Parte 39ª - Gli eroi della pace e della giustizia

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Apollo si diresse al tempio di Zeus appena Hercules andò a convocarlo.
Quando giunse venne condotto in uno dei tempi che circondavano quello patronale. Trovò suo padre che parlava con una bambina dai capelli scuri di circa sei anni e andò loro incontro.
"Principessa." Disse attirando l'attenzione dei due.
La piccola si voltò e corse incontro ad Apollo che la prese subito in braccio. "Ziooo."
"Hai sentito la mia mancanza principessa?" Disse lui dandole un bacio per poi posarla a terra.
La piccola annuì. "Tanto, tanto. Anche se ma mére dice che dobbiamo rientrare a Parigi a breve."
"Allora dobbiamo fare tante cose in breve tempo. Ti va di andare al mare?" Le chiese e lei annuì
"Però adesso sei con me tesoro." Intervenne Zeus "E lo zio Apollo deve controllare questi ragazzi." Spiegò al figlio.
Apollo osservò scettico il padre avvicinandosi "Sono i cinque che si sono sacrificati al muro del lamento?" Chiese.
"Si, non sembrano essere in buone condizioni."
"Sai cosa ho pensato quando hai deciso di portarli indietro in questo stato. Avresti dovuto lasciarli stare nel limbo." Appena quella mattina Zeus lo aveva contattato dicendogli che alcuni golds saint si erano lasciati esplodere. Elios allora aveva cercato di far desistere il padre da quell'impresa. Ma lui aveva continuato imperterrito.
Studiò il primo dei gold saint, gli tastò l'addome, poi salì verso il petto. Gli occhi erano aperti, chiari e vivi, le pupille dilatate di sangue . Alzò la mano iniziando a muovere l'indice a destra e sinistra, lo sguardo seguiva i movimenti del dito. Respirava con affanno, anche negli altri sentiva lo stesso grado di respirazione. Con la mano andò ad ispezionare la sua bocca, i denti erano intatti, ma anche la lingua  era raggrinzita, ustionata. Dopo aver scostato il lenzuolo e avuto una visione generale del resto del corpo ricoprì l'uomo e studiò minuziosamente anche gli altri quattro.
"Allora, questa è un'ustione di quarto grado. Ha preso oltre la pelle anche gli organi e dei muscoli. Credo, anzi spero, che gli organi addominali sono stati colpiti lievemente, la lingua è fuori uso, non hanno di sicuro il senso del gusto, non so se sentano quindi bisogna fare un esame audiometrico. Sicuramente nel contraccolpo dell'esplosione cosmica sono stati presi in pieno. Vedi, anche i capelli e la cute, tutto è stato bruciato, non so neanche se saranno in grado di mangiare o solo bere. Perché dovranno comunque idratarsi e tanto. Fortunatamente il tipo di ustione che hanno tende a non far sentire loro dolore.
Quello che posso fare io e cercare di lavorare sull'ustione esterna, mese dopo mese. Loro sono dei gold saint quindi aiutandosi con i loro cosmi potrebbero aiutarmi e riprendersi poco alla volta anche con la loro forza." Spiegò nel modo più semplice possibile al padre."Lo sai che io non volevo farlo però li aiuterò, perché da medico ed essere umano questo è il mio compito. Ma sappi che li riterrò sempre responsabili di aver sfidato gli dei."
Terminò dopo aver dato la sua diagnosi non proprio positiva. "Ti avevo detto di non riportarli in vita in questo stato."
Zeus stava per rispondere a tono, anche se fu demoralizzato. Non si aspettava una diagnosi tanto drastica, era convinto che Apollo potesse riuscire in tutto.
"Lasciarci andare all'oblio del sonno eterno potrebbe essere una soluzione." Disse una voce nelle loro teste.
Zeus si voltò e Apollo annuì "Potrebbe essere la soluzione." Disse infatti.
Gián scosse la testa al figlio. "Sono angeli di Zeus, eroi celesti."
"Immortali! Semidei?" Disse allora Apollo guardando il gruppo, quale destino più atroce per loro. "Questa non è redenzione è punizione a vita, per sempre!"
"Non eri tu a dire che hanno offeso gli dei?" Lo riprese allora Zeus.
"SONO UN MEDICO..." urlò ancora Apollo e non poteva consentire una cosa del genere. Si voltò verso il gruppo dei gold. "Chi di voi usa la telecinesi?"
"Io..." disse di nuovo la voce di prima "Gli altri possono parlare attraverso il cosmo."
"Farò di tutto per rimettervi in sesto. Avete tutti il senso dell'udito?" Chiese Apollo
"Poco, ma sentiamo... perché siamo immortali?" Chiese Mu.
Apollo guardò il padre, che desse adesso una risposta a quegli uomini.
Giánnis fece un colpo di tosse e diede voce a ciò che aveva fatto. "Come punizione avevo deciso di farvi tornare in vita, senza più sostenere Athena. Anzi, siete stati definiti giusti e in pace dalle tre Ore, quindi ho deciso di farvi rinascere come miei guardiani celesti. Io sono immortale quindi anche i miei angeli lo devono essere."
Gián si mise le mani in faccia "Non pensavo foste così gravi, altrimenti vi avrei lasciato nel limbo. Non sono così crudele." Terminò restando in attesa, ma tutto taceva.
Poi il gold ritornò nelle loro teste. "Vi crediamo. Ma non potete chiederci di non proteggere Athena."
"Non è il momento di parlare di Athena. In questo stesso momento lei ci ha sfidato di nuovo tornando indietro nel tempo, mettendo in pericolo passato e presente perché ha deciso di cambiare un evento."
"Cambiare un evento?" Chiese la voce
"Athena è tornata in una passata guerra contro Hades per distruggere la spada che ha colpito il santo di Pegasus, così da poter annullare la maledizione." Spiegò Apollo.
Ancora silenzio "Ha messo in pericolo la sua vita così." Disse la voce
"Già. Comunque non siamo intenzionati a fare guerra ad Athena, vi chiediamo anzi di cercare di capire perché si arriva ad agire in determinati modi. Sappiate comunque che non è di Athena che ci occuperemo al moment, ma di voi. Non vi lascerò in questo stato, vediamo cosa Apollo riesce a fare altrimenti procederemo in altro modo." Disse Zeus
"Va bene così per ora." Disse la voce. "Noi aspettiamo gli altri e poi vi diremo." Un cosmo lieve e debole si alzò nella stanza, i due dei si voltarono verso il corpo da cui veniva sprigionato "Io sono Mu." Disse la voce, abbassò il cosmo e poco alla volta in sintonia alla voce di Mu anche gli altri lo espansero e lo spensero "Shaka, Milo, Aiolia e Dohko." Li presentò Mu.
Apollo li guardò tutti, poi si avvicinò rivolgendosi al padre. "Shaka ha gli occhi del cielo, Aiolia ha occhi blu, Milo ha gli occhi del mare e Dohko li ha castani. Mu ha gli occhi verdi invece, così potrai riconoscerli." Spiegò il ragazzo al padre, poi si rivolse al gruppo "Io sono Apollo, ma da unano sono Elios, vi prego di chiamarmi così. Per ora vi farò delle flebo per iniziare ad idratarvi, poi farò degli esami. Piano ne verremo a capo. Se riuscite a parlare attraverso il cosmo allora ci arrangeremo così. Voi però non abbandonateci, va bene?" Chiese loro.
In risposta i cinque cosmi si elevarono.
"Perfetto. Per ora non puoi fare altro papà, ti conviene portare Harmonie fuori di qui. Provvedo a loro poi controllo il gemello." Disse congedando il padre e la bambina.

Agápi gia ton Olýmpou (Saint Seiya)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora