I~ Arma a doppio taglio [pt. 1/5]

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"Disegna una finestra tra le stelle da
dividere col cielo,
da dividere con me
E in un istante io ti regalo il mondo
Baciarti e poi scoprire che l'ossigeno
mi arriva dritto al cuore
Solo se mi baci te
E non sentire
bisogno più di niente."

-Annalisa

-Annalisa

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[19 Novembre 1995]

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[19 Novembre 1995]


NARRATORE ESTERNO

Erano passati due giorni dal momento in cui, a casa di Elen, Barbara aveva finalmente rivelato la verità alla piccola Azmera, confessandole che era lei la donna che l'aveva messa al mondo e che con tanto fervore stava cercando.
Ed erano passati due giorni dall'ultima volta che Michael aveva visto Diana, scambiandole una fugace occhiata quando, nonostante una discussione non risolta, notò con piacevole sorpresa che fosse ancora in giardino l'amaca che anni prima avevano costruito assieme.

Ora teneva lo sguardo fisso su un punto indistinto del suo camerino e, seduto su una poltrona davanti allo specchio, lasciava che Karen -la sua truccatrice- potesse sistemarlo al meglio. Neanche diede peso al taglio di capelli o al vestiario scelto per lui, semplicemente la sua mente era altrove.

"Dimmi che non mi hai tenuto nascosta una cosa del genere per tutto questo tempo..."
"Non ho potuto." Sussurrò con voce rotta.

In fondo cosa si sarebbe mai potuto aspettare? Una reazione differente? No, ovviamente no.
Certo, si sentiva dispiaciuto per ciò che era accaduto, eppure quella volta pensò di non aver sbagliato così tanto, anzi, se avesse avuto la possibilità di tornare indietro avrebbe scelto nuovamente quella via.
La verità è che non se ne pentiva.

"Pronto? Michael sei tra noi?" In un batter d'occhio, egli sollevò le sopracciglia e osservò l'uomo che pochi istanti prima era entrato nel camerino e che aveva iniziato a blaterare senza che il suo interlocutore lo degnasse di una minima attenzione.
"Nor..." Sussurrò alzandosi in piedi. Non appena lo fece, quasi barcollò. Gli girò la testa tutto d'un tratto, dovette pesantemente poggiarsi al muro.
"Ehy, ragazzo non farmi preoccupare..." Continuò l'altro andandogli incontro. "Ti senti bene?"
"Mh?" Il moro lo guardò con sguardo piuttosto frastornato. "Sì, sì... Sono solo stanco."
"Non hai dormito?"
"Non so più cosa sia il sonno, ormai."
Così si scansò dalla parete e prese un respiro, stropicciandosi le palpebre con delicatezza e riaprendo gli occhi per scambiare al manager uno sguardo che sembrava dire: 'ci sono, dimmi tutto.'

𝐏𝐡𝐢𝐥𝐨𝐟𝐨𝐛𝐢𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora