I tre santi valutarono ciò che avevano di fronte. Due giganti e un Dio. Entrambi i giganti erano protetti dalla terra su cui poggiavano i loro piedi, entrambi erano tra i più forti che la Gigantomachia avesse raccontato.
Shiwa spalancò gli occhi nel buio della sua stanza, si alzò dal letto e senza esitare uscì dalla stanza diretta verso i giardini di Villa Kido, non poteva essere più spettatore. I giganti, quei due giganti lì non sarebbero stati sconfitti come i due precedenti, lo stesso Enceladus non era stato ucciso ma solo tramortito.
Per sconfiggere un gigante e ucciderlo ci voleva la collaborazione con un Dio, se nella Gigantomachia gli dei tutti erano stati aiutati da Heracles adesso spettava lei aiutare il nuovo Hercules, mantenendo la promessa fatta ad Ebe e proteggendo lui e tutti i suoi amici. Doveva dirigersi negli inferi e subito, espanse il suo cosmo e senza indugiare chiamò a se l'entrata degli inferi.
"Aspetta!"
Una voce alle sue spalle, fermò il primo e unico passo che l'avrebbe portata nel regno dei morti.
"Dovresti essere nel regno di Morpheo, Hyoga del Cigno." Disse.
"Non me lo perdonerei mai se dovesse succedere qualcosa ad Esmeralda e lo stesso Ikki se lo sapesse non me lo perdonerebbe."
Elisabeth si voltò verso di lui. "Esmeralda ha fatto giurare anche te!" Affermò
Lui annuì non sorprendendosi che fosse una peculiarità della dea riuscire a farsi promettere cose senza difficoltà.
"Va bene. Potresti essermi utile semmai dovessimo incontrare un gigante sul nostro cammino."
Hyoga sgranò gli occhi. "Facciamo presto divina Persefone."© Michi Himeno
Il gruppo dei tre guerrieri era in allerta e studiava chi aveva di fronte a se. Quelle erano solo anime o alla peggio spiriti reclusi negli inferi, non potevano infierire tanto contro di loro. Avevano sconfitto già altri mostri e giganti quindi potevano sconfiggere anche gli altri due, erano in vantaggio di una persona in fondo.
"Shun tu entra e assicurati che Ebe stia bene, liberala e portala al sicuro." Disse Ikki. "Io e John invece penseremo ai due giganti."
"Non credo proprio che andrà così." Affermò una voce gracchiante. Un uomo uscì dalle rovine della casa, elegante e sicuro di se, sul viso un sorriso soddisfatto, una mano poggiata sul fianco l'altra che ergeva una spada.
"Tsk... Ebe aveva detto che Hercules non sarebbe giunto. Eppure è venuto negli inferi a combattere contro gli storici nemici! Lieto di conoscervi, io sono Geras." Disse il giovane Dio al centro del gruppo.
Geras una spada tra le mani muscolose sembrava tutto fuorché vecchio. I capelli rossi, lunghi e lisci sembravano setosi, i lineamenti delicati ed eleganti, il corpo muscoloso ed armonioso.
Ai tre santi di Athena venne allora un dubbio, ovvero che quello non fosse Geras ma un'altro nemico di Hercules.
"Tu non sei Geras. Io l'ho visto!" Affermò Shun
"Sei tu Hercules dunque?" Chiese il Dio ignorando il santo di Andromeda.
"Non bisogna essere Hercules per sconfiggere i mostri che si sono posti sul nostro cammino. Noi siamo santi di Athena, tutti eroi in grado di sconfiggere i tuoi scagnozzi." Disse Ikki
Death intanto studiava la situazione intorno a se, i due giganti aspettavano trepidanti di poter intervenire e spezzare delle ossa.
"Chi sono gli altri due?" Chiese Death.
"Porfirione e Alcione. Vi aspettavano con Enceladus, che statene certi si riprenderà presto." Disse loro Geras.
I tre si guardarono tra di loro, poi Geras puntò la spada verso i tre. "Chi di voi è il nuovo Hercules, chi si chiama Ikki?" Disse l'uomo.
I tre si guardarono ancora, la fenice senza stare troppo a indugiare fece un passo avanti.
"Ti sbagli Geras. Io non sono Hercules, io sono Ikki della fenice, santo di Athena. Bada non ti chiederò di cedere il passo e portarmi da Ebe, lo farò da me dopo averti sconfitto." Affermò mettendosi in posizione d'attacco.
"Tsk... davvero vuoi sconfiggere me, un Dio. Adesso nel pieno delle mie forze e al vostro pari, questa volta non mi sottometterai, questa volta non avrò paura di te!" Disse
"Fermo!" Intervenne Shun frapponendosi tra i due.
"Dov'è Ebe, cosa le hai fatto?" Chiese il santo preoccupato per la sua giovane amica.
"Un piccolo scambio... ah... questo le porterà via anche quel piccolo esile alito di vita a cui tanto teneva. Ma pazienza, ormai è vecchia ed ha vissuto tutto ciò che aveva da vivere."
"C... cosa cazzo hai fatto bastardo!" Braitò allora Death gettandosi sul Dio e afferrandolo per la collottola. "Dov'è Ebe! Dove l'hai nascosta?" Gli disse sballottandolo.
L'altro rise in modo sguaiato e intanto Death pensò che Geras avrebbe dovuto affrontare l'ira di Zeus a breve.
"Zeus non te la perdonerà."
"Zeus? Zeus avrà bisogno di me per preservare la giovinezza sua e di tutti i suoi figli sull'Olimpo. Non mi farà nulla!" Affermò sicuro.
Death non volle più stare ad ascoltarlo. Issò il Dio sopra la sua testa e senza esitazione lo lanciò lontano riversandosi poi nella casa in rovina. I due giganti si fecero allora avanti ma questi lanciò colpi alla velocità della luce, Andromeda invece dispose le catene in difesa del compagno e Ikki si lanciò su uno dei due giganti così da impedirgli di toccare il guardiano celeste.
Geras intanto si sollevò dal suolo umiliato, chi si credeva di essere quel misero essere umano.
Intanto Ikki e Shun erano spalla a spalla, il primo affrontava Alcioneo il secondo Porfirione.
"Fratello, se ricordo bene il mito Alcioneo è invincibile fino a quando resta in terra." Gli disse Shun
"Troveremo un modo. Siamo qui anche da troppo tempo. Cosa sai di Ebe e della storia che ha raccontato Geras?" Chiese Ikki.
"Lo scambio? Non so di cosa parlasse non so neanche se è possibile." Disse il fratello mentre anche i due giganti fratelli si confrontavano.
"No, della sua vita... sta morendo?" Chiese Ikki. "Dobbiamo estinguere il debito con lei prima che muoia."
"Non che io sappia. Esme è una ragazza molto vivace e ingenua anche, ma non mi sembra che sia malata." Disse Shun
"Esme..."
"Sì. Il nome da umana di Ebe, come lady Saori." Affermò Shun.
Ikki restò soprappensiero osservando il gigante. "Lo colpisco col fantasma diabolico." Disse
"Aspetta fratello!" Disse ancora Shun "Scambiamoci."
"Cosa vuoi fare?"
"Con la nebula storm posso scaraventare via dal suolo Alcioneo." Spiegò Shun.
Ikki sorrise e annuì. Come contro l'angelo Teseo di nuovo avrebbero combattuto insieme.
"Perfetto, andiamo allora fratello." E così facendo con un salto all'indietro la fenice si accalcò su Porfirione, preparandosi invero a lanciare su di lui il suo colpo.
"ALI DELLA FENICE !" Urlò mettendosi nella posizione perfetta per dare maggiore forza al suo colpo.
Alle sue spalle anche Shun lasciò esplodere e andare il suo cosmo. Si gettò contro il nemico e iniziò a creare la sua nebulosa di Andromeda che andava sempre di più crescendo. Il gigante gli stava andando incontro, ma il ragazzo prontamente lo imprigionò con le catene così da avere più libertà di gestire la sua nebula storm e quando si sentì pronto ecco che la lanciò contro il suo avversario. "NEBULA STORM.."
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Agápi gia ton Olýmpou (Saint Seiya)
FanfictionPrologo di Saint Seiya dopo i fatti di Hades. © M. Kurumada © Michi Himeno © Shingo Hiraki © Toei L.T.d Storia basata sulla saga del maestro Kuramada Saint Seiya. Vietato copiare i diritti di copyright