Parte 83ª - Addio al Figli delle stelle

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Tokyo 26.07.1990
Erano passati dieci giorni da quando Miho era scomparsa, Erii tornata al Figli delle stelle ogni giorno appuntava sul calendario il trascorrere del tempo.
Suo padre era rimasto con lei per circa cinque giorni, poi era dovuto andare via, sia per il lavoro che per seguire gli altri ragazzi.
Quando erano atterrati a Tokyo cinque giorni prima suo padre l'aveva chiamata da parte e le aveva detto di averla sentita mentre parlava con Aldebaran durante il viaggio. Suo padre le aveva chiesto perché non si fosse confidata con lui e non fosse stata sincera con Juno prima della partenza.
Erii non aveva saputo cosa rispondere, non si spiegava ancora come mai si era sfogata col toro sinceramente. Forse era stato quel sorriso sincero che gli aveva concesso nell'attimo in cui si era sentita più esposta.
Così quella mattina quando lo aveva salutato aveva avuto solo il coraggio di dirgli che lo amava, come amava anche sua madre Juno.
Dopo aver cenato aveva richiamato i bambini e come sempre li aveva invitati a prepararsi per la notte, ultimamente arrivavano a sera stanchi. Tutto merito di Aldebaran che li faceva scatenare per benino durante il pomeriggio.
Quell'uomo grosso e rozzo aveva una buona influenza sui bambini, forse perché era un giocherellone o perché cucinava magistralmente, o ancora per via del suo buonismo innato. Stava di fatto che i bambini lo adoravano e facevano tutto ciò che diceva loro.
Dopo che finalmente tutti salutarono e andarono a prepararsi Erii lasciò la sala padronale con Aldebaran per chiudersi negli appartamenti Diás.
"Bene, allora io vado. Buonanotte." Salutò Erii.
"Non aspetti la telefonata dalla Grecia?" Chiese il toro.
"Io non capisco perché insistano." Disse Erii stringendo un cuscino al petto.
"Perché sono le tue sorelle e si preoccupano per te."
"Io e Freya a malapena ci conosciamo." Rispose lei.
"Anche io e gli altri gold Saints. Ma abbiamo un legame indissolubile che ci fa preoccupare gli uni degli altri." Rispose lui. "Non dovresti sottovalutarlo."
Erii scosse la testa. "Tu sei troppo buono, nessuno si sacrificherebbe per uno sconosciuto."
"Suona il telefono, io andrei a rispondere." Disse lui ignorandola.
Erii fece una smorfia e facendogli il verso sparì a rispondere. Come previsto era una telefonata dalla Grecia, Freya chiamava per sincerarsi che andasse tutto bene, dicendole che nonostante fosse ancora arrabbiata con lei, June era in pensiero per la sua sorte.
"Dovresti chiamarla e chiarirti con lei." Le disse.
"Dovrei perché? E perché non ci lasci stare?" Chiese Erii
"Siete sorelle è giusto fare pace, so che è impossibile non discutere. Ma non sono bei tempi e sarebbe meglio riappacificarsi." Disse lei.
"Lei non è Hilda." Disse Erii
"E tu non sei me, sta di fatto che siete gemelle e tu sei scappata quando lei voleva seguirti per proteggerti."
Erii tacque, su questo aveva ragione.
"Comunque qui stiamo tutti bene. Papà è rientrato da un paio di ore e dorme." La informò
"Salutami tutti e... domani mattina chiamerò June." Disse infine Erii. Perché invece di lei, la sua peggior nemica, non chiamava direttamente June? Così si sarebbero chiarite e addio agli attriti.
"Buonanotte Erii." La salutò Freya.
Staccata la telefonata Erii si diresse verso la sua camera, nel salotto Aldebaran guardava fuori la finestra, non c'era più traccia delle arpie da quando Miho era stata catturata e sicuramente non c'erano più pericoli. Ma il santo del toro restava in allerta.
"Buonanotte Aldebaran." Salutò
"Buonanotte piccola Erii." Rispose lui.
Lei urtata entrò in camera sbattendo la porta. Non era piccola, non era piccola.
Fu svegliata da un bussare continuo alla porta, quando aprì gli occhi comprese fosse ancora notte.
"Chi è?" Chiese assonnata.
"Presto sveglia." Disse Aldebaran da dietro la porta. "Devi recuperare i bambini e scappare con loro, le arpie e un gigante hanno assediato il collegio e tentano di entrare."
Un gigante? Erii si risveglio del tutto uscendo fuori dalla stanza. "I bambini presto." Disse il
Toro.

Tempio di Zeus - ore 21.00 circa (03.00 Tokyo)
Milo si destò dal proprio letto improvvisamente, Miho piangeva, sembrava disperata e senza più speranze.
Doveva aiutarla! Si alzò dal letto in pietra ed uscì fuori dalle sue stanze, i suoi compagni notarono che era inquieto ma non diede loro peso.
"Cosa fai Milo?" Intervenne la voce di Apollo.
Dietro di lui camminava spedito Shion.
"Io... io devo andare!" Disse lui. "Miho ha bisogno di me."
Elios lo fissò interdetto, Miho aveva bisogno di lui. "Dove si trova? Miho intendo, sei in grado di andare da lei?" Gli chiese curioso di sapere cosa sapesse lo scorpione di sua sorella.
Milo si grattò la testa, dove si trovava Miho? Non al figli delle stelle ne era certo.
"Miho è in Russia. Ma serve il mio aiuto in Giappone, il collegio e i bambini sono in pericolo e lei non può aiutarli da dove si trova." Disse.
"I bambini sono in pericolo?" Chiese conferma il Dio del sole.
Milo annuì, doveva andare in Giappone. "Non puoi andare, so dove si trova il collegio e ci sono stato, lo raggiungo io e proteggo i bambini. Divino Apollo può avvertire suo padre?" Chiese Shion.
Il giovane annuì, doveva chiamare comunque suo padre e avvertilo di ciò che stava accadendo. "Prendi!" Disse il rosso allungando una mano e creando dalla terra una sacra armatura celeste per il sommo Shion. "Usala come tu sai e proteggi il collegio." Disse il Dio.
Shion indossò la Cloth ed annuì, poi portò una mano alla fronte e in un attimo sparì agli occhi dei due.
"Milo..."
"Divino Apollo." Rispose lo scorpione.
Elios lo guardò intensamente. "Mi dici come fai a sentire Miho?" Chiese Apollo.
Milo lo osservò divertito. "Non lo so. È sempre stato così tra di noi, se lei ha bisogno di aiuto io la sento." Spiegò
"Perché è accaduto già altre volte?" Chiese lui. Avevano una possibilità di trovare Miho.
"Quando ci siamo conosciuti, lei si trovava nel pieno di una tempesta di mare verso Policandro, la sentii da Milos e andai a salvarla. Ci siamo conosciuti così!" Raccontò con un filo di nostalgia.
"L'hai sentita anche altre volte?" Chiese lui.
"Prima di oggi un'altra sola volta. Era in gita a Hokkaido con i bambini e il loro pullman era andato fuori strada. Rischiavano di cadere in un burrone, ma arrivai appena in tempo per salvarli tutti." Raccontò ancora "Poi basta, le capita solo quando è in pericolo oppure i bambini lo sono. Come in questo momento."
"Ok Milo, torna a riposare. Ti aggiornerò sul collegio appena saprò qualcosa, intanto vado ad avvertire mio padre, ok?" Chiese Apollo.
"Vengo con te, non riesco a stare qui fermo sapendo ciò che accade in Giappone."
"Papà e a Villa Diás e sai che devi stare qui su al tempio almeno altre dieci ore prima di tornare a scendere giù."
Milo si fermò sul posto. "Andiamo Elios, se non fosse stato per me non avreste saputo nulla."
Il rosso scosse la testa. "Facciamo così, vieni ma domani non scendi." Disse lui arrendendosi, mentre Mu li raggiungeva.
"Non dirmi che vuoi scendere anche tu!" Disse il Dio perdendo ormai le speranze.
"Sto andando da Ras, piange!" Rispose l'ariete uscendo dal tempio e camminando un po' con loro.
"C'è Fryg che si prende cura di lui." Disse Apollo
Mu annuì. "Purtroppo però non riesce a calmarlo, lo faccio dormire e poi rientro."
"Oppure se lo porta in dormitorio da noi perché è diventato un koala umano quel bambino." Scherzò Milo.
"Si è affezionato a te, sei diventato la sua figura paterna." Ipotizzò Elios.
"Ma spero di no." Disse Mu "Ha già una famiglia e al ritorno della madre saranno di nuovo uniti."
"Hai già cresciuto Kiki, forse il piccolo sente che sei una persona responsabile." Gli disse Milo iniziando ad avvertire il pianto del piccolo.
"Sono sicuro che ti sei affezionato a lui come lui a te. Non so perché ancora non sia tornata sua madre, ma il piccolo ne sente di sicuro la mancanza."
"Domani chiederò a Fryg cosa ne sa. Questa situazione può diventare insostenibile, per il piccolo non per me." Disse Mu.
"Ok, noi ci salutiamo qui Mu che scendiamo a Priona, ci rivediamo domattina." Disse Apollo.

Agápi gia ton Olýmpou (Saint Seiya)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora