Parte 58ª - Un anno dopo

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Priona 15 giugno 1990
Freya si era recata a Priona dove aveva incontrato e conosciuto colui che era suo padre. Giánnis Diás, pilota della compagnia d'aerei Diás e incarnazione di Zeus in terra si era rivelato una gradevole compagnia. Appena l'aveva vista era andato ad abbracciarla, dicendole che aveva tanto atteso quell'incontro con lei.
Gián le aveva anche detto che non pretendeva di essere chiamato papà, comprendendo fin troppo bene che non se lo meritava e che ella era stata cresciuta da un altro uomo. In risposta Freya lo aveva ringraziato, preservandosi però il diritto di poterlo chiamare un giorno papà.
Dopo che ella gli aveva raccontato tutta, ma proprio tutta, la sua vita, da quando era giunta ad Asgard fino a quel momento. Freya si era finalmente riposata bevendo una bibita ghiacciata e chiedendo invece al padre il motivo per cui l'avevano abbandonata e dove fosse invece sua madre.
Rimase sorpresa dal constatare che suo padre non sentiva sua madre da anni ormai.
"Vedi, io e tua madre siamo andati in crisi quando ti lasciò al re di Asgard." Le spiegò lui. Non voleva mettere in cattiva luce Theresa con sua figlia, quindi omise di dirle che lui disapprovava, anche perché non era giusto nei confronti di Freya e di Theresa tirar fuori i fantasmi dall'armadio dopo tutti quegli anni.
"Sta di fatto che ci siamo persi."
Freya non fece altre domande, ma sentendo la frase 'ti lasciò' poté comprenderne il motivo. Lui però, le raccontò di come si erano conosciuti  a Oslo con Theresa e come poi si fossero sposati ed avessero avuto Marin, lei e per recuperare il rapporto anche Miho e Touma. Le raccontò che ancora prima che nascessero gli ultimi due, il rapporto era morto e che lui si era innamorato della sua defunta terza moglie, Yeleni Manōpas.
Le disse che sua madre Theresa si era tenuta in contatto con il re di Asgard fino alla sua morte e che, solo quando lui aveva ricordato di essere Zeus, le aveva rivelato delle tre gemelle avute dalla loro prima notte insieme.
Al che Freya lo aveva fermato chiedendogli appunto di loro tre e cosa ne sapeva.
"Circa due mesi fa Lachesi è venuta a cercarmi e indirizzarmi ad Asgard." Rivelò al padre.
Gián annuì "Doveva allora trattarsi di Fryg, l'unica più vicina ad Asgard da poterti raggiungere."
"Fryg... come la moglie di Odino." Disse Freya.
"Giusto, anche se da che ne so io, Stig Kohtalo il fratello di Theresa viveva in URSS, quindi il nome è stato un azzardo."
"Quindi se io volessi cercare Fryg dovrei andare a Mosca? Cosa ho per cercarla?" Chiese Freya, la repubblica russa era gigantesca, molto più di Asgard. Come avrebbe fatto a trovarla?
Gián scosse la testa. Prese sua figlia per mano e la portò con se nel suo ufficio andando a prendere poi un atlante.
"Nelle lettere di tua madre fino al 1976 sapevo dove le tue sorelle vivevano. Ti basta cercare lo studioso Stig Kohtalo." Disse indicandole il Kazakistan sulla cartina. "Tuo zio Stig ha vissuto tanto a Mosca e in giro per l'Unione sovietica, cercava i genitori che lo avevano abbandonato, vedi all'epoca in cui fu lasciato, la Finlandia con altri paesi Balcani, faceva parte dell'URSS. Dopo anni però credo perse le speranze e per il suo lavoro si trasferì in Kazakistan, ad Astana. (1)"
"C'è la Perestrojka adesso in Urss. Quindi sia a Mosca che in Kazakistan troverò aria di rivolta." Disse Freya
Gián annuì "Sto seguendo gli eventi politici in Unione sovietica. Mikhail Gorbachev sta facendo un gran lavoro, sarei più sicuro se partissi accompagnata." (2)
"Voglio andare a cercarla. Sicuramene troverò qualche indizio ad Astana, hai anche qualche indirizzo?" Chiese Freya.
Lui annuì, prese una chiave ed aprì un cassetto della scrivania, legate tra di loro c'erano delle lettere scritte con una grafia ordinata. Suo padre ne prese una delle ultime e la aprì, si perse nel leggerla con uno sguardo malinconico. Solo dopo un po' si ridestò e sorridendo a Freya le segnò l'indirizzo su un pezzo di carta.
"Stiamo un altro poco insieme però, ti porterò io con un mio volo in Kazakistan."
La bionda annuì. "Così potrò presentarti Hilda."
"Ne avrò molto piacere." Disse lui, "Ti presento intanto Shion, credo lui sia il più adatto ad accompagnarti."

Due giorni dopo Freya, era pronta per partire, non accompagnata da Shion bensì da Camus che appena aveva sentito che la dea doveva andare in Unione sovietica si era proclamato il santo giusto.
"Non so cosa lei debba fare in Kazakistan, ma si fidi divina, vivo in Siberia da più di sedici anni, sono la persona giusta per lei."
"Cerco uno studioso, Stig Kohtalo, e va bene, mi è indifferente chi mi accompagna è solo una premura di mio padre." Rispose lei.
Aveva dovuto abbandonare il suo vestito di lana bianco già da un po', lì in Grecia faceva troppo caldo per quel tipo di abbigliamento e lo stesso Camus le aveva consigliato un abbigliamento più comodo per il viaggio.
"Non so quanto cammineremo. Le consiglio quindi pantaloni e scarpe comode." Aveva consigliato. "E una giacca pesante."
Freya lo aveva osservato curiosa. "Ho il montone di quando ho lasciato Asgard."
"Bene. Astana confina con la Siberia e per ora ci sono ancora temperature fredde."
"Anche dove vi farò atterrare io?" Chiese Gián all'acquario.
"Pavlodar è a pochi passi dalla Siberia divino Zeus." Disse lui serio.
Gián e sua figlia si guardarono, un gesto di assenso che fu una comunicazione mentale.
"Posso partire da sola." Disse lei in preghiera.
"No vai con lui. Una persona così colta ti tornerà utile." Anche se secchione è bravo, diceva lo sguardo soddisfatto del padre.
Freya sistemò le ultime cose e dopo aver messo i suoi stivali imbottiti di pelliccia nello zaino, carico leggero, disse ai due uomini che sarebbe andata a salutare le sorelle poi sarebbe stata a loro disposizione per la partenza.

Agápi gia ton Olýmpou (Saint Seiya)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora