel bagno in comune che aveva con le altre bambine li all'orfanotrofio, da quando Makoto era morta aveva deciso di avvicinarsi agli altri bambini e quindi non svolgere le sue intere giornate negli appartamenti dove aveva vissuto fino all'anno prima. Lasciò morire il grido per non svegliare le piccole e si mise le mani tra le gambe insanguinate, iniziò a singhiozzare cercando di fermare il sangue che usciva e intanto ricordò le letture di scienze e l'anatomia umana. Aprì l'acqua della doccia e si spogliò andando sotto il getto... aveva compiuto undici anni, quattro mesi prima ed ecco che il suo corpo già mutato leggermente gli diceva che stava diventando donna. Ed era sola, senza la sua mamma!
Aveva pianto sotto la doccia, le ragazze avrebbero dovuto avere il sostegno della mamma in quei momenti, ma pochi mesi fa aveva avvertito una strana e bruttissima sensazione, non sapeva se il papà avesse ritrovato la mamma, era però certa che la mamma da quel giorno non c'era stata più. Pensava Miho che fosse morta come Makoto e Mitsumasa Kido, quindi nessuno le aveva detto nulla, perché lei non aveva più nessuno realmente. Si lavò per bene la sua intimità e si vestì, poi senza dire nulla a nessuno uscì dal collegio andando in un negozio a comprare qualcosa per quel suo nuovo Status, stava diventando donna. Dopo aver fatto i suoi acquisti invece di tornare al collegio Miho andò spedita verso Villa Kido, attese che le aprissero poi una volta dentro corse a dare la notizia alla sua amica "Indovina Saori - Chan?" Chiese entrando mentre tirava fuori dal pacchetto degli slip nuovi, semplicemente bianchi o neri senza alcun pupazzino.
Saori osservò gli acquisti dell'amica sorpresa e quando questa le indicò il bagno la seguì, Miho si spogliò e ancora una volta tornò a lavarsi prendendo poi l'acquisto più importante. "Sai come si mettono?"
"Oh mamma!" Gridò Saori. "No... io non ho ancora..." prese il pacchetto e studiò il contenuto. Era eccitata e felice per l'amica.
"Proviamo?" Chiese lei mettendosi gli slip nuovi e gettando in un angolo quelli sporchi di sangue e che mostravano degli orsetti "Forse dovremo chiedere aiuto a Tatsumi." Disse Saori
"Oh no! Assolutamente, sarebbe imbarazzante." Disse Miho rossa in viso.
Saori sembrò pensarci bene su poi si alzò. "Possiamo chiederlo a Kyoko - Chan, lei è più grande di noi, oppure a Mii." Affermò allora. E Miho nonostante non era molto in confidenza con le due, accettò quell'unica alternativa.
...
Dimitri ed Hermès arrivarono ai piedi dell'Olimpo in breve. Non ci voleva tanto dalle loro case sull'altro versante a giungere lì, i due ragazzi seguirono la via che Dimitri conosceva benissimo e una volta nel piccolo paesino di Rodorio si inoltrarono oltre il negozio di fiori. "Tieniti pronto, tra poco vedrai che spettacolo." Disse il primo al fratello e migliore amico Un vispo ragazzo di diciassette anni dagli occhi blu e vivaci lo seguì, Dimitri gli aveva raccontato come era fatta la terra santa di Grecia ma fino ad allora non vi era mai stato, lui aveva il compito di vegliare su Miho mentre Dimitri di occuparsi di Marin. Ovviamente nessuno aveva detto loro di farlo dal momento che il padre lo vedevano di rado ormai da più di cinque anni. Era un accordo dei due fratelli, così se spesso Dimitri andava e faceva un salto in terra santa ad Athena, lui faceva un volo in terra orientale. Miho diventava ogni giorno sempre più bella, e sempre più simile di viso al padre che ricordavano loro, quello degli ultimi tempi. Marin invece gli aveva detto Dimitri indossava una maschera quindi il viso per lei era diventato un tabù. Ma se chiudeva gli occhi Hermes era convinto che avrebbe ritrovato gli occhi azzurri del padre in quelli della sorella. Giunti nei pressi di un'arena Hermes si fermò sbalordito, al centro di essa c'erano dei guerrieri che se la combattevano a fior di pugni e calci.
"È qui che hai imparato a menare?" Chiese al fratello
"Si. Ogni tanto gettarsi nella mischia male non fa." Disse Dimitri sedendosi ad osservare i combattimenti, il fratello fece altrettanto e lo guardò "Dobbiamo aspettare. Mi ha scritto che sarebbe venuta qui."

Marin osservava da lontano l'arena dove aveva dato appuntamento al fratello, il ragazzino che gli era stato assegnato di addestrare, Seiya era a fare delle flessioni e in quel momento lo fermò.
"Vai a fare dei giri di corsa Seiya. Cento anche quelli, ti aspetto poi all'arena." Gli ordinò appena vide la chioma rossa di Dimitri, aveva portato con se anche Hermes, non ricordava nessun altro che potesse avere quei capelli dalle tonalità verdi.
Appena il suo discepolo andò via la ragazza si diresse subito verso la coppia di fratelli interrompendo le loro chiacchiere "Ehi."
Disse sedendosi a poca distanza da loro. Nessun abbraccio e nessun bacio, non erano concessi questi slanci alla silver saint.
"Ti trovo bene Marin." Disse ironico Hermes "Avrei preferito più vestita però." Che cazzo nascondevano il viso quando poi il fisico era scoperto del tutto.
Marin puntò il viso contro di lui facendo solo un gesto di scherno. Indossava un body nero e sopra un pantaloncino che le arrivava alle ginocchia rosso. Protezioni per seno e per ginocchia completavano il tutto. "Sono vestiti comuni questi qui. Veniamo a noi, ho poco tempo."
"Cosa è successo di così urgente?" Chiese Dimitri dando un colpo in testa al fratello.
"C'è stata una guerra, i titani si sono risvegliati." Sussurrò la ragazza.
"I titani? Titani come tua madre???" disse in un fiato Hermes
La ragazza annuì portandosi le ginocchia al petto "Volevano conquistare il grande tempio e far rinascere la loro era. Giganti, mostri e titani sono saliti a sfidare i sacri gold saint, io stessa mi sono confrontata con un gigante che stava per uccidermi..."
Raccontò ricordando la battaglia e l'aiuto preventivo di Aiolia. Se non fosse stato per lui sarebbe riuscita a vincere? No, sarebbe morta.
Guardò i due fratelli che la ascoltavano, per una volta Hermes sembrava serio "Temo che anche mia madre fosse lì. La sua aurea che spesso mi accompagnava è scomparsa persa nei meandri del cosmo."
"Può essersi alleata con qualcuno di così oscuro? Sei sicura di ciò che dici Marin? Theresa era..." Terminò Hermes. Theresa era stata la madre che non aveva avuto, l'unica sua vera madre, che lo aveva cresciuto con amore e dedizione. Fino a quando non era giunto quel Peter.
"Non lo so. Ma ho sentito il suo cosmo spegnersi fratelli miei quindi... indagherò. Non ora, quando potrò riavvicinarmi ad Aiolia, posso chiedergli qualcosa. Lui mi ascolta e io ascolto lui, anche se è un saint superiore è un ragazzo molto umile e disponibile." Disse la ragazza allora
"Intanto faremo sapere a papà ciò che ci hai detto. Che altro possiamo fare per accertarci che questa notizia sia vera?" Chiese Dimitri
"Potete chiedere a Eireen se anche lei ha avuto qualche sensazione." Ipotizzò Marin, era sicura che oltre lei esistessero anche le altre sue ore e il cenno di uno dei fratelli glielo confermò.
Hermes annuì "Si può fare. L'estate scorsa l'ho avvicinata e questo Natale ho portato una lettera di papà a padre Tetsu. Lui mi ha risposto che posso andare a prendere Miho e portarla in Grecia tutte le volte che vorrò." Spiegò
"Potresti raggiungerci anche tu a Santorini questa estate." Le disse Dimitri
Ma Marin scosse la testa, aveva un obbligo con quella maschera e un dovere. Un ragazzino di dieci anni da addestrare "Se vado via non riuscirò a parlare con Aiolia, sarà per la prossima." Disse alzandosi e fingendo di pulire i pantaloni "Adesso devo andare... salutatemi tutti." Disse andando via, ben sapendo che ormai erano rimasti in pochi i fratelli.
Ernesto sapeva, era voluto partire per l'Oceania, zona dove era sparita Esmeralda anni prima. June non c'era più, Alessandro di era arruolato a Roma e Elios studiava alla Bocconi, Rosa ogni tanto faceva qualche capatina lì in terra santa invece, aveva percepito la sua aurea ma non ricordando più il suo viso non aveva avuto modo di avvicinarla. Di Diana avevano infine perso le tracce, sembrava seguisse Elios ovunque andava ma questo Marin non poteva dirlo o saperlo.
In pratica ecco cosa era rimasto dei figli di Giánnis Diàs: poche briciole

Agápi gia ton Olýmpou (Saint Seiya)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora