Tempio di Ares Kehros Tracia - 10.08.1990
Alessandro tornò al suo tempio seguito a ruota da Aphrodite di Pisces. Durante il tragitto non parlò, troppo intento a pensare e continuare ad elaborare un piano affinché tutto tornasse alla normalità e presto.
La prima cosa che fece una volta al tempio fu disfarsi della sua armatura e chiedere di Julius il comandante delle armate del fuoco. L'ancella che lo stava aiutando subito obbedì e sparì dalla loro visuale.
"Aphrodite un'ancella ti porterà nelle tue stanze così che tu possa riposare e rimarginare le tue ferite." Disse al santo di Athena congedandosi.
Intanto rapido come sempre Julius lo raggiunse, correndo ansimante anche l'ancella ritornò. "Signore!"
"Hai fatto ciò che ti ho detto? Lei dov'è?" Chiese Alessandro senza attendere i convenevoli.
"È nelle sue stanze, ha chiesto di poter fare un bagno e le ancelle si stanno mobilitando al fine di accontentarla." Rispose il berserkers.
Aphrodite cercò di seguire la conversazione, parlavano di Miho, lei dov'era e come stava?
Perché erano lì e lei aveva accettato di trovarsi in quel covo di guerrieri bellicosi e senza rispetto per le vite umane. Tutti sapevano chi fossero i berserkers e tutti che Ares non aveva pietà in guerra.
"Fratello mio!" Si annunciò una voce di donna, lei era bionda ed indossava delle vesti scure come la notte. Tra le mani aveva un bastone che concludeva come un arpione, gli occhi neri come la pece erano determinati e sicuri.
"Eris, pensavo di non trovarti qui." Disse lui.
"Sono riuscita nel mio compito. Tu invece? Hai trovato nostra sorella Eireen?" Chiese la bionda.
Ares sospirò mentre il gruppo veniva raggiunto da Aldebaran del toro che in silenzio faceva da ombra a Eris.
"Lei è qui, ha chiesto un bagno! Credo ci vedremo tutti a cena nella stanza maggiore."
Puntò poi lo sguardo azzurro sull'ancella indicandogli il guerriero dei pesci. "Kyriakes pensa a lui, Julius tu intanto raduna tutte le armate, dobbiamo organizzare un piano di attacco per contrastare Gea. Non starà con le mani in mano adesso che abbiamo liberato Eireen dalla sua prigionia." Ordinò per poi sparire dalla vista di tutti.
"Mio fratello da quando sua moglie Bellona è stata uccisa dai soldati di Athena non è in se. Scusalo ti prego se non è un buon padrone di casa." Annunciò Eris accomodante. "Adesso l'ancella si prenderà cura di te, puoi chiedere di tutto, lei e a tua completa disposizione."
Aphrodite incrociò lo sguardo con il collega che annuì. Stranamente non sapeva se potevano o meno fidarsi e il fatto che il compagno invece sembrava farlo più di lui lo metteva ancora di più in soggezione.
Purtroppo non gli restò che seguire l'ancella, non avrebbe rivisto Miho se non più tardi e la conferma che fosse riuscita a tornare per ora era ciò che doveva farsi bastare. Ma prima doveva vederla e assicurarsi che stesse bene, ovviamente non poteva dire che non avrebbe approfittato dell'ospitalità, era stato chiuso in una montagna per venticinque giorni ed aveva bisogno di lavarsi e di distendere le membra. Sicuramente aveva bisogno anche di mangiare, le scorte che Gea aveva fatto trovare lungo il percorso in quel periodo erano state misere e lui aveva avuto la tendenza a far rifocillare Miho, sia di cibo che di acqua.
Sì, doveva senza dubbio riposare e rifocillarsi. Ma ogni cosa a suo tempo, prima doveva pensare a rinfrescare il suo corpo, viziarlo e farlo tornare all'antica splendore. Chiese quindi che gli venisse preparata una vasca per lavarsi e l'ancella subito obbedì.
E mentre lei pensava a questo lui si tolse la sua armatura celeste, un pensiero gli sfiorò la mente. Dov'era finito lo scorpione celeste? Era convinto che avrebbe seguito sempre Miho ovunque ella andasse? Nelle montagne non c'era stato, era anche vero che Miho quando era partita verso l'aeroporto aveva lasciato la Cloth in difesa del suo viaggio, ma non l'aveva più vista da allora. Dove poteva mai essere quella Cloth?
Dopo un bel bagno di rose, cento colpi di spazzola ai capelli ed aver indossato un paio di pantaloni e una maglia pulita. Si sentì finalmente rigenerato, non avendo trucchi in stanza non aveva potuto fare che il minimo indispensabile anche se Valentin sapeva di essere perfetto già così.
Quando fu pronto si presentò nella sala adibita per la cena. Finalmente una volta lì Valentin poté incontrare di nuovo Miho che appena aveva avvertito la sua presenza era andata ad abbracciarlo.
Il Pisces ricambiò subito quel suo gesto di affetto, era incredulo poiché lui personalmente non era quel tipo di persona che si lasciava andare ad effusione, figurarsi in pubblico. Sciolto l'abbraccio osservò l'amica, i suoi occhi verde scuro erano più chiari e sembrava che una luce dorata ci danzasse dentro, i capelli blu scuro erano più luminosi rispetto al solito ed il viso infine lasciava trasparire una serenità senza eguali, pace che trasmise anche al suo animo.
"Stai bene?"
Lei annuì. "Sto benissimo, mi sono risvegliata durante il viaggio verso il tempio." Si sfiorò il ventre con un sorriso. "Anche Antares sta bene, appena mi sono stesa per riposare un po' ha iniziato a scalciare.." Raccontò
"Chiamerai tua figlia Antares!" Disse Ares entrando in quel momento nella sala seguito dai suoi guerrieri.
Miho sorrise al ragazzo che finalmente Valentin riconobbe come il figlio di Zeus, lo aveva conosciuto al tempio del re dei cieli. Alto, muscoloso, lunghi capelli neri e occhi azzurri e limpidi.
Miho gli andò incontro e si inchinò al giovane con riverenza. "Ti ringrazio fratello mio per avermi accolta nel tuo tempio e avermi salvata da Gea."
Il giocane si avvicinò alla ragazza e le prese una mano che portò alle labbra.
"Non avrei potuto lasciarti sola contro quella donna." Le disse con un sorriso.
Miho ricambiò il sorriso poi vedendo arrivare Erii le andò incontro abbracciandola. "Quale gioia rivederti." Le disse
Lei sorrise amareggiata. "Purtroppo non ho belle notizie per te sorella mia, vedi il Figli delle stelle..."
Miho le mise una mano sulla bocca e scosse la testa. "So già tutto, come so che tu Aldebaran del toro hai protetto il collegio e i bambini, te ne ringrazio."
Lui fece un inchino di riverenza mentre Ares prendeva sotto braccio le due ragazze.
"Che ne dite di parlarne a tavola. Innanzi ad un delizioso banchetto si fanno le chiacchiere migliori." Annunciò
Miho guardò fiduciosa verso il fratello e stringendogli il braccio annuì incamminandosi al tavolo.
"Decisamente si, Antares ha molta fame."
"Antares! Veramente vuoi chiamare così tua figlia?" Chiese Alessandro mentre la faceva accomodare.
"Ne conosco il significato, ma comprendi che si tratta di mia figlia e se chiamarla anti Ares ti risulta offensivo non posso darmene una colpa. È figlia dello scorpione e come tale porterà il nome della sua prima stella."Spiegò Miho mentre Valentin prendeva posto accanto a lei.
Al lato opposto Alessandro fece accomodare anche Erii, poi andò a mettersi a capotavola alzando le mani e ordinando alle ancelle di portare la cena.
"Un altro nome non ci sarebbe, ci sono tante stelle." Disse lui.
Miho sospirò scuotendo la testa. "In realtà si ci sarebbe, ma Ilizia mi annunciò alla scoperta della gravidanza che avvertiva due cuori e non uno." Rivelò la ragazza lasciando stupiti tutti i commensali. "Quindi mi riservo il secondo nome per eventuali sorprese." Terminò prendendo delle melanzane ai pomodori dal vassoio che avevano servito. Aveva decisamente fame.
"Due gemelli, anche io e Giulia abbiamo avuto due gemelli sai?" Rivelò malinconico Alessandro.
Miho lo guardò, impietosita per lui. "Dove sono adesso i bambini?"
"Esmeralda se ne sta prendendo cura. Ma presto sarò di nuovo con loro, non possono crescere senza i genitori, giusto?" Chiese il giovane.
Miho gli portò una mano sul bicipite osservandolo. "Percepisco il tuo dolore e l'animo inquieto, sappi che ti sono vicina."
Alessandro posò le posate nel piatto guardando la sorella. "Io vorrei che tu mi fossi vicina in questa impresa Eireen." Ammise lui con il viso rammaricato. "Sappiamo entrambi che in questo periodo mi sto trattenendo... ok non ho potuto fare a meno di causare tutte quelle rivolte e la perestroika e i tumulti. Ma tu non c'eri ed io..."
"È la tua natura Ares, credo che cercare di ignorarla sia peggio, quindi va bene così. Se non esageri è giusto che tu segua i tuoi istinti e che tendi comunque sempre verso il bene e non accompagnando il Male." Disse Miho giustificandolo e sostenendolo.
"Nostro padre non la pensa così, per lui sono il peggiore dei figli, il mietitore di vittime e guerre. Il crudele Ares!" Affermò lui alzando le braccia al cielo. "Guardami, sto facendo tutto questo per compiacere lui. Ma mai un complimento o una parola di sostegno. Siamo sinceri non ha occhi che per Athena che con le sue guerre mi è pari nei disastri che combina." Si lamentò lui, incredulo per quello che stava dicendo. Non avrebbe mai sospettato di tirare fuori tutto ciò che aveva dentro con la sorella. Perché? Lui era forte e orgoglioso e non aveva bisogno di confidarsi con nessuno.
"Ammettiamolo, tu al momento sei molto più pacato e razionale di Athena, essere rinato tra gli umani ti ha fatto maturare una certa responsabilità." Gli disse Miho incoraggiandolo. "Penso che anche nostro padre abbia notato di aver sbagliato in passato ed ora che ha vissuto da umano potrebbe aver capito gli errori che ha fatto, l'ho visto molto più incline ad appoggiare tutti noi e non solo Athena."
"Intanto quando ha dovuto dividerci ha ben pensato di lasciarti con la sua figlia prediletta." Disse lui facendo notare che suo padre non sarebbe cambiato mai.
"Vero anche questo! Ma non lo ha fatto egoisticamente, ha dovuto fare delle scelte che gli sono state consigliate. Alessandro fu mia madre a esiliarmi al collegio non papà!" Rivelò la giovane.
"Athena ha ucciso mia moglie e credimi, se lo chiederai a papà lui potrebbe ben rispondere che ha fatto bene, che lei era il nemico." Disse Ares incrociando le mani davanti al viso. "Alla fine ella è stata solo manipolata da Gea e Athena ha attaccato Bellona togliendole la vita." Alessandro guardò Miho, il tumulto dei suoi occhi rispecchiava lo stesso che stava vivendo nel suo cuore. "Adesso io cosa dovrei fare? Starmene con le mani in mano mentre Athena spiega i suoi soldati e uccide chiunque io ami perché devo starmene con le mani in mano? Perché parliamo di Athena e come nostro padre ha fermato Apollo. Farebbe lo stesso con me per la sua amata figlia."
Miho sospirò e assaggiò un pezzo di formaggio comprendendo come potesse sentirsi il fratello. Più di una volta Athena era stata salvata, da lei che l'appoggiava in nome della pace, da Nike che portava dietro nel suo scettro ed effettivamente da Zeus che sembrava non aver occhi quando si trattava degli errori della figlia.
"Seguiresti solo gli istinti umani che ti portano a cercare una rivalsa e una vendetta nei confronti di chi ti ha fatto del male." Rispose ella.
"Impossibile, sbaglierei! Mica mi chiamo Athena, io sono Ares, il peggiore dei figli." Affermò lui stringendo il pugno per trattenere la rabbia.
Miho lo osservò e si tese verso si lui stringendolo con le sue esili mani. "Non sbaglieresti, in quest'epoca tutti noi abbiamo dimostrato che siamo umani e possiamo sbagliare, che ci lasciamo guidare dalle emozioni e nel farlo compiamo gesti irreparabili quali andare nel passato. Perché l'amore ci fa compiere azioni che potrebbero anche farci pentire, ma che in quel momento reputiamo giuste." Disse Miho per poi sospirare. "Se vorrai avere un confronto con Athena sappi che non approvo, però..." disse infine. "Non mi intrometterò, e non avrò potere decisionale. Perché ti comprendo fratello mio."
"Mi appoggi?" Chiese Alessandro.
Valentin e Aldebaran ascoltavano quella conversazione basiti e increduli, realmente stavano parlando di un'eventuale guerra tra Ares ed Athena, lei Eireen la dea della pace?
"In realtà io appoggio qualsiasi rivalsa tu voglia avere su Gea, ti sono al fianco al cento per cento e spingerò affinché la pace ritorni, perché so che sei portatore di pace e luce Ares." Rispose lei.
"Il piano che avevo attuato il mese scorso è pronto da un bel po' nell'essere messo in atto." Disse lui.
"E come ti ho confermato adesso e ti dissi allora io ci sono. Dimmi quando vuoi iniziare!" Gli disse con un sorriso.
Lui ricambiò con fare genuino poi rise vedendola imboccare un po' di pitta. "Direi prima di lasciarti riposare per bene, noto che l'appetito non ti manca e ne sono contento. Devi dirmi tu quando sarai pronta, per affrontare Gea dovremo essere tutti al meglio delle nostre forze." Affermò Ares guardando prima Miho e poi Erii.
"Io ci sono e le mie armi giungeranno presto qui al tempio." Disse discordia.
Miho chinò il capo sul tavolo e sospirò. "So che potresti non approvare questa mia azione Valentin, se lo reputi allora devo chiederti di non obbiettare alla mia decisione." Disse all'amico.
"Io devo proteggerti e tu devi proteggere tua figlia, o i tuoi figli Miho, non puoi combattere in primo piano." Disse il Pisces.
Lei sollevò il capo e cercò il suo sguardo seria. "Non combatterò infatti. Ma devo esserci, adesso devo capire solo se sei o meno con me! Se si non dovrai opporti alle mie decisioni." Gli disse.
"E se non voglio?" Chiese lui.
"Ci vedremo quando Gea sarà stata sconfitta." Rispose lei serena.
Valentin si mise seduto composto stizzito, non la stava più guardando. I suoi occhi erano puntati su Aldebaran che proprio non erano un bel vedere, sospirò. "Cosa vuoi che faccia." Le chiese, se di una cosa era certo era che Miho era sempre dalla parte del giusto.
Lei gli sorrise. "Mio fratello Efesto deve riportarmi la Cloth dello scorpione celeste, quando sarà qui gli chiederò le ultime rifiniture alla tua Cloth." Lo informò lei. "Partirai con lui verso il tempio di Zeus e una volta lì consegnerai una lettera a Milo."
L'uomo la guardò alzando gli occhi al cielo, ecco che stavano affrontando di nuovo quell'argomento. Questa volta però lei non era in fase di morte prossima.
"Tranquillo non sarà una lettera d'amore. Dopo che gli hai consegnato la lettera Milo ti dirà come procedere." Annunciò lei guardando estasiata un vassoio che stava arrivando. "Sono pesche quelle?" Chiese all'ancella che le sorrise.
Miho ne prese una mentre Ares tornò sull'argomento. "Quindi dobbiamo aspettare Milo dello scorpione!?"
Lei annuì per poi guardare il fratello amabile. "Dobbiamo aspettare che Efesto rinforzi le heavenly armor in realtà. Ma direi di sì!" Terminò la giovane prendendo una pesca. "Dopodiché finita questa storia tu mi restituirai la mela della discordia in tuo possesso."
Alessandro guardò la sorella sorpreso. "Tu lo sai."
"Come so che è l'arma per non intromettermi." Rispose lei addentando la pesca, dando così l'idea di aver chiuso l'argomento.
I due ex gold si guardarono. Non sapevano se stavano parlando più di Gea o di Athena, ma era chiaro ormai che Aphrodite aveva appena prestato fedeltà ad Eireen la dea della pace. E lui Aldebaran invece... lanciò uno sguardo verso la ragazza bionda seduta al suo fianco che scherzava col fratello. Anche lui, aveva rischiato, ma aveva giurato fedeltà a Discordia.
Dopo cena Miho si riservò stanca nelle sue camere, stesa a letto espanse il suo cosmo e cercò le sue sorelle, doveva avvertirle che stava bene e che anche sua figlia stava ancora bene.
"Sorelle mie!" Si annunciò
"Miho, stai bene?" Chiese Marin
"Avevamo temuto il peggio sorella." Disse Freya.
"Si, sto bene, appena spirato l'ultimo respiro Aphrodite di Pisces e Kanon di Gemini hanno trivellato nella terra con i loro cosmi e mi hanno liberato così ho recuperato i miei poteri accedendo al mio potere divino."
"Quindi è come abbiamo percepito, sei morta." Le disse Marin.
"Sì, adesso sono ospite da Ares, il primo tempio mistico sul mio cammino. Vi raggiungerò appena mi sarò ripresa da questo periodo di reclusione e intanto Ares cercherà di contrastare Gea se dovesse venire a cercarmi." Raccontò alle sorelle. "Potete avvertire June che il bambino si è mosso e quindi sta bene?"
"Sì, domattina la avvertirò." Disse Marin "Sai che vorrebbe vederti vero? Da quando ti ha detto della gravidanza quante volte ti ha visitata?"
"'Mai più, mea culpa! Sarei dovuta comunque andare da un ginecologo, dille che ce la farò a tornare prima del parto." Disse Miho
"Lo farò, ma tu cerca di stare attenta e non ridurti allo stremo come è accaduto a me." Si premurò la rossa.
"Io domani mattina invece raggiungerò il santuario di Athena, potrei avvertire delle novità." Disse Freya prima che la sorella minore interrompesse il contatto.
"Perché vai al Santuario? Pensavo fosse quello il posto più sicuro al momento." Chiese Miho
"Hyoga vuole assicurarsi che io sia al sicuro ed è venuto a prendermi. Purtroppo non può restare troppo tempo lontano dal Santuario." Spiegò Freya.
"Gli hai detto della gravidanza?" Chiese Miho.
"Non è il momento Miho, lo farò quando tutta questa faccenda si sarà conclusa però." Rispose lei.
"Non attardare troppo i tempi mi raccomando. E salutatemi tutti ragazze, adesso vado che sono esausta." Le salutò
"Buonanotte Miho." La salutarono le altre due.
Ella sorrise tra se ed abbassando l'intensità del suo cosmo chiuse gli occhi stanca.
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Agápi gia ton Olýmpou (Saint Seiya)
FanficPrologo di Saint Seiya dopo i fatti di Hades. © M. Kurumada © Michi Himeno © Shingo Hiraki © Toei L.T.d Storia basata sulla saga del maestro Kuramada Saint Seiya. Vietato copiare i diritti di copyright