Le giornate procedevano tranquillamente. Ormai erano nel pieno della primavera, i fiori di ciliegio volavano nell'aria mite e le due horae (1) stavano godendosi gli ultimi giorni insieme. Il giorno prima le aveva raggiunte June e doveva ammettere Miho che al collegio si iniziava a stare un po' stretti, ma anche più allegri.
Fortunatamente Saga dei gemelli era un uomo molto 'saggio', conoscendo i suoi trascorsi Miho non lo avrebbe mai detto. Egli infatti notando la situazione aveva preso in mano quel piccolo problema dicendo che sarebbe andato a dormire altrove.
Quel giorno il gemello era di nuovo lì ad arrovellarsi con i bambini cercando di capire perché non riuscisse a far girare la palla per bene tra i piedi, quando stanco raggiunse Sakura, la dama, come la chiamava Miho, di lady Valentin. Dopo un po' i due si ritirarono nel collegio e Miho li perse di vista, non sapendo se tra i due potesse esserci qualcosa.
"Saga non è interessato a lei." Gli riferì Marin quasi le leggesse nel pensiero.
"Mi chiedo cosa voglia da lei allora."
Facendo spallucce Marin chiuse l'argomento dedicandosi invece a June che seduta al suo fianco le raccontava le ultime novità.
Sakura seguì il santo dei gemelli in casa. Per Aphrodite! Pensò invocando la sua dea, come faceva a essere autoritario già solo con lo sguardo?
Erano giorni che Saga le chiedeva di lasciare il collegio, che ormai c'era abbastanza gente intorno alla dea Eiren e che lei era solo una persona in più a cui trovare posto, un intralcio.
Una volta dentro lei incrociò le braccia al seno e dalla sua bassa statura sfidò l'uomo con lo sguardo.
"Con me non funziona. Ripeto, dovresti andare via!"
"Lei è un uomo è lei che deve andare."
"Sono già andato! Non dormo più qui e quando arriva Hyoga io mi defilo." Disse allora lui con un sorriso beffardo.
Numi se era bello e faceva venire la gelatina alle ginocchia, Sakura ci aveva provato ad usare la malìa su di lui così da farsi lasciare in pace, ma non aveva funzionato sembrava anzi che questa le si ritorcesse contro.
"Aphrodite mi ha ordinato di starle accanto."
Saga le indicò il telefono. "Chiamala, parlerò io con lei." Disse allora lui.
"Sarà una telefonata costosissima." Disse lei in allerta.
"I Diás hanno una tariffa per chiamare all'estero. Miho ha i fratelli in Europa." Le ricordò Saga.
Senza più armi al proprio arco Sakura sbuffò, prese il telefono e compose il numero. Dopo un po' finalmente le risposero. "Alcôve d'Aphrodite."
(1)"Bonjour Lorelei. Je suis Sakura!" Disse la giapponese al telefono.
Dall'altro lato Lorelei rispose riconoscendo la loro piccola. "bonjour bébé, tout va bien?" Non si aspettavano quella chiamata.
"Oui , je n'ai qu'un petit problème je pourrais parler à la déesse?"
"Attendez une minute que vous le prenez." "Merçi Dahlia."La salutò Sakura attendendo un po' al telefono.
Dopo un po' ecco che giunse la voce calda e roca di Aphrodite. "Ma petite chose que se passe-t-il? Ma soeur?"
"Bonjour ma déesse, reste calme sa soeur va bien. J'ai juste un petit problème ici à côté de moi!
"Ce qui se passe, dit-il..." disse Aphrodite mentre sentiva rumori oltre l'apparecchio e Sakura che si lagnava.
"Je suis son problème divin Aphrodite." Disse una voce calda e suadente, Rosa si sentì tremare nelle viscere e non ebbe il coraggio di ribattere. "Vous voyez, ici nous avons un problème d'espace, Miho a été atteinte par ses sœurs et hélas quelqu'un devrait s'en aller." (1)
Rosa cercò di calmarsi, sospirò e diede voce ai suoi pensieri passando al giapponese. "Lei è padre Testu? Sicuro non ci sia posto per Sakura, io sono Rosa, si ricorda di me?" Chiese, alla fine, ci era vissuta in quella casa e si conoscendo il numero poteva affermare che era abbastanza grande per un po' di loro.
Silenzio. Il buon padre non rispondeva.
"Esci fuori di qui!" Ordinò la voce imperiosa. Ma come si permetteva di trattarla così il parroco.
"Non posso, Aphrodite ha bisogno di me." Si ribellò la voce di Sakura.
"Ho detto fuori!" Disse ancora lui sempre sullo stesso tono prepotente.
D'improvviso una forte aura si avvertì nella stanza, Sakura si inchinò mentre Saga cerco di percepire da dove essa stesse giungendo.
"Mia dea!" Disse riverente l'ancella.
"Sakura mia diletta. Fa come ti dice, ti farò chiamare quando avremo finito." Disse Aphrodite mentre quietava il suo cosmo.
"Va bene mia dea. Sarà fatto!" Disse l'ancella guardando Saga indispettita mentre usciva dalla stanza.
Al che l'uomo prese il telefono. "Chiunque tu sia non permetterti più di prevaricare sulle mie ancelle!" Gli disse la dea furiosa.
Saga ancora ascoltò la sua voce non rispondendo. "Allora? Perché Sakura deve andare via? Ricordo l'orfanotrofio, c'erano tanti posti."
"Non sono padre Testu, ma per ora ci sono ben cinque ospiti in casa di Miho e Athena arriverà presto a Tokyo." Rispose secco Saga
"Perché non può restare lei? Sicuramente Miho avrà bisogno di una mano."
"C'è sua sorella Astrid che si è trasferita qui in pianta stabile." Disse allora lui. "Conviene con me divina Aphrodite che tra le due la scelta su chi debba restare sia ovvia."
"Anche lei dorme lì? Potrebbe andare via lei sa?" Tentò ancora lei imperterrita.
"È una casa di sole donne escludendo il santo dei pesci, che a differenza della sua ancella è entrato nelle grazie di Miho. Sono andato via dopo la prima notte qui." Disse Saga mettendosi una mano sulla fronte. "Davvero vogliamo discutere per questo?" Disse lui.
"Di cosa vorrebbe discutere altrimenti? Mi avete chiamato per questo." Disse lei irritata.
"Io volevo che lei ordinasse alla sua ancella di tornare a casa lady Rosa Diás." Disse lui.
"Oh... allora mi ha riconosciuto padre Tetsu." Disse lei tornado su un tono mite, la voce adesso con un timbro seppur roco molto più sensuale.
"Non sono padre Tetsu! Mandi via l'ancella!" Disse ancora lui.
"Mandiamo via il santo dei pesci invece." Si indispettì lei
"Io ritengo che tra i due Milo abbia più fiducia in Aphrodite." Disse ancora lui.
"Senta... lei! Possiamo trovare una soluzione." Disse allora la dea.
"Sakura va via e Aphrodite resta... Rosa."
Stava irritandosi, quell'uomo la stava trattando come una comune mortale quando lei doveva avere il coltello dalla parte del manico.
"Non penso che Sakura si comporti male. Può restare se le faccio trovare un'abitazione." Disse ancora. "Caso mai con lei, così non dovrà pagare un albergo?"
"E caso mai alimentare la sua cotta? No grazie io sto per i fatti miei." Disse secco Saga, non sarebbe stato il giocattolo di quella ancella.
"Sakura ha una cotta per lei? É una bella ragazza e ha fascino." Disse allora Rosa.
"Con me non funziona. Mia moglie ne è testimone." Disse allora lui. "Che poi appena Dike vorrà partire io la seguirò quindi il problema per me non persiste." Ci tenne a precisare Saga cercando di farle capire sottilmente chi lui fosse, cioè Aphrodite sapeva che sua sorella era protetta da Saga e Aiolos giusto?!
"Dike?" Chiese la dea. Per un attimo ci fu silenzio, poi parlò di nuovo. "Mi passi Sakura."
"Agli ordini!" Disse Saga che andò a chiamare l'ancella. Tornò dopo un po' mettendosi in disparte ad ascoltare la telefonata.
"Ma déesse..."
"Sakura... l'uomo che ti sta impartendo ordini si chiama Saga?" Chiese allora la dea. Era più una conferma la sua, se Saga era con Dike il mese scorso, non poteva essere un altro l'uomo che era con lei adesso
"Oui ma déesse!"
"Sei rimasta affascinata da lui?" Chiese la dea.
"Santi numi... il est très charmant et... Oui." Sakura si voltò verso l'uomo che era ancora lì. Così gli diede le spalle e parlò a tono bassissimo, quell'uomo conosceva il francese e doveva essere cauta. "Pardonnez-moi, je ne suis pas digne de vous. Je ne pouvais pas le rendre malade pour me faire lui obéir ou le charmer un peu mon divin, je suis inutile." (2)
Rosa chiuse gli occhi, una delle sue ancelle ci aveva provato con l'uomo che amava. Ma lui aveva detto che non cedeva facilmente e anche Sakura lo aveva detto.
"Cerise tranquille. Saga est impénétrable et tu aurais du mal à le piéger, je te rappelle que tu n'es que trois mois dans ma procession. Il est temps, mais pour l'instant je vous invite à rentrer chez vous. Je t'attends à Paris, ma sœur est à côté d'elle. " le disse rassicurando l'ancella. Poco importava che Miho avesse bisogno di una persona accanto, Sakura vicino a Saga non ce la voleva.
"Ah..." sussultò la giovane. Annuì per poi fissare Saga delusa. "Oui ma donne. Demain retour" disse mentre si vide raggiunta dall'uomo. La mano porta verso di lei.
"Merci." Disse, Sakura si sentì piccola a suo confronto, gli diede il telefono e lasciò la stanza.
"Ma déesse!" Disse Saga.
"Ancora sei qui?" Disse lei.
"Ripeto c'è pieno di donne qui. È noioso!" Disse lui.
"Hai bisogno di altro?" Chiese allora lei sprezzante.
"Solo salutarla mia dea." Disse tranquillo lui.
Rosa ne restò colpita e stupita. "A risentirci allora."
"Arrivederci Rosa." La salutò lui
Rosa si sentì tremare le ginocchia. Si appoggiò al tavolino del telefono per non cedere ed attese il tu-ttu che la informava della linea staccata, ma questo non arrivava. "Saga..."
"Si!"
Cosa poteva dirgli Rosa? Lui era lì a portata di mano e non sapeva da dove cominciare. "Io..."
"Maman, allons-nous jouer?" Urlò una voce squillante.
Rosa incontrò gli occhi verdi di sua figlia. Avrebbe voluto piangere. "Io devo andare." Disse staccando allora la telefonata.
Saga inspirò facendo altrettanto. Rosa aveva una figlia... che stupido che era stato ad immaginare che fosse sola. Lei, come aveva appena scoperto, era la dea dell'amore. Uscì all'aperto e raggiunse i suoi figli, Sakura era a giocare con loro.
"Non sei inutile." Le disse allora prendendo Eros in braccio e allontanandosi.
"Cosa c'è papà?" Disse il piccolo. Voleva giocare con gli altri.
Saga lo mise a terra e si portò alla sua altezza. "Quell'armatura che ti è apparsa tempo fa a Stromboli."
"Quella di Eros!" Disse lui con uno sguardo birichino.
"Giurami che non ne userai mai arco e frecce." Ordinò Saga.
Il bambino lo guardò sbigottito e poi deluso. "Perché?"
"Perché dietro quell'arco c'è un grande potere piccolo mio. E per usarlo bisogna essere maturi e responsabili e sappiamo entrambi che tu non sei nessuna delle due cose." Gli spiegò lui.
"Anemone invece può usarlo. Perché?" Disse imbrociato.
"Lui non lo usa sempre. Non è una cosa fondamentale usarlo per lui a differenza tua. Comunque gli chiederò la stessa cosa sai?" Disse Saga.
Eros lo guardò rassegnato e sospirò "E va bene lo giuro."
"Ti voglio bene piccolo mio. Grazie."
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Agápi gia ton Olýmpou (Saint Seiya)
FanfictionPrologo di Saint Seiya dopo i fatti di Hades. © M. Kurumada © Michi Himeno © Shingo Hiraki © Toei L.T.d Storia basata sulla saga del maestro Kuramada Saint Seiya. Vietato copiare i diritti di copyright