II~ Filo rosso [pt. 2/5]

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"Vorrei fotografarti con le palpebre
Rinascere ed innamorarmi mentre tu mi guardi piangere
Combattere per meritarti
Abbattere i giudizi nei miei riguardi
Ma siamo due sassi lanciati tornati diamanti
Due cuori spezzati coi lati combacianti."

-Nitro

[14 Febbraio 1996]

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[14 Febbraio 1996]

NARRATORE ESTERNO

Sin da quando era una bambina, il mare l'aveva sempre affascinata ma spaventata al contempo. Ricordava che, non appena sentiva di non avere più la sabbia sotto ai piedi, tornava velocemente alla riva nuotando con forza e scappando da qualsiasi mostro avesse potuto raggiungerla. Ironico come la vita, a volte, sia una metafora di questo tipo.
Ma Diana aveva ormai trent'anni e non era più una bambina, qualche timore lo aveva pian piano superato e adesso, mentre si tuffava tra le acque cristalline che bagnavano le spiagge di Cuba, quei tempi le sembravano assai lontani. Un enorme sorriso albergava sul suo volto, tutt'attorno era piacevolmente fresco e in contrasto con le alte temperature esterne: il Sole era alto e bollente nel cielo. Se avesse guardato verso il basso avrebbe notato con facilità i suoi piedi e lo smalto nero che decorava le unghie curate, specificatamente abbinate a quello delle mani. La sua pelle decisamente abbronzata risaltava sul costume bianco. Si sentiva bella, libera, spensierata e... Felice. In quel periodo come non lo era mai stata prima. Quel piccolo inconveniente avvenuto in discoteca qualche giorno prima aveva deciso di dimenticarlo, di non pensarlo o raccontarlo. Voleva godersi quella meritata pausa.
Aveva tutto ciò che potesse desiderare: il lavoro che amava, delle amiche sincere, l'amore della sua vita e, in grembo, il figlio di tale sentimento.
Restò a galla a pelo d'acqua e, rivolta verso il cielo, chiuse gli occhi e sorrise tra sé e sé: si sentì grata.

Poi una voce la destò da quei pensieri e si voltò verso la riva: Evelyn sventolava in aria la mano e la chiamava a gran voce. Coi capelli biondi raccolti in una grande molletta e il costume fucsia, sembrava uscita da un film di Barbie. Meyer sorrise.
"Diana!"
"Dimmi." Disse passandosi una mano sugli occhi.
"Ti squilla il telefono."
"Arrivo!"
Portò il capo all'indietro e immerse la nuca in acqua affinché i capelli le ricadessero lisci lungo la schiena e poi uscì dal mare limpido, camminando verso le amiche e ridendo nel vedere Grace, solitamente una donna sempre attiva, stesa sul lettino a pancia in giù come morente.

"Sembri un merluzzo in essiccazione." Le disse passandole accanto.
"Zitta e rispondi al telefono."
Meyer rise, poi aprì la borsa e afferrò il suo cellulare. Un sorriso le spuntò sul volto.

<Amore!> Esclamò rispondendo a gran voce.
"Qualcosa mi dice che è Michael." Borbottò Grace sottovoce.
<Bimba, buon San Valentino!> Egli, dall'altra parte della cornetta, ricambiò immediatamente il suo entusiasmo.
<Grazie amore, anche a te... Mi manchi tanto.>
"Sta per venirmi il diabete." Sghignazzò Evelyn a Grace, ridacchiando assieme e beccandosi un'occhiataccia di ammonizione da parte dell'altra.
<Anche tu, ormai sono dieci giorni che sei lì.> Riprese il moro. <Va tutto bene?>
<Sì.> Rispose Meyer sorridendo. <Siamo al mare ora. Per risponderti sono corsa fuori dall'acqua.>
<Quindi sei mezza nuda e per di più abbronzata e fradicia?>
Meyer alzò le sopracciglia <Esatto.>
Passò qualche secondo di silenzio, poi Michael sospirò. <Gesù... Se solo fossi lì ti->
Diana nascose il continuo della frase con un colpo di tosse per evitare che le altre due potessero udirlo, poi avvertì una limpida risata dall'altra parte della cornetta. Lo aveva fatto di proposito e Diana lo sapeva. <Ne parliamo dopo, okay?> Gli propose.
<Va bene... A che ora partite?>
Diana guardò l'orario: segnava fossero le otto e quaranta del mattino. <Alle dieci e mezza parte l'aereo, nel primo pomeriggio atterreremo a Los Angeles. Questo è stato l'ultimo bagno della vacanza, ora torniamo in albergo a fare le valige.>
<Ti faccio venire a prendere da Gregor all'aeroporto, vieni da me?>
<Ti manco così tanto?>
<Decisamente.>
Diana ridacchiò. <Allora va bene.> Poi prese un respiro. <Senti... Il cucciolo?>

𝐏𝐡𝐢𝐥𝐨𝐟𝐨𝐛𝐢𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora