III~ Fuoco e cenere [pt. 3/5]

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"Star vicini impauriti come
quaglie in un canneto.
Come rondini malate,
non saper volare un metro."

-Franco Califano

[17 Agosto 1995]

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[17 Agosto 1995]


NARRATORE ESTERNO

Posò la forchetta sul bordo del piatto in ceramica, deglutì e si pulì le labbra.
"Beh, diciamo che in tournée ci sono parecchi momenti noiosi dove non sai cosa fare." Esordì posando un avambraccio sul tavolo e rivolgendosi a colei che gli aveva posto la domanda, seduta goffamente alla sua destra. "Spesso le giornate si ripetono, altre volte non hai tempo per svagarti o anche soltanto per riposare... Diana ne sa qualcosa." Terminò con un lieve risolino, osservando adesso la più giovane che, con attenzione, ascoltava ogni parola che il moro scandiva, rimembrando i ricordi di una vita passata che non sembrava neanche più appartenerle.
Talìka rise e guardò Barbara negli occhi, la quale aveva dipinta sul volto un'espressione incuriosita e divertita, con le sopracciglia alzate e la bocca socchiusa e arcuata in un impercettibile sorriso.
"È vero Barb, per non parlare delle invidie tra colleghe..."
"Ah sì, quella è terribile." Jackson sogghignò e sfregò la stoffa del tovagliolo tra indice e pollice. "Ti ricordi di Maryl?"
"Potrei mai dimenticarla?"
Entrambi risero, mentre Foster iniziò ad insistere affinché le raccontassero quel particolare aneddoto. Dopo qualche sguardo divertito scambiato e qualche sorriso smorzato, il cantante prese la parola facendo spallucce.
"Niente di che Barb, diciamo che una delle ballerine era un po'... Particolare."
"Molto particolare."
Sorrisero. "Ed era invidiosa di Diana."
L'infermiera si raddrizzò col busto.
"Uh, e come mai?"
I due giovani si guardarono, la ragazza si morse l'interno di una guancia e continuò a mangiare fingendo nonchalance.
Michael sorrise imbarazzato, si grattò la nuca e si schiarì la voce.
"Per noi due." Affermò quasi sottovoce. "Era estremamente in collera con Diana perché io e lei passavamo sempre il tempo insieme."

Barb storpiò una risata. "Beh, ci credo..."
Michael la colpì lievemente col ginocchio sotto il tavolo affinché ella tornasse sui suoi passi e non lo mettesse ulteriormente in imbarazzo: poteva sentire le sue gote arrossirsi.
La donna sobbalzò a quel contatto che Diana, intenta a guardare altrove, non notò. "No, intendo... Ci credo perché è comprensibile essere gelosi di qualcuno che insomma... Che-" Impacciata nelle sue stesse parole e avvertendo le risatine soffuse dell'amico, Foster balbettò e osservò la giovane cambiando repentinamente discorso.
"Vabbè ma ci sarà stato qualche momento divertente, no?"
Meyer bevve un sorso del bicchiere di vino che aveva di fronte e si morse il labbro, graffiando la voce e sorridendo in direzione del cantante.
"Eccome." Affermò. "Ad esempio, ehm... La battaglia di cuscini che facemmo in albergo col tuo scimpanzé."

"

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