III~ Estensione di te [pt. 3/7]

170 8 99
                                    

"Dopo il verbo 'amare' il verbo 'aiutare'
è il più bello del mondo."

-Anonimo

[24 Ottobre 1995]

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.



[24 Ottobre 1995]

NARRATORE ESTERNO

<Piccola Meyer! Come stai? È un po' che non ti sento.>
Diana sorrise, roteando gli occhi al cielo e sollevando le sopracciglia. <Intendi meno di due settimane, Grace?>
<Scherzi? È troppo per non avere gossip, qui dai parenti di Andrew mi sto annoiando a morte. Non vedo l'ora di tornare dalla mia sorellina di una vita.>
<Sorellina di una vita. Stupendo...>
Intanto camminava lungo il viale che avrebbe condotto alla porta d'ingresso e, mentre il capo sorreggeva il cellulare posato sulla spalla, una mano tentava freneticamente di afferrare le chiavi all'interno della spaziosa borsa in pelle.
<Che dici di nuovo?> Continuò la più grande.
<Mh... Niente di che. Ora sono arrivata da mamma, lei dovrebbe essere appena uscita. Sono quattro giorni che Azmera ha una febbre molto alta. Troppo, per i miei gusti.>
Un sospiro si avvertì dall'altra parte della cornetta.
<E Jacob? Okay che è suo padre adottivo, ma è anche il suo medico.>
<Abbiamo chiesto a lui, ma non può esserci fisicamente perché è ad un convegno. Ci ha consigliato un medicinale che però non sta facendo molto effetto.> Si schiarì la voce e un accenno di sorriso spuntò sul suo volto. <Ma fortunatamente l'infermiera di Michael si è offerta di aiutarci, qualora Azmera non fosse migliorata.>
<Menomale... Hai intenzione di chiamarla?>
<Dovrei prima vedere come sta.>
<Certo...> La donna dall'altro capo del telefono fece una lunga pausa, in sottofondo si poterono udire le parole acute e storpiate della figlia. Di fatto, quest'ultima non faceva che chiamare la madre, ricevendo in risposta solo qualche 'Riley, tra poco arrivo ma ora fammi parlare con la zia'.
<Invece dimmi un po'... Con Michael come va?>
<Ah, tutto bene...> Inserì le chiavi nella relativa serratura e le girò, facendo quindi il suo ingresso nella casa della madre.
<Mi raccomando non diventarmi una sporcacciona.>
Meyer alzò il capo e rise di gusto. <Non posso promettertelo.>
<Lo sapevo!>
<Grace! Ti prego...>
<Ma io devo sapere queste cose, sono la tua migliore amica. A che servo, altrimenti?>
<Santo cielo... Intanto sei tu quella che è rimasta incinta, non io.>
Hamilton prese un respiro teatrale e rise a sua volta. <Questo era un colpo fin troppo basso Diana, non me lo aspettavo da te.>
<Posso sorprenderti...>
<Ah sì? È quello che dici anche a Michael a letto, scommetto.>
<Oh no...> Si spogliò del cappotto -che lasciò cadere sul divano- e delle scarpe. <A lui non dico nulla. Lo dimostro e basta.>
<Non ci credo che lo hai detto davvero!> Gridò l'amica. <Poi dovrai dirmi tutti i dettagli.>
<Certo, aspetta e spera.>
Nel frattempo Talìka controllò se qualcuno fosse rimasto a casa con la ragazzina che la aspettava al piano di sopra, ma non trovò nessuno.

𝐏𝐡𝐢𝐥𝐨𝐟𝐨𝐛𝐢𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora