V~ Fuoco e cenere [pt. 5/5]

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Mi scuso per la lunghezza del capitolo.
Buona lettura.🖤

"Ci siamo dimenticati di tutte le piccole cose che ci univano

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"Ci siamo dimenticati di tutte le
piccole cose che ci univano.
Noi, due estranei che si sono amati
e non sanno più perché."

-Angelo Lamera

"Quel mio ritornare a te da tutte le strade e sottrarci da tanta morte, ricucire i luoghi feriti di una vita che qui è stata vita per un poco

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"Quel mio ritornare a te da tutte
le strade e sottrarci da tanta morte, ricucire i luoghi feriti di una vita
che qui è stata vita per un poco."

-Cettina Caliò



[30 Agosto 1995]

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[30 Agosto 1995]




NARRATORE ESTERNO

Mentre si aggiustava delicatamente il colletto della camicia e si osservava al grande specchio di fronte a sé, i pensieri del cantante vennero bruscamente interrotti da un bussare alla porta della stanza.
"Avanti." Disse pacato per poi vedere far capolino Gregor, sempre elegante nel suo completo scuro.
"Signor Jackson, è già sveglio... Temevo stesse ancora dormendo."
"E invece eccomi qui." Rispose l'altro sorridente, mentre andava incontro all'uomo e gli apriva del tutto la porta, spostandosi per lasciargli poi libero il passaggio. Una volta varcata la soglia, Powell si voltò verso il suo superiore e scrutò l'abbigliamento che indossava, in particolare un'inusuale camicia bianca che risaltava sui capelli corvini lasciati sciolti sulle spalle.
"Come sto?" Domandò poi Jackson, allargando le braccia e facendo un giro su sé stesso.
"Molto bene, Signore." Contenne un sorriso intenerito. "Stamattina ha un'aria smagliante, è successo qualcosa?"
Michael, che era impegnato nel terminare di abbottonarsi, alzò il capo e fece spallucce sorridendo timidamente. "Mia madre è appena tornata da un viaggio e sto andando a farle visita. Non la vedo da tre mesi."
"Mi fa piacere, sua madre è una bella persona."
Il cantante gli sorrise. "Grazie." Rispose in un sussurro. "Però accomodati Gregor, sei ancora in piedi."
"Ma sto bene così, non si preoccupi."
"Insisto."
Powell acconsentì volentieri e si adagiò su una poltrona poco distante dal grande materasso del cantante che adesso, in tutta fretta, si era sporto dalla porta per alzare il tono di voce e farsi udire dalle due domestiche.
"Camila! Amelia!"
Quando esse risposero dal piano sottostante, Jackson abbassò il tono.
"Vi dispiacerebbe portarci un succo di frutta e un paio di bicchieri per favore?"
Gregor si protese col busto verso il cantante.
"Oh no Signore, non ce n'è bisogno stavo andando via."
Il moro si voltò ridacchiando. "Stamattina sono di buon umore e penso non ti dispiacerebbe fare colazione con me, no?"
"N-no."
"Ecco bravo." Rispose prima di afferrare ciò che aveva chiesto dalle mani di una delle domestiche, ringraziando e richiudendosi la porta alle spalle per camminare poi adagio verso l'uomo della sicurezza. Si sedette sulla poltrona di fronte a quest'ultimo e poggiò i bicchieri sul tavolino che li divideva, versando in essi il succoso contenuto della bottiglia.
"Allora..." Iniziò poi con un sospiro. "Dubito tu sia venuto qui con l'intenzione di bere del succo di frutta, o sbaglio?"
Prima di rispondere, Gregor studiò un attimo le espressioni del suo capo per capire se fosse ironico o meno, poi non riuscì a nascondere un sorriso e rispose alzando le sopracciglia.
"Veramente no, non sbaglia."

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