II~ Arma a doppio taglio [pt. 2/5]

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"Che comunque tardi o prima ti dirò
che ero contentissimo
Ma non te l'ho mai detto che chiedevo:
"Dio ancora, ancora, ancora..."

-Tiziano Ferro


[28 Novembre 1995]

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[28 Novembre 1995]



NARRATORE ESTERNO

"Eccola..." Sussurrò Meyer avvicinandosi all'orecchio della sua più cara amica, sorridendo e indicandole, con discrezione, una lontana sagoma nascosta tra la folla.
"Ma dove?" Domandò Grace confusa, virando lo sguardo qua e là alla ricerca del volto dall'altra indicato.
"Lì! Proprio davanti a te."

Le due si trovavano al centro di una grande piazza distante pochi chilometri da casa di Diana. Nonostante fosse una tarda mattinata di martedì, il luogo era pieno di passanti che chiacchieravano, camminavano e sorseggiavano dei lunghi caffè all'interno di grandi bicchieri in cartone, una tipica bevanda statunitense.
Qualche giorno prima, incontrando Norman Beck nello studio dove la troupe del cantante stava girando uno dei tanti videoclip del nuovo album, la ragazza confidò lui che si sarebbe presto incontrata con la nipote.

"Sai, tra qualche giorno dovrei uscire con tua nipote."
"Evelyin! Oh, sono contento che vi troviate bene insieme..."

Di fatto era proprio quello che stava facendo: accompagnata da Grace, era entusiasta di passare qualche ora all'insegna dell'amicizia e far sì che le due -mai viste prima- potessero incontrarsi e chissà, magari instaurare anche loro un buon rapporto che sarebbe potuto crescere col tempo.

In piedi davanti a una grande fontana, Evelyn aspettava le due con pazienza e una serena espressione in volto: indossava un maglione nero e un jeans bianco, mentre i capelli biondi erano legati con un elastico fucsia e la frangia, come suo solito, ricadeva teneramente lungo la fronte.
Fu nel momento in cui voltandosi alla sua destra che, sentendosi chiamare, virò lo sguardo in direzione delle due: non appena riconobbe il volto di Diana indossò uno smagliante sorriso e compié qualche passo verso di loro, sorreggendo la pochette con entrambe le mani poste davanti al ventre.
Ed erano così diverse esteticamente: una dalla carnagione olivastra, con occhi color pece e capelli castani come le foglie in autunno. L'altra, tutto l'opposto: chiara dalla testa ai piedi, con grandi occhi azzurri e i capelli che quasi sembravano confondersi con il pallore del suo volto.
Erano come il giorno e la notte.

Si abbracciarono con trasporto, entrambe contente di essersi riviste dopo svariate settimane.
"Evelyn..." Cominciò poi Talìka. "Lei è Grace, un'amica che in venticinque anni che ci conosciamo ancora non sono riuscita a scollarmi di dosso."
Quest'ultima si avvicinò e protese all'altra la mano, ridacchiando.
"Piacere."
"Piacere mio!"

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