I~ Il prezzo della fama [pt. 1/3]

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"Tu che sei come ti ho sempre sognata
A volte penso che ti ho disegnata."

-Gemitaiz, MadMan

-Gemitaiz, MadMan

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[5 Gennaio 1996]

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[5 Gennaio 1996]


NARRATORE ESTERNO

"Signor Jackson, può scendere. Bruce la scorterà all'interno dell'edificio, nel frattempo io porto l'auto nel parcheggio." La voce di Gregor Powell era altisonante, simpatica ma decisa. Lui e il collega erano una coppia eccezionale nel fornire protezione alla star, e quest'ultima non avrebbe potuto chiedere di meglio: sicurezza e amicizia.
"Gregor... Non ce la farai mai a chiamarmi Michael, vero?" Domandò sollevando un sopracciglio e nascondendo il suo corpo magro dietro un pesante cappotto nero e il capo al di sotto del solito Fedora.
L'altro sorrise. "Mi riesce difficile, Signore." Terminò scuotendo la testa prima di vedere il cantante scendere dall'auto e venire scortato al di fuori di essa, verso l'entrata di un grande e moderno edificio.
Un boato li accolse, un ammasso di persone con striscioni, microfoni e videocamere, così Bruce si accostò maggiormente al moro e gli chiese: "Preferisce entrare dal retro?"
"No Bruce, prima facciamo e meglio è." Terminò l'altro in un sussurro, sfoggiando poi uno dei suoi più limpidi sorrisi e dirigendosi verso l'ingresso. Oltre le transenne, fotografi e paparazzi non si fermarono di fronte a nulla.

Era il 5 Gennaio 1996, Michael Jackson era tornato negli Stati Uniti d'America da soli quattro giorni dopo aver trascorso una speciale vacanza nella capitale francese, Parigi, in compagnia di una donna a cui avrebbe donato anche l'anima, se avesse potuto. Una donna con cui, proprio nella città degli innamorati, decise di intraprendere qualcosa di meraviglioso, qualcosa che avrebbe potuto portare a una nuova vita. Vorrei che fosse la madre dei miei figli, vorrei che da questo amore nascesse qualcosa di bello, le aveva detto in un momento in cui il suo cuore aveva parlato per lui, un istante in cui la mente si era totalmente annebbiata e l'unica cosa che riuscì a dire, dinanzi a una telecamera in piena registrazione verso la giovane e la splendente Torre Eiffel alle sue spalle, era solo la più sincera verità.

𝐏𝐡𝐢𝐥𝐨𝐟𝐨𝐛𝐢𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora