Parte 91ª - Lyon

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Nel pomeriggio dopo pranzo come sempre Marin e Aiolia discesero verso Villa Diás con gli altri gold saint, il giorno prima era scesa con lei anche Aphrodite cambiando così il suo solito orario. Una volta appartata con la sorella Marin le aveva chiesto se c'erano dei motivi specifici per quelle sue discese alla villa.
La rossa comprendeva il desiderio della sorellastra di poter vegliare sulla sua migliore amica e le aveva anche consigliato di farla trasferire al tempio di Zeus. Sinceramente aveva compreso la giovane, che alla fine Rosa aveva messo in atto questo suo consiglio, ma forse si era sbagliata.
"Ho deciso di seguire il tuo consiglio, dividermi tra la Villa e il tempio inizia a diventare pesante, soprattutto contando che devo provvedere anche ai bambini." Le aveva risposto.
Marin aveva annuito. "Novità da Hilda?"
Rosa aveva scosso la testa. "Purtroppo nulla, credo che al ritorno di Freya dobbiamo prendere atto del fatto che sia venuta a mancare e quindi..."
"Darle una degna sepoltura." Aveva concluso  Marin tristemente.
Stava di fatto che Rosa come Freya non demordeva, ogni giorno si divideva tra il capezzale di Hilda e quello di Giulia, ogni giorno saliva e scendeva dal tempio proprio come lei.
"Marin aspettami!" Si sentì chiamare la rossa.
Rosa era di nuovo lì anche quel giorno.
"Scendi di nuovo? Credevo nulla più ti trattenesse a Villa Diás." Chiese alla dea dell'amore, era convinta che il giorno prima avessero trasferito Bellona nella dimora divina.
Lei annuì. "Sì, Saga veglierà sulla mia ancella prediletta mentre sarò assente. Io e Viola dobbiamo prendere delle stoffe  e quant'altro per poter lavorare. Le ancelle iniziano a stancarsi della clausura al tempio." Rispose ella sorridendo a Milo. "Ho saputo che hai ricevuto una lettera da parte di Miho."
"A quanto pare." Ammise lui.
"Visto, anche lei non si è fatta ingannare ed ha capito che eravate vivi." Affermò Marin ad Aiolia.
Questi ignorando il suo commento si riservò sulla dea dell'amore"Ci siamo tutti?" Chiese una volta che anche Viola li raggiunse.
Rosa annuì e prendendo a braccetto Milo prese a scendere fino a valle dove l'auto li attendeva per portarli a Villa Diás.
Nella discesa furono quasi solo le due dee a parlare, qualche volta i gold intervenivano se venivano messi in discussione.
Parlarono di June e della sua scelta di restare al santuario di Athena per quei dieci giorni, venne da se che le due prendessero a parlare come delle comuni mortali delle loro gravidanze e del piccolo Hades che sarebbe nato a breve.
"Se serve che vi aiuti a contenere il suo cosmo io potrei aiutare. L'ho detto anche al divino Zeus." Intervenne Shaka.
"Dovresti espandere il cosmo e sai che non puoi fino a nuovo ordine di Apollo." Gli ricordò Marin.
"Se Apollo dice che a settembre potremo iniziare ad usarlo un po' invece potrei. Fra dieci giorni è fine mese." Affermò lui.
"Potrebbe peggiorare Shaka." Gli disse Rosa, usando verso Virgo quel tono di referenza che non riusciva proprio a togliersi.
"Preferisco degenerare, sono praticamente l'unico a poterlo contrastare quando uscirà dal ventre materno." Disse lui deciso
"Su questo non ci sono dubbi." Rispose Marin. "Ma attendiamo, per quel poco che conosco Persefone mi sembra abbastanza capace e indipendente da poterlo gestire lei."
"Vedremo." Disse Shaka
"Dopo aver tenuto Ras a Shaka sta venendo il desiderio di cimentarsi con i bambini." Lo prese in giro Dohko, l'unico che realmente azzardava tanto con il Virgo.
"Sensei non è come pensa, ho tenuto Ras solo perché riesco ad avere un legame telepatico con lui." Rispose l'ultima reincarnazione di Buddha.
