"Certe persone sono fatte di vento,
ti entrano dentro, lasciano i pensieri
in tempesta e appena si allontanano
ti manca l'aria."-Anonimo
"Se il rumore del mare sovrasta quello dei pensieri, sei nel posto giusto."
-Anonimo
[27 Aprile 1996]NARRATORE ESTERNO
Oggi è il 27 Aprile 1996, e a me manca l'aria.
Mi trema la mano mentre scrivo queste brevi righe con la poca energia che sento di possedere. Sono stanca. Tanto.
Sia mentalmente che fisicamente.
L'unica forza vitale che avevo, l'uomo che amavo e che amo con ogni fibra del mio corpo, l'ho dovuto allontanare per il suo bene.
Spero un giorno possa perdonarmi e comprendere a pieno il motivo di ogni mia azione e parola. Ancora lo rivedo davanti a me, con quei suoi bellissimi occhi neri inondati di lacrime. Non so con quale coraggio sia riuscita a voltargli le spalle, forse non l'ho fatto davvero e non lo farò mai del tutto.
Ha fatto male, tanto male, di questo ne sono certa. Ha fatto più male di qualsiasi altra cosa mi sia mai accaduta.
Probabilmente Debbie deve averlo intuito, di fatto poco fa mi ha telefonata.Ciò che la bloccò dal continuare a scrivere fu una lacrima che le cadde sulla pagina, bagnando e sfocando l'inchiostro dell'ultima lettera. Era tornata a piangere e non se ne era neanche accorta: ormai le capitava spesso.
Troppo spesso.
E in un attimo, in mente, le rimbombarono le parole che Rowe le rivolse pochi minuti prima.<Diana, sono Debbie...> Quella conversazione era iniziata prima ancora che Meyer riuscisse a rispondere. L'altra udiva solo i suoi singhiozzi.
<Diana... Ho saputo stanotte. Michael mi ha chiamato sconvolto, era... Era fuori di sé. Vaneggiava frasi senza né capo né coda, sembrava disperato... Mi ha detto che->
<Quello che ti ha detto è vero...> Rispose Talìka in bisbigli sconnessi, con voce rotta. <Ho dovuto... Ho dovuto...>
Un silenzio dall'altra parte della cornetta la accolse. Forse anche la bionda si era commossa, sembrava respirasse con più fatica.
<Non potevo fare diversamente. L'ho fatto per lui.>
<Lo so. Immaginavo...> Rispose l'altra inspirando. <Io vorrei solo felicità per voi... Credimi Diana, dico davvero...> Terminò in un lamento evidente, quasi affranto.
<Grazie Debbie... Per tutto il supporto che mi stai dando oggi come in questi ultimi giorni. Te ne sono molto grata.>
<Qualsisia cosa, Diana, non esitare a chiamarmi. Capito?>
<Capito...>
<Hai bisogno di compagnia? Vuoi che venga lì da te?>
<Sto bene, per ora. E poi... Dovrebbe venire una mia amica più tardi.>
STAI LEGGENDO
𝐏𝐡𝐢𝐥𝐨𝐟𝐨𝐛𝐢𝐚
Fanfiction[IN REVISIONE] Era nei momenti di solitudine che i flashback del suo passato facevano ritorno, intrappolandola in un'asfissiante morsa che la costringeva a chiudere gli occhi, a piangere e a cercare di dimenticare. Un passato turbolento, un padre co...