Parte 63ª - Lachesi

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Siberia orientale: Sasha Jacuzia delta del Lena- 29/06/1990

Per raggiungere Stig avevano dovuto prendere ben due voli delle compagnie locali, il primo li aveva portato a Novosibirsk dove avevano ottenuto o delle informazioni importanti su Stig Kohtalo, poi avevano preso un aereo che li aveva portati all'aeroporto di Sasha Jacuzia, penavano che per raggiungere le isole di nuova Siberia dovessero andare a Tiksi, ma Camus la avvertì che le isole cui loro erano interessati potevano raggiungerla anche da lì. Quindi aveva consigliato a Freya di dirigersi verso il Delta del fiume Lena dove nel mar di Siberia avrebbero trovato le isole Delong dell'arcipelago di Nuova Siberia.
Una volta giunti sul posto, ormai stanchi Camus aveva proposto a Freya di andare a cercare un posto dove dormire e sempre con prudenza si erano introdotti nella città che contava una folta popolazione. Trovato un albergo i due si erano finti sposi come già era avvenuto ad Astana così Camus aveva potuto sorvegliare la sua dea senza problemi. In tutto quel periodo Freya non aveva mai temuto che il santo di Athena potesse abusare di lei, era certa del suo cuore puro e in quelle due settimane ne aveva avuto la prova tangibile.
Durante quel periodo i due avevano avuto modo anche di conoscersi. Lei gli aveva parlato di Asgard e di come fosse stata prima di Andreas e dello scontro con Athena. Gli aveva quindi parlato di Poseidon e dell'anello del Nibelungo, delle battaglie che ne erano seguite e delle grande minaccia che la schiavitù dell'anello potesse avere sul l'umanità. Lui le aveva detto in quell'occasione che era stato il maestro di Hyoga.
Si erano tenuti sempre sul vago, entrambi parlavano degli amici persi e che mancavano. Freya ricordava Hagen parlandone con lui e chiedendo attraverso domande non dirette se fosse stato possibile che l'amico l'avesse amata. Camus le aveva chiesto perché quei sospetti e perché volesse macchiare con quei pensieri la sua amicizia.
E allora lei gli aveva raccontato della battaglia con Hyoga. "I miei fratelli mi hanno messo in testa il tarlo. Per me è sempre stato una grande amicizia!"
Camus era rimasto in silenzio. "Non lo so. Non conoscevo Hagen, tu pensi che questa scoperta possa in qualche modo influire su di te?"
Lei scosse la testa. "Era il mio migliore amico e mi manca. Ma non ho mai provato altro per lui, non quelle sensazioni che due persone dovrebbero provare anche solo sfiorandosi le mani." Rispose lei, non aveva provato con lui le sensazioni provate con Hyoga.
"Hai mai provato quella sensazioni? Come puoi dire che non fosse lui quello giusto?" Le aveva chiesto lui.
E lei era arrossita. "Conosco la differenza... ero circondata da nobiluomini e guerrieri. Quindi ho avuto modo di provare sensazioni diverse per persone diverse." Aveva risposto tenendosi sul vago.
"Hagen non ti faceva fremere." Affermò Camus.
Lei aveva scosso la testa e lui le aveva accennato un sorriso. "Allora non crucciarti. Forse è stato meglio che tu non sapessi almeno ti sei vissuta la vostra amicizia fino alla fine."
Lei aveva annuito e solo dopo essersi messa il cuore in pace si era addormentata.

Il giorno dopo si svegliarono di buon ora così da potersi dirigere al porto e chiedere se conoscessero Stig Kohtalo oppure se qualcuno potesse portarli sulle isole Delong, dove Freya sapeva che Stig aveva lavorato. Con nessuna delle due richieste ebbero successo, così decisero di prendere in prestito una barca e si diressero da soli alle isole. Furono fermati da un pescatore della zona che li avvertì del fatto che nessuno abitava sulle isole, erano perennemente ghiacciate e abbandonate. Al che Freya gli chiese degli studi riportati presso quelle isole circa sette anni prima. *
"Hanno fatto degli studi sì... un (1) glyatsiolog, tanti glyatsiolog sono stati qui ma non ce ne sono più da anni ormai." Disse il pescatore.
"Dove possiamo trovare persone che abbiano lavorato con questi glyatsiolog?" Chiese Camus
"Provate ad andare all'albergo теплый отдых (teplyy otdykh - Caldo riposo) i geologi e gli altri studiosi del campo hanno sempre albergato lì, potete chiedere a loro." Rispose il pescatore.
Camus e Freya si scambiarono un'occhiata, lui serio, lei con uno sguardo di speranza. E lo si capiva dalle rimostranze che la ragazza aveva verso il pescatore.
"Spasibo khoroshiy chelovek." (2)
Camus come anch'ella fece ringraziò l'uomo, poi si diresse verso l'albergo indicato dall'uomo.
Quando lo trovarono finalmente scoprirono qualcosa, Stig Kohtalo era stato lì circa otto anni prima sì, era un geologo, glaciologo e nivologo e tante altre di quelle cose che studiavano le nevi e i ghiacci che il vecchio proprietario della locanda non sapeva più che dirne. Ma non era più lì da anni, in compenso però seppero dire loro dove avrebbero avuto più risposte. "All'epoca aveva preso a frequentare la barista della locanda poco lontano da qui. Basta che chiedete di Yuliya. Sicuramente potrà darvi più informazioni di me."
Al che Freya restò stupita da quell'affermazione. "Quindi Stig Kohtalo era solo?" Chiese con una nota di delusione.
L'uomo cercò di ricordare, poi scosse la testa. "No, all'inizio era con una ragazzina, la figlia forse, poi anni dopo non l'ha seguito."
Freya annuì "Questa Yuliya saprebbe aiutarci?"
L'uomo annuì. "Ne sapeva più di me su tutti." parlava con loro mentre versava loro da bere. "E visto ciò che si dice su di loro potrebbe esservi di aiuto"
I due ancora ringraziarono e nel farlo si congedarono dal vecchio albergatore. Quando furono soli Camus attirò la sua attenzione.
"Credevo dovessi trovare Stig Kohtalo, non mi sono mai chiesto il perché fosse così importante trovarlo. Eppure oggi hai chiesto di una seconda persona."
Lei lo guardò strada facendo e una volta vista la locanda la indicò al santo.
"Andiamo, sediamoci e ti racconto tutto." Affermò. Una volta dentro si accomodarono ad un tavolo appartato in legno, tutto lì era rustico. Una brace gigante era al centro del locale così che potesse riscaldare tutti i commensali e due donne giravano per i tavoli. Freya aveva incontrato lo sguardo del santo di Aquario e inizio a raccontare col cuore in mano quella storia.
"Ho tre sorelle maggiori. Mio padre seppe quando già erano nate e state affidate in fasce agli zii materno di loro. Quando io e Dike abbiamo scoperto questa cosa, recentemente, io mi sono offerta di cercarle o almeno di iniziare a farlo."
"Perché tu? E perché non lasciare le tue sorelle nella loro vita agiata?" Le chiese Camus.
"Perché mia sorella è venuta a cercarmi ad Asgard quando Hilda si è ammalata. Lei sapeva di me ed io vorrei cercarla e ringraziarla."
Lui annuì, lei non le disse altro poiché vennero raggiunti da una cameriera che attirò la sua attenzione.
"Dovroye utro." (3) Salutò la donna.
I due ricambiarono il saluto prendendo i menù che la donna passava loro. Intanto Freya chiese se era possibile poter parlare con Yuliya e se potesse portarle il piatto della casa senza aprire il menù.
La donna acconsentì e intanto anche Camus scelse di prendere il piatto della casa immaginando già un piatto tipico della zona.
"È tanto che non mangio qualcosa che abbia il sapore di casa."
Freya annuì "Già tu sei vissuto da queste parti per tanti anni." Affermò lei
"Quindici anni. Diciamo che sono stato adottato dai russi e mi sono trovato molto bene." Le spiegò osservandola attentamente.
Intanto la cameriera portò loro del vino caldo che Freya prese tra le mani sempre ringraziando la donna.
Camus continuava a osservarla e quando furono solo riprese in mano il discorso lasciato in sospeso in precedenza.
"Ti ammiro." Iniziò, Freya colpita lo lasciò parlare. "Nonostante tu sia una principessa sei molto umile, sei altruista e perseveri in ciò per cui credi. Da quando abbiamo iniziato questo viaggio non ti sei mai lamentata, ne delle camminate che ti ho costretto a fare, né di quando abbiamo dormito all'aperto o quando ancora ti ho fatto cambiare il nostro itinerario." Disse lui.
Freya gli sorrise, erano stati quindici giorni molto intensi effettivamente. "Beh io sono la tua zavorra, non posso esserti di peso e abbiamo trovato degli ostacoli durante questo viaggio. Se non avessimo cambiato tragitto le Erinni ci avrebbero subito trovati e sempre per lo stesso motivo ho accettato di dormire in quella grotta ad Astana anziché pernottare in albergo." Gli disse, non era stupida e sapeva che non serviva a nulla. "È colpa mia se sei dovuto partire."
"No. Tu hai una causa che ti ha spinto a partire. Non avresti mai lasciato tua sorella se non lo avessi ritenuto necessario. Guarda che so che non volevi una guardia del corpo."
"Non pensavo di averne bisogno. Neanche tu avevi pensato che Erinni ed arpie si mettessero sulle nostre tracce."
Lui si appoggiò allo schienale in legno della sedia mentre con un leggero sorriso. "Non lo avrei mai immaginato. Ma ti prometto che nessuno ti sfiorerà, sopratutto se metterai in pratica ciò che ti ho insegnato."
Freya rise ripensando alle lezioni di autodifesa che Camus aveva volutolei prendesse da lui. "Cercherò di rendere fiero il mio maestro." Scherzò lei mentre la cameriera portava loro della zuppa con del pane nero. Camus si ricompose e osservò il piatto dai colori del sole. "Zuppa šci!" Affermò
"priyatnogo appetita." Disse la cameriera che non era la stessa di prima.
"Grazie." Disse Freya sentendo il profimo che usciva dal piatto, intanto la donna restava al loro tavolo. "Sono Yuliya, mi hanno detto che mi cercavate."
Camus osservò la principessa di Asgard e prese la parola. "Si, ci hanno detto all'albergo che voi avete conosciuto il geologo Stig Kohtalo. Volevamo chiedervi se avete il suo ultimo indirizzo." Disse Camus
La donna lo guardò sorpreso e senza chiedere il permesso si sedette su una sedia libera. "Io e Stig siamo stati insieme tempo fa. Sono passati sette anni da allora."
Freya che aveva preso una cucchiaiata della sua zuppa posò il cucchiaio nel piatto. "Da allora non vi siete più sentiti?" Chiese temendo una gaffe, forse lui l'aveva sedotta e abbandonata. La donna aveva il volto scuro e deluso, anzi era triste.
"È stato impossibile, poiché sette anni fa lui è morto." Disse poi con voce tremante.
"Morto?" Chiese Freya vedendo tutti i suoi sforzi andare in fumo.
"Sì, lui e sua figlia stavano studiando la neve sull'isola Žannetty quando ebbero un incidente. L'isola è disabitata e nessuno riuscì a soccorrerli, quando il barcaiolo andò a prenderli la sera trovarono Stig morto e sua figlia in fin di vita." Raccontò la donna che adesso si asciugava le lacrime.
Freya le pose una mano sulla spalla per consolarla. Era giunta al traguardo senza ottenere alcun risultato, cosa peggiore aveva riportato nella memoria della donna dei tristi ricordi. "Mi dispiace molto averle portato alla mente il ricordo di quella giornata."
Lei annuì "Stig era una brava persona. Voleva sposarmi anche, pensate che quando veniva qui per il lavoro mi lasciava la bambina perché gli avevo consigliato di non tenere una giovane fanciulla in un albergo dove c'erano degli uomini. E lui aveva acconsentito, per Stig lasciare sua figlia era veramente una grande prova di fiducia, loro due erano sempre insieme."
Freya continuò a consolarla e ad ascoltare il suo racconto mentre Camus mangiava.
"Quindi la ragazza adesso vive con lei." Disse lui pratico come sempre.
Al che la donna riprese a piangere. "Vorrei poter dire di sì. Ma è il contrario, la ragazza fu portata in ospedale che era sotto shock. Continuava a dire che era stata tutta colpa sua, piangeva per il padre. Il medico le aveva dato anche un calmante, lei non era in condizioni, era ferita e farneticava che era colpa sua, che Stig si era sacrificato per proteggerla. Ma lo stesso quella notte aveva lasciato il centro medico facendo perdere le sue tracce."
Freya diede alla donna un altro fazzoletto con cui potersi asciugare e continuò a consolarla.
"Mi dispiace molto per lei Yuliya." Le disse non volendo darle false speranze.
"Lasciò l'ospedale? Non è più tornata?" Chiese Camus.
Se Freya aveva incontrato sua sorella ad Asgard doveva essere ancora viva. Ma preferì come la principessa non illudere la donna sul destino della ragazza.
"No. Non è tornata, andai anche a cercarla dove abitavano in fissa dimora a Tiksi. Ma la casa era abbandonata, ho aspettato mesi che tornasse quando ho capito che non sarebbe accaduto sono tornata qui a Sasha."
La donna terminò il suo sproloquio e nel farlo prese la zuppa di Freya alzandosi. "Ve ne porto dell'altra, questa si è freddata." Disse abbandonandoli
Freya tacque e riprese a bere il suo vino osservando la zuppa quasi finita di Camus. "Sono di nuovo punto e daccapo." Gli disse giocando con il cucchiaio.
"Forse si è fermata ad Asgard sapendo che tu vivevi lì."
Lei scosse la testa. "Ho cercato per Asgard dopo che Dike ha lasciato il palazzo del Valhalla." Riferì
"Potrebbe essere morta." Insinuò lui composto. "Ho sentito voci che Apollo e Ebe hanno raggiunto L'apoteosi."
Lei scosse la testa indicandolo. "Tu e i tuoi amici avete avuto l'apoteosi. Apollo ed Ebe si sono aggrappati all'ultimo battito di vita."
"Tua sorella se ho ben capito è una dea anche lei. Potrebbe essere come loro due." Spiegò Camus
Freya scosse la testa. "Però se così fosse Lachesi dovrebbe vivere al tempio di Zeus come Ebe e Apollo." Disse lei.
"La... Lachesi? La sorella che cerchi è Fryg?" Chiese per la prima volta spiazzato Camus.
Freya lo osservò. "Non mi pare di averti detto che si chiamasse Fryg."
"No, ma io conosco Lachesi e come si chiama nella sua forma umana." Le disse allora prendendo il bicchiere di vino e alzandolo al cielo. Intanto la prima cameriera tornò con della zuppa calda per lei. "Brindiamo..."
Freya prese il suo bicchiere e lo fece tintinnare a quello del santo. "Brindiamo!?" Chiese interdetta
"Se mi avessi detto da prima che cercavi Lachesi ci saremo risparmiati questi quindici giorni di viaggio."
"Dove si trova?" Gli chiese incredula sorvolando, anche se era vero ciò che diceva.
"In un paese poco distante da qui. Kohotec!" Affermò "Sperando che non abbia lasciato il paese ovviamente. Ha comunque lasciato la Siberia per venire da te ad Asgard." Affermò lui, anche se il santo sperava che la sua compagna fosse rimasta in Siberia senza farsi grandi traversate.
"Cosa sai di lei, ti ha mai raccontato di suo padre e della sua vita qui?" Chiese al santo
Lui diniegò con la testa e la invitò a mangiare la sua zuppa. "No, però so cosa le successe quando lasciò Sasha." Le rispose, Freya iniziò a mangiare la sua zuppa e Camus prese a raccontarle la storia di Fryg.
"Sono un santo di Athena e per istinto riesco a percepire e sentire quando le persone sono in pericolo. Sette anni fa guidato dal l'istinto mi trovai tra le conifere di una foresta, avvertivo il pericolo e nonostante fosse fine aprile, come adesso, le temperature erano basse. La notte non è mai stata amica degli esseri viventi e stessa cosa sarebbe stata per Fryg. Era a lei che il mio istinto mi aveva condotto, la trovai ai piedi di un pino, indossava solo una veste ed era a piedi scalzi, il viso era ghiacciato, le lacrime che lo solcavano erano brina sulle sue gote pallide. Appena la vidi temetti di essere arrivato troppo tardi, le andai incontro soccorrendola e portandola al caldo, visto che non sapevo nulla di lei la portai a casa mia. Restai al suo capezzale per tutta quella notte, poi chiesi a Svetlana una mia vicina di prendersi cura di lei. Ruotavamo, io lei ed i ragazzi che erano miei discepoli. Si risvegliò dopo una settimana circa e quando lo fece decise di restare lì con noi poiché disse, non aveva una casa dove tornare."
Freya posò il cucchiaio nel piatto ormai vuoto dove sbriciolò le ultime molliche di pane. "Fu allora che ti disse di essere la dea Lachesi?"
Lui scosse la testa. "No, l'ho scoperto quando mi venne a trovare nel Cocito. Era venuta a trovarmi perché sentiva la mia mancanza."
Freya si tirò su di scatto, sul volto di Camus era apparso un lieve sorriso e anche i suoi occhi per un attimo erano stati più dolci.
"Mi porterai da lei?"
"Domattina presto ci mettiamo in cammino. È assurdo farlo adesso, tra un paio di ore sarà buio e saremmo costretti a trovare un rifugio tra i ghiacci."
"Posso aspettare fino a domani." Gli disse allora.

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