Parte 23ª - Solo un uomo e una donna

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PREMESSA: Poiché spesso trovavo incoerente che personaggi di 13 anni avessero comunque delle responsabilità di persone maggiorenni ho fatto un salto di età a tutti i personaggi che è di +3 per tutti quindi la guerra galattica inizierà il 1989 anziché il 1986. Terrò invece tutti gli eventi in ordine cronologico, quindi la storia si completerà nell'arco di aprirle 1990, 24/25 ('87 nel manga) contando anche il tenkai hen e l'inizio next dimension. La FF nonostante sia un What if? Cerca di collegarsi a tutti gli eventi accaduti in manga, anime e spin off per questo qui verranno raccontati i buchi mancanti. PS in riferimento a Saintia Sho prendo solo situazioni coerenti con il manga/Anime Originale
ATTENZIONE: © delle Fanart prese in giro per il Web se le riconoscete come vostre basta che me lo facciate sapere e provvedo a inserire i credits
COPYRIGHT: Storia basata sulla saga del maestro © Masami Kuramada ©Saint Seiya; Tutti i diritti della serie sono del sensei, della Toei e della casa editrice Shueisha; Per le immagini © Michi Himeno © Shingo Araki;
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Ottobre 1989 - Santuario
Tutti i misteri che si celavano al grande tempio erano stati svelati. La verità su ciò che era accaduto sedici anni prima nella notte degli inganni era stata rivelata.
Aiolia sapeva già dopo l'incontro in Giappone con Athena che suo fratello era innocente. Purtroppo non era riuscito ad ottenere dal sommo sacerdote la verità, complice l'arrivo di Shaka, Saga era riuscito a manipolare la sua mente e non aveva ottenuto risposte. Anzi col suo inganno gemini era riuscito a metterlo contro Seiya e da compagno si era trasformato in avversario di Athena e dei suoi ragazzi. Aveva combattuto contro Seiya, il discepolo prediletto di Marin e suo compagno, e se non fosse sopraggiunto Cassios a prendere il suo posto Aiolia sapeva che avrebbe potuto ucciderlo. La rabbia provata verso Arles era stata grande, avrebbe voluto vendicarsi. Ma quella era la battaglia di Seiya ed i suoi amici e lui aveva il dovere di onorare Cassios che aveva dato la vita per dare la possibilità a Seiya di proseguire.
Avrebbe mai potuto affrontare di nuovo Marin se avesse ucciso Seiya, il suo adorato discepolo. E lui, sarebbe più riuscito a guardarsi allo specchio se lo avesse ucciso? Un compagno, una persona che vedeva in lui un esempio da seguire.
Ormai al calare delle dodici ore fortunatamente Seiya era riuscito a salvare Athena, riflettendo i raggi dello scudo fino al sepolcro della fanciulla. Lei si era rialzata e scala dopo scala era salita fino alla tredicesima casa, accogliendo sul suo cammino Aiolia ed i suoi parigrado rimasti e recuperando Shiryu, Hyoga e Shun.
Lungo il tragitto avevano incontrato anche Shaina e Marin, L'Aquila era tornata a casa. Giunti alla statua di Athena tutto fu chiaro ai presenti, Arles si era rivelato essere il misterioso saint dei gemelli: Saga! Il saint che bambini tutti avevano visto come un esempio da seguire era in realtà il tiranno che aveva manipolato saint e santuario durante tutti quegli anni. Aveva rivelato tutto Saga, e la sua doppia personalità aveva preso il sopravvento, da una parte lottava e voleva uccidere Athena. Dall'altra chiedeva perdono per ciò che aveva fatto, per il male arrecato e per aver fatto del male alla sua dea. Dea che lo aveva perdonato e liberato dal male che aveva dentro con l'emblema di Nike, saint Saga che libero pianse per essere stato perdonato dalla sua dea. La ringraziò in punto di morte e Athena se lo era stretto alle braccia ed aveva atteso che si calmasse per poi dedicarsi a Seiya e agli altri saint.
Finalmente la memoria di suo fratello Aiolos aveva trovato redenzione, i litigi, gli sguardi carichi di pietà che gli riservavano. Tutto era sparito! Suo fratello Aiolos non era un traditore.
Avevano portato i cinque bronze saint, in bilico tra la vita e la morte, alla Fonte di Athena poi furono congedati.
Pronti a tornare alle loro case Aiolia raggiunse le due silver saint. Osservò Shaina, lui che conosceva i sentimenti dell'Ofiuco nei confronti di Seiya, capiva come in quel momento potesse essere in agonia per lui. Cinse quindi il braccio intorno alle spalle di Marin e si rivolse alla sacerdotessa. "Penso io a Marin, puoi andare a riposare." Le disse gentilmente.
Marin si voltò verso il gold saint e annuì a Shaina. "Posso tornare da sola a casa." Disse cercando di reggersi da sola.
Aiolia la trattenne mentre Shaina titubante si allontanò per andare a visitare Seiya.
"Ti porto io. Alla quinta casa ci saranno Lythos e Ganah che si prenderanno cura di te." Disse lui deciso.
Fu così che la prese tra le braccia e la portò spedito verso la quinta casa. Una volta lì lasciò Marin alle cure di Lythos nella zona abitata della quinta casa per poi andarsi a fare una doccia.
Restò sotto la doccia per parecchio tempo e quando uscì trovò ad accoglierlo il fedele Ganah. Gli sorrise "Athena è giunta al santuario. La memoria di Aiolos è integra adesso!" Gli rivelò
Ganah lo guardò emozionato e andò ad abbracciarlo. "Sapevo... sentivo che tuo fratello era innocente Aiolia. Sono felice per voi due."
Il saint del Leone annuì, anche lui era contento.
"Domani sarà un nuovo giorno. Athena di presenterà a tutto il santuario e per noi inizierà una nuova epoca in nome della dea." Annunciò
"Dovremo festeggiare." Disse Ganah
"Per ora riposare, ci sarà tempo per festeggiare." Disse Aiolia. I festeggiamenti dovevano aspettare, molti erano morti per la causa di Arles. Suoi parigrado erano caduti e i bronze saint erano in fin di vita. "Marin?"
"Riposa. Lythos l'ha aiutata a lavarsi e le ha curato le ferite, adesso dorme."
Il Leone annuì. "Andiamo tutti a dormire Ganah, domani è un altro giorno." Disse congedando l'uomo.
Prese il telo ed iniziò a frizionare i capelli per asciugarli poi si mise i pantaloni e la maglia bianca senza aggiungere i pettorali e le altre protezioni infine raggiunse Marin nella sua stanza. Restò alla finestra a osservarla mentre dormiva fin quando non si sentì chiamare
"Marin... sei tornata a casa infine. Ero in pensiero." Disse inginocchiandosi al suo capezzale
Marin lo guardò attraverso la maschera ed allungò la mano verso la sua, lui la prese e gliela strinse. "Non potevo tornare. Sapevo di non essere più ben voluta qui."
"Dove sei stata? Non sono riusciti a trovarti."
"Ero a casa di mia sorella. Poi sono andata all'altura delle stelle per ottenere delle risposte. Risposte che tutti abbiamo avuto stasera." Disse lei
Aiolia le strinse la mano e la portò alle labbra, poi lentamente andò a stendersi al suo fianco. Lei con gesti naturali quasi fosse normale quella situazione, gli cinse i fianchi ed inclinò la testa sul suo petto.
Nella stanza era calato il silenzio, ma nessuno dei due lo temeva, era il silenzio a cui entrambi erano abituato, quello che diceva più di tante parole e che anzi rendeva di più. Aiolia respinse l'istinto di fiondarsi su di lei e toglierle la maschera, quella maschera che aveva imparato ad amare, proprio come lei, la ragazza che stringeva tra le braccia. Perché ovvio lui l'amava anche se non glielo aveva mai detto, perché avrebbe voluto qualcosa di più ma sapeva che non poteva chiedere altro se non la sua amicizia. E a lui andava bene così, erano saint di Athena, prima di se stessi dovevano pensare al loro dovere, il dovere che la dea si aspettava da loro.
Avvertí le dita di Marin carezzargli la schiena gentilmente, con gesti lenti e rassicuranti. Lui chinò la testa sulla sua fronte e si perse tra i suoi fulvi capelli che sapevano di pulito e che sembravano fatti apposta per essere accarezzati.
Sarebbe dovuto andare via, lei aveva bisogno di riposare e lui non sarebbe riuscito a resistere ancora a quella vicinanza. Fece per allontanarsi  e Marin gli prese la mano per trattenerlo.
Possibile che anche lei... "spegni le luci per favore?" Gli chiese
Lui annuì, ecco era stanca e lui stava portando via del tempo al loro riposo. Spense tutte le luci e nel frattempo Marin si alzò calando le tende e immergendo la stanza totalmente nel buio. "Chiudi la porta?" Sentì il leone.
Chiudere la porta... certo, la porta. Si avviò verso l'uscita e afferrò la maniglia, attirò verso di se la porta mentre le mani di Marin gli cinsero l'addome. A quell'abbraccio Aiolia chiuse immediatamente la porta, mettendo anche una spranga poi si voltò verso Marin, poggiò le sue mani su quelle di lei e la strinse a se. Cosa poteva dire e fare? Avevano chiuso il mondo fuori, non erano più saint di Athena, non erano un gold con un suo sottoposto, ne degli amici. Erano un uomo e una donna che si amavano, o almeno per Aiolia era così, lui sapeva di amare Marin. Ma lei?
La strinse a se e respirando sempre il suo profumo le carezzò i capelli chinando il viso sul collo così da poter aver accesso alla sua pelle, fu così che avvertì il suo respiro sulla pelle. Nitido e caldo, era... senza la maschera. Al buio non avrebbe potuto vedere il suo volto eppure Marin si era esposta, togliendo la maschera era come se si fosse messa a nudo.
Le prese il viso tra le mani e senza più alcuna remora cercò le sue labbra e la baciò. All'inizio il bacio fu lieve e casto, una scoperta per entrambi, poi divenne più esigente, Aiolia le chiedeva di più. Creò un varco tra le labbra e la sua bocca e cercò la sua lingua che afferrò con desiderio, avviluppandola alla sua in un vortice di emozioni. Emozioni che pervadevano il suo corpo, presero a carezzarsi e a cercarsi, Aiolia la trasportò verso il letto e le tolse ciò che indossava mentre lei faceva altrettanto con lui. Sentire le sue mani calde sul suo corpo lo inebriava, così come lo eccitavano le curve voluttuose di lei tra le sue mani e in balia della sua bocca. La baciò ovunque, lambì il suo collo, i seni, i fianchi! Non si lasciava scappare un lembo della sua pelle e quando non resistette più la fece sua. La penetró e finalmente furono una sola persone.
Le labbra di Marin sembravano non saziarsi delle sue, le sue mani scorrevano sul suo corpo muscoloso e le sue gambe cingevano i suoi fianchi, si inarcò con la schiena verso di lui quando Aiolia invase la sua femminilità. Era pazza? No, non lo era. Sentiva solo l'esigenza di essere sua, almeno una volta, essere sua ed essere una sola cosa con lui. Quella giornata dura e lunga avrebbe potuto portafoglielo via, vero erano guerrieri sacri di Athena, votati solo alla dea e consapevoli che il loro corto filo della vita poteva essere spezzato in qualsiasi occasione. Quel giorno cinque gold saint erano venuti a mancare e tra quelli sarebbe potuto esserci anche Aiolia se i fatti fossero andati diversamente, lui o Seiya. Marin si era sentita sopraffare incredula quando aveva saputo dello scontro tra i due. Non voleva credere a Cassios, doveva vedere con i suoi occhi i due uomini più importanti della sua vita che si confrontavano. Ma non era riuscita ad arrivare in tempo, era rimasta con un senso di agonia dentro fino a quando non aveva ritrovato Seiya alla scalinata verso la tredicesima casa, il cosmo di Aiolia ancora vivo e palpitante.
Quindi si, adesso voleva essere sua, sentire di essere viva e di averlo vivo tra le sue braccia. Senza alcuna barriera, senza maschera, mentre lui entrava in lei e le faceva sentire tutta la sua possenza. La sua invasione la sorprese all'inizio, lacerò la barriera della sua verginità con dolcezza, poi iniziò a muoversi in lei e lei seguendo una danza primitiva gli andò incontro, prese a muoversi in simbiosi con lui a farsi pervadere dalle sue spinte e lasciarsi trascinare dal suo calore. Era così fare l'amore? Così inebriante e perfetto? Oppure erano loro due ad essere così? Lo baciò, lo carezzò e gridò il suo nome in quell'unione fino a toccare l'apice del piacere e venire capovolta in un mondo nuovo che conoscevano solo lei ed Aiolia. Aiolia e lei! Avrebbe voluto gridargli l'amore che provava per lui, ma tacque. Si dopo l'orgasmo tacque e si strinse a lui, cercando di ritrovare il respiro. Non poteva esternare il suo amore, sarebbe stato egoistico, motivo per il quale non gli aveva mostrato il suo viso. Non voleva e non poteva obbligarlo ad amarla, sapeva ciò che erano fuori da quella stanza e sapeva i ruoli che entrambi avrebbero dovuto avere agli occhi di tutti. Due soldati devoti ad Athena che compivano i loro doveri, il diligente  e sempre presente leone e la responsabile aquila.
Stretta alle sue braccia e appagata Marin restò in silenzio nel suo abbraccio e non disse nulla. Lo stesso lo fece lui e gliene fu grata, gli bastava quel momento solo loro senza nessuna pretesa. Così si addormentarono e quando al mattino i primi raggi di sole invasero la stanza Marin cercò la maschera prima che anche il leone si destasse. Poi con calma si rivestì, si sentiva più nuda senza la maschera che senza vestiti. Lì era il santuario, non era l'orfanotrofio di Miho e quella maschera per lei era una corazza importante.

Continuarono a vedersi anche dopo. Senza parlarne e senza darsi appuntamento sembrava che avessero trovato un accordo comune dove durante il giorno erano il gold ed il bronze saint e alla notte due amanti in cerca dell'altra metà. Quella storia andò avanti fino a febbraio, periodo in cui col permesso di Athena, Marin aveva iniziato a cercare Seika, la sorella di Seiya. Il suo discepolo non si riprendeva e Athena aveva deciso di far trasferire i bronze a Tokyo, nell'ospedale della fondazione Grado. Era stata quella l'ultima volta che aveva fatto l'amore con Aiolia, tra le pareti della sua piccola casa, sempre al buio e sempre tenendo tutti all'oscuro della loro storia. Si era concessa a lui totalmente, anche se come sempre non gli aveva fatto vedere il viso. Aiolia sembrava però impaziente, e steso sopra di lei le morse il seno.
"Quando tornerai... io e te usciamo. Come fanno i ragazzi normali." Le promise.
Marin si emozionò a quella sua proposta e mugolò mentre lui spingeva più intensamente dentro di lei, restando lì nonostante l'orgasmo fosse già giunto. Voleva farle sentire la sua supremazia e glielo faceva fare lei, perché gli piaceva sentire Aiolia suo. Solamente suo!
"Quando tornerò... mi piace come idea." Gli prese il viso tra le mani e lo baciò con passione. Una giornata loro due come un uomo e una donna qualsiasi, si gli piaceva l'idea.
Poi era partita ed era rientrata solo quando aveva scoperto dell'agguato al santuario. Un saint si era infiltrato al santuario e aveva sconfitto Aldebaran una nuova guerra si profilava all'orizzonte. Aveva scoperto che Seiya e gli altri si erano risvegliati e che Athena era in pericolo ad Asgard.
Doveva partire, avvertire Seiya e gli altri di quanto fosse pericoloso il God saint di Mizar. Una nuova guerra sacra era iniziata e per adesso doveva mettere da parte l'idea di essere la ragazza di Aiolia

 Una nuova guerra sacra era iniziata e per adesso doveva mettere da parte l'idea di essere la ragazza di Aiolia

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