Dohko rise divertito, quel ragazzo sembrava proprio non rilassarsi mai. "Se è come dici tu? Io ho cresciuto Shunrei e poi Shiryu. Ti dirò tenere dei neonati tra le braccia è un'esperienza emozionante."
"Non lo metto in dubbio maestro."  Disse lui. "Dico però che Ras è facile da gestire, abbiamo un contatto telepatico ed è un bambino tranquillo."
"Siamo arrivati!" Riferì Aiolia, entrarono attraverso i cancelli della Villa intanto che il leone di fuoco lanciò un ruggito possente mettendosi di guardia. Anche Shura ed Aiolos raggiunsero il gruppo appena giunto.
"Buon pomeriggio." Li salutò Marin.
"Ragazzi scusate il disturbo, io e Viola prendiamo il resto delle nostre cose e poi andremo via." Disse Aphrodite con un sorriso.
"Fate con comodo, se possiamo essere di aiuto io e Aeolus siamo a vostra disposizione Rosa." Disse il sagittario.
La bionda annuì ed entrando in casa seguita dalla sorella del cancro si diresse verso quelle che erano state le sue stanze. Ormai Villa Diás era deserta, oltre loro vi erano solo il cuoco e l'autista, Shura ed  Aiolos con suo figlio erano gli unici abitanti della casa ormai. Dopo che il giorno prima Saga e Rosa avevano prelevato Giulia non restava veramente più nulla per restare lì.
Marin appena giunte andò nel salone dove iniziò a guardare i telegiornali che Aiolos le aveva registrato dalla pomeriggio precedente fino ad ora di pranzo. Quando le notizie erano di poco rilievo sfogliava i vari quotidiani, gesti che compiva tutti i giorni da una decina si giorni a quella parte. Si stava decisamente stancando di quel ritmo, ma essendo l'unico compromesso cui era giunta le andava bene così.
Come sempre ad una certa ora fu raggiunta da Aiolia che le portò della frutta da mangiare, con lui c'erano anche Rosa e Viola.
"Noi abbiamo caricato l'auto e siamo pronte, a te quanto manca?" Le chiese la sorella.
Marin prese a mangiare i chicchi di uva portateli da Aiolia e prese un paio di giornali che ancora doveva leggere.
"Posso leggerli su questi, io e Lyon finiamo di mangiare e possiamo andare." Sorrise la giovane osservando Aiolia che alla finestra andava avanti e indietro.
"Direi che puoi mangiare anche su." Disse alla compagna.
Marin sollevò lo sguardo verso Rosa interdetta. "Se proprio dobbiamo andare va bene." Disse
Al che Aiolia non se lo fece ripetere due volte, andò verso di lei e la prese tra le braccia. "Ehi!"
"Divina Aphrodite stia vicino a me, stiamo andando."  Ordinò il leone scendendo le scale verso l'uscita.
Sulle scale trovarono anche Aiolos che stringeva tra le mani l'arco della sua nuova armatura. "Lo hai avvertito anche tu?" Chiese il sagittario.
"Ti riferisci a tutti i cosmi sconosciuti?"  Chiese il leone.
"Porta le ragazze su al santuario, Aeolus verrà con voi. Qui ci pensiamo io e Shura." Ordinò il fratello maggiore.
"Sono un bel po' di cosmi fratello." Gli ricordò Aiolia.
"E noi siamo sempre gold saints di Athena."  Confermò lui uscendo dalla Villa e dirigendosi verso il cancello.
All'auto Antinos, l'autista, e Milo  attendevano le donne, il secondo andando avanti e indietro. "Dovete andare via subito."  Disse lo scorpione aprendo la porta alle ragazze.
"Cosa sono questi cosmi?" Chiese Marin una volta allo scoperto, Aiolia la tenne stretta tra le sue braccia, finalmente li avvertiva anche lei.
"Milo portale al sicuro." Giunse la voce di Mu nella sua mente.
"È il caso che resti anche io." Affermò lo scorpione.
"Sei l'unico che sa portare quell'aggeggio oltre Antinos e bisogna portare via anche la signora Kalisa." Gli ricordò Shaka riferendosi all'auto ed ai civili.
Lo scorpione scosse la testa aprendo la porta alle tre. "Sbrigatevi ad entrare."
C'era qualcosa che non andava, i cosmi che percepivano non erano come quelli che avevano conosciuto in tutti quegli anni.
"Forse entrare in casa potrebbe essere una soluzione migliore." Intervenne Rosa per metà in auto e l'altra metà fuori.
"Questi sono mostri, hanno lo stesso cosmo di cerbero." Affermò Marin memore dell'isola di Stromboli stringendosi al collo di Aiolia. "Sono vicini e forse sono addirittura qui." Disse al ragazzo sentendo il ruggito del leone di fuoco. "È tardi per scappare, dobbiamo affrontarli."
"Riuscirete anche senza il cosmo?" Chiese Rosa
"Noi riusciremo, con o senza cosmo. Salite in auto, vi porterò via da qui." Disse lo scorpione infilando Aphrodite in auto. "Presto!"
"Stai scappando?" Chiese Aiolia sbigottito dalla sua ritirata.
"Marin li affronterebbe, sbaglio o deve essere prudente?" Gli rispose l'amico.
Il leone assentì e mise Marin in auto al posto del passeggero, poi le sorrise. "Ti affido a lui, tu sii prudente."
"Non vieni?" Chiese la giovane con sguardo supplichevole.
Lui scosse la testa. "L'auto è piena ed avete già Milo ad aiutarvi."
"Forse qualcun altro di voi dovrebbe accompagnarci mentre uno soltanto si prende a carico Kalisa e Antinos." Propose Marin, in caso di un agguato nessuno avrebbe protetto la governante e l'autista.
I gold saint si guardarono poi annuirono.
"É tardi uscite dall'auto e nascondete tutti." Disse Shura brandendo Excalibur.
La terra iniziò a muoversi intorno a loro, forse Gea voleva far comprendere che non avevano via di scampo, all'improvviso però compresero che non si trattava della dea madre, bensì dalla foresta circostante la Villa si alzarono dei corpi alti e massicci.
"Giganti!" Urlò Viola.
Erano altissimi, sei o sette metri circa, muscolosi, il corpo squamoso con lunghi capelli inanellati e lunghe barbe e code di serpenti a coprirli e in preda alla furia scagliarono degli alberi contro la Villa.
"Attente!" Disse Shura tagliando un fusto che andava loro addosso.
"VIA DA QUI PRESTO!" Urlò Milo prendendo la divina Aphrodite per mano e indicando il retro dell'abitazione.
"Siamo inermi, Shura è senza un'armatura e voi non potete usare il cosmo." Affermò Marin mentre seguiva il gruppo dei cinque ragazzi.
"Ci penso io a lui, tu ti sei sacrificata già tanto con le armature." Disse Rosa che effettivamente aveva procurato una Cloth solo a Kanon.
Marin annuì mentre Aiolia la teneva stretta per le spalle in quella corsa.
"Rosa dobbiamo combattere anche noi, Dohko porta Antinos e Kalisa al sicuro." Chiese la rossa al maestro "Dove sono Mu e Shaka?"
"Ai cancelli con Aeolus e Aiolos." Rispose Aiolia intanto che strappando una Margherita al suolo Rosa creava una Cloth celeste a Shura.
"Loro dovrebbero essere qui con noi, non possono usare il cosmo." Affermò la dea Aphrodite.
"Vi sembra questo il caso è il momento di vietarcelo?" Rispose Milo con sguardo combattivo.
"Comprendo il vostro stato d'animo ma la vostra guarigione..."
"Tarderà, non è importante come le vostre vite." Rispose allora Dohko rivolgendosi poi ai due inservienti per farli mettere al sicuro.
Rosa rassegnata scosse la testa proteggendo con il suo corpo la sua ancella e scambiando uno sguardo con Marin. "Dobbiamo combattere anche noi due."
Aiolia scosse la testa era la seconda volta che una delle due diceva di combattere.
Il cosmo di Mu si avvertì in quel frangente, l'ariete si era appena materializzato con Shaka accanto a loro.
"Ci sono due giganti, un centinimani, e dei combattenti che si fanno chiamare Hysmainai accompagnati dalla dea Ker." Disse a tutti informandoli della situazione.
"Ci serve un piano, Mu per favore puoi teletrasportare qui Shura, Aiolos ed Aeolus?" Chiese Marin.
"Avete il nostro permesso di usare i vostri cosmi." Disse Rosa a quel punto dedicandosi alla sorella. "Dicci cosa dobbiamo fare, tu sei la guerriera tra noi due."
Marin annuì. "I giganti non possono essere sconfitti, se non da una forza combinata di un Dio e un eroe." Disse ai guerrieri lì presenti.
"Ker era una dea della guerra, gli hysmanai sono guerrieri della battaglia ed appartenvano all'esercito di Eris." Disse invece Rosa. "Ovviamente adesso sono alleati di Gaia, se riusciremo a sconfiggerli li manderemo tutti nel tartaro."
"Marin non può affrontare una qualsiasi battaglia, semmai dovesse accadere..."
"Tu sai cosa fare!" Disse lei poggiando la mano sul braccio di Aiolia. "Ascoltami Aiolia, abbiamo poche risorse e tempo. Io e te insieme abbatteremo uno dei due giganti mentre Rosa con Milo e gli altri penseranno ai giganti a Ker e al cento mano."
"Questo Marin non è lo stremo, questo è buttarsi proprio in guerra." Gli disse lui. "Non voglio che ti capiti nulla, vuoi capirlo?"
Lei annuì. "Lo capisco, capisco benissimo cosa stai provando perché io so cosa si prova." Gli disse guardandolo negli occhi mentre una lacrima solitaria scivolava sulla guancia candida. "Quando tempo fa sentii il tuo cosmo svanire nel nulla mi spezzai Aiolia, fino a ridurmi a un relitto umano. Mi era stata tolta la persona più importante a cui tenevo e solo scoprire di attendere nostro figlio mi ha aiutato ad uscirne. Non puoi immaginare l'importanza che ha avuto nostro figlio a contribuire alla mia pace fisica e mentale."
"Dovresti quindi stare al sicuro. Fallo per il bambino." Disse lui supplichevole.
"Penserai tu al bambino Aiolia, combattiamo insieme per un mondo migliore, lascia che ti aiuti con il gigante e portiamo di nuovo la pace sulla terra." Concluse lei carezzandogli la guancia ispida.
Lui scosse la testa e la strinse a te. "Cosa vuoi che faccia?"
"Affrontiamo i nostri nemici e se vedi che io cedo fa come concordato. Pensa a Lyon." Disse lei serena tra le sue braccia.
Lui annuì poggiando le labbra ruvide sulla sua fronte. "Penserò a lui te lo giuro, ma tu non morire per sempre."
"Ehi, il nemico sta arrivando." Disse Shura giungendo in quel momento con il leone di fuoco. "Avreste dovuto mettervi al sicuro."
Rosa assentì avvicinandosi al gold saint. "Purtroppo c'è un cambio di programma, non potete sconfiggere da soli i giganti, avete bisogno di noi divinità." Sostenne la dea per poi indicare al santo una nuova armatura creata appositamente per lui, un capricorno di cristallo bianco e verde. "Ti faccio dono di questa armatura guerriero celeste del capricorno, fanne buon uso e difendi con essa l'umanità." Annunciò all'uomo.
Intanto tra frecciate ai vari nemici anche Aiolos e suo figlio giunsero.
"Aeolus dov'è la tua armatura degli Erotos?"*
"Al tempio di Zeus." Rispose il ragazzo
"Aeolus stammi accanto, non hai un'armatura" disse Aiolia al nipote, mentre Aiolos brandiva il suo arco.
"Quindi si va all'attacco?" Disse scoccando una freccia contro un hysmanai."!
Le due dee si guardarono e annuirono. Aiolia prese la mano di Marin e senza più indugiare si lanciò sul gigante.
"Insieme." Disse lei scagliandosi contro quello apparentemente più grosso.
Aiolia annuì ed espandendo al massimo il suo cosmo, o almeno per quanto gli era concesso, lanciò il suo lighting Plasma.
"EAGLE TOW FLASH!" Urlò la donna scagliandosi contro il gigante in un salto che raggiunse il gigante allo stomaco.
Nello stesso momento la stessa Aphrodite lanciò contro l'altro una luce calda rosa affinché potesse colpire mortalmente il gigante avversario.

Agápi gia ton Olýmpou (Saint Seiya)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora