II~ Cocaina [pt. 2/5]

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"Tutti ci guardano
Quindi piccola, teniamolo segreto
Un po' scandaloso
Ma piccola, non farglielo vedere
Un po' meno di conversazione e
Tocca ancora un po' il mio corpo
Perché sono così preso da te."

-Ariana Grande

[11 Settembre 1995]

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[11 Settembre 1995]



NARRATORE ESTERNO

"Raccontarti qualcosa?" Ripeté alzando le sopracciglia e voltando il capo alla sua destra, assumendo un'espressione del tutto concentrata e divertita, strizzando le palpebre e riducendole in una buffa fessura.
"Mh, mh." Rispose lei con un ghigno di divertimento, stringendo lievemente il labbro inferiore tra i denti e sfiorando il piede scalzo contro una gamba di lui, l'unica sotto le lenzuola. L'altra, di fatto, aggrovigliava la parte restante del tessuto e rimaneva scoperta.
"Cosa vuoi che ti racconti?"
"Qualsiasi cosa del tuo passato che ancora non so, il primo aneddoto che ti viene in mente."
Egli sorrise rivolto al soffitto. "È una missione ardua... Sai tutto di me." Infine la guardò negli occhi, abbassando il capo verso quello di lei che era ancora teneramente poggiato alla sua destra, sul suo petto nudo. "Fammici pensare..."
Nel frattempo poteva sentire le unghie di Diana disegnare piccoli cerchi concentrici all'altezza del pettorale rimasto libero, silenziosa e paziente in attesa di ascoltare qualcosa. Con un braccio la strinse premendosi sulla schiena, in modo tale che si scontrasse ancor più contro di lui, mentre le dita della mano sinistra avanzarono verso una lunga ciocca di capelli che le ricadeva fastidiosa al lato del volto: una volta tolta, le sfiorò uno zigomo e sorrise a labbra serrate, scrutandola ancora in quegli occhi grandi e scuri nonostante il timore di ricadervi dentro ancora, scivolare e tornare a non capire più niente.

Erano passate più di dieci ore dalla prima volta in cui avevano dato sfogo ad una passione repressa e nascosta troppo a lungo, e neanche dieci minuti dall'ultima.

"Una volta, quando ero piccolo, mi esibii in un nightclub. Credo fosse una delle prime volte che vedevo davvero come era fatto il corpo di una donna, il locale si ritrovò presto affollato di spogliarelliste. Sai, un bambino di circa otto anni è curioso, guarda di tutto..." Diana si alzò col busto issandosi sui gomiti, studiando lo sguardo dell'uomo che, fisso, tentava di scavare nella memoria. Continuò ad ascoltarlo, mordendosi l'interno di una guancia a causa di quel pizzico di fastidio proveniente dal centro del petto. "Quando la serata si concluse, sotto il boato di un pubblico in delirio, una di loro iniziò a spogliarsi-"
"Ma sei serio?" Domandò lei interrompendolo, il suo tono era stranamente ironico.
Egli la guardò con occhi sgranati, tentando di contenere le risa alla vista della reazione della giovane che, a sua volta, tentava invano di non dare a vedere l'ironia della situazione. "La mia intenzione, in questo momento, era quella di sentire tutto tranne quanto fosse bella la donna nuda che hai spiato da bambino."
Michael restò in silenzio alcuni istanti, poi virò il capo e si stropicciò gli occhi ridendo sotto ai baffi.
Aprì bocca solo quando lei gli prese il volto e fece in modo che la guardasse.
"Era un uomo."

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