La cena fu silenziosa. Seiya era irrequieto guardando da Saori a Miho e viceversa. Le due non si parlavano, la prima sembrava rimuginare sulle rivelazioni della seconda che al contrario sembrava sempre la stessa. Sorrideva ai bambini, li riprendeva, parlava con le tre donne che si prendevano cura di lei. Si Miho era normale ignorando ciò che era appena accaduto.
A cena finita, quando finalmente potettero andare via Seiya salutò tutti i bambini e seguì la sua dea verso l'esterno. Hyoga si fermò un attimo per salutare il gruppo di ragazze e chiedere a Miho di riguardarsi e stare tranquilla, infine Shun disse loro che sarebbe restato un altro poco.
Seiya rimase sorpreso dalla sua affermazione, ma sia Athena che Hyoga non dissero nulla, così si avviarono verso l'uscita e poi verso Villa Kido a piedi.
Durante il tragitto finalmente Hyoga parlò. "Avrebbe dovuto dircelo Milady." Affermò
Saori si voltò verso Hyoga. "Miho non avrebbe dovuto dirvelo."
"Perché doveva farlo lei. Non mi importa chi è mio padre, sinceramente lui chiese a me e mia madre di raggiungerli in Giappone senza pagarci un viaggio e quello che mia madre riuscì a prendere fu su una nave mercantile. Per colpa sua mia madre è morta!" Disse allora il cigno, ci aveva pensato durante la cena e tanto. Mitsumasa Kido era il suo padre putativo ma poi non gli era più nulla. "Perché lui non ha avuto la bontà di offrirci un viaggio decente per essere ai suoi comandi. Per me non è un padre, però credo sia diverso scoprire invece di avere dei fratelli!" Disse. E quello era tutto un altro discorso, loro cinque erano fratelli. "Mi sarebbe piaciuto saperlo e sono sicuro che anche a Shiryu farebbe piacere sapere che siamo fratelli noi cinque."
Saori si fermò ad osservare i due, Seiya ancora non parlava, camminava a testa china. "In realtà siete stati tutti voi, partiti per diventare saint, suoi figli." (1) Disse allora la dea, includendo in quel cerchio anche Jabu e gli altri ragazzi, quelli che erano riusciti a diventare saint e quelli che invece avevano perso la vita nel diventarlo.
Seiya sollevò allora il capo osservando la sua dea e scuotendo la testa.
Si sentì poggiare una mano sulla spalla. "Non me ne importa quanti siamo, mi avrebbe comunque fatto piacere di saperlo. E credo di parlare a nome di tutti noi, questo ovviamente non cambierà il mio rapporto con Jabu e gli altri. Per quanto siamo fratelli per me restano degli estranei!" Affermò per poi procedere nel cammino.
Saori guardò verso Seiya attendendo una sua reazione. Mistumasa Kido aveva permesso a sua sorella di abbandonare il collegio e partire verso l'ignoto e non l'aveva mai cercata, che razza di padre se ne fregava dei figli? Scosse la testa, un sorriso cinico apparve sul suo viso, uno che manda i suoi figli a morire per farli diventare santi, che domande si faceva.
"Io la penso come Hyoga, lo sappia." Disse andando a mettersi al suo fianco.
"Miho non avrebbe dovuto dirvelo." Disse ancora la dea.
"No, non avrebbe dovuto. Perché come ha detto lei stessa, delle due sarebbe stata Saori a doverci informare. Ne ha parlato con lei e non con noi." Disse lui mentre riprendevano a camminare.
"Non sono stata io a dirglielo, lo sapeva e basta..." si giustificò lei.
"La dea della pace! È lei, Saori, la dea della pace." Affermò Seiya ancora incredulo alle rivelazioni della giornata.
Athena chinò il capo camminando lentamente. "Lo è invece Miho, lei mi ha sempre dato il suo appoggio in questa epoca. Lei è sempre stata presente, ma io non ho saputo ripagarla e non ho voluto ascoltarla ed ecco che ne pago le conseguenze." Disse Saori nascondendo un singhiozzo.
Hyoga si fermò dinnanzi a loro. Seiya fece per consolare la sua dea.
"Siamo cresciute insieme e la sua freddezza di oggi... mi ha spiazzata. L'avete sentita no?" Disse la dea.
"Lei..." Intervenne Hyoga. "È andata sulla difensiva, l'ha trattata come una..." Hyoga si trattenne, il termine serva lì sulla punta della lingua.
"Non l'ho trattata bene." Affermò Saori consapevole di ciò che aveva detto.
"Dovrebbe trovare un modo per riappacificarsi. Miho non serba rancore, per lei era già passato tutto." Disse Hyoga
"Sembra che tu la capisca parecchio." Disse allora Seiya risentito. Da quando il cigno e la sua migliore amica erano così in confidenza?
"Ho passato gli ultimi venti giorni al suo fianco. Mi sono preso cura di lei e l'ho sentita parlare del più e del meno. Ovvio che la capisco, sai nonostante abbia subito una brutta perdita ogni giorno si sveglia e pensa agli altri non guardandosi alle spalle, ma guardando avanti." Disse Hyoga in sua difesa.
"Milo..." sussurrò Athena.
Hyoga annuì sorridendole. "Non è arrabbiata per questo glielo assicuro. Lei è risentita perché ha continuato a combattere, se ho ben capito a Miho non vanno proprio giù le guerre."
Seiya sospirò. "Fosse per lei nel mondo non dovrebbero esserci violenze. È sempre stata chiara su questo punto." Sbottò il Pegaso
Hyoga sorrise. "Si è sempre detto che Eiren non approva nessun tipo di violenza." Affermò. "Parli con lei Milady e chiaritevi, soprattutto cerchi di capire il suo punto di vista."
"Tu la appoggi vero?" Chiese Saori.
Lui scosse leggermente la testa. "Questo periodo accanto a lei mi ha fatto capire un po' di più i suoi pensieri. Mi ha anche invitato a riprendere in mano la mia vita, quindi penso che presto tornerò in Siberia." Disse il cigno, finalmente erano arrivati a Villa Kido.
"Parlerò di nuovo con lei e cercherò di non discutere, solitamente lei mi prende sempre di petto. ma questa volta è stato diverso." Disse Saori chinando lo sguardo.
Sapeva già perché aveva reagito così, lo aveva fatto perché già al rientro dal passato si era resa conto dell'errore commesso e non voleva ammetterlo. Ma in fondo era vero, aveva sbagliato, i corpi esamini dei quattro bronze ancora riempivano i suoi sogni, cosa avrebbe fatto se li avesse persi?
"Quello che è accaduto sull'olimpo... Zeus e le sue figlie ci impediranno di combattere per voi Milady?" Chiese Hyoga "Ogni dea ci ha dato la sua protezione, dobbiamo essere fedeli a loro?"
Saori scosse la testa. "Ebe ha detto che non pretendono nulla da voi..." non per quel momento. "Le ripercussioni credo siano in avvenire se ho capito ciò che Zeus abbia fatto a tutti voi. Ma di questo ne parlerò un giorno con... Ebe semmai dovessi rincontrarla. Ancora non mi è tutto chiaro." Disse lei.
Hyoga annuì entrando in casa. "Perfetto allora. Vado a riposare e penso che mi preparerò per il rientro in Siberia." Annunciò alla sua dea.
Una volta che fu scomparso Seiya ancora di malumore si rivolse alla sua dea.
"Cosa dobbiamo fare adesso?"
Saori guardò in alto in cielo. "Riposare finalmente." Disse
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Agápi gia ton Olýmpou (Saint Seiya)
FanfictionPrologo di Saint Seiya dopo i fatti di Hades. © M. Kurumada © Michi Himeno © Shingo Hiraki © Toei L.T.d Storia basata sulla saga del maestro Kuramada Saint Seiya. Vietato copiare i diritti di copyright