I~ Stella cadente [pt. 1/2]

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ATTENZIONE: prima di iniziare a leggere questo capitolo, assicurarsi di aver già letto quello precedente!!!

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"Due cose non dimenticherò mai:
Il modo in cui mi guardasti
per la prima volta
E per l'ultima volta."

-David Jones

"Se vedete una stella cadente, trattenetela nel vostro cuore: è l'anima di qualcuno che è stato capace di dare amore in questo mondo

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"Se vedete una stella cadente, trattenetela nel vostro cuore:
è l'anima di qualcuno che
è stato capace di dare amore
in questo mondo."

-Sergio Bambarén

[Notte tra il 1 e il 2 Maggio 1996]

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[Notte tra il 1 e il 2 Maggio 1996]


NARRATORE INTERNO/ESTERNO

Chiudo gli occhi piano, le mie palpebre si abbassano lentamente. Le sento pesanti, proprio come il resto del corpo.
Sicuramente sono molto stanca, ho bisogno di riposare, di dormire e acquietare il senso di angoscia che fino a pochi minuti fa mi assaliva, mentre in camera piangevo scrivendo sul diario e tenendo stretto al petto il bracciale col ciondolo di un aereo.
L'aereo che mi ha portato a Parigi.
L'aereo che mi ha fatto incontrare l'uomo che amo. Eccolo, lo sento.
Lui è qui con me.
Percepisco il suo profumo, il suo tocco lieve su di me e il suo cuore che batte. Alzo una gamba, piegandola e posandola sulle sue stese, come faccio sempre e come ho sempre fatto. Lui mi conosce, risponde al mio movimento con una spontaneità che mi fa accennare un sorriso: porta un braccio verso di me e mi permette di posare al meglio il capo sul suo petto, mentre ripiega il gomito e con la mano raggiunge la mia nuca per accarezzarmi i capelli.
Sono stanca.
Sono sempre più stanca.
Ho bisogno di dormire un po', forse domani mattina riprenderò le forze... Quel domani che mi spaventa. Ne abbiamo appena parlato e so che anche lui prova lo stesso: lo percepisco dalla velocità del suo respiro, una rapidità che manifesta solo quando è vigile e sovrappensiero. Non alzo il capo in sua direzione, non ne ho bisogno. So che, mentre mi accarezza i capelli, sta fissando il soffitto con quei suoi grandi occhi neri che in questo momento pagherei oro per vedere, ma... Mi sento così debole che non ho neanche la forza per sollevarmi. Diamine, non penso di essere mai stata così affranta fisicamente in tutta la mia vita. Menomale che c'è lui, qui con me. Menomale che Grace l'ha chiamato. Forse aveva ragione lei, forse tutto ciò che gli sto tenendo nascosto non porterà a nulla. Domani gliene parlerò, lo farò anche se dovremmo decidere di lasciarci per sempre, anche se per lui ho già scritto quel che ho scritto.
Mi stringo al suo corpo, avverto come contraccambia la stretta sulla mia: sembra non voglia lasciarmi allontanare neanche di un centimetro, come se la paura che io possa svanire in un istante lo avesse divorato tutto insieme.
Oh, non sai quante volte mi sono sentita così anche io in questi ultimi giorni, amore mio... Forse un giorno lo scoprirai.
Sento gli occhi bruciare, mi convinco che non sia la tristezza ma il solito senso di stanchezza contro il quale sto lottando da minuti interi.
Lo sfioro, gli accarezzo il petto coperto da una felpa non troppo pesante. Mi perdo nel suo profumo.
Dico a me stessa di non preoccuparmi, perché lui è qui con me ancora una volta.
Avanti Diana, non disperare.
Non sei sola.
Non lo senti come Michael ti stringe a sé? Non lo senti con quanto ardore ti ama?
Come fossi la cosa più bella della sua vita.
E se ora sorrido, in un attimo un senso di colpa devastante mi assale. Ho bisogno di pensare ad altro, ho bisogno di evadere da tutto il caos che mi bombarda la testa.

𝐏𝐡𝐢𝐥𝐨𝐟𝐨𝐛𝐢𝐚Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora