V~ Estensione di te [pt. 5/7]

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"Tutti custodiamo un segreto chiuso
a chiave nella soffitta dell'anima."

-Carlos Ruiz Zafón

-Carlos Ruiz Zafón

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[3 Novembre 1995]

NARRATORE ESTERNO

"Ti dico che la cheesecake al tiramisù è molto più buona."
"No." Asserì lei voltandosi e guardandolo con aria affranta, posando una mano su un fianco e sospirando. "E io ti dico che ad Azmera piace molto di più quella alle fragole."
Egli sbuffò sonoramente. "Ma dai, facciamo quella al tiramisù! La preferisco... E anche tu, lo sai." Concluse con un lieve sorriso.
"Michael." Continuò l'altra andandogli incontro, posando i palmi su quelle guance lisce e trattenendo le risa davanti alla buffa espressione che ora lui aveva stampata sul volto. "Anche a me piace di più quella che dici ma... È per la bambina."
"Va bene." Annuì lui, portando le mani su quelle di lei per prenderne una e baciarne il dorso. "E poi devo stare a dieta, non vedi che sono in sovrappeso? Sono grassissimo."
Continuò in tono sarcastico, punzecchiandola sul ventre affinché si dimenasse. "Certo, e io sono un unicorno."
Non appena lasciò che gli sfuggisse di mano per farla tornare davanti al davanzale dove erano posati tutti gli ingredienti, il cantante riprese a guardare la donna davanti a lui con divertimento e titubanza al contempo.
"Ma non credi sarebbe stato meglio chiedere alle domestiche di preparare il dolce per l'arrivo di Azmera? È un giorno speciale, è la prima volta che viene qui a Neverland e non vorrei che la torta le esplodesse in faccia-"
"Beh, sarebbe un bel gesto farla noi."
"Non vorrei essere la causa di un disastro."
"Come sei drammatico..."
"Mh..." Proseguì il moro, ridendo e stringendo le labbra in una smorfia contrariata. "Ce lo ridiremo." Concluse finalmente raggiungendola, restandole alla destra mentre lei, concentrata, con l'indice seguiva piano piano ogni frase stampata su quel libro di ricette.
"Tritate i biscotti con un mixer, in alternativa potete polverizzarli con un batticarne dopo averli chiusi in un sacchetto per alimenti-"
"Sono rimasto a biscotti."
La guardò dall'alto, sorridendo quando dallo sguardo di Diana trapelò una nascosta allegria e una trasparente insofferenza. "Scherzo, ti amo." Terminò lasciandole un bacio sulla tempia.

Afferrò una decina di biscotti, li chiuse dentro una bustina per alimenti -come indicato dalla ricetta- e si guardò attorno: vi era Diana, intenta a preparare il miscuglio di zucchero e formaggio fresco, vi erano pentole e padelle di ogni tipo, ma neanche dentro ai cassetti del grande mobile accanto a lui vi era l'ombra dello strumento del quale necessitava per tritare quei biscotti.
Così, stufo, aprì uno sportello, afferrò una delle tante macchinette per preparare il caffè, la svitò della parte inferiore e, agguantandola per bene, iniziò a colpire la bustina affinché potesse polverizzare quei dolciumi.

In un attimo in quella cucina regnarono pesanti tonfi di ogni tipo, baccano proveniente dal rumore dell'acciaio che si scontrava con il sacchetto e, di conseguenza, col marmo del davanzale sopra il quale esso era stato poggiato. Diana trasalì al primo colpo, si voltò con una mano posata al petto e sgranò gli occhi all'esilarante vista del cantante che a modo suo, servendosi del fondo di una macchinetta per la preparazione del caffè, tentava di seguire ciò che la ricetta esplicava.
Non appena si accorse di essere osservato e di quanto l'espressione di Diana oscillasse tra il divertimento e la preoccupazione, scoppiò in una risata imbarazzata. Riposò lo strumento avvitandolo alla parte superiore, riprese la busta piena di quella che ormai sembrava semplice farina e la protese a Diana.
"Comunque non ho trovato il mixer." Affermò genuinamente.

𝐏𝐡𝐢𝐥𝐨𝐟𝐨𝐛𝐢𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